Gli Angeli ci guardano e vegliano su di noi, gli Angeli sono anime pure e talvolta hanno gli occhi di un bambino. Bradley è un Angelo adesso, un meraviglioso Angelo ed aveva una missione da compiere, riportare l’amore della sua vita terrena, il Sunderland A.F.C., nel grande calcio. La sua giovane vita, per la quale aveva combattuto come un leone, doveva proseguire ad un livello superiore, Bradley anche dall’alto dei cieli ha accompagnato quell’amore con tutta la sua forza, perché quell’amore stesso aveva dato a lui la forza di vivere fino a che ha potuto, quei colori biancorossi lo avevano spinto oltre ogni ragione durante sua tragica battaglia. Adesso Bradley ci sorride soddisfatto da sopra una nuvola perché ha visto il suo Sunderland tornare nel calcio più bello, quel calcio che tanto aveva amato e che sicuramente vive ancora in lui attraverso i colori biancorossi, i colori del Sunderland A.F.C.
Ora che finalmente la lunga entusiasmante avventura è finita, il Sunderland AFC è tornato tra i grandi della Premier League, lasciandosi alle spalle il documentario “Sunderland till I die” trasmesso da una nota piattaforma digitale che raccontava la tragedia sportiva che portò i Black Cats in terza divisione, da cui mancavano dal 1988, scatenando la disperazione in tutta la città.
Il Sunderland torna in Premier League con un’incredibile vittoria a Wembley e lo fa in modo epico al 95° minuto, con un gol di Watson dopo una rimonta emozionante contro il favorito Sheffield United. Dopo aver concluso al quarto posto in Championship, i Black Cats hanno infatti battuto il Coventry in semifinale dei playoff con un altro finale emozionante risolto con un gol di Ballard al 122° minuto della partita di ritorno, pareggiando così la rete dello svantaggio iniziale.

Il maledetto 2018 fu un duro colpo al cuore del Sunderland, la retrocessione in League One, la terza divisione inglese, fu un’umiliazione troppo grande per il club fondato nel 1880, con una tifoseria che non meritava tanto dolore. La risalita è stata lunga, difficile e piena di ostacoli, una lenta ripresa culminata prima con il ritorno in Championship nel 2022 e, infine, con la recente promozione in Premier League.
La squadra è stata guidata dal bravissimo e giovane manager francese Regis Le Bris che, grazie alla sua esperienza, ha dimostrato di saper offrire ai propri giocatori un approccio strutturato, sia in possesso palla che non. Gran parte delle vittorie è arrivato schierando varianti della difesa a quattro; il 4-4-2 in fase di non possesso palla per poi passare ad un 4-3-3 in fase d’attacco.
Anche quando ha utilizzato il 3-4-3, Le Bris ha schierato un terzino che spesso andava a costituire la tradizionale difesa a quattro. Tra i calciatori protagonisti di questa splendida cavalcata ci sono Wilson Isidor, il goleador (12 gol, 2 assist) e Patrick Roberts poi Trai Hume e Dennis Cirkin: tutti hanno superato quota cento presenze con il Club proprio in questa stagione. Una citazione anche per Eliezer Mayenda, ventenne, anch’esso determinante non solo in fase realizzativa (8 gol, 5 assist). Altra cosa da non sottovalutare è che il Sunderland ha schierato l’undici titolare più giovane della Championship in questa stagione, con un’età media di 22,4 anni.
La presenza media degli spettatori è stata altissima: quasi 40.000 presenze per le gare interne.
Come anticipato ad inizio del racconto, la squadra del Sunderland e la sua impresa si intrecciano in maniera potente, come solo alcune storie semplici e magiche del calcio che tanto amiamo sanno fare, con la storia del piccolo Bradley, il bambino malato di neuroblastoma, un tumore che non lascia scampo. Bradley tifosissimo del Sunderland, non si perdeva neanche una partita dei suoi beniamini e vinse la possibilità di entrare in campo mano nella mano con un giocatore della sua squadra del cuore.
Destino volle che quel giocatore fosse Jermaine Defoe il suo preferito. Il loro legame divenne immediatamente indissolubile. Durante una visita di Jermaine in ospedale il piccolo gli chiese con tutta la dolcezza e l’ingenuità dei suoi 5 anni: “Vuoi dormire con me stanotte?”. Jermaine non ci pensò due volte, si mise nel letto e dormirono abbracciati per tutta la notte. Non fu l’unica volta. Un’altra pagina meravigliosa di questa amicizia fu quando Defoe scese nuovamente in campo con l’Inghilterra a Wembley dopo più di tre anni di assenza, il piccolo Bradley era lì, preso per la mano dal suo campione. Prima dell’entrata in campo delle squadre il portiere Hart, con grande delicatezza, si spostò e disse loro “adesso tocca a voi” e li fece entrare per primi sul terreno di gioco.
Jermaine rimase accanto al suo piccolo amico fino alla fine…fino al 7 luglio del 2017 quando il maledetto male pose fine alla sua giovanissima vita. Jermaine, il giorno del funerale, era lì..come lo fu sempre nel suo ultimo anno di vita e con gli occhi pieni di lacrime sussurrò con un filo di voce…”Ho perso il mio piccolo grande amico..ho perso il mio eroe”. Dopo la morte di Bradley, Defoe lasciò Sunderland trasferendosi in altri club, senza mai dimenticarlo, senza mai dimenticare quella città e quei tifosi, tanto da tatuarsi il suo nome sul braccio.
Nell’ultima parte della sua bella carriera, Defoe volle però tornare proprio ai Balcks Cats. Il suo primo pensiero andò immediatamente proprio al piccolo Bradley. In accordo con la società, decise che per ogni biglietto venduto per la successiva partita casalinga, il club avrebbe donato 1 sterlina alla Bradley Lowery Foundation, un ente che si occupa di malattie terminali dei bambini. I tifosi risposero alla grande, acquistando ben 31 mila i biglietti.
Con i Black Cats in Premier ritroveremo l’infuocato derby tra due città, Newcastle e Sunderland, separate da dieci miglia, da due fiumi, il Tyne e il Wear e da una rivalità nata nel 1630.
Mi piace pensare che il ritorno in Premier sia stato un prodigio dall’anima pura del piccolo Bradley.

BIO: Stefano Salerno nato a Livorno classe 1963, vivo a Firenze dal 1997 lavoro nel campo delle Telecomunicazioni, sono milanista dalla nascita appassionato di calcio inglese dai primissimi anni 70 e sostenitore della squadra dei 3 Leoni .










4 risposte
Accidenti Stefano! Che tu fossi un conoscitore sopraffino del football anglosassone l’ho scoperto leggendoti ma che questo tuo pezzo riuscisse a toccare le corde dell’anima (almeno la mia) …questo davvero non l’avrei mai pensato, eppure ci sei riuscito alla perfezione!
Mi hai commosso! Bravo!!
Un abbraccio forte e sincero.
Massimo 48
Grazie di cuore Massimo seguo il calcio inglese dai primi anni 70 avidamente…posso dire il mio grande amore insieme al Milan. Ho letto molto e ho la fortuna di avere tra le mie conoscenze molti giocatori inglesi della vecchia First Division che alimentano il mio sapere ed il grande amore un abbraccio grande
Commuovente, carissimo Stefano! Un bambino dovrebbe giocare, vivere senza pensare che esista un male, senza pensare che ci sia un passaggio così brusco come quello raccontato…Jermain Defoe, grande uomo, oltre che grandissimo calciatore, resterà per sempre legato al piccolo Bradley e lui lo guarderà dall’alto e veglierà sul suo sonno, così come ha fatto per lui Jermain.
Grazie Vincenzo non dovrebbe succedere … assolutamente !!