LASCIATE FARE TARE

Dopo aver rinunciato per 2 stagioni a un direttore sportivo acclarato e operativo, il Milan ha deciso di tornare a fruire di una figura così importante nell’assetto societario di un club di calcio. Il DS non è infatti solo l’uomo-mercato: sceglie l’allenatore, delinea con lui le strategie nell’allestimento della rosa, fa da collante tra la dirigenza e lo staff tecnico. Vive l’ufficio e lo spogliatoio.

E come mi hanno sempre detto i grandi DS e operatori, deve essere più bravo nelle cessioni che negli acquisti: sappiamo bene che un giocatore puoi azzeccarlo o sbagliarlo, a seconda di molteplici fattori come il carattere, l’ambientamento, l’integrità e altri orpelli essenziali per affermarsi. Qualche volta il fallimento di un giocatore dipende da lui stesso, non da chi lo ha scelto. Ciò che non devi sbagliare è la vendita.

In queste ultime sessioni il Milan ha commesso errori a ripetizione liberandosi di alcuni componenti della rosa: svenduto Krunic, venduto De Ketelaere, prestati Bennacer ma soprattutto Saelemakers e Kalulu a condizioni per nulla vantaggiose, praticamente (s)venduto Theo Hernandez al Como salvo suo rifiuto e così pure Pavlovic e Tomori a gennaio, per non parlare di Emerson Royal già pronto con le valigie e fatto giocare, cosicché si è infortunato e il trasferimento è saltato.

Oggi il Milan è alle prese con le situazioni spinose di Maignan, Leao, lo stesso Theo, le offerte per Reijnders, l’esubero di centravanti (Jovic, Morata, Abraham, Camarda, Gimenez), punti di domanda più o meno irrisolti come Chukwueze, Musah, Bondo, Thiaw…E’ chiaro, evidente, lapalissiano come sia necessario partire alla svelta con l’ingaggio dell’allenatore al più presto, per stabilire con lui le linee guida.

Igli Tare è senz’altro un eccellente uomo di spogliatoio e di ufficio, ha una rete di osservatori vastissima, ha costruito la sua figura dirigenziale grazie alla lunga esperienza da giocatore in Germania poi al Brescia, al Bologna e alla Lazio dove si è fermato poi, in giacca e cravatta, lavorando ben 14 anni con Claudio Lotito. Se da una parte questo connubio crea perplessità per il suo aziendalismo, dall’altra non si possono negare i suoi meriti oggettivi avendo contribuito alla scoperta di grandi giocatori in biancoceleste, alle triplici vittorie in Coppa Italia e altrettante in Supercoppa italiana e vincendo a livello individuale il premio “Italian Sport Awards” e quello come miglior direttore sportivo italiano conferitogli da Sportitalia. 

I paletti che dovrà dribblare come un consumato slalomista, non sono pochi. Anzitutto il budget, a partire da quello del tecnico. L’esperienza Lopetegui-Fonseca-Conceiçao non sembra aver insegnato granché a Casa Milan: il depauperamento della rosa, la mancata qualificazione alle coppe europee, i disastri in Champions e in campionato, sono costati decine e decine di milioni per risparmiarne 5 o 6 su una figura importante per la panchina.

La parola d’ordine è di nuovo “profilo basso”. Poi, la cassa per il mercato. Bisognerà lavorare minuziosamente, chirurgicamente – appunto – nelle uscite, partendo dal presupposto che al Milan deve restare e deve avere l’ambizione di giocare, solo chi ci crede veramente. Progetto o non progetto. Dopo di che bisognerà individuare calciatori funzionali al gioco, alla mentalità, all’ambizione, percorsi da una fame atavica. Un Everest da scalare. Igli è un veterano delle montagne gigantesche, innevate, scoscese. Ha piccozza, scarpe chiodate, equipaggiamento personale: è la cordata che lascia perplessi.  

BIO: Luca Serafini è nato a Milano il 12 agosto 1961. Cresciuto nella cronaca nera, si è dedicato per il resto della carriera al calcio grazie a Maurizio Mosca che lo portò prima a “Supergol” poi a SportMediaset dove ha lavorato per 26 anni come autore e inviato. E’ stato caporedattore a Tele+2 (oggi SkySport). Oggi è opinionista di MilanTv e collabora con Sportitalia e 7GoldSport. Ha pubblicato numerosi libri biografici e romanzi.

3 risposte

  1. Chapeau Luca! Concordo con la tua analisi al cento x cento! Tare
    (bellissimo il titolo rimante con
    “fare”) è ormai un vero esperto nel suo ruolo, ma hai ben scritto nel tuo commiato….è la cordata che lascia perplessi!
    E purtroppo quest’anno la corda si è rotta di brutto riportandoci a valle… ed ora per tornar su serviranno due vere e robuste”spalle”!!… Sperem!!!
    Buona giornata.

    Massimo 48

  2. Buongiorno Luca e buongiorno a tutti. Analisi perfetta. Il timore sta nella proprietà e nel “grado di sopportazione ” che avrà Tare. Una proprietà arrogante, che ha rovinato quel poco(rispetto alla gloriosa storia di questo club) di buono che era stato fatto. Comunque ben venga un professionista come Tare…speriamo bene.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *