La notizia era ufficiosa da diverse settimane ma da giovedì 12 giugno è diventata ufficiale: dal 1° luglio 2025, Kevin de Bruyne sarà un giocatore del Napoli. Per il belga contratto biennale con opzione per il terzo con un ingaggio tra i 5 e i 6 milioni a stagione. Non si sa ancora quale numero di maglia indosserà, ma una cosa è certa: con l’arrivo del centrocampista offensivo di Drongen, il Napoli fa un enorme passo in avanti nel suo percorso per diventare un top team e la nostra Serie A beneficia dell’arrivo di un talento incredibile. Sembrava fantamercato a metà maggio: non lo era, era già realtà. Si parlava di sirene arabe e americane per de Bruyne, ma anche un ritorno in Belgio a chiusura di un cerchio ed invece andrà a rinforzare il centrocampo della squadra campione d’Italia.
Vista l’attesa del suo arrivo il 12 giugno a Roma per le consuete visite mediche a Villa Stuart e la foto scattata con il presidente de Laurentiis dove sono seduti su di una sedia da regista, il nostro massimo campionato dà il benvenuto ad un giocatore tra i più forti della sua generazione e tra i tifosi partenopei (e non solo) si parla già di corsa al quinto scudetto, il secondo consecutivo. E l’ultima squadra ad avere vinto lo “scudo” per almeno una volta consecutivamente è stata la Juventus. Juventus che, ad esempio, tra 2018 ed il 2021 ha avuto in rosa Cristiano Ronaldo: è dal 2018 (ovvero dall’arrivo in Italia del fenomeno di Madeira) che in Serie A non militava un calciatore di quel livello.
Arrivato terzo nella classifica del Pallone d’oro 2022 dietro a Sadio Mané e al vincitore Karim Benzema, KDB diventa il terzo giocatore a vestire la maglia del Napoli ad essere salito sul podio del premio di France Football: prima di lui, Omar Sivori (vincitore del premio nel 1961 quando però giocava nella Juve) e Ruud Krol, ovvero el cabezon ed il terzino fluidificante dell’Ajax del Calcio totale. Ovviamente il Napoli si affida a de Bruyne per diventare un top team di valenza non solo europea, ma anche mondiale visto il curriculum del giocatore: come nel caso di CR7, de Bruyne arriva a giocare in una squadra dove lui da solo ha vinto più dello stesso club in Europa. Ma si fa così, del resto: se vuoi vincere, devi prendere i più forti. Ed il centrocampo Anguissa-McTominay-de Bruyne-Lobotka (e mettiamoci anche Politano e Gilmour) è già considerato uno dei più forti del prossimo campionato.
Se in via San Giovanni Armeno stanno uscendo le prime statuine del presepio con le sembianze del capitano del Belgio, i tifosi del Napoli si stanno fregando le mani consapevoli del fatto che finalmente la loro squadra sta diventando un peso massimo del calcio europeo (leggasi gli arrivi di Lukaku e McTominay): ora con Kevin de Bruyne la squadra può fare il salto di qualità. Va bene che a gennaio Conte ha perso Kvara, ma il belga e lo scozzese sono stati importanti nella vittoria del tricolore, uniti ad una squadra che gioca veramente bene e che ha vinto (diciamolo pure) meritamente il campionato anche se solo di un punto sull’Inter.
Ma veniamo a lui, a King Kev. Fiammingo di Drongem, gioca sia di destro che si sinistro e ha una caratteristica: se passa la palla ad un compagno nella trequarti avversaria, spesso quel suo compagno fa gol. Non a caso Bruyne in dieci stagioni di Premier League ha servito oltre 100 assist e anche se è uno che non segna spesso (111 gol finora in carriera), è sempre l’uomo giusto-al posto giusto-nel momento giusto.
La carriera di de Bruyne è iniziata nel Genk (dove vi ha militato tra il 2008 ed il 2012) e poi si è divisa tra Bundesliga (Werder Brema e Wolfsburg) e Premier League (Chelsea e Manchester City), diventando uno dei pilastri della cosiddetta generazione d’oro del calcio belga. Arrivato al Manchester City nel 2015 dal Wolfsburg con il bollino di sopravvalutato e di “acerbo (Mourinho dixit, che lo ha avuto al Chelsea per metà stagione nella 2013/2014), gli sceicchi per lui hanno staccato un assegno da oltre 70 milioni ma i risultati portati da King Kev parlano da soli tanto che da gennaio è diventato anche il capitano del club mancuniano.
Ad aprile aveva scritto sui social che quella appena terminata sarebbe stata la sua ultima stagione a Manchester sponda City. Ed è anche grazie a lui se i Citizens sono diventati uno squadrone e non più “l’altra squadra di Manchester”: 422 partite, 108 gol, 177 assist nel City. Secondo la nota testata giornalistica The Athletic, nei 120 gol segnati da Haaland con il ManCity, in venti c’è lo zampino di King Kev. Il 20 maggio il centrocampista belga ha salutato tutti e mentre usciva dal campo avrà pensato al suo futuro con la maglia azzurra del Napoli.
Nota stonata: l’uscita al 36’ della finale di Champions League di Istanbul contro l’Inter per infortunio. E proprio questa è la criticità di de Bruyne: nelle ultime due stagioni, il biondo centrocampista belga ha giocato in tutto 65 partite (segnando dodici reti e servendo ventisei assist) in quanto vittima di troppi infortuni.
Cosa potrà dare a Conte Kevin de Bruyne? Se sta bene fisicamente, KDB ha la possibilità, a 34 anni, di chiudere in grande la sua carriera e se il giocatore starà bene e se tutto girerà per il meglio (sia per lui che per la squadra), ci attenderà un Napoli lanciatissimo. Nella nostra Serie A sono tanti i giocatori over 30 presenti nelle rose: anche solo quindici anni fa, a 34 anni (de Bruyne li compirà il prossimo 28 giugno) si era un ex o si giocava nelle serie minori mentre ora a 34 anni si è ancora “sul pezzo” e si può arrivare tranquillamente a giocare fino a quasi 40 anni.
Che cos’è allora Kevin de Bruyne? È uno che inventa, crea e che preferisce queste due attitudini a segnare. Ha un forte intuito e, come uno scacchista, sa già dove si posizionerà il compagno ed è lì che gli metterà la palla giusta per il gol. Arriva da due infortuni molto fastidiosi (bicipite femorale quest’anno, coscia quello passato) e Conte dovrà usarlo attentamente, ma il tecnico salentino sa il fatto suo e queste cose le sa già.
Ovviamente il direttore sportivo Manna ha fatto un colpaccio portando a Napoli de Bruyne, ma da qua alla chiusura del mercato (che aprirà il 1° luglio si chiuderà il 1° settembre) dovrà portare altri tasselli alla squadra di Conte. Perché vincere (uno scudetto) è facile, è ripetersi (bissare lo scudetto) che è difficile.
Il prossimo 17 luglio inizierà il raduno del Napoli nella cornice amica di Dimaro e il belga tasterà con mano che con i napoletani non si scherza: loro ti danno il cuore, tu devi dare loro la tua “vita” calcistica. Il Napoli ha avuto diversi giocatori belgi: alcuni hanno fatto bene (Lukaku e “Ciro” Mertens), altri malino (Ngonge) altri quasi nessuno se li ricorda (Dendoncker, Renard e Crasson). Ora per KDB c’è un libro bianco (anzi, azzurro) tutto da scrivere.
Nel frattempo, benvenuto in Serie A King Kev. E speriamo che quando ci saranno le aste per il Fantacalcio non possano interrompersi amicizie lunghe anni e che chi non ti prenderà non farà gesti inconsulti.

BIO Simone Balocco: Novarese del 1981, Simone è laureato in scienze politiche con una tesi sullo sport e le colonie elioterapiche nel Novarese durante il Ventennio. Da oltre dieci anni scrive per siti di carattere sportivo, storico e “varie ed eventuali”. Tifoso del Novara Calcio prima e del Novara Football Club dopo, adora la sua città e non la cambierebbe con nessun altro posto al Mondo. Collabora da tempo con la redazione sportiva di una radio privata locale e ha scritto tre libri, di cui due sul calcio. I suoi fari sono Indro Montanelli e Gianni Brera, ma a lui interessa raccontare storie che possano suscitare interesse (e stupore) tra i lettori. Non invitatelo a teatro ma portatelo in qualunque stadio del Mondo e lo farete felice.









