NELLA BUONA E NELLA CATTIVA SORTE

Monaco (D), Marienplatz, 31 maggio, ore 23:45.Ultimo giorno del mese, ultima ora del giorno. Io, in quella piazza, c’ero.

Il Neues Rathaus è illuminato con mille colorazioni, come tutte le notti precedenti, probabilmente come lo sarà domani. Non esistono sentimenti da contrapporre alla delusione e all’amarezza.

Per associazione, emerge dalla storia risorgimentale meneghina, con numeri beffardi, un sapore dolceamaro: le cinque giornate di Milano! Vorrebbe essere un piccolo sussulto di orgoglio nerazzurro: è un attimo, che naufraga sul nascere nel mare disarmante dell’incredulità.

Abbiamo perso la finale di Champions ! Abbiamo perso la finale di Champions! Abbiamo perso….nella testa è un refrein martellante.Come il pressing del PSG. Non mi resta che fuggire dalla cronaca della partita, da un tabellino bruciante come sale su una ferita.

Se solo potessi arretrare le lancette dell’orologio di qualche ora. Se ne fossi capace regalerei quelle ore duplicate a Simone Inzaghi, Nicolò Barella, Alessandro Bastoni, Marcos Thuram, Yann Sommer… chissà. Fantasia del rimpianto. Piccole debolezze.

A me stesso, questo si, intimamente posso fare un piccolo regalo. E’ a costo zero. Esagero e duplico qualcosa in più delle ultime ore: ripercorro le ultime settimane. Lo faccio in silenzio, nel silenzio illuminato di Marienplatz.

Bayern-Inter, Inter-Bayern, Barcellona-Inter, Inter-Barcellona.  Le intuizioni visionarie di Simone inzaghi. Gli occhi di Lautaro come diamanti resistenti a incudine e martello. Le giocate imprevedibili di Thuram entusiasmanti come i suoi sorrisi. I voli di Sommer con le dita a toccare palloni come pennellate di Michelangelo. La caparbietà di Dumfries come un leggendario guerriero Lakota. I gol di Frattesi ribelli come un’opera pop-art. La personalità di Bastoni profonda e impenetrabile come un altopiano carsico. Non ultimo l’irrazionalità di Acerbi che salpa in direzione area blaugrana, distacco dall’esito incerto come il viaggio di Ulisse.  Riassaporo quelle ore fino all’epico “volo d’angelo” del novello Ulisse.

Come l’ultimo viaggio di Ulisse, così si conclude il folle viaggio, questa stagione. Dante lo descrive: “Tre volte il fé girar con tutte l’acque […], infin che ’l mar fu sovra noi richiuso” (Inferno, Canto XXVI). Il mare di questo incredibile percorso, al triplice fischio “sovra noi rinchiuso”.

Vivere l’essere tifosi è una storia d’amore. Un amore non scelto, un sentimento arrivato da luoghi sconosciuti. Dove abita la “follia”.  Una storia senza una data di inizio, nata chissà dove. Un viaggio da vivere “nella buona e nella cattiva sorte”. La parola “umiliazione”, la parola “vergogna” la lascio a chi, dal proprio vocabolario, ha strappato la pagina con scritto la parola “amore” (calcistico).

Marienplatz è silente. Il mio cuore è triste. L’inatteso aveva regalato centimetri alle mani di Sommer. L’imprevedibile aveva rincorso il proprio disegno con la scarpa di Acerbi. L’Allianz Arena ci ha ricordato che, a volte, solo le emozioni possono dare un senso alle cose.

Non intendo rinunciare a vivere questo amore perché attraversato dalla cattiva sorte. Ho sempre pensato che mai avrei rinunciato ad una gioia al pensiero che potesse finire in tristezza. Oggi più che mai.

Il tempo sbiadirà il colore dell’amarezza, ma la lucentezza delle emozioni supererà la prova del tempo. I cieli stellati che hanno accompagnato questa stagione resteranno indelebili. Non saranno le intime lacrime di una Coppa solo sfiorata con la speranza a cancellare la gioia che, “certe notti” ha inondato il mio cuore.

Per questo, anche senza cambiare il copione, potendo, ripercorrerei tutto.

Se chiudo gli occhi, forse, è anche possibile…

BIO: ALESSANDRO MELLI

Nato e cresciuto a Modena, terra di passioni, di bel canto e di motori.

Consulente aziendale in tema di Finanza Agevolata.

Lettore appassionato, preferisce i saggi ai romanzi.

Avrebbe voluto fare in Calciatore, ma (come lui dice) non ne aveva le qualità.

Avrebbe voluto fare il Giornalista, ma (come dice lui) non ne ha avuto la determinazione.

Allenatore UEFA B, Responsabile Sett. Giovanile, ha frequentato il mondo dei professionisti con incarichi di DS Sett. Giovanile e di Osservatore Squadre Primavera.

“Nel calcio, come in natura, scomporre significa perdere le proprietà che emergono dalla relazione tra le parti stesse” ama ripetere.

4 risposte

    1. Gli dei regalano ai propri prediletti le gioie più grandi e i dolori più grandi.
      La gioia più grande, prima delle vittorie, è amare i colori del Cielo diurno e della Notte.

  1. Nessuno a mai descritto con tanta bellezza di parola quello che ogni interista dovrebbe sentire nell’animo dopo questa splendida stagione.
    Chapeau Mr. Melli

    1. Roberto, sono belle le tue parole. Evidentemente c’è qualcosa di magico nella risonanza di emozioni. Un saluto.

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