MAGGIO: IL MESE DEL MILANISMO

Nell’approcciarsi del periodo di pausa estivo, nel trionfo dei fiori e della natura, a Milanello come nel resto del mondo, il mese di maggio coincide con una serie di anniversari che consecutivamente dal 18 maggio per una decina di giorni affollano i ricordi del tifoso milanista: da Londra, Madrid, Como, Barcellona, Vienna, Yokohama, fino a Reggio Emilia. Solo per citarne qualcuno…

Difficile, anzi complesso navigare stabilmente sopra un’onda emotiva totalmente imprevedibile in una stagione che più di una volta ha fatto vacillare l’imbarcazione e l’ha fatto seguendo il riflesso di un’assoluta discontinuità nei risultati, negli uomini che hanno indossato quella maglia così bella e gloriosa e nelle idee, messe in discussione ad ogni cambio di vento.

Ecco perché, l’identità del tifoso Milanista deve (sottolineo l’importanza di questo verbo) uscire rafforzata da periodi come quello in corso: sì perché la stagione volge al termine e ci saranno sicuramente nuovi impegni e nuove sfide da cui ripartire. Le fatiche che affronterete saranno varie e si alterneranno nell’affrontare il rischio del pessimismo di fondo e lo svilimento della nostra storia, nella più totale apatia nei risultati e nella pianificazione, il tutto secondo un’ipotetica legge di Murphy per cui se qualche scelta societaria sciagurata potrà essere abbracciata, questa verrà puntualmente seguita. 

Non importa, il Milan va avanti e resiste ai mercanti del tempio che come hanno allungato i propri tentacoli e con parassitaria ostinazione si sono insediati in ogni piega del mondo rossonero, così leveranno prima o dopo le tende lasciando spazio a chi arriverà. Osservare l’alternanza delle stagioni, con l’inverno che ha lasciato spazio alla bellezza della primavera, vi educa proprio alla necessità di adattarvi alle condizioni esterne, visto che non avrete il controllo né la possibilità di prevedere dinamiche di alcun genere: e allora rimanete aggrappati con ogni cellula del vostro corpo, passate ai vostri figli e nipoti il favore che qualcun altro ha fatto a voi nell’ammirare Gianni Rivera con il pallone d’oro, gli olandesi, Franco Baresi, Kakà, l’usignolo di Kiev, la dinastia dei Maldini. Raccontategli cosa sono state le emozioni che vi hanno spinto a tatuarvi sulla pelle e nell’anima i colori che adorate e ricordate loro che dopo Istanbul c’è sempre Atene…

“Solo al Milan” diceva Paolo all’indomani del trionfo di Manchester nella competizione che esattamente quarant’anni prima aveva visto vincere lo stesso titolo a suo padre Cesare, capitano della squadra campione d’Europa.

Proteggete la vostra identità e come dice Luca Serafini, ripartite dall’appartenenza che vi ha contraddistinto da sempre, magari adeguandovi ai tempi cambiati e che vedono una migrazione in atto dai circoli dei clubs alle pagine digitali e allo streaming. I tempi e le stagioni cambiano, le lingue si modificano, le persone arrivano e se ne vanno, facendo spazio a qualcosa che sarà luminoso e ancora più importante. In tutto questo i punti fermi li conoscete, allenate la pazienza e la fiducia per cui la vostra Fede supererà questo inverno freddo, anche al cospetto di un maggio inoltrato e ricco di ricorrenze incorniciate in bacheche talvolta impolverate e in cuori, comunque vada, sempre e comunque innamorati.

Tutto scorre. Il Milan resta.

Bio: Francesco Borrelli è un Mental Coach certificato Acsi – CONI. Oltre alla Laurea in legge presso l’Università degli Studi di Genova, si è formato in PNL attraverso corsi e Master conseguiti nell’ambito di aziende private di cui ha fatto parte. Negli anni ha coltivato la sua passione per lo sport scrivendo per testate giornalistiche liguri, oltre a svolgere il proprio lavoro di consulente d’azienda in ambito bancario. L’attività di Mental Coach lo porta da diverse stagioni ad accompagnare sportivi impegnati a preparare Olimpiadi e Mondiali, oltre a calciatori di tutte le età, agevolandone i rispettivi percorsi e seguendone tutta la trafila giovanile fino all’approdo in prima squadra. Il suo sogno è continuare ad aiutare i giovani calciatori, anche rossoneri, dal suo ufficio a Milanello, di fianco alla “palestra delle leggende”

Una risposta

  1. La contestazione. Alla squadra e alla societa’, soprattutto, curva sud ultima partita Milan,non e ‘ male ma lascia il tempo che trova…serenità e sportività sobria e non violenta mi permettono di puntare il dito in una primaria e oramai ineludibile direzione ,AIA..hanno voluto creare sempre più discrezionalità arbitrale x avere più potere lo hanno avuto e usato forti della loro immunità e impunita,e soprattutto forti dalla miseria antisportività sceneggiate e gioco falloso tollerato e permesso da AIA ora pro ora contro.x questo tipo di comportamento ,pur nel obiettivo giudizio che x fare arbitro imparziale ci vuole bravura ,senza senso appartenenza,e’ dimostrato non da ora,direi da almeno 60 anni,ogni campionato AIA,sistematicamente,toglie punti al milan.anche quest’anno,senza favori,sarebbero bastate quelle 10 partite,che se riviste,nessuno può mettere in dubbio i punti sottratti al Milan da arbitri…se il Milan oggi e ‘ poca cosa e ‘ evidente,ma no c’entra proprio nulla con le ruberie,xk di ruberie si tratta,subite dal Milan,in mani a faccendieri che non lo amano,ma li usano.morale: contestazione fa fatta a chi ha potere in mano,e lo sanno tutti e tacciono tutti. Faccio tifo xk non iscrivono il Milan in campionato,da 50 anni,e anche prossimo anno,se sto bene ,anch’io,Bertoldo degli oltre 70 Mila ,penso abbonarmi stagione 25/26.. se ami non devi vergognarti

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