QUANTO COSTANO GLI AGENTI ALLA SERIE A

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IL MODELLO ATALANTA: Come il club bergamasco ha cambiato il business del calcio

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Ultimi giorni di gennaio, il mercato entra nel vivo.

Quando il mercato di riparazione aveva luogo a novembre, fino agli anni Novanta, bastava l’accordo tra il club cedente e l’acquirente per concludere l’operazione.

Dopo la sentenza Bosman del dicembre 1995 è invece cresciuto il potere di contrattazione dei calciatori, spalleggiati dai procuratori. Lo dimostrano le somme corrisposte agli agenti e agli intermediari, una delle voci che contribuiscono al continuo rosso in cui versa il calcio italiano: negli ultimi nove anni la Serie A ha pagato loro oltre un miliardo e mezzo di euro, un importo folle perché il campionato italiano non dispone certo della ricchezza della Premier League.

Questa voce era praticamente inesistente nel Novecento perché allora gli agenti prendevano soldi solo dai loro assistiti, ossia i calciatori, come percentuale sugli ingaggi. Ora invece il fenomeno assume proporzioni gigantesche e non si tratta di stime, ma di dati ufficiali.

Ogni anno, infatti, a partire, dal 2015, la Figc pubblica sul proprio sito i dati relativi all’attività dei Procuratori in adempimento a quanto previsto dalla normativa Fifa “Regulations on Working with Intermediaries” nonché dal Regolamento per i Servizi di Procuratore Sportivo Figc.

Anziché la stagione sportiva, i dati pubblicati prendono in considerazione l’anno solare. Per ogni club viene pubblicato il totale sborsato, senza specificare i singoli addendi. Questo impedisce di valutare le operazioni più dispendiose, anche se fornisce un quadro generale.

Nel 2015 le venti squadre di Serie A spesero per compensi ai procuratori oltre 84,4 milioni di euro: in pratica una media di 4,22 milioni di euro a testa. Nel 2023, ultimo dato disponibile, l’importo è invece stato di 220,2 milioni di euro, quindi più di 11 milioni di euro per club.

Su tutti svetta la Juventus con 293,4 milioni di euro nel periodo 2015-2023. Seconda l’Inter con 190,8 milioni di euro, terza la Roma con 165 milioni e mezzo di euro. Medaglia di legno per il Milan con 134 milioni e mezzo di euro. Più staccate tutte le altre, a partire dal Napoli che ha scucito 86,7 milioni di euro.

L’Atalanta invece pur realizzando in questo arco di tempo una settantina di plusvalenze, anche molto vantaggiose (su tutti i 53,2 milioni di euro per Hojlund venduto al Manchester United) è riuscita a contenere le commissioni pagate con l’eccezione del 2023 quando l’importo ha sfiorato i 14,8 milioni di euro, di cui 3.474.500 euro liquidati ai procuratori di El Bilal Toure. Il totale degli ultimi nove anni del club bergamasco è di 66,7 milioni di euro, circa 7,4 milioni di euro all’anno di media.

Decisamente meglio fa la Lazio perché Claudio Lotito è refrattario agli agenti, tanto che in nove anni ha pagato loro appena 36,8 milioni, anche se quasi un quarto li ha spesi nel 2023.

Impossibile dire quale delle due strategie sia preferibile: l’ultima parola spetta sempre al campo.

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Bio GIOVANNI CORTINOVIS

Laureato a pieni voti alla Bocconi con la tesi “Le politiche di marketing delle società calcistiche di medio-piccole dimensioni” si guadagna da vivere come giornalista dal 2002. Ma già l’anno prima iniziò a scrivere di economia sportiva per Il Sole 24 Ore Sport e Il Nuovo Calcio. Ha continuato a farlo su Guerin Sportivo, L’Eco di Bergamo, La Gazzetta dello Sport, Sportweek, Corner e Motosprint, totalizzando oltre 500 articoli su bilanci e gestioni di club, leghe e federazioni.

Si definisce Trafficante di velocità, coltivatore diretto di statistiche, allevatore di storie bestiali.
Il Modello Atalanta: come il club bergamasco ha cambiato il business del calcio è il suo secondo libro, uscito a dicembre, un anno dopo la pubblicazione del precedente North West 200 la corsa più bella al mondo

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