Il 22 Giugno del 1986 allo Stadio Azteca in Città del Messico, si è consumato il più grande inganno visto in un campo da calcio.
La Mano de Dios, diventata leggendaria, entrando nella storia, nella memoria, di chi ha vissuto e visto quegli attimi di gloria.
Molti anni dopo, Diego Maradona dichiarò;
“Si lo confesso, ho segnato con la mano, è stato qualcosa che mi veniva dal profondo, ed inoltre Shilton era molto più alto di me, potevo raggiungerlo solo con la mano”
A dispetto della moralità e delle infinite parole ed opinioni scritte, l’inganno ha superato la realtà.
Oggi con la tecnologia a disposizione sarebbe impensabile concedere tale gol.
Ma l’inganno inevitabilmente, ancora oggi fa parte del Football.
La parola inganno; deriva dal tardo latino, gannat, “canzonare”. Il Canzonatore era colui che cantava storie al popolo, quasi per “ingannare il tempo” ed aveva per cui una connotazione positiva. Con il passare del tempo la parola ebbe uno sdoppiamento, fino a diventare un’accezione negativa; operare con frode e malizia nei confronti di altri…
L’inganno ha radici profonde, fin dall’antichità ha accompagnato popoli e caratterizzato la vita degli esseri umani…
Un ruolo importante ad esempio lo svolge anche in ambito militare.
La disinformazione e gli inganni visivi furono usati durante la prima guerra mondiale.
Ma fu nella seconda guerra mondiale, nella programmazione dello sbarco in Normandia, nel 1944, che gli Alleati misero in atto uno dei più grandi inganni della storia militare, l’operazione Bodyguard, che li aiutò a cogliere perfettamente di sorpresa i nemici.
L’inganno ci ha quindi accompagnato dall’antichità fino ai giorni nostri.
Oggi sembra che si sia circondati da continui inganni…
Ed è per questo che non fa eccezione lo Sport. Negli ultimi decenni infatti ci siamo trovati spesso davanti ad atleti, di ogni disciplina, che hanno provato ad ingannare le regole, con uso di sostanze proibite atte ad aumentare le proprie prestazioni sportive ed agonistiche al fine di raggiungere il trionfo.
Ok. Ma nel calcio?
Ecco nel calcio, tralasciando spiacevoli episodi di chi ha provato ad ingannare le regole e spostandoci prettamente in campo e nel rettangolo di gioco, al fischio iniziale, l’inganno diventa inevitabilmente connotazione positiva, addirittura determinante al fine di raggiungere il risultato e la vittoria.
Si, perché nel calcio ingannare l’avversario è una parte fondamentale del gioco, è un fine che giustifica il mezzo e non c’è morale che tenga.
“Amor, di nostra vita ultimo inganno, T’abbandonava. Ombra reale e salda”
Così recitava il versetto 129 e 130 della canzone di Giacomo Leopardi
Ombra reale, che può diventare inganno, proprio come in campo
E quante volte abbiamo sentito “movimento ad inganno” dell’attaccante?
Tantissime volte…
E quante volte l’avrà provato? Un’infinità di volte…
Perché l’inganno va allenato, incoraggiato, sostenuto.
L’attaccante o qualsiasi altro calciatore, compie un movimento primario e non finale, proprio per trarre in inganno il diretto avversario, portandolo fuori raggio d’azione, togliendone ogni possibilità d’intervento difensivo.
Azione singola, individuale in un contesto collettivo…
Ci sono poi i movimenti d’inganno coordinati che coinvolgono più calciatori in diverse zone di campo. Questi vengono utilizzati soprattutto da palle inattive, con schemi preparati, atti ad ingannare uno o più avversari, per liberare poi il finalizzatore.
E nel calcio moderno le palle inattive svolgono un ruolo importante, spesso decidono partite equilibrate e bloccate.
L’Inter, ultima squadra a vincere lo scudetto, è proprio quella che ha totalizzato più gol nell’ultimo campionato, proprio da calcio piazzato, spesso con movimenti coordinati ad inganno dei suoi giocatori cardine, cioè quelli più attenzionati.
Gli inganni peró non sono solo di movimento, ma spesso anche verbali, di sguardi o no sguardi, di gesti, repentini e veloci, con l’unico scopo di trarre in errore l’avversario e di porlo quindi in condizioni d’inferiorità.
Se vogliamo entrare nel dettaglio, ad esempio, un passaggio no-look (terminologia moderna) trae in inganno il difensore che è concentrato sulla visione periferica dell’avversario e distoglie l’attenzione di dove effettivamente si vuole far passare e recapitare la palla.
Ne abbiamo visti campioni effettuare tale gesto tecnico, da Ronaldinho a Neymar, fino al capolavoro di Andrea Pirlo che ci porta dritto in finale al mondiale del 2006.
Pur conoscendo le abilità tecniche degli avversari, la nostra mente tende per sua natura a voler risolvere le situazioni repentinamente, quindi nel momento in cui percepisce il pericolo (visivo, di movimento o gesti) il suo istinto è quello di analizzare velocemente in modo da trovare un’immediata soluzione.
Ecco perché talune volte pur consapevoli, si viene tratti in inganno.
II pericolo non viene da quello che non conosciamo ma da quello che crediamo vero e invece VERO NON E’.
Il Dottor Riccardo Cocchi (Psichiatra Psicoterapeuta, Dottore di Ricerca in Psicoterapia) afferma; “Se c’è qualcosa che il cervello non gradisce è il senso di incertezza.
All’incertezza preferisce una certezza errata e per farlo aggiunge dettagli alle informazioni percepite, cioè, prova a correggere le percezioni e trovare immediate soluzioni, perché non accetta lo stato di incomprensione.”
Questo comportamento è operato nel subconscio, dunque è attuato in modo automatico e incontrollabile.
Non imorpta in che oridne apapaino le letetre in una paolra, l’uinca csoa imnorptate è che la pimra e l’ulimta letetra sinao nel ptoso gituso.
Caro lettore, ho ingannato anche la TUA mente…
BIO: Flavio Marzullo Nato a Napoli nel 1983
Muove i suoi primi passi da calciatore professionista nella JUVENTUS sotto la guida tecnica prima di Giancarlo Corradini e successivamente di Giampiero Gasperini.
Il calcio è stata la sua più grande passione.
Dopo diversi anni a calcare i campi di Lega Pro, nel 2017 ancora da calciatore, consegue l’abilitazione al corso UEFA B con il massimo dei voti. La sua tesi sul 1-4-3-1-2 viene scelta dal docente per essere esposta e mostrata ai corsi successivi.
Negli anni ha scritto diversi articoli sul calcio per alcune testate sportive online.
Ha sviluppato allenamenti di perfezionamento tecnico in una scuola calcio di Napoli.
Nella stagione 2023/2024 diventa allenatore in seconda del Gladiator, squadra militante nel campionato di Serie D.
Nell’ultimo periodo mi sono avvicinato all’approccio sistemico perché lo ritengo il più adeguato vista la complessità della prestazione calcistica
“Ho un sogno, sedere un giorno su una panchina di serie A”
2 risposte
Complimenti Flavio
Carissimo Flavio, anzitutto Chapeau per l’articolo scritto veramente bene e secondariamente amo sottolineare le stranezze tanto strane quanto condivise da tutta la vox populi come appunto la Mano de Dios di Maradona piuttosto che il gol non gol di Turone in Juventus Roma e ancora il gol non gol di Muntari in Juventus Milan.
Si tratta di autentiche botte di tsunami o se preferisci semplici pietre miliari calcistiche che pur rimanendo tali hanno causato prmanenti coliche biliari ai sostenitori della parte lesa. Un caro saluto.
Massimo 48