Nelle ultime ore, il Manchester City ha ufficializzato l’acquisto di uno dei profili più intriganti e imprevedibili del calcio europeo: Rayan Cherki. L’ex fantasista del Lione si trasferisce in Inghilterra per 35 milioni di euro più 5 di bonus, firmando un contratto fino al 2030 con il club di Pep Guardiola. Un colpo che potrebbe rivelarsi strategico non solo sul piano tecnico, ma anche in prospettiva futura: Cherki è infatti uno dei talenti più puri del panorama continentale, capace di accendere il gioco con una sola giocata.
Ma dietro questa operazione c’è molto di più: c’è una storia di talento precoce, di occasioni mancate (soprattutto italiane) e di una carriera già piena di momenti decisivi, pur avendo appena 21 anni.
L’enfant prodige di Lione
Rayan Cherki nasce il 17 agosto 2003 a Pusignan, sobborgo nella cintura orientale di Lione, da una famiglia dalle radici miste: padre e madre di origine algerina, nonna paterna di origine italiana. Cresciuto nel cuore calcistico della città, inizia a muovere i primi passi con il Saint-Priest prima di entrare, a soli 7 anni, nell’academy dell’Olympique Lyonnais, uno dei vivai più prolifici di Francia. Il Lione, negli ultimi decenni, ha lanciato giocatori del calibro di Benzema, Lacazette, Tolisso e Aouar: ma mai si era visto un talento così precoce.
A soli 16 anni, nel 2019, debutta in prima squadra e diventa il più giovane calciatore nella storia del club a giocare una partita europea. Il suo impatto è immediato, grazie a una tecnica sopraffina, un dribbling elegante e fulminante, una naturalezza disarmante nel muoversi tra le linee come trequartista o ala. Cherki non gioca a calcio: danza. Non a caso, molti addetti ai lavori lo paragonano a Riyad Mahrez per movenze e creatività, altri a Brahim Díaz per visione e tocco nello stretto.
Protagonista assoluto
La stagione 2024-2025 è stata quella della consacrazione: 8 gol, 11 assist in Ligue 1, ma soprattutto una leadership tecnica inedita in un Lione spesso disfunzionale. Cherki ha brillato anche in Europa League, contribuendo al percorso europeo della squadra con giocate decisive. Le sue prestazioni hanno convinto Didier Deschamps a convocarlo per la fase finale della UEFA Nations League, dove, all’esordio con la Nazionale maggiore, ha fatto faville: un gol, un assist e tre occasioni create contro la Spagna, in una semifinale che ha visto la Francia riuscire in una clamorosa rimonta.
Una prestazione che ha fatto impennare la sua valutazione di mercato, portandola vicino ai 45 milioni di euro. Il Manchester City, che lo seguiva da mesi, ha accelerato e bruciato la concorrenza — inclusa quella del Milan, che aveva messo gli occhi su di lui la scorsa estate, ma senza affondare il colpo.
Il grande salto in Premier League
Il trasferimento al City rappresenta un’evoluzione naturale per un giocatore con le caratteristiche di Cherki. Guardiola ha già dimostrato di saper valorizzare calciatori tecnici e intelligenti tatticamente e sembra pronto a impiegarlo come jolly offensivo in un sistema dove il talento individuale si fonde con una struttura collettiva rigorosa. Cherki si inserisce perfettamente nel puzzle: è giovane, duttile e con una mentalità già matura per competere ad alti livelli
Il rimpianto azzurro
Ma la sua storia ha anche un risvolto amaro per il calcio italiano. Per mesi si è parlato della possibilità che Cherki potesse diventare oriundo della Nazionale azzurra. Il motivo? La bisnonna paterna, come accennato in precedenza, è originaria di San Felice di Castello, un piccolo borgo in provincia di Bari, e Cherki possiede il passaporto italiano. Luciano Spalletti lo avrebbe osservato da vicino, mentre in FIGC si valutava un possibile approccio formale. Tuttavia, lo stesso giocatore ha chiarito che, nonostante le voci, non ci sono mai stati contatti ufficiali né con la federazione italiana né con quella algerina. Il suo sogno era vestire la maglia francese e ora che ha esordito ufficialmente in Nations League, le regole FIFA lo rendono ineleggibile per qualsiasi altra Nazionale.
Una sliding door che lascia l’amaro in bocca: un trequartista puro, creativo e determinante, avrebbe potuto dare una scossa all’attacco azzurro in vista di Europei e Mondiali. Invece, l’Italia ha assistito da spettatrice al suo exploit contro la Spagna, vedendo sfumare un potenziale fuoriclasse che avrebbe potuto portare imprevedibilità e classe nel cuore della manovra.
Crescita e maturità
Cherki non è solo talento e numeri. Le sue recenti dichiarazioni raccontano anche un giovane consapevole del proprio valore e del peso della maglia che indossa. In un video diffuso dall’OL nel giorno della sua prima convocazione in Nazionale, aveva detto: «È l’inizio di una bella avventura, non vedo l’ora di cominciare. Sono impaziente di dare il mio contributo». Parole semplici, ma cariche di ambizione. E dopo quella partita con la Spagna, tutti in Francia si sono chiesti perché non fosse stato convocato prima.
Deschamps ha ammesso il ritardo: «Ho deciso io, ne ho parlato con Baticle dell’Under 21. Poteva esserci già a marzo. Ora è il suo momento». In una Francia ricca di talento in ogni zona del campo, la concorrenza è feroce. Ma Cherki, con la sua classe fuori dal comune, si è conquistato lo spazio a suon di prestazioni.
Prospettive Citizen
Ora resta da vedere come Guardiola intenderà modellarlo nel proprio sistema. In un Manchester City che ha perso alcuni dei suoi riferimenti offensivi, Cherki potrebbe trovare spazio come mezzala offensiva, ala destra invertita o addirittura come falso nueve, ruolo in cui ha già giocato in Ligue 1. Il suo stile si sposa perfettamente con i dettami del gioco di posizione del tecnico catalano, e non è escluso che già dalla prossima stagione diventi un punto fermo nella rotazione titolare.
In Premier League troverà ritmi più elevati e difese più aggressive, ma le sue qualità tecniche lo metteranno nelle condizioni di affrontare anche queste nuove sfide e, soprattutto, potrà imparare dai migliori.
Conclusione
Rayan Cherki non è solo un acquisto di prospettiva. È un’idea di calcio che prende forma: tecnica, intelligenza, estro. Il suo passaggio al Manchester City è il frutto di un percorso costruito con pazienza e costanza, ma anche di un destino segnato dal talento. L’Italia lo ha sfiorato. La Francia ora se lo gode. E il City sogna di trasformarlo nell’ennesimo capolavoro targato Guardiola.
Per ora, godiamoci lo spettacolo. Perché quando Cherki ha il pallone tra i piedi, qualcosa di straordinario può sempre succedere.

BIO: Federico Locarno, 20 anni, è uno studente di Management dello Sport con una grande passione per il calcio. Scrive articoli circa da due mesi e si dedica con entusiasmo e curiosità ad esplorare e analizzare il mondo del calcio, sia quello attuale che quello passato. Condividendo quotidianamente i suoi pensieri e approfondimenti sul calcio tramite Instagram e LinkedIn.
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