LA RESILIENZA: UN “SUPER POWER”, NEL CALCIO E NEL FUTSAL

“La resilienza non è una condizione ma un processo: la si costruisce lottando” – George Vaillant

Oggi vorrei provare a trattare un tema estremamente attuale e trasversale in ogni ambito della vita quotidiana: la Resilienza.

Dal punto di vista etimologico, il termine “Resilienza” deriva dal latino resilis e, tra i vari significati, ritroviamo rimbalzare, ritornare in fretta.

Si può affermare che la resilienza sia quindi la capacità di affrontare e superare eventi complicati e situazioni spiacevoli, cercando di adattarsi riorganizzando in modo efficiente la propria vita, nonostante tutte le difficoltà.

Pensando alla vita di tutti i giorni, una persona viene considerata resiliente quando riesce a reagire in modo positivo e costruttivo alle avversità ed ai traumi che il mondo gli prospetta, indipendentemente dal loro genere, ed uscendone spesso anche rafforzata. Ma la resilienza può essere un tratto non solo del singolo bensì delle organizzazioni, anche sportive.

Presupponendo una reazione, ovvero componenti biochimiche, emotive e cognitive del nostro organismo e quindi tecnicismi fisiologici del corpo umano, il tema della resilienza è anche strettamente legato alla cosiddetta forza d’animo. 

Anche Platone, uno dei più grandi filosofi della Grecia antica, nel suo libro “Repubblica”, aveva preso in considerazione la forza d’animo (“tymoidés” situato nel cuore) considerandola al pari di una forza invincibile, che consente ad ogni anima di essere imbattibile dinnanzi alle avversità, attraverso una capacità di resistenza ed autocontrollo.

Ognuno di noi, in modo più o meno marcato, ha in sé i tratti della resilienza, migliorabile nel corso della propria esistenza, e per questo considerata un autentico super potere, che si può apprendere e migliorare.

ELEMENTI CHE FAVORISCONO LA RESILIENZA:

      •     Autostima e autoefficacia: l’autostima è il giudizio del valore che ciascuno attribuisce a sé stesso e prevede la consapevolezza, l’auto accettazione, l’autoaffermazione, la progettualità, la coerenza; l’autoefficacia, invece, è la capacità mentale che possiede ogni individuo al fine del raggiungimento dei propri obiettivi.

      •     Resistenza alle pressioni negative: la capacità di non abbattersi e non ridurre la propria autostima e la propria autoefficacia.

      •     Emozioni positive: si tratta di stati del nostro essere che producono delle conseguenze a livello anche fisiologico (emozione, entusiasmo, divertimento, gioia, motivazione, soddisfazione, etc.)

      •     Sostegno sociale: la cui finalità è sempre quella di aiutare l’altro.

LA NAZIONALE ITALIANA DI CALCIO E DI FUTSAL CI INSEGNANO CHE SI PUO’ ESSERE RESILIENTI

Fatta la doverosa premessa di cui sopra, ne consegue che la resilienza è una tematica centrale anche per gli allenatori ed i calciatori. Si perde il conto dei calciatori che subendo un bruttissimo infortunio, grazie alla loro forza d’animo, sono riusciti a risollevarsi diventando più forti di prima. Giusto per citare un esempio, si pensi a Roberto Baggio (il Divin Codino) che, nonostante abbia subito dei terrificanti infortuni al ginocchio che lo hanno portato ad essere operato per ben 6 volte, è stato per anni la stella indiscussa della nazionale italiana, considerato uno dei giocatori più forti della storia del calcio nazionale.

Ma come accennato, il concetto di Resilienza non riguarda solamente l’individuo ma è esteso anche alla squadra, al Team.

Tutti conoscono la famosa “partita del secolo”, la semifinale dei mondiali di calcio del 1970 svoltasi a Città del Messico tra Italia e Germania Ovest, vinta dalla nazionale italiana per 4 reti a 3. La partita fu decisa al 111° minuto con una rete di Rivera, dopo uno spettacolare susseguirsi di reti ed il pareggio di Muller al 110° minuto dei tempi supplementari.

Molte meno persone, purtroppo, conoscono un’altrettanto entusiasmante partita che si è svolta ai quarti di finale della Coppa del Mondo di Futsal, che si è giocata in Thailandia nel 2012, ed ha visto contrapporsi il Portogallo di Cardinal e Ricardinho all’Italia di Gabriel Lima e Merlim. Gli azzurri, dopo essere andati sotto di 3 reti a 0 nei primi 11 minuti del primo tempo per mano di una fantastica tripletta del fenomeno Ricardinho (di cui una rete in rovesciata), dopo che il destino della partita sembrava ampiamente segnato, riuscirono a ribaltare completamente le sorti della partita grazie alle reti di Saad, Honorio, Gabriel Lima e Fortino, portando il risultato finale sul 4 a 3 a favore degli azzurri.

Si tratta di due casi che hanno fatto la storia, in cui le squadre azzurre hanno dimostrato, concretamente, di essere resilienti. Entrambe sono state in grado di non farsi sopraffare dall’andamento o dall’inerzia negativa che stava prendendo l’evento, facendo leva sulla consapevolezza dei propri punti di forza, del sostegno che ciascun calciatore dava all’altro e del proprio livello di motivazione, riuscendo così a trovare la forza d’animo necessaria per ribaltare un risultato che appariva ormai del tutto insperato. 

L’ESPERIENZA DI UNO DEGLI EROI AZZURRI: GABRIEL LIMA

Ho avuto il piacere di raccogliere i ricordi e le impressioni di un eroe azzurro, amico di lunga data, che ha vissuto da protagonista la partita di Futsal tra Portogallo e Italia sopra descritta. Parlo di Gabriel Lima, un fenomeno del Futsal, che è stato per anni anche capitano della nazionale azzurra. Di seguito un estratto delle parole di Gabriel:

Ricordo chiaramente che siamo andati sotto 3-0 e, 2 dei 3 gol, sono stati molto ravvicinati. Loro avevano Ricardinho che era al top della forma, ma era un quarto di finale, e noi volevamo passare il turno. Alla fine del primo tempo eravamo un po’ giù di morale, siamo entrati negli spogliatoi e ci aspettavamo un “rimprovero energico” da parte del mister Menichelli. Invece, aspettandoci le urla, abbiamo notato una reazione inaspettata da parte del Mister che, al contrario, ha mantenuto un profilo molto tranquillo e ci ha detto che la soluzione era molto semplice: dovevamo fare un goal dietro l’altro. Abbiamo visto in lui un condottiero che sa mantenere la calma in momenti di difficoltà, questo ha infuso in noi nuove sicurezze ed ha fatto rinascere in noi nuove energie del tutto inaspettate. Abbiamo preso coscienza che peggio di così non poteva andare, che non potevamo di certo tornare indietro, ma che era il momento di affrontare con un piglio nuovo il secondo tempo, perché sapevamo di essere forti e che potevamo ribaltarla. Rientrati in campo abbiamo segnato il goal del 3 a 1 (Saad), che unitamente all’espulsione di Cardinal ci ha dato ulteriore carica, e la partita è rimasta su questo risultato sino a quando abbiamo schierato il portiere di movimento. Con il portiere di movimento abbiamo segnato il 3-2 (Gabriel Lima) ed il 3-3 (Fortino), e dopo questa rete abbiamo capito che era totalmente cambiata l’inerzia della partita e che ce l’avremmo fatta; infatti, poi è arrivata la rete di Honorio che ci ha regalato la vittoria.” 

IL MIO PENSIERO

Personalmente ritengo che il Futsal sia un’ottima scuola anche per allenare ad essere (o diventare) resilienti. Come dimostra l’esempio di Portogallo-Italia (3-4) deve essere resiliente la squadra e deve esserlo anche l’allenatore, il quale deve incoraggiare i giocatori ad esserlo, senza affossarli inutilmente. Ma non bisogna necessariamente guardare alle manifestazioni professionistiche o di altissima competizione per identificare casi di resilienza nella disciplina del pallone a rimbalzo controllato.

Nel Futsal, per chi attacca e per chi difende, sono richieste qualità tecniche di dominio del pallone, intelligenza tattica, sforzo mentale, resistenza alla pressione, gestione efficace del tempo a disposizione, valutazione dei rischi delle giocate, nervi saldi necessari a non soccombere o, al contrario, a ribaltare il risultato. Tutti questi fattori vanno a combinarsi simultaneamente e devono essere presenti dal primo all’ultimo secondo di gioco. 

In sintesi: non è di certo uno sport per deboli di cuore, direbbe qualcuno.

Bio: Luca Innocenti

Ex giocatore di Calcio a 5 in campionati nazionali. Da ragazzo, nella stagione 2002/2003, ha vinto insieme al Seregno calcio a 5 uno storico scudetto Juniores, laureandosi Campione d’Italia. Ha collezionato alcune presenze con la Nazionale Italiana di calcio a 5 (Under 18 ed Under 21). 

Istruttore qualificato di scuola calcio, da diversi anni allena e coordina progetti calcistici (aventi un taglio “Futsal”) giovanili, anche collaborando con professionisti provenienti da altre nazioni europee. É allenatore e Responsabile dell’attività di base dei Saints Milano.

Ha scritto il libro “L’allenatore di Futsal nelle categorie giovanili” ed è autore nel blog: betterfutsalcoaching.wordpress.com

Da decenni è sostenitore e promotore dell’insegnamento del Futsal anche nei settori giovanili di calcio.

Detesta l’esasperazione della competizione in ambito giovanile e crede fortemente che il vero successo di un allenatore (e di una società sportiva) consista nel creare in primis un clima di armonia, dove tutti si sentano partecipi, e che la valorizzazione, la passione e l’entusiasmo dei propri atleti valgano molto di più della vittoria di un trofeo.

2 risposte

  1. Bellissimo articolo scritto con passione e cuore, senza fini di tifoseria ma con l’intento di aumentare autostima e passione .

    1. Grazie Maestro Francesco, il tuo commento mi onora. Spero che anche gli sport di squadra tornino ad essere una palestra di vita, dove vengono insegnati valori importanti, utili anche se un domani gli atleti non diventeranno campioni. Ti ammiro molto per i valori che ti vedo trasmettere a bambini, ragazzi ed adulti tramite l’insegnamento del Kung Fu (e delle arti marziali in generale), disciplina fantastica che da tanto.
      Un grande abbraccio.
      Luca

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