MAURO TASSOTTI: “TASSO HAI TUTTO UN ALTRO PASSO”.

“Tasso hai tutto un altro passo”, così la curva rossonera accompagnava le corse sulla fascia di Mauro Tassotti, terzino destro, milanista sul campo dal 1980 al 1997, protagonista di tutti i successi del Club.

Tasso, come lo chiamavamo tutti, esordì nella Lazio di Bob Lovati il 5 novembre del 1978.

L’esordio di Mauro fu deciso perché la squadra, eccessivamente sbilanciata in avanti, subiva troppi goal. Venne così sacrificato Vincenzo D’Amico, mezzapunta, che era solito giostrare dietro ai due attaccanti, proprio a favore del giovanissimo difensore, allora diciottenne, schierato nel ruolo di terzino destro in un 1442 più difensivo.

La partita con l’Ascoli finì in parità. Nella squadra marchigiana militava Trevisanello, autore di una tripletta la domenica precedente, la cui marcatura spettò proprio al Tasso. Esame superato e partita terminata con il risultato di 0-0. Mauro terminò il campionato collezionando 14 presenze a cui si sommano le 27 della stagione successiva.

Un ambiente non facile quello laziale a quei tempi.

Mauro coglie così l’occasione che gli viene offerta dal Milan e, nel luglio del 1980, firma con il club, dell’allora Presidente Gaetano Morazzoni, retrocesso in serie B a causa dello scandalo scommesse, iniziando la sua lunga carriera in rossonero.

Quando arrivò al Milan era considerato, a mio avviso erroneamente, un giocatore ruvido, tecnicamente non più che discreto. Molti attribuiscono agli allenamenti sotto la guida del Barone Liedholm la crescita della sua cifra tecnica.

In realtà, senza togliere nulla ai meriti del mitico Liddas, lo ricordo da sempre in grado di trattare la sfera con maestria, quella capacità di fingere il passaggio lungolinea per poi superare in tunnel l’avversario venuto a contrasto l’ha sempre contraddistinto procurandogli accostamenti con grandi campioni del passato.

L’aggettivo ruvido probabilmente risale al fallo involontario che Mauro commise su Oriali nel derby della Madonnina procurando al mediano interista alcuni punti di sutura in volto.

Difficile, nel mondo del calcio, togliersi di dosso le etichette ma Mauro c’è riuscito ed anche velocemente.

Proveniente da San Basilio, un quartiere romano, si stabilì a Lissone, feudo brianzolo, condividendo casa, prima con Giuseppe Galluzzo, attaccante calabrese proveniente dal Lecco che non ebbe troppa fortuna in rossonero e poi con Beppe Incocciati, “Peppiniello” per tutti noi, che, passato dalle giovanili alla prima squadra lasciò la foresteria di Milanello (i ragazzi provenienti da fuori regione vivevano lì) per essere anche lui adottato in Brianza.

L’affinità tra i due fu totale e la loro amicizia dura ancor oggi.

La crescita esponenziale del Tasso portò Carlo Pellegatti, giornalista, milanista e milanologo, come accennato prima, a soprannominarlo Djalma Santos, terzino e capitano, bi-campione del mondo con la Nazionale Brasiliana. Terzino completo che sapeva difendere ed attaccare, essere elegante e determinato nel contempo. Un accostamento perfetto.

È stato un compagno gioviale e affidabile, sempre pronto alla battuta. Ricordo che ogni volta che in allenamento provavo a calciare lungo con il piede sinistro era solito gridare con inflessione romana: “Pizzaaaa”, a ricordare la pasta della pizza che il pizzaiolo rotea e lancia verso l’alto e con pazienza l’attende tornare nella sua mano…ecco a lui la palla calciata con il mio sinistro sembrava non arrivare mai…non aveva tutti i torti!

Ancora, durante una delle amichevoli che Mister Sacchi era solito farci giocare al giovedì contro squadre dilettantistiche nell’hinterland milanese, come fossero tutte finali di Coppa Campioni, ci trovammo in un campo di periferia con un fondo durissimo, di sabbia finissima e senza un filo d’erba così che la corsa dei giocatori provocava nuvoloni di polvere. Mauro ebbe da ridire con l’arbitro che, dopo alcune decisioni a noi avverse, gli aveva fischiato un fallo inesistente. Il direttore di gara corse verso di lui e, con fare, ad essere onesti, altezzoso, gli sventolò il cartellino giallo davanti agli occhi”. Classico capannello di giocatori attorno all’arbitro e…”Ma falla finita va, un vedi che stai affa ‘n sacco de polvere??”, fu la reazione di Mauro. Scoppiammo tutti a ridere e fortuna volle che l’arbitro, mostrando buonsenso, non estrasse il cartellino rosso.

L’ultima partita ufficiale con il Milan Mauro la gioca a San Siro il 1 giugno 1997 contro il Cagliari. Inutile dire gli applausi e le lacrime di commozione da parte dei tifosi e di noi compagni. A dire il vero già l’anno precedente il Tasso era stato portato in trionfo da noi compagni in quello che oggi è considerato il suo “primo addio” al calcio.

Con la maglia azzurra ha collezionato 9 presenze in U21, 22 nell’Olimpica, partecipando alle Olimpiadi di Seul nel 1988, 7 con la Nazionale A partecipando al Campionato del Mondo nel 1994 negli U.S.A.. Esperienza che lo vide protagonista sul campo per le eccellenti prestazioni e, suo malgrado, per una gomitata allo spagnolo Luis Enrique, nel quarto di finale, non vista dall’arbitro ma rilevata dalla prova TV (fu il primo caso), che gli valse la squalifica per più giornate e la conseguente impossibilità di dare il proprio contributo alla causa azzurra.

Appese le fatidiche scarpe al chiodo, Mauro mette a disposizione dei giovani calciatori della Primavera del Milan la sua esperienza, la sua competenza e la sua capacità di osservare, ascoltare e farsi ascoltare, di essere empatico, diremmo oggi.

Tra il 1997 e il 2001 vincerà due Tornei di Viareggio, giungendo anche alla finalissima del Campionato che perderà con il Bari.

Proprio nel 2001, a marzo, si affaccia alla Prima squadra come tecnico facendo coppia con Cesare Maldini per sostituire l’esonerato Zaccheroni. Dal successivo 5 novembre ricoprirà, per otto stagioni, il ruolo di vice allenatore  con l’amico ed ex compagno Carlo Ancelotti, vincendo tutto, in Italia, in Europa e nel Mondo.

Ancelotti lascerà il Milan per il Chelsea nella stagione 2009-’10 e Mauro, forse per non aver trovato l’accordo con i Blues, più probabilmente per il suo sentirsi “milanese”, affianca, sempre come vice, il tecnico Leonardo, chiamato a guidare, senza alcuna precedente esperienza, la compagine rossonera.

Nella stagione 2010‘ sarà Massimiliano Allegri a beneficiare delle competenze tecniche e della conoscenza dell’ambiente rossonero da parte del Tasso il cui apporto è da tutti riconosciuto fondamentale, giocatori in primis.

Il 13 gennaio 2013, con il Milan sconfitto a Sassuolo, arriva l’esonero di Allegri. Mauro guiderà la squadra nella partita infrasettimanale di coppa Italia con lo Spezia, vincendo 3-1. Il Club però il giorno successivo nominerà Clarence Seedorf responsabile della squadra e Tasso sarà il suo collaboratore.

L’esonero di Seedorf arriva il 9 giugno del 2014, al suo posto Filippo Inzaghi, promosso dalla Primavera, che guiderà la squadra nella stagione 2014-’15. Anche lui si avvarrà della collaborazione e dei preziosi consigli di Mauro.

Il 16 giugno 2015, dopo l’esonero di Inzaghi, il Milan annuncia l’ingaggio di Mister Sinisa Mihajlovic che porta con sé il suo staff. A Mauro verrà affidato il ruolo di osservatore del Club con il compito di monitorare la crescita dei giocatori rossoneri in prestito ad altre società. Un ruolo che Mauro svolge con la consueta professionalità ma che di fatto non ha ancora la dovuta collocazione all’interno delle dinamiche di Società e che, pertanto, non lo soddisfa appieno.

Quando arriva la proposta di Andriy Shevchenko di affiancarlo nella Nazionale Ukraina, assumendo il ruolo di allenatore , Mauro decide di rescindere il contratto con il Milan lasciando definitivamente quella che per 36 anni è stata (e lo resterà per sempre) la sua casa e tornerà a fare ciò che ha sempre fatto con amore e dedizione. L’incaricò durerà dal 2016 al 2021. L’Ukraina si qualificherà per la fase finale degli europei giungendo fino ai quarti di finale del Torneo, risultato mai raggiunto in precedenza.

Nel novembre del 2021 la coppia sarà chiamata a guidare il Genoa. Incarico che si concluderà nel gennaio 2022.

Mauro è nel cuore di tutti i tifosi rossoneri che ne hanno apprezzato le qualità tecniche, la determinazione sul campo nonché il grande valore umano mostrato fuori dal rettangolo di gioco.

Orgoglioso di aver giocato con te e di essere tuo amico.

Buon compleanno “Tasso”. Buon compleanno Mauro!

Filippo Galli

3 Responses

  1. Ciao Filippo
    Un giocatore meraviglioso e nel tuo racconto hai svelato un particolare che in qualche modo il popolo rossonero e non , compreso io, aveva assimilato riguardo al fatto che le virtu’ tecniche di Tassotti fossero, a torto, esclusivo apoannaggio del lavoro del maestro Lidda.

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