L’ANNO ORRIBILE DEL GIORNALISMO SPORTIVO

Non ci ho capito niente, confesso. Partiamo dal Milan, che mi è più familiare per conoscenza oltre che per passione. Certo, dopo Pioli speravo in qualcosa di più incisivo: Conte, per dirla tutta.

Arriva Fonseca, va bene dai: il campionato italiano lo conosce, ha vinto qualcosa in giro per l’Europa, persona elegante, educata, magari lo aiuterà l’esperienza acquisita nel frattempo. Dissi e scrissi. Flop a macchia d’olio.

Arriva Conceiçao: era la prima scelta a giugno 2024, ipse dixit, ma non poteva liberarsi dal Porto. Va bene dai, temperamento, ha vinto a casa sua con un calcio concreto, magari un po’ ruvido come lui, è quello che serve. Vince subito la Supercoppa italiana battendo Juventus e Inter, vuoi vedere che ha anche la buona stella dalla sua parte? No: scivola dal sesto al nono posto paludato, un’idea vera di gioco non si vede, un’identità di squadra manca. Poi però batte la Roma in Coppa Italia, passa un altro derby indenne in campionato, cambia modulo e – contro tutti i pronostici – pareggia e vince le semifinali ancora contro i nerazzurri. Vuoi vedere che il Milan, nella peggiore delle ultime stagioni…? Mancano 2 settimane, vediamo. Nel frattempo, non ci ho proprio preso.

L’Inter spaccatutto, triplete in vista, la rosa più forte e più ampia, un rullo in Champions e attaccata al Napoli che pure gioca una partita la settimana e può rifiatare, recuperare, riorganizzarsi. Qualche volta gli mette anche il muso davanti in classifica. Il campionato lo vince, ho detto e scritto. Per la Champions vedremo. Una settimana, una sola settimana e le 3 sconfitte consecutive buttano fuori la squadra di Inzaghi dalla Coppa Italia e lasciano strada al sorpasso di Conte che adesso ha un calendario alla portata. 

E il Napoli, appunto: ha quel vantaggio degli impegni ridotti, è andato fuori alla svelta anche dalla Coppa Italia, può volare. Pronti via, frana al debutto, 3-0 a Verona senza più Osimhen e con Lukaku tirato dentro all’ultimo, poco allenato e un tantino sovrappeso. Conte però riparte e si mette in scia. A gennaio altro patatrac: se ne va Kvaratskhelia, ma – tra un sogno e l’altro – alla fine per sostituirlo arriva Okafor che vedrà il campo col binocolo. I partenopei infilano comunque 4 vittorie consecutive a gennaio, con un passo trionfale: 0-3 a Firenze, 2-0 al Verona, 2-3 a Bergamo, 2-1 alla Juventus, poi si sgonfiano: pari sofferti a Roma (2 volte in poche settimane) e con l’Udinese in casa, perdono a Como, pareggiano a Venezia proprio nel momento in cui l’Inter è più oberata di partite. È finita: rosa corta, Inter più solida, più testa, Conte polemizza con il club, fa capire che se ne andrà. Siamo a fine aprile: Napoli 74, Inter 71. Contro il Torino 3a vittoria consecutiva, 4 nelle ultime 5 partite (con il pari a Bologna). 

Atalanta sulle giostre, parte alla grande: De Katelaere fenomeno, Retegui cannoniere, solita macchina oliata e perfetta. Poi però va fuori prematuramente dalle coppe, annaspa in campionato, su e giù come sulle montagne russe, si rimette in carreggiata e riacciuffa il terzo posto, ma fa una fatica enorme ad essere continua: passeggia a Torino (0-4 alla Juve), perde poi 3 gare consecutive con Inter, Fiorentina e Lazio. In mezzo il solito tormentone: che farà Gasperini a fine stagione?

Non parliamo poi della Juventus… Chi ci azzecca? Io no di sicuro. Thiago Motta la scelta migliore, finalmente programmazione con giovani ed esperti mescolati in un bel cocktail, ho detto e scritto: i bianconeri restano a lungo imbattuti, non prendono mai gol, ma vanno fuori male dalla Champions e in sostanza non sono mai in corsa per lo scudetto. L’Empoli li buttano fuori (in casa…) dalla Coppa Italia. Motta arriva al capolinea all’alba primaverile, si riparte con Tudor: “Finalmente una squadra bella quadrata, concreta. Pace e armonia nello spogliatoio”. Resta aggrappata con i denti al 4° posto perché nell’ultimo turno ha battuto il Monza in casa, mentre – contro ogni previsione – Bologna e Lazio hanno pareggiato con Udinese e Parma.

Il Bologna senza Motta, Zirkzee e con Italiano che a Firenze non sopportavano più nonostante il cammino europeo e la finale di Coppa Italia, è lì in corsa per la Champions e in finale di Coppa Italia. E alla Fiorentina è sempre stato sulla graticola Palladino (anche se l’ambiente viola è sempre molto insofferente) che non trovava il modulo, l’assetto, la formazione: eccoli lì, i viola, unica squadra ancora in Europa e sul predellino del tram – come a San Francisco – sognando la Champions. 

La Lazio, il miracolo Baroni, vantaggio abissale sulla Roma, bel gioco, bella squadra, concreta, una sorpresa ho detto e scritto. Si sgonfia con il passare del tempo e scivola fuori da tutto, compreso in campionato dove perde posizioni su posizioni. E Baroni è in bilico. Colpa anche del principe Ranieri, si siede sull’altra sponda del Tevere e rimette a galla la Roma: 18 risultati utili consecutivi con 13 vittorie e 5 pareggi, 31 gol fatti e 9 subìti. 8 partite vinte per 1-0. A Natale era a destra in classifica, “nonostante Ranieri la squadra è quella che è”, ho detto e scritto: adesso la Roma è 6^ a 2 punti dal 4° posto, dalla Champions.

Maurizio Mosca diceva che i pronostici si fanno per far discutere quando si sbagliano. Qui però non è questione di pronostici, ma di approfondimenti. E in tutta franchezza, la mia stagione da analista è da seppellire: non so quella dei miei colleghi…

BIO: Luca Serafini è nato a Milano il 12 agosto 1961. Cresciuto nella cronaca nera, si è dedicato per il resto della carriera al calcio grazie a Maurizio Mosca che lo portò prima a “Supergol” poi a SportMediaset dove ha lavorato per 26 anni come autore e inviato. E’ stato caporedattore a Tele+2 (oggi SkySport). Oggi è opinionista di MilanTv e collabora con Sportitalia e 7GoldSport. Ha pubblicato numerosi libri biografici e romanzi.

4 risposte

  1. Disamina perfetta.. francamente, anch’io non ho capito niente.. come unica certezza ho sempre considerato il Napoli per il titolo nazionale, perché più scarica di impegni e poi con Antonio Conte in panca non si scherza.. la delusione più grande, sta nella mia Juventus.. si è rivelata troppo instabile.. ahimè

  2. Tutto esattamente quello che avevo pensato. Ora, la cosa preoccupante è che, se io che confronto a te sono niente, la pensavo perfettamente filo per segno appunto come te…caro Luca ti dovresti preoccupante, oppure. Manca solo un piccolissimo particolare (certificato, ho persone che possono testimoniare) a inizio Ottobre dissi: esonerare subito Fonseca e prendere fino a Giugno, l’unico allenatore che magari non vincerà niente ma è una cassaforte per il 4° posto, sir Claudio Ranieri. Ma subito altrimenti rischia di entrare in corsa da altre parti.

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