IL “QUARANTOTTO” ROSSONERO

Milano, un po’ come tutte le città italiane, è storicamente avvezza a momenti di agitazione popolare: dalla famosa Rivolta del pane, di manzoniana memoria, alle leggendarie Cinque giornate della primavera del 1848. Nonostante ciò una pacifica, e ben organizzata, manifestazione per motivi calcistici, come quella andata in scena sabato 24 maggio, non si era ancora mai vista nella metropoli meneghina. A dire il vero ci sono stati altri momenti di aperta contestazione da parte del tifo organizzato anche in passato, tuttavia queste avevano delle enormi differenze con quanto visto il 24 maggio, poiché presentavano come unico obiettivo mostrare l’insoddisfazione per gli esiti sportivi, senza spingersi oltre nei contenuti. Questi momenti di rabbia del tifo, spesso sfociate in momenti di pura violenza come accadde nella Primavera del 1998, iniziavano e finivano con la contestazione di squadra e dirigenza esclusivamente per i risultati ottenuti e le scelte sportive.

La manifestazione del 24 maggio, invece, si è subito posta come una vera iniziativa a “difesa del milanismo” contro le decisioni, definite “mercantilistiche”, delle due proprietà americane. Infatti gli slogan più ricorrenti citati sugli striscioni dai tifosi, era verso del Vangelo di Giovanni (2,13-25): “Fuori i mercanti dal Tempio”. Si può, con una buona dose di approssimazione, definire l’iniziativa una vera protesta contro la gentrificazione dell’Associazione Calcio Milan.

La manifestazione era stata annunciata via social dalla Curva nei giorni precedenti, con orario fissato per le 17.00 e la piazza antistante a Casa Milan come luogo di ritrovo. Il piazzale Gino Valle si è riempito già dalle prime ore del pomeriggio, fino a raggiungere quasi 5000 persone. Molto numerosi sono state le rappresentanze dei Milan Club, coinvolti anche perché particolarmente vessati dalle ultime decisioni prese dalla società rossonera. Dalle 17.00 si inizia ad intravedere un enorme striscione a terra, alla destra dell’ingresso di Casa Milan, con su scritto “MILANISMO”, che chiarisce da subito il vero motivo della protesta.

Il comizio ha inizio alle 17.20 con gli ultras che prendono parola enunciando, quasi riecheggiando Lutero davanti alla cattedrale di Wittenberg, le loro ragioni per la protesta. Il primo coro, però, è a favore di Paolo Maldini, storico capitano ed ex dirigente licenziato per “difformità di visioni” con la società.

Dopo gli inviti alle dimissioni rivolti a tutti i dirigenti, e dopo aver saggiamente riconosciuto le difficoltà sostanziali per un ipotetico cambio di proprietà, parte il secondo coro a favore dell’ex presidente Silvio Berlusconi (“c’è solo un Presidente! Silvio! C’è solo un Presidente”) che chiarisce ancor di più, seguendo una logica delle contrapposizioni, quel concetto di “milanismo”che è, parafrasando le parole di Berlusconi, volontà di raggiungere i massimi traguardi mediante una visione estetica del gioco del calcio. Quindi, partendo dall’analisi della contrapposizioni dei fischi e dei cori favorevoli, per il tifo rossonero il Milan è Maldini, simbolo di lealtà ed eleganza, e non il trading player selvaggio proposto da RedBird, il Milan è Berlusconi, e quindi ambizione e presenza, e non costante assenza e vision commerciali.

Attorno alle 18.00 inizia il corteo che punta a San Siro, alla testa un enorme striscione con su scritto “Liberate il Milan”. La lunga passeggiata è civile e ben organizzata, non si verificano disordini di nessun tipo e la polizia, alla testa della sfilata, non è per nulla impegnata.

Il momento clou è l’ingresso del corteo a San Siro, il “Tempio” per eccellenza per il tifoso rossonero.

La tifoseria organizzata chiarisce già al di fuori dell’impianto che non si potranno esporre nessun tipo di striscione o bandiera, ma, una volta raggiunto il settore della Curva Sud, avviene una chiara dimostrazione di quel famigerato ”italico ingegno”: gli ultras prendono posto in modo coreografico delineando la scritta “Go Home”, un chiaro messaggio, nella madrelingua dei proprietari, quasi riprendendo quel famoso slogan che tanto andava di moda in Vietnam tra il 1961 e il 1975.

La partita tra Milan e Monza scivola via contornata dal silenzio dalle tribune e i cori di protesta dalla Sud, fino al minuto 15° quando gli ultras rossoneri abbandonano lo stadio in segno di protesta. Ad infiammare ancora di più la tensione è stato un episodio che si è verificato nel Primo anello rosso, che ha applaudito un tifoso che stava esponendo una maglia di Maldini, mentre gli steward lo hanno scortato fuori dallo stadio. Ovviamente non si conoscono ancora i motivi dell’allontanamento del tifoso e non è ancora arrivata la versione del Milan sulle motivazioni del provvedimento. Allo scrivente sembrerebbe che il nome Maldini sia diventato la nuova parola chiave per protestare contro la proprietà, quasi un novello VIVA V.E.R.D.I. (Vittorio Emanuele Re d’Italia) dei giorni nostri.

La partita continua in un clima freddo e surreale, che provoca un sentimento di forte rimpianto ben manifestato da due bandiere del Milan che fu: Alessandro Nesta, tecnico del Monza, che a fine partita parlerà di “un San Siro che provoca forte amarezza”, e Massimo Ambrosini, che nelle vesti di opinionista DAZN chiederà “maggiore chiarezza societaria”.

A conclusione del match, vinto dai rossoneri per 2 reti a 0, si assiste al saluto ai tifosi di Tijiani Reijnders, appena premiato come miglior centrocampista stagionale della Serie A, che per gli insider di mercato ha già un piede e mezzo a Manchester. L’A.D. rossonero ha chiarito, a tal proposito,  che “per il bilancio non saranno necessarie delle cessioni”, ma la Gazzetta dello Sport di domenica 25 chiarisce, quasi completando le parole di Furlani, “fatte salvo diverse ambizioni degli atleti”. Il buon Tijiani, in verità, ha già abbondantemente manifestato le sue “ambizioni” in passato: preferendo il corteggiamento del Milan a quello del Barcellona e rinnovando il suo contratto rossonero lo scorso 3 marzo. Appare evidente che,  se è vero che i matrimoni si portano avanti in due, il recente Milan americano predilige una condotta coniugale molto prossima a quella che ha caratterizzato il personaggio di Brooke Logan, nella famosa soap opera Beautiful.

Nonostante ciò, parafrasando il grande Shakespeare, c’è del milanismo a Milano, che vive, resiste e va avanti aspettando, speranzoso, il ritorno di un Cavaliere, o di un semplice Capitano di vascello, pronto a risvegliare la principessa rossonera dal suo torpore.

Sabato 25 maggio 2025 è andata in scena la protesta organizzata, molto ben organizzata, dalla Curva Sud del Milan, che ha visto coinvolti molti tifosi rossoneri, me compreso.

BIO: Stefano Terranova, nato a Policoro (Mt) 37 anni, insegnante di Storia e Storia dell’Arte. Seguo il calcio per passione, convinto che dietro un pallone che rotola c’è sempre una storia interessante da raccontare, dietro un gesto tecnico un pò si sprezzatur

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