IL SISTEMA CALCIO ITALIANO IN ATTESA DELLE ELEZIONI FEDERALI: VOX CLAMANTIS IN DESERTO

“Vox clamantis in deserto”, letteralmente “la voce di colui che grida nel deserto”, è una locuzione latina riferibile a una persona, estendibile a più persone, i cui consigli o, più in generale, le sue grida, rimangono inascoltati.

Lunedì avranno luogo le elezioni federali e Gabriele Gravina verrà rieletto Presidente della FIGC.

Il sistema calcio italiano funziona male o, almeno, potrebbe funzionare meglio. Mettetela come volete ma qualcosa va fatto.

Sono anni che da più parti viene sollevato il problema e, nel luglio 2024, all’alba dell’eliminazione dall’Europeo della nostra Nazionale ad opera della Svizzera, il Presidente federale annunciava dalla Germania l’introduzione di una commissione tecnica, o meglio di un gruppo di lavoro, che avrebbe coinvolto, secondo alcune fonti giornalistiche, i dirigenti di alcuni dei principali club di Serie A, tra i quali Marotta (Inter), Giuntoli(Juventus), il direttore generale dell’Atalanta Umberto Marino e il direttore sportivo del Bologna Giovanni Sartori, senza escludere che nel progetto potessero venire coinvolti altri dirigenti del calcio italiano. Sempre il Presidente federale annunciò: “Il Club Italia verrà supportato da una commissione tecnica consultiva di direttori tecnici top di Serie A”.

I dirigenti dovranno aiutare a individuare i motivi per cui i talenti delle varie Under azzurre non trovino il giusto spazio nei rispettivi club. 

L’obiettivo inoltre è aumentare le seconde squadre e diminuire gli stranieri nelle serie minori e nel campionato Primavera.

La speranza di Gravina e Spalletti, inoltre, è che il diretto coinvolgimento dei club ammorbidisca la loro posizione sulla possibilità di concedere maggiore spazio e tempo alla Nazionale per provare i giocatori e lavorare insieme a Coverciano.

Questo si leggeva sui vari siti e quotidiani.

Ad oggi, per quello che sappiamo, la Commissione è stata nominata ma non si è mai riunita e forse non è mai stata consultata. Del resto com’era pensabile che i componenti ne avessero interesse?

Riflettendo, ci chiediamo come sia possibile diminuire il numero degli stranieri. L’unica strada percorribile sarebbe una sorta di gentlemen agreement tra tutte le componenti, circostanza in cui crediamo poco. In effetti, anche un accordo sarebbe una spada di Damocle sull’intero sistema perchè chiunque potrebbe facilmente farlo saltare.

Fino ad ora abbiamo parlato di situazioni che riguardano i vertici.

Cosa andrebbe fatto invece partendo dalle basi? Questa la domanda da porci, fermo restando che, a parere di chi scrive, dovremmo parlare di un’azione congiunta all’interno di un sistema circolare e dialogico e non così gerarchico.

Perchè abbiamo sempre meno giocatori convocabili per le nostre nazionali?

I Club, salvo rare eccezioni guardano sempre meno al territorio di competenza (città, provincia, regione) e a quello nazionale. Ci si affida agli agenti per portare i giovani stranieri che, come si suol dire, sono più pronti. Sono più pronti, anche se non sempre è così, perchè nei loro Paesi vivono l’esperienza con le prime squadre quando sono ancora giovanissimi.

Il problema però, sia chiaro, e occorre sottolinearlo più volte, non riguarda solo il reclutamento e la selezione dei giocatori, gli scout sul nostro territorio sanno far bene il loro lavoro, il problema riguarda il percorso di formazione in cui i nostri giovani calciatori e le nostre giovani calciatrici, sono inseriti.

Come provare a risolverlo? Abbiamo detto più volte in questo blog come non si possano biasimare quei Club che scelgano di affidarsi al “players trading” acquisendo giocatori dall’estero.

Per far cambiare la politica tecnico-sportiva e il modello di business, la Federazione e tutte le componenti, dovrebbe intervenire con agevolazioni fiscali, premi e/o altri incentivi a favore dei Club che rivolgono l’attenzione verso i giovani calciatori italiani provando a creare un sistema virtuoso.

Avere attenzione non significa soltanto individuare e selezionare i giovani calciatori ma significa soprattutto garantire loro il percorso formativo più idoneo, percorso che richiede la partecipazione di figure professionali: allenatori, preparatori atletici, preparatori dei portieri, psicologi o pedagogisti dello sport )con competenze calcistiche), video analisti (partite e allenamenti), specialisti della performance che non siano però preparatori atletici che considerino la performance della partita di calcio unicamente una performance atletica ma che sappiano tenere insieme tutte le componenti: tecnica, tattica, fisico-atletica, emotivo-relazionale e cognitiva. Ribadisco, non in maniera separata ma con un approccio sistemico, multidisciplinare.

Per fare ciò occorre agire in profondità a cominciare dalla scuola allenatori del Settore Tecnico e dalle facoltà universitarie di Scienze Motorie, i contesti in cui si forma e si alimenta la cultura calcistica italiana. In questo senso Julio Velasco è stato molto chiaro e tranchant in un’intervista al giornalista Aldo Cazzullo del Corsera, durante l’ultimo Festival dello Sport di Trento e, sulle sue dichiarazioni sarebbe stato auspicabile l’apertura di un dibattito.

UN BREVE ESTRATTO DELL’ INTERVISTA DI ALDO CAZZULLO A JULIO VELASCO

Prendendo spunto dalle parole di Velasco sarebbe necessario dare un taglio differente ai programmi di studio, nelle Università e nei corsi per allenatori, cominciando da questi ultimi, nello specifico, dai corsi UEFA D e UEFA C quelli rivolti a coloro che dovranno allenare i più giovani. Corsi che non solo necessitano un’aggiornamento nei contenuti ma anche di una diversa modalità di accesso che, anzichè prevedere dapprima un punteggio legato alla carriera calcistica del candidato e poi un test che viene definito “tecnico” in cui ci si ostina a bocciare, in certi casi con una sorta di sadica soddisfazione, coloro che sono impacciati nel compiere uno slalom tra i coni/cinesini o, ancor peggio, coloro che non sanno palleggiare, dovrebbero basarsi su test attitudinali rispetto a temi di apprendimento, pedagogia, psicologia, in generale di capacità di relazionarsi con i più piccoli.

Sia chiaro, e lo deve essere fin da principio, un cambiamento significherà anche togliere la certezza del superamento del corso una volta pagata la retta, partecipato alle lezioni, sostenuto l’esame finale. Infine, anche l’onere complessivo del corso andrebbe modificato riducendo sensibilmente il costo dell’iscrizione.

Tornando alle sopracitate elezioni federali, chiudiamo con il Programma elettorale, tratto dal sito di “Calcio e Finanza”, https://www.calcioefinanza.it/2024/12/30/programma-gravina-presidente-figc/ presentato da Gabriele Gravina, intitolato “A vele spiegate”, a partire dalle richieste in termini legislativi:

  • Tax Credit per investimenti virtuosi nei settori giovanili e nelle infrastrutture;
  • reinvestimento di una percentuale dei proventi delle scommesse sul calcio, con vincolo per investimenti nei vivai, nel calcio femminile e negli impianti;
  • abolizione del divieto di pubblicità di giochi e scommesse;
  • rifinanziamento della legge sul professionismo femminile;
  • Legge speciali per gli stadi per snellire gli aspetti burocratici

Tra i tanti interventi a livello federale per il Sistema Calcio, inoltre, Gravina sottolinea anche i seguenti: 

  • Piena implementazione dei nuovi criteri e finanziari per il monitoraggio e l’ammissione dei club professionistici, ispirati ai criteri di solvibilità, solidità e sostenibilità;
  • introduzione del Football Video Support nei campionati di Serie A femminile, Serie D maschile e Calcio a 5 nazionale;
  • La revisione del sistema di protezione e di valorizzazione degli investimenti dei Club nei settori giovanili attraverso una nuova premialità e nuovi meccanismi incentivanti, l’introduzione di nuove tutele, l’adozione di un sistema mutuato dalla cosiddetta ‘Riforma Zola’ e l’introduzione di un rating federale dei settori giovanili;
  • Il sostegno concreto al completamento della costruzione e/o del rinnovamento dei cinque stadi da indicare alla UEFA per ospitare il campionato europeo del 2032;
  • Autonomia gestionale dell’AIA;
  • Ottimizzazione del progetto seconde squadre;
  • Definire un più razionale e performante quadro complessivo delle categorie agonistiche.

Una risposta

  1. Articolo necessario, e di questo ti è doveroso un sentito ringraziamento Filippo, per comprendere appieno i programmi dell’immediato futuro proposti dalla FIGC. Preziosi I suggerimenti riferiti da un tecnico esperto quale Julio Velasco. Aggiungerei inoltre una mia personale considerazione da attuarsi quanto prima possibile al fine di dare puro e vitaminico ossigeno alle nostre squadre e cioè l’obbligo di avere ufficialmente in rosa un calciatore italiano per reparto
    (difesa, centrocampo, attacco) inoltre un quarto, in un qualsiasi ruolo, che sia nato nella stessa regione della squadra di appartenenza. Torneremmo sicuramente ad avere un calcio più campanilistico e magari, con un po’ di lavoro in più, maggiormente avvincente!
    Buona giornata.

    Massimo 48

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