FOTO DI COPERTINA DA WIKIPEDIA
Correva il campionato 1961/’62 il Milan, 3°in classifica, era ospite della Roma all’Olimpico Domenica 25.2.1962; stadio gremito, 55.000 spettatori, arbitro Lo Bello, giornata fredda ma assolata. Io entrai in curva Sud, tana romanista, pagando solo 100 Lire contro le 1.000 perché l’allora nostro professore di ginnastica (frequentavo la 3^ media) aveva omaggiato tutta la classe della tessera della Roma Junior Club e così tutta la scolaresca in fila, esibendola al tornello, e avvolta da sciarpe e drappi giallorossi, prese posto sulle gradinate. Il clima era a dir poco fantastico, io sono romano di nascita ma solo per solidarietà tifavo per la Roma (che a dire il vero in quegli anni non andava tanto bene) e così al fischio iniziale il primo pallone fu mosso elegantemente da un ragazzo, a quei tempi diciannovenne, che rispondeva al nome di Gianni Rivera! Mi incantò per tutto il match con i suoi tocchi felpati e passaggi millimetrici, e poi assistetti agli spunti deliziosi sotto porta di Josè Altafini, alle incornate di Barison, alle geometrie di Dino Sani, alla sapiente regia del duo Pivatelli Trapattoni, all’effetto diga di Capitan Cesare Maldini, e al lucchetto che Pelegalli mise al romanista Angellillo al quale non fece toccare un pallone!!
E in panchina si sbracciava educatamente, toccandosi di tanto in tanto la tesa del suo Borsalino il mitico Nereo Rocco! Che bella partita e la Roma rispondeva con i suoi Schiaffino, Manfredini, Picchio De Sisti, in porta Cudicini (detto “ragno”) ed il libero della Roma Losi che dopo un bel fraseggio dell’attacco rossonero fece autogol al 45′ e consentì al Milan di espugnare l’Olimpico! A 2 minuti dal novantesimo il portiere del Milan e della Nazionale Giorgio Ghezzi con tuffo plastico alla sua destra deviò sul palo un missile da fuori area di Pestrin che avrebbe consentito alla Roma di pareggiare!
Al triplice fischio finale del Sig. Lo Bello ci fu dalla curva Nord, che ospitava qualche centinaio di tifosi rossoneri, un’ovazione generale diretta a tutti i giocatori del Milan, dalla Sud invece i romanisti uscirono mesti ed imbronciati. Io assieme ai compagni di classe raggiunsi la fermata del bus per tornare a casa ma fummo superati da una spider rossa e nera con bandiere milaniste sventolanti e con a bordo dei giovani festanti nonostante si fosse alzata una gelida tramontana!
Non so cosa mi prese in quell’istante, ma come colto dalla sindrome di San Paolo sulla via di Damasco, d’improvviso presi dalla tasca dei jeans il portafoglio, ne estrassi la tessera della Roma Junior Club la strappai e al suo posto misi, prendendola dall’altra tasca, la figurina dell’album Panini di Gianni Rivera che per puro caso avevo trovato il giorno prima nella bustina comprata in edicola. Mai casualità fu più profetica! E ai miei compagni rimasti attoniti nel vedere il mio folle gesto urlai a squarciagola:” Forza Milan per sempre!!!!… (ancora qualcuno mi sta rincorrendo…” …a Massimo ma che ca…o t’è saltato in testa?” Quell’anno il Milan conquistò il suo 8° scudetto!
Il giorno dopo a scuola fui minacciosamente assediato dai compagni che ansiosamente chiedevano spiegazioni a riguardo del mio rapido volta bandiera; risposi che solo di mamma ce n’è una sola, la squadra si può scegliere, almeno fino a che si è bambini o bambinoni… E poi cosa si iniziava a fare a quei tempi? La collezione delle figurine dei calciatori sull’album della Panini (aveva esordito nelle edicole un anno prima) e allora via allo scambio! ” Ho trovato la figurina di Rivera!” disse durante la ricreazione il mio compagno di banco Corrado tifoso della Roma ad un altro della stessa classe anche lui tifoso della Lupa e sempre a caccia di figurine.. “cosa mi daresti in cambio?”. Ed io, mordendo con soddisfazione la merenda, mi misi in mezzo come un cavolo a merenda, proferendo spavaldamente: ” Caro!…ma forse non ti basterebbe nemmeno mezzo album di figurine da scambiare per arrivare ad un vero mito come quello di Gianni Rivera!”
E quello stesso Milan di Nereo Rocco inizierà da quell’annata a vincere, a sfornare campioni, a conseguire importanti traguardi tanto in ambito nazionale quanto in quello europeo.
Sempre forza Milan!

BIO: MASSIMO BALDONI
Massimo 48 nasce a Roma nei primi anni del dopoguerra da mamma umbra e papà francese. Negli anni dell’adolescenza ama spesso frequentare l’agenzia di stampa ove il padre opera in qualità di telescriventista rimanendo particolarmente attratto dalla stesura degli articoli nella redazione sportiva.
Si diploma Perito Tecnico in Telecomunicazioni e dedica tutta la sua vita lavorativa al settore radio elettronico in varie aziende. Poi, dopo i primi anni di grigia pensione, inizierà quasi per gioco a scrivere in qualità di blogger nella sezione Vivoperlei di Calciomercato.com dove oltre che di calcio si può scrivere di qualsiasi altro accadimento ad esso correlato.
Viene insignito dal Direttore Stefano Agresti nella sede di CM a Milano con una targa risultando il miglior blogger dell’anno 2021 in quella specifica sezione.
Ora è alla ricerca di nuovi siti di scrittura, ed aver trovato l’incontro con “La complessità del calcio” con la regia di Filippo Galli è un’assoluta ed autentica vera chicca!
Buon Milan a tutti!
Massimo 48
7 risposte
Mille grazie per il racconto, da parte di un tuo “simile”! Un po’ piu’ giovane ma neanche tanto… Per le nostre generazioni Gianni Rivera e’ stato un grande fattore di “proselitismo” (anche se nel mio caso decisivo fu anche il nonno, romano acquisito…), come successivamente lo sono stati gli eroi del Milan di Sacchi e in epoca piu’ recente Kaka’ e Sheva. I festeggiamenti al Colosseo per lo scudetto del ’22 hanno dimostrato che Roma e’ tuttora una grande colonia rossonera!
Grazie a te Alessandro per l’attenta lettura. La storia che hai appena letto è vera, com’è altrettanto vero che a Roma nel lungo periodo della presidenza Berlusconiana si siano declupicati i ragazzetti che hanno abbandonato il tifo per le romane a beneficio di un Milan stellare che vinceva tutto in Italia, Europa e mondo!
Ora purtroppo dopo il miracolo Pioliano….mala tempora currunt!
Comunque continuiamo a pensar positivo a cominciare da stasera! Forza Milan sempre e buona serata.
Massimo 48
Grazie Massimo per questa testimonianza su Gianni Rivera, che molti giovani non sanno chi sia.
Io ho potuto vedere l’ultimo Rivera, quello del dopo Buticchi, che aveva già dato il meglio di sé, ma che ancora sapeva illuminare, seppur con minore dinamismo, la manovra del Milan. A tal proposito vorrei sfatare quella favola del Rivera che non correva: negli anni d’oro (dal 1960 al 1973), Rivera correva e prendeva un sacco di botte. Dopo correva molto meno, ma di botte ne ha prese sempre un sacco (chiedere a Gentile nell’ottobre 1975 o Tardelli nel 1978, tra l’altro ultima apparizione televisiva di Nereo Rocco). Botte ingiustificate, che con il calcio non avevano nulla a che vedere. Rivera è stato il giocatore insieme a Suarez che, dopo Bobby Charlton ed Eusebio, ha raccolto più voti per il pallone d’oro, nel decennio 1960-1970, con la particolarità però che il Gianni ha cominciato a “concorrere” dal 1962, mentre Charlton e Suarez erano già campioni affermati.
Ricordiamo anche che Rivera è l’unico giocatore di movimento italiano ad essere arrivato primo nella classifica del pallone d’oro, perché quando arrivò secondo (credo nel 63), il primo fu Jascin leggendario portiere sovietico. Però, senza nulla togliere a questo monumento internazionale, quanto ha inciso il suo “nome” per arrivare davanti al nostro Rivera?. E soprattutto quante volte Rivera è stato boicottato per la sua poca propensione a seguire le onde giornalistiche. Del resto sappiamo tutti quanta critica ha subito dagli organi di informazione e dalla federazione stessa: il dualismo con Mazzola, mai voluto da entrambi, la lunga squalifica dopo aver detto una semplice verità e cioè che noi dovevamo vincere. Il rigore su Bigon, il rigore ridicolo di Cagliari per un presunto (molto presunto) fallo di Angelo Anquilletti e l’anno dopo il gol annullato a Chiarugi. Ecco Gianni Rivera ed il Milan hanno vinto moralmente, ma le vittorie sono andate ad altri….
Gianni Rivera è semplicemente uno che non ha fatto il calciatore, ma ha “giocato a pallone”: beh Gianni Rivera è il più grande calciatore italiano ed ovviamente del Milan di tutti i tempi e uno dei più grandi calciatori di ogni epoca a livello mondiale. Senz’altro ha dato una dimensione al numero 10 che nemmeno il suo illustre predecessore al Milan (Schiaffino) era arrivato a dare, nonostante la sua immensa classe. Gli assist che ha fatto Rivera anche in tarda età sono vere perle. Milan Perugia prima giornata 76/77, Milan Inter finale di coppa Italia, Vicenza Milan 1978/79, e canto del cigno Catanzaro Milan: il destinatario è sempre un altro grande rossonero, Aldo Maldera. Gianni Rivera anche da fermo e pieno di acciacchi era in grado di rendere il costo del biglietto giustificato….
Mi scuso per essermi dilungato, ma se Gianni Rivera fosse stato un giocatore inglese o brasiliano oggi sarebbe ancora celebrato. Ovviamente è il mio pensiero, sempre confutabile….Grazie ancora e buona giornata.
Grazie Gian Paolo per il racconto su Gianni Rivera, luce a san siro! Un contributo prezioso per tutti.
Grazie a te Gianpaolo per il gentile apprezzamento sul pezzo che vide sbocciare in me, grazie all’immenso talento di Gianni Rivera, la passione per i colori rossoneri. Da quella domenica è trascorso più di un sessantennio dove il nostro Milan ha vinto di tutto e di più. In questo momento la squadra naviga anonimamente poco più su del centro classifica….e bandiere all’orizzonte al pari del nostro Golden Boy non si profilano all’orizzonte! Proprietà e direzione litigano continuamente fra di loro mentre panchina e uomini in campo stanno facendo più danni che benefici. La domanda sorge spontanea: “perché il Milan non torna ad essere il Vero Milan?”
Il tempo che passa senza soluzioni calcistiche a riguardo, è una vera tortura di Sisifo per tutto il popolo dei tifosi Rossoneri!
Rivogliamo un MILAN vero❤️🖤
Un caro saluto.
Massimo 48
“Che non dovevamo vincere”.
Scusate una piccola precisazione “Ricordiamo anche che Rivera è l’unico giocatore di movimento italiano ad essere arrivato primo 2 volte nella classifica del pallone d’oro, perché quando arrivò secondo (credo nel 63)…”. Purtroppo avevo dimenticato un pezzo.