LA DATA: UN FATTORE X

L’altra sera su una nota radio italiana si disquisiva sul significato di alcune date, se fosse venerdì tredici una data fortunata o meno e se fosse quindi opportuno fare uscire il lavoro di un cantante in quel giorno. L’autore in questione non dovrebbe aver problemi, visto che è uno dei più noti della scena Italiana. Non stiamo parlando di musica, anche se l’argomento non mi dispiace affatto, ma questa discussione mi ha offerto la possibilità di riportare alla memoria alcune date ripetute, nefaste o meno, della storia del calcio. Giocare una partita di calcio per una squadra il 13 giugno o il 5 maggio può essere una spiacevole fatalità, come ad esempio capitato alla nazionale spagnola o all’Inter, mentre ritrovarsi a disputare una finale di una massima competizione internazionale l’11 luglio, come accaduto all’Italia, è una vera e propria benedizione celeste.

Andiamo allora a vedere alcuni episodi che hanno segnato le sorti di grandi squadre.

LA SPAGNA E QUEL 13 GIUGNO

Le Furie Rosse per decenni sono rimaste ai margini del calcio internazionale. Pur avendo vinto un campionato europeo nel 1964 in casa e avendo avuto generazioni di grandi campioni, non sono mai riusciti ad imporsi, se non a partire dagli anni duemila con Luis Aragones e la sua Spagna spettacolare, quella del 2008, ereditata poi dal Del Bosque.

Il 13 giugno in Spagna si celebra la festa di Sant’Antonio da Padova, una ricorrenza ricca di tradizioni popolari. Ma proprio durante questo giorno tante volte la Spagna ha conosciuto solo delusioni. Giusto partire da un pareggio per capire la particolare idiosincrasia con questa data. La Rojas esordì a Italia 90 impattando contro l’Uruguay proprio il 13 giugno, un pareggio a reti inviolate che non ebbe conseguenze sul cammino degli spagnoli. La sconfitta più epocale della nazionale spagnola fu indubbiamente quella che subì ad opera della Nigeria a Francia 98. Gli spagnoli arrivavano in terra francese con grandi speranze, essendo considerata tra le formazioni più forti del torneo e quando Hierro su punizione al 21’ portò in vantaggio la squadra di Clemente le prospettive per un grande mondiale sembravano farsi forma. Tre minuti dopo Adepoju firmò il gol del pareggio. Le Furie Rosse non si persero d’animo e ad inizio ripresa Raul realizzò al volo il gol del 2 a 1. A quel punto l’inerzia del match era favorevole agli europei, ma la clamorosa papera di Zubizarreta sul tiro di Lawal spezzò le gambe agli spagnoli che addirittura andarono sotto con il siluro dalla distanza di Sunday Oliseh che siglò il gol della vittoria per gli uomini di Bora Milutinovic, vecchia volpe del calcio.

Due anni dopo la storia si ripeté a Euro 2000.

La Spagna affrontò la Norvegia al De Kuip di Rotterdam. Gli scandinavi in gran forma e in fiducia (avevano infatti battuto l’Italia in amichevole) non temevano gli uomini di José Antonio Camacho che furono sconfitti dalla rete di Iversen. Il campionato europeo della Spagna iniziò in salita ma a differenza di due anni prima riuscì a qualificarsi al turno successivo, dove fu eliminata dalla Francia, favorita anche dal rigore sbagliato sull’1-2 per gli spagnoli da Raul, che avrebbe potuto mandare ai supplementari la sfida.

Non avranno gioito nemmeno quando dal sorteggio del mondiale 2014 gli spagnoli hanno appreso che avrebbero affrontato l’esordio contro l’Olanda di Louis Van Gaal ancora il 13 giugno. Ma la Spagna in Brasile arrivava da campione del mondo, titolo vinto proprio contro gli Oranje quattro anni prima. Niente da temere, allora, figuriamoci la scaramanzia. Il gol di Xabi Alonso su rigore portò in vantaggio i suoi. Poi però si scatenarono gli olandesi che realizzarono cinque reti, con Van Persie e Robben scatenati, autori di una doppietta. Di De Vrij l’altra rete olandese.

Per il futuro allora meglio evitare questa data…

IL CINQUE MAGGIO NERAZZURRO

Ai tifosi nerazzurri il cinque maggio non è soltanto un ricordo poetico della dipartita di Napoleone, ma l’amara memoria nella quale hanno sperimentato l’immobilità della sconfitta, l’acre sapore della beffa.

5 maggio 1991. A San Siro arrivava la Sampdoria del vegliardo Boškov con 45 punti in dote, tre in più dei nerazzurri che dovevano assolutamente vincere per riaprire il discorso scudetto.

Ma era l’anno di grazia dei doriani e nulla poteva andare storto.

Eppure l’Inter per sessanta minuti mise alle corde la Samp, che resistette e su un errore di Stringara andò in vantaggio con Dossena, al primo gol stagionale. Pagliuca, in giornata di grazia, neutralizzò il rigore di Matthaus e in contropiede Vialli mise a segno il gol scudetto.

Ma nei ricordi dei tifosi nerazzurri il 5 maggio ricorda la sconfitta più atroce subita nella sua storia.

Era il 2002 e l’Inter doveva affrontare all’Olimpico la Lazio. La squadra di Hector Cuper guidava la classifica con 69 punti, uno di vantaggio sulla Juventus, due sulla Roma. I tifosi laziali, da parte loro, temevano che una vittoria contro i nerazzurri avrebbe potuto dare ai cugini romanisti uno scudetto insperato, cosa che sarebbe potuta accadere al netto di una mancata vittoria bianconera ad Udine. L’Inter aveva un solo risultato: vincere.

Quando Christian Vieri portò in vantaggio i milanesi l’Olimpico camaleontico si colorò improvvisamente di una nerazzurro acceso, vibrante, come non accadeva da tredici lunghi anni. Poborsky, il ceco che a Euro 1996 aveva fatto quel famoso gol a pallonetto al Portogallo, non era per nulla d’accordo e pareggiò. Luigi Di Biagio segnò il 2 a 1 e tutto sembrò andare secondo i piani stabiliti da Cuper, finchè tal Gresko da Tajov decise di entrare nella storia dell’Inter dalla parte sbagliata servendo involontariamente l’assist a Poborsky che non si fece pregare e realizzò il 2 a 2.

Fu il colpo di grazia.

L’Inter che rientrò in campo non riuscì a riprendersi e subì altre due reti dal forte e beffardo sapore nerazzurro, quella di Simeone, ex di turno, e di Simone Inzaghi, attuale allenatore dell’Inter.

IL 25 MAGGIO NEFASTO PER LE ITALIANE

Inter, Juventus e Milan sono accomunate da una data: il 25 maggio. Nel 1967 l’Inter affrontò il Celtic con i favori del pronostico a Lisbona per la finale di Coppa. Quando Mazzola realizzò il rigore si era certi che Herrera e compagnia potessero concludere con un’altra vittoria la loro campagna europea. Ma le reti di Gemmel e Chalmers ribaltarono l’esito e portarono per la prima volta la Coppa dei Campioni Oltremanica.

Se Atene riporta alla mente dei tifosi rossoneri dolci ricordi, non può dirsi la stessa cosa per i tifosi juventini che nel 1983 conobbero una delle serate più tristi della loro storia. Felix Magath, centrocampista dell’Amburgo, prese palla e con un tiro poco fuori dal vertice alto dell’area fulminò Dino Zoff. Il gol fu segnato al 9’ e la Juventus non riuscì, nonostanti i tentativi, a pareggiare.

Difficile spiegare quello che successe in una serata di fine maggio all’Ataturk di Istanbul. Ancora oggi, a distanza di diciannove anni, i tifosi del Liverpool si chiedono come possa essere avvenuto un miracolo del genere, mentre quelli del Milan provano a capire, non senza speculazioni e leggende, che cosa non avesse funzionato in quegli otto minuti in cui Dida subì tre gol. La sconfitta del 2005 resta nella storia del Milan una delle più dolorose, considerando anche la forza delle rispettive squadre. Ma il calcio è anche questo e le sconfitte bisogna accettarle perchè il domani può dare sempre una chance e quella occasione di riscatto arrivò due anni dopo, ad Atene, contro lo stesso avversario.

11 LUGLIO 1982 – 11 LUGLIO 2011

Abbiamo parlato di sconfitte ma alcune volte le date sono anche una piacevole congiunzione astrale come accaduto alla nostra nazionale.

L’11 luglio del 1982 in terra di Spagna arrivò forse la vittoria più bella della nostra storia calcistica, una cavalcata che conosciamo e che le mie parole forse non riuscirebbero nemmeno a rendere pienamente. A Madrid il 3 a 1 alla Germania Ovest ci laureò campioni del mondo e fu come rinascere, anche socialmente, dopo anni difficili.

La stessa rinascita che abbiamo vissuto nel 2021 dopo un anno e mezzo di mascherine, zone rosse e distanziamenti. A Londra, in casa degli inglesi, l’Italia vinse il suo secondo europeo sotto la guida di Roberto Mancini. Anche quello fu il coronamento di un lungo percorso di rinascita che portò anche ad un lungo periodo di imbattibilità. Purtroppo non abbiamo dato seguito a quel successo mancando la qualificazione al mondiale del 2022 in Qatar. Speriamo che presto si possa tornare a celebrare un’altra grande vittoria azzurri e…occhio ai calendari.

BIO: VINCENZO PASTORE

Pugliese di nascita, belgradese d’adozione, mi sento cittadino di un’Europa senza confini e senza trattati.

Ho due grandi passioni: il Milan, da quando ero bambino, e la scrittura, che ho scoperto da pochi anni.

Seguire lo sport in generale mi ha insegnato tante cose e ho sperimentato ciò che Nick Hornby riferisce in Febbre a 90°: ”Ho imparato alcune cose dal calcio. Buona parte delle mie conoscenze dei luoghi in Gran Bretagna e in Europa non deriva dalla scuola, ma dalle partite fuori casa o dalle pagine sportive[…]”

Insegno nella scuola primaria, nel tempo libero leggo e scrivo.

Una risposta

  1. Gran bell’articolo Vincenzo! Encomiabile la certosina ricerca delle informazioni per costruire questo poliedrico puzzle tra date ed eventi. Ricordo perfettamente quel 25 Maggio 2005 dovuto al fatto che una settimana prima avevo prenotato in un’agenzia di viaggi una vacanza in Sardegna per tutta la famiglia e l’impiegata mi omaggio’ una sciarpa con impressi i colori e la data della finale di C. L. tra Milan e Liverpool lasciati da un tifoso medico chirurgo che per motivi di lavoro aveva dovuto rinunciare all’evento. Forse quel giorno sarà stato lui stesso ad aver bisogno di un immediato soccorso… alle sue coronarie!
    Un caro abbraccio.
    Massimo 48

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