Vincenzo D’Aniello, dalla sua realtà territoriale, ci espone alcune considerazioni relative al nostro sistema calcio.
“Quando la vostra giovinezza se ne andrà, la vostra bellezza sparirà insieme a essa, e allora vi accorgerete di colpo che per voi non ci sono più trionfi, oppure che dovrete accontentarvi di quei pochi trionfi che il ricordo del passato vi farà sembrare più amari di una sconfitta”.
Parafrasando Oscar Wilde nel suo capolavoro “Il ritratto di Dorian Gray”, ci accorgiamo che l’essere un calciatore UNDER in Italia, possa considerarsi qualcosa di ostativo anziché un’opportunità.
Molti giocatori, che militano in serie D o in Eccellenza, sono ragazzi svincolati dai club professionistici che, sfruttando la regola imposta dalla LND, seppur modificata recentemente, giocano titolari, generalmente nel ruolo di esterno basso a dispetto di un percorso in cui il ruolo è sempre stato un altro. Accade poi che, alla fine della loro esperienza come UNDER, la maggior parte di questi ragazzi, non solo non riesce ad emergere ma, spesso, a causa dell’impiego limitato scende di categoria (più di una) fino a smettere di giocare.
Come potremmo evitare o almeno limitare questo flusso? Quale potrebbe essere il percorso di formazione affinchè i nostri giovani calciatori selezionati dalle società professionistiche, possano accedere e giocare ad alti livelli?
Perché non assistiamo all’esordio in serie A di calciatori di 16, 17, 18 anni?
Si assiste, sempre con maggior frequenza, a giocatori UNDER impiegati nelle categorie dilettanti. Se ad essi sommiamo quei giovani che giocano perché hanno un genitore che aiuta la società in termini di sponsorizzazione o, ancora, perché appartenenti ad agenzie di procuratori influenti sul territorio, il quadro è completo.
L’aspetto meritocratico viene pertanto sempre più a mancare a danno degli stessi ragazzi e delle stesse società che, sempre di più, abdicano al ruolo di bacino di utenza qualificato per le società professionistiche.
Tutti osserviamo e siamo ammirati dal modello Barcellona che, da anni, forma e propone giocatori di talento nella prima squadra. Siamo stupiti da Lamine Yamal, classe 2007, il nuovo fenomeno, come pure dal centrale difensivo Cubarsí, anch’egli classe 2007. Un contesto che si basa su un sistema di formazione qualificato e su un bacino d’utenza di qualità.
Torniamo in Italia e vediamo dove giocano gli azzurrini che hanno vinto il titolo europeo di categoria under 19 svoltosi a Malta due anni orsono:
Portiere MASTRANTONIO – Triestina Serie C – Gare giocate 0
Difensore REGONESI – Clodiense Serie C – Gare giocate 8
Difensore DELLA VALLE L. – Los Angeles FC MLS (USA) – Gare giocate
Difensore DELLA VALLE A. – Serie B – Gare giocate 23
Difensore MISSORI – Sassuolo Serie B – Gare giocate 1
Centrocampista NDOUR – Fiorentina Serie A – Gare giocate 5
Centrocampista HASA – Napoli Serie A – Gare giocate 0
Centrocampista FATICANTI – Juve Nex Gen Serie C – Gare giocate 26
Attaccante VIGNATO – Monza Serie A – Gare giocate 16
Attaccante ESPOSITO – Spezia Serie B – Gare giocate 31
Attaccante KAYODE – Brentford – Premier L. (ENG), Gare giocate 7
Notiamo come coloro che hanno un numero elevato di presenze tra i professionisti non le abbiano in serie A. Dei tre giocatori che militano in squadre di serie A, Hasa ha 0 presenze, Ndour 5 e Vignato del Monza 16
Se andiamo a vedere la rosa del Portogallo, la nazionale contro cui i nostri hanno vinto la competizione europea, scopriamo che Nuno Neves, che aveva partecipato alle qualificazioni per la fase finale e poi era stato promosso in nazionale A, sta giocando con il PSG la semifinale di Champions League, Martim Fernandes ha collezionato 23 presenze nella prima squadra del Porto, Gustavo Sá con 31 presenze nel Famalicão della Liga Portugal e molti altri che oscillano tra prima squadra e squadra B di Porto e Benfica.
Le riflessioni e le domande che sorgono sono sempre le stesse:
- Vincere le competizioni a livello di nazionali giovanili è sinonimo di un movimento virtuoso?
- Perché l’utilizzo dei giovani in Italia risulta così difficile?
- Com’è possibile migliorare il percorso formativo dei nostri giovani anche negli ambiti non professionistici?
- Una volta migliorato il percorso formativo dei giovani calciatori, siamo certi che il nostro sistema abbia la volontà di dare loro spazio, prendendosi carico della necessità di un probabile periodo di adattamento
- Quali risposte?

VINCENZO D’ANIELLO
BIO: Vincenzo D’Aniello è nato ad Aversa (CE) il 25-5-1985 . È in possesso della licenza di allenatore UEFA/B e ha allenato in diverse categorie e in diverse scuole calcio della provincia di Caserta e Napoli.
2 risposte
Gentile Vincenzo,
è possibile davvero parlare di questo senza parlare del fatto che molte società chiedono ai ragazzi di pagare anche solo per avere un’occasione di affacciarsi alle serie superiori? Buon lavoro.
Il sistema è fallito, un sistema che non si basa sulla base meritrocratica non può sviluppare evoluzione.
Forse in Italia chi sta lì ci sta senza senso ma solo per riconoscenza e questo genera il problema delle scelte.