Società cancellate dalla sera alla mattina con modalità militari, grandi club protetti e salvati nonostante irregolarità assai più gravi, un playout di serie B ancora da disputare il 10 giugno, scandali e inciuci in tutte le categorie, zero attenzioni (e tanto meno riforme) per calendari e settori giovanili, pastrocchi sportivi e amministrativi di varia specie e natura, un presidente mono-candidato alla stregua delle dittature delle isole Bananas di Woody Allen.
Il tutto farcito da scandali tipo scommesse e dintorni. Qualche denuncia qua e là, qualche sparacchiata giornalistica, un paio di articolesse di maniera, ma nulla cambia e tutto resta maleodorante alla luce del sole. Questo è l’apparato che dirige il calcio italiano, l’elenco delle nefandezze sarebbe anche più lungo.
Di conseguenza.
Nel 2006 Marcello Lippi vince il Mondiale con una serie A che gli offre il 70% dei calciatori italiani, oggi il nostro massimo campionato ha completamente invertito le proporzioni e i nostri connazionali sono solo il 30%. Le proprietà straniere sono salite sino al 50% e hanno l’obiettivo primario del business, inteso anche come mera circolazione di soldi, con il risultato sportivo che scivola al secondo, terzo, quarto posto delle priorità. Compresi club di riferimento storico.
Di conseguenza.
Ci crogioliamo con un Europeo vinto, non si sa come, nel 2021, le finali raggiunte a ripetizione dalle società in Conference, Europa League, Champions, le Under 19, Under 17 e Under 15 azzurre che sono leader dei Mondiali e degli Europei (anche qui, non si sa come se non per la preparazione degli allenatori). I nostri talenti vengono soffocati e dispersi da strategie ondivaghe, percorse dalla titubanza e soprattutto dal dio denaro che fa costare meno qualche sparuto pedatore straniero, rispetto ai nostri talenti in erba. La gestione delle seconde squadre è per lo più lucratoria, quella del Milan Futuro in questa stagione ha praticamente coperto di naftalina Bartesaghi, Camarda, Zeroli (finito al Monza a gennaio) consacrando Jimenez più per forza di cose (Calabria, Emerson Royal, Florenzi fuori dai giochi) che per scelta. Disastro su tutta la linea, anche qui.
Di conseguenza.
Dopo la farsa Mancini di 2 estati fa, ecco la nuova commedia surreale Gravina-Spalletti a cavallo di un solo weekend e tra 2 partite di qualificazione: ditemi voi dove mai è accaduto che un selezionatore esonerato – senza dichiarazioni congiunte, senza coordinare i comunicati – andasse in panchina tra una gara e l’altra.
Di conseguenza.
La supplica a Claudio Ranieri anche a costo di rimescolare i regolamenti, che vietano a un tesserato di club di avere incarichi federali. Il suo rifiuto. La scelta di un nuovo C.T. che sarà comunque un ripiego, una seconda scelta non di estrazione FIGC, come avveniva una volta con Valcareggi, Bearzot, Vicini, Maldini, ma da un club. E sapete bene che differenza ci sia tra un allenatore che vive il campo ogni giorno con la sua “rosa” e un selezionatore che invece deve scegliere un gruppo di 20-25 giocatori, con i quali può lavorare una volta ogni mese e mezzo per pochi giorni e in concomitanza con amichevoli inutili o appuntamenti inderogabili.
Di conseguenza.
Convocati che rifiutano la chiamata, convocati che tornano a casa perché acciaccati, convocati non all’altezza, una squadra – una rosa – molle, svagata, senza identità né qualità, stanca in alcuni dei suoi migliori protagonisti, smarrita negli altri. E’ vero, Antonio Conte con un’Italia non troppo superiore a questa, nel 2016 disputò un eccellente Europeo: resta una goccia nel mare in tempesta e inquinato.Questi siamo, questo abbiamo, questo ci meritiamo. Nessuna sorpresa né indignazione. E’ il risultato naturale, fisiologico, ineluttabile di un movimento fragile, indebitato, arrugginito, corrotto, colluso, bolso. Nessuno fa nulla per cambiarlo, nessuno è interessato a fare qualcosa di diverso e di migliore.
Se siamo costretti a supplicare un Presidente della Repubblica 80enne ad accettare il secondo mandato perché, in una popolazione di 60 milioni di abitanti, non troviamo un’alternativa credibile, figuriamoci un presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio. E casomai un C.T… Siamo il più povero dei Paesi ricchi, ma precipitando per questa china siamo finiti con l’essere poveri e basta, di spirito e di risorse. Il pallone non fa eccezione.

BIO: Luca Serafini è nato a Milano il 12 agosto 1961. Cresciuto nella cronaca nera, si è dedicato per il resto della carriera al calcio grazie a Maurizio Mosca che lo portò prima a “Supergol” poi a SportMediaset dove ha lavorato per 26 anni come autore e inviato. E’ stato caporedattore a Tele+2 (oggi SkySport). Oggi è opinionista di MilanTv e collabora con Sportitalia e 7GoldSport. Ha pubblicato numerosi libri biografici e romanzi.
6 risposte
Sono perfettamente d’accordo con la disamina; aggiungo che GRAVINA DEVE DIMETTERSI, HA VOLUTO LUI ANCORA ULIVIERI A CAPO DI COVERCIANO (ormai vecchio e malato che l’ ITALIA A LUVELLO REGIONALE CON I DELEGATI NON VOLEVA); il quadro è disastroso.
Mi chiedo perché anche nel calcio non si possa andare a votare come nella politica..ogni tesserato dovrebbe avere l opportunità di decidere.
Provate voi giornalisti o professionisti dello sport a mettere sui giornali queste volontà,idee.
Noi piccoli non possiamo fare nulla.
Luca, purtroppo, sono molto d’accordo con te. L’ho detto in un thread precedente, come mai le federazioni di nuoto, atletica leggera e tennis stanno agli apici dei movimenti mondiali di quelle discipline ed il calcio non lo è?
Per l’atletica probabilmente perché si è allargata la cittadinanza italiana anche di altre nazionalità di provenienza e a immigrati formatisi in Italia.
Ma questo non vale per il tennis ed il nuoto.
Ora il calcio non da ora conta sugli oriundi, meno sui naturalizzati. Di gente di colore ce ne è tanta, allora perchè non decolla?
Ma soprattutto perchè non produce più i campioni?
Certamente una delle cause è quella di ritenere un sedicenne molto forte e più che promettente non idoneo alla prima squadra. Ma ancor peggio considerare giovani, ragazzi che hanno raggiunto la soglia dei vent’anni.
Va bene, i giovani più bravi della Primavera li mandiamo in B e in C, ma arrivati in quelle società si vedono scavalcare da calciatori di categoria quasi sulla via del tramonto.
Quindi, se non sei un campionissimo in pectore non giochi nemmeno in Serie C.
Poi è assurdo rifiutare la nazionale. Ci deve essere una regola che chi lo fa si prende una squalifica automatica di almeno una stagione. Quelli che si fanno male in allenamento devono essere fermati per i tempi necessari a quello che hanno patito (o finto di patire).
A me interessa poco se vince o perde la Juve, il Milan o chi per loro, io tifo per la mia squadra. Ma, in quanto italiano, tifo per l’Italia e non sopporto gli atteggiamenti di alcuni atleti prima evidenziati.
Sono d’accordo con te caro Luca. Non comprendo perché non si possa fare piazza pulita nei vertici del calcio italiano. Mettiamo seduti su quelle poltrone persone oneste che di calcio ne sanno a 360 gradi, anche perché lo hanno giocato: Albertini, Del Piero, ecc.
Buongiorno a tutti, concordo con quanto scritto da Luca Serafini. Anche io mi ripeto come Giuseppe, ma per quanto riguarda il caso Acerbi: lui ha rifiutato una convocazione, Albertosi accettò (poi il divieto lo mise Zoff) di andare a fare (meritatamente a differenza di Acerbi) il mundial Argentino. Gravina confermò Mancini dopo il disastro e l’Eurpeo lo abbiamo vinto per sbaglio. Abbiamo portato Zoff a dare le dimissioni dopo un grandissimo europeo nel 2000 ed abbiamo tenuto Trapattoni (con tutto il rispetto per la sua serietà), dopo la Corea. Purtroppo non siamo una nazione seria (infatti enne minuscola) in molti campi ed il calcio non fa eccezione. Abbiamo preferito sempre i politici agli uomini di sport, mentre avevamo a disposizione e liberi molti grandi da poter piazzare in ruoli chiave. Oggi ne paghiamo le conseguenze. Chi è causa del suo male pianga se stesso…
Chapeau al tuo scritto e pensiero grande Luca!…. e di conseguenza, tanto per non stonare, rimaniamo senza gioco, senza risultati, senza allenatore, senza dirigenti professionali…. e senza il bel resto di un anemico niente! È questa purtroppo la nostra Italia lontana anni luce da quella che contava, nel calcio e nel mondo! Buona serata a tutti!
Massimo 48