La Toscana calcistica finalmente può esultare…34 anni di lunga attesa e speranze per il ritorno in Serie A del Pisa, città intrisa di storia e cultura, piazza importante ed appassionata come poche per i propri colori neroazzurri che la rappresentano da oltre 100 anni: i colori del Pisa Sporting Club. Società fondata nel 1909, ricostituita due volte nel 1994 in Pisa Calcio nel 2009 come Associazione Calcio Pisa 1909.
Il ritorno nella massima serie arriva al temine di un campionato che ha visto la squadra neroazzurra inanellare prestazioni ineccepibili settimana dopo settimana con alla guida dei ragazzi un grande condottiero ex Gloria Rossonera Filippo Inzaghi. Pippo ha saputo compattare fin da subito l’ambiente con il suo entusiasmo contagioso e la sua proverbiale grinta unita alle indubbie capacità tecnico-tattiche in crescita esponenziale nel suo percorso da allenatore.
Per capire in profondità la portata di questa bella impresa sportiva ho avuto il piacere di ricevere una bella testimonianza da chi il Pisa lo conosce molto bene e ha vissuto questa attesa contando i giorni…ben 12397 (esattamente dalla partita Pisa-Roma 0-1 del 26 maggio 1991) che hanno diviso la città dalla retrocessione al ritorno nella massima serie del calcio italiano: Andrea Chiavacci Berti.
Andrea ha iniziato a scrivere nella stagione 2005-2006 sul settimanale di calcio dilettantistico e giovanile Calciopiù. Da lì in poi tante collaborazioni. La più importante è quella con Il Tirreno. Iniziata dal 2014. Il Pisa lo seguiva già dal 2007 con il sito Offside Pisa e, soprattutto, con TuttoPisa dal 2012. Dal 2017 ha portato avanti una rubrica dove racconta la storia del Pisa attraverso i precedenti con le avversarie di turno. E non solo. Prima su Youtube, poi nel Nerazzurro amarcord su canale 50, all’interno della trasmissione “Il Neroazzurro” e, infine su Punto Radio. Un grande cuore neroazzurro che ha visto e vissuto giorno dopo giorno tutti i 12397 sopra citati.
1) 34 anni con un unico sogno il ritorno in serie A, tanti alti e bassi, quali sono stati i momenti più cupi e quelli della speranza?
Sicuramente i momenti più cupi sono rappresentati dalle due esclusioni dai professionisti nel 1994 e nel 2009, oltretutto nell’anno del centenario, e quando nel 2016 la società di allora era in grande difficoltà nonostante la promozione in B con Gennaro Gattuso. In quei mesi la tifoseria si è stretta intorno alla squadra e ha lottato per una svolta societaria che è arrivata il 22 dicembre 2022 con l’avvento della famiglia Corrado assieme a Enzo Ricci che diventerà socio di maggioranza. Quello è stato il momento della speranza di non vivere più certe situazioni. Nel 2021 Alexander Knaster subentra a Enzo Ricci ed è un ulteriore svolta ma che la società era solida e con idee serie si era capito fin da subito. Che poteva dare la stabilità, quanto meno, di giocare con continuità in serie B. Cosa che era accaduta di rado dopo la fine dell’era Anconetani. La conquista della serie A è un sogno per i tifosi e la città ma dietro c’è un grande lavoro di programmazione.
2) Nel cammino trionfale i momenti più difficili ed il momento che vi ha fatto capire che si poteva fare?
La sensazione che si respirava un’aria diversa lo abbiamo percepito fin dall’arrivo di Filippo Inzaghi. Tanti calciatori sono apparsi trasformati fin da subito rispetto alla passata stagione quando con Alberto Aquilani la squadra non andò oltre il quattordicesimo posto. Fin dalle amichevoli, in particolare l’1-1 all’Arena con l’Inter di Simone Inzaghi, e in Coppa Italia con il 3-0 a Frosinone si capivano le potenzialità della squadra. Anche caratteriali: alla prima giornata contro lo Spezia del grande ex Luca D’Angelo c’è stata una rimonta da 0- a 2-2. Inzaghi ha sottolineato spesso come nella gara di ritorno con i liguri, nonostante la sconfitta per 3-2, abbia avuto la convinzione di farcela. Personalmente penso che la svolta definitiva sia arrivata proprio la settimana dopo la sconfitta di Spezia. I bianconeri pareggiano a Cesena con un rigore sbagliato di Lapadula e il Pisa reagisce battendo 3-1 il Mantova in casa. Quello è stato un passaggio chiave che è valso il +5 in classifica dopo due sconfitte di fila. Momento importante anche a tra dicembre e gennaio quando la squadra nel giro di tre partite ha guadagnato 7 punti allo Spezia che dopo la vittoria di Catanzaro, e la sconfitta del Pisa a Modena, aveva agganciato i nerazzurri al secondo posto. Un punto di forza del Pisa è stato quello di rialzarsi in fretta dopo ogni sconfitta tenendo un passo continuo: 40 punti all’andata e 36 al ritorno.
3) Quali sono stati gli uomini chiave della promozione e quale il loro impatto nel gioco di Inzaghi?
Può sembrare banale ma il collettivo ha fatto al differenza. Una squadra che fa di pressione, pressione, recupero palla e gioco in verticale i suoi punti di forza tutti devono sacrificarsi al massimo nelle due fasi. Detto questo è chiaro che ci sono alcuni uomini chiave in questa squadra. Uno su tutti è Stefano Moreo: primo attaccante quando prende palla e primo difensore in fase di non possesso. A centrocampo Inzaghi ha potuto contare sulla fisicità di Idrissa Touré rilanciato nel ruolo di esterno destro, lui che è una mezzala, a causa degli infortuni di Esteves e Leris. Ovviamente i 13 gol di Matteo Tramoni hanno un peso enorme ma anche il danese Lind, 8 reti e tanta corsa, è stato importante al suo primo anno in Italia. Fondamentale anche il ruolo dei due leader storici della squadra come il centrocampista Marius Marin, da 7 anni a Pisa, e il capitano Antonio Caracciolo. In molti lo davano per finito ma ha guidato la difesa alla grande facendo crescere anche Canestrelli. Le rivelazioni sono Angori e Piccinini. Quest’ultimo il Pisa lo prese in D nel 2021 dal Lentigione. Semper è un ottimo portiere ma va detto che la difesa non ha concesso molti tiri.
4) Pippo Inzaghi cosa ha dato della sua esperienza calcistica negli anni e del suo indubbio carattere?
Inzaghi ha dato veramente tanto alla squadra. Ha chiesto tanto ai suoi giocatori fin da Bormio ma gli ha dato quel qualcosa in più che è risultato decisivo. Insieme allo staff tecnico ha fatto vedere tante partite del Bayer Leverkusen per studiare la linea difensiva alta della squadra tedesca. Non gli interessa tanto far vedere il modo di attaccare ma quello di difendere. La squadra a livello tecnico ha sfruttato molto anche le palle inattive, cosa che prima dell’arrivo di Inzaghi non accadeva. Questo è dovuto soprattutto alla fisicità di giocatori come Touré, Canestrelli e Caracciolo che riempiono l’area su punizioni e corner. Inzaghi ha dato tanto dal punto di vista delle idee ma ancora di più a livello motivazionale. Ha cercato di dare grande consapevolezza ai propri calciatori. Lavorando molto sulla testa, sulle motivazioni. Lo vedi da come sta in panchina. Sembra ancora un giocatore. Contro il Frosinone il gol di Meister è anche figlio della sua voglia di rimettere il più in fretta possibile il pallone in campo. Vive la partita con un trasporto unico ed esulta ancora come ai tempi in cui segnava gola raffica con la maglia del Milan. Per gli attaccanti è stato sicuramente importante seguire i suoi consigli. Ma non solo. Ha messo in campo una squadra che gioca per fare gol senza perdere di vista l’equilibrio. Una squadra che è più forte quando deve aggredire, rispetto a quando deve gestire ma che con il passare dei mesi è cresciuta anche sotto questo aspetto.
5) Pisa negli anni 80 fu una bella realtà toscana sotto la guida del grande presidente Romeo Anconetani che con un grande lavoro di scouting portò a Pisa grandi campioni stranieri: Bergreen , Kieft, Dunga, Larsen, Simeone, Chamot, Elliott. Quali ricordi hai di loro e del presidente?
L’impronta che ha dato Anconetani è ancora viva nella città. E’ stato un grande intenditore di calcio e un presidente che viveva 24 ore su 24 per la squadra. Vulcanico, passionale, diretto ma soprattutto uno che sapeva riconoscere subito il talento di un calciatore, ebbe un rapporto di stima ed amicizia sincera con Silvio Berlusconi. Ovviamente ha guidato il Pisa in un calcio molto diverso da quello attuale ma è stato un presidente avanti con i tempi. Sia per le competenza, ma anche a livello mediatico. Il martedì sera era il protagonista della trasmissione Parliamo con Romeo su 50 Canale dove rispondeva alle domande dei tifosi. Anche i media nazionali se lo contendevano. La tifoseria non può dimenticarlo. Un ricordo particolare è la sua ultima volta all’Arena per la festa promozione del Pisa di Gerbi e posarelli in C2 nel 1999. Non era più presidente da cinque anni ma quando salì sul palco per salutare la folla fece commuovere tutti. Il suo “Vi voglio bene” pronunciato quella sera rimbomba ancora forte nella testa dei pisani. Morirà pochi mesi dopo, il 3 novembre del 1999, lasciando un eredità calcistica pesante. Penso che anche lui sarebbe contento e orgoglioso di questa società e di questa squadra.
Queste parole di Andrea così piene di passione e competenza ci raccontano di una piazza che da troppo tempo mancava al campionato di calcio della serie A, ma adesso il conto alla rovescia è arrivato finalmente giunto al termine, Pisa e la sua tifoseria possono godersi appieno questa nuova avventura figlia una programmazione societaria seria ed oculata che ha saputo ridare entusiasmo e grazie al suo condottiero Super Pippo Inzaghi ed ai suoi splendidi ragazzi. Anche Romeo Anconetani da lassù sarebbe felice.
Complimenti Pisa!!! Complimenti Pippo!!!

BIO: Stefano Salerno nato a Livorno classe 1963, vivo a Firenze dal 1997 lavoro nel campo delle Telecomunicazioni, sono milanista dalla nascita appassionato di calcio inglese dai primissimi anni 70 e sostenitore della squadra dei 3 Leoni .
2 risposte
Bellissima testimonianza di Pisa e della sua squadra Stefano per la quale nutro un mio personale attaccamento. Nell’anno 1971 un caro amico nativo di Tuoro sul Trasimeno e molto promettente nel calcio dilettantistico, paese di mia madre dove per decenni ho trascorso vacanze estive, andò a giocare nel Pisa del Presidente Giuseppe Donati ove milito’ per due stagioni (30presenze/3reti) per poi passare al Civitavecchia, Cortona ed infine a Siena dove nelle 6 stagioni dal ’74 al 1980 diverrà con 57 reti in 166 presenze l’attaccante più prolifico della storia calcistica senese. Sto parlando dell’amico scomparso per un male incurabile quattro anni fa Eugenio Pazzaglia.
R. i. P. 🙏
Un forte abbraccio.
Massimo 48
Grazie Massimo …splendido ricordo non conoscevo la storia . L’intervista mi è stata concessa da Andrea Chiavacci giornalista del Tirreno di Pisa grande conosciuto re della storia noeroazzura