“LA VITTORIA DEL SECONDO POSTO. BREVE STORIA DI VITA, SPORT E PASSIONE”

~ Concorso “MYLLENNIUM AWARD” 2025, sez. MySPORT/Narrativa sportive ~

“L’onore spetta all’uomo nell’arena […]

l’uomo che lotta con coraggio e che sbaglia ripetutamente sapendo che non c’è impresa degna di questo nome che sia priva di errori e mancanze […]

l’uomo che, quando le cose vanno bene, conosce finalmente il trionfo delle grandi conquiste e che, quando le cose vanno male, cade sapendo di aver osato.”  (G. Vialli)

Comincia così, con una citazione di uno dei maggiori calciatori italiani e uomo di straordinaria forza e coraggio Gianluca Vialli, il racconto che Simone Turrisi –giovane giocatore italiano di Futsal, classe 2005– ha scritto per il “Myllennium Award 2025”.

Simone ha presentato un elaborato per la categoria “narrativa sportiva” nella sezione ‘MySPORT’, realizzata in collaborazione con la Commissione Nazionale Atleti del CONI con l’obiettivo di valorizzare gli atleti di livello nazionale sui temi della dual career. Il tema dell’edizione di quest’anno era “L’IMPORTANTE È ANCORA VINCERE?”

Il racconto descrive vita ed emozioni di un bambino che si confronta con lo sport, con le prime gioie e, soprattutto, con i grandi ostacoli e le sconfitte; lo sport inizialmente solo come gioco e, poi, come sfida agonistica.

Una sfida che parte dai primi calci ad un pallone ma arriva alla vita, alle sue prime esperienze, alle occasioni sportive nazionali ed internazionali, agli impegni di studio che contribuiscono a questa età a formare un giovane.

L’elaborato di 26 pagine ha una prefazione del dott. Gianluca Panella, psicologo e psicoterapeuta dell’età evolutiva, già autore di diversi libri e specializzato in psicologia dello sport, che ha conosciuto Simone Turrisi in occasione del contributo che il ragazzo ha fornito al suo ultimo lavoro “Nell’animo del calciatore” (Alpes Edizioni, 2023).

Di seguito le prime pagine del racconto:

Avevo forse 5 o 6 anni e, a scuola, guardavo fuori dalla finestra i bambini giocare nel piccolo campo di calcio: non vedevo l’ora che suonasse la campanella per correre laggiù.

Mi piaceva la scuola, la maestra, mi divertivo in classe coi compagni ma… l’incredibile frastuono delle voci dei bambini che giocavano a palla su quel rettangolo verde, rincorrendosi l’un l’altro, tirando calci alla rinfusa, cercando di fare un goal o, altre volte, cercando di evitare di riceverne uno nella propria porta, è sempre stato un invito assolutamente i-r-r-e-s-i-s-t-i-b-i-l-e.

Così è cominciata la mia passione per il calcio: da quelle prime emozioni, ai tanti pomeriggi al campetto; la prima iscrizione ad una scuola di calcio; i compagni di squadra ed i litigi con gli avversari (che iniziavano con la partita e finivano al fischio dell’arbitro); soprattutto la prima maglia con il numero 5 sulle spalle e, poi, le infinite partite del weekend. Scendevo sul terreno di gioco, sull’erba come sulla terra, sempre con la felicità nel cuore, con la voglia di correre e calciare. Il bambino che ero, voleva vincere: ad ogni allenamento, ad ogni partita, sempre.

Credo che la difficoltà più sfidante per un allenatore di gruppi giovanili sia proprio questa esigenza di insegnare o, almeno, far capire ed accettare ad un ragazzo, che la vittoria e la sconfitta sono medesime facce di una stessa medaglia. Ovviamente io ero uno di quelli chenon riusciva proprio ad accettare di perdere una partita; ed ogni incontro era, per me, una finale da vincere.

La strana alchimia dello sport, in generale, e del giuoco del calcio, in particolare, quando la passione è unica fonte di stimolo e la vittoria è la soddisfazione massima. Eppure, ogni volta che perdevo, tornavo a casa e, il giorno dopo, già non vedevo l’ora di tornare in campo, di allenarmi per giocare la prossima partita.

In fondo la vittoria è la meta più ambita ma la sconfitta è sempre stata parziale, mai definitiva, addirittura occasionale: nello sport, perdere è solo un evento dei tanti, che nulla toglie al gioco alla passione ed alla voglia di vivere la prossima occasione.

In quegli anni, le sensazioni e le emozioni erano sempre sconvolgenti: sconvolgeva vincere e sconvolgeva perdere ma, nell’ultimo caso, era sempre più forte e, comunque, più motivante il lavorare per tornare a giocare di nuovo.

Non che non lo sia stato anche negli anni successivi. Ed infatti, crescendo, si comincia a fare sul serio: si entra nel “settore agonistico” , le partite vinte e perse cominciano a pesare in una classifica e sembra che lo sport debba costruire

RISULTATI più che EMOZIONI…. o, meglio, che valori e soddisfazioni possano arrivare solo da un risultato positivo e da una vittoria.

Intorno ai tredici anni, esordisco nel campionato “Giovanissimi”. Ero ancora piccolo ma Massimiliano, il mio allenatore, mi portò a giocare una partita con la squadra “Under 15″: perdemmo ma segnai un goal, il mio primo goal in una categoria nazionale.

In quella prima occasione, però, capii qualcosa di diverso: cominciai a comprendere che la performance, la rabbia e passione nel calciare un pallone, quel gesto atletico di smarcare l’avversario a centrocampo ed andare in porta a tirare ed a segnare un goal, erano una gioia che travalicava il risultato. Rimaneva un sapore amaro per aver mancato la vittoria ma cominciai allora a comprendere che una partita, una qualsivoglia manifestazione sportiva, una gara agonistica, in fondo, erano solo un passo in più su una strada lunga, difficile ma anche meravigliosa; ogni gesto atletico (come può essere proprio un goal) ed ogni performance atletica (come una partita di calcio) erano espressione di quello che ero io stesso e di come avevo lavorato per arrivare a quel momento e, soprattutto, rappresentava l’asfalto necessario a costruire la lunga strada del successo.


Ovviamente era solo l’inizio.

CONTINUA…

Il testo completo per il concorso “Myllennium Award” è disponibile anche online al seguente indirizzo:

Rif.:

BIO: Gianluca Panella è psicologo-psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza, consulente in psicologia dello sport S.P.O.P.S.A.M e membro della FIPsiS (Federazione Italiana Psicologi dello Sport).

Iscritto all’Ordine Psicologi Lazio N. 14018.

Lavora come libero professionista dal 2006 a Roma Nord Balduina, si occupa di formazione degli operatori in ambito clinico, scolastico e sportivo (allenatori, operatori sanitari, arbitri etc…). Sostenitore della conduzione dei gruppi-squadra attraverso il modello Integrato a Mediazione Corporea applicato allo sport.

Dal 2007 lavora presso l’Istituto di Ortofonologia di Roma. E’ il  Responsabile dei rapporti con le istituzioni scolastiche pubbliche e private di Roma e Provincia, ha collaborato alla stesura di diversi libri di testo sull’Autismo, Disturbi del neuro-sviluppo, dell’apprendimento e sulla psicologia delle emergenze. Ha partecipato a diversi convegni come relatore.

Nel 2010 iscritto Albo Psicoterapeuti.

Nel 2017 ha conseguito il master ed è diventato consulente in psicologia dello sport.

Nel 2018 ha svolto la docenza di Psicologia dello Sport “Tecniche di inclusione Positiva” all’Università Tor Vergata corso di Laurea in Scienze Motorie ed è stato l’ideatore della Brochure “Fratelli di Sport”, C.O.N.I in collaborazione con il Ministero del Lavoro

Nel 2020 ha svolto la docenza di Psicologia dello Sport di Gruppo all’Università LUISS al Master per Team Manager con Paolo Del Bene e avv. Guglielmo Stendardo (ex calciatore)

È co-autore nel 2020 del libro “Allenare le emozioni nello sport: la via bottom-up”.

Ha contribuito nel 2022 all’e-book “La Psicologia dello Sport: dalla teoria alla pratica” pubblicato dal  gruppo di lavoro in Psicologia dello sport e dell’esercizio fisico dell’Ordine degli Psicologi del Lazio.

E’ autore nel 2023 del libro “Nell’animo del calciatore” con il dott. Mario Brozzi, già medico sociale della A.S Roma e A.C Milan calcio.

Collabora con la Clinica Villa Stuart di Roma, centro d’Eccellenza in Italia nell’ambito riabilitativo e con il dott. Matteo Turchetta con il Metodo Newton. Svolge consulenze per atleti. E’ autore di articoli ed interviste inerenti tematiche psicologiche e sportive.

E’ docente di Psicologia dello Sport “Sappiamo arbitrare le Emozioni?” all’interno dei corsi per Arbitro (A.I.A) sezione Roma 2 con Paolo Valeri (ex arbitro Internazionale ed attualmente Vice-Presidente V.A.R Grecia)

In corso di stesura l’ultimo libro nel 2025 sulla Ri-atletizzazione e si occuperà della parte psico-corporea dell’individuo. 

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