PLAYOUT SERIE C – GARA DI ANDATA – MILAN FUTURO – SPAL 1-0: VINTO IL PRIMO SET MA CI SARÀ DA SOFFRIRE

La squadra di Oddo gioca una delle sue migliori partite e supera la Spal per 1-0 nell’andata del playout (Sandri su rigore). Sabato prossimo il ritorno a Ferrara sarà innanzitutto una grande prova psicologica per lo staff e per i ragazzi in maglia rossonera: ma la mini-impresa è possibile.

Non ci sono più calcoli, tatticismi, ricorsi in appello: siamo alla fine della stagione, anzi, siamo oltre. Siamo al primo round di questo playout, ovvero la “finale” per stabilire chi rimane in serie C e chi invece scivola fra i dilettanti. Ospite allo stadio Chinetti di Solbiate Arno è la Spal, unica squadra sempre battuta dai rossoneri in stagione, che in virtù del migliore piazzamento in regular season ha due vantaggi: il match di ritorno in casa e la permanenza in C in caso di parità nell’arco delle due partite. È il Milan ad aggiudicarsi il match, con un risultato (1-0) che dice pochissimo su quello che si è visto in campo.

Un attacco rimaneggiato

Partiamo dalle formazioni: Oddo presenta il suo usuale 1-3-5-2, anche se qualche protagonista cambia per necessità. Fra i pali si conferma Lapo Nava, titolare fisso nell’ultima parte di stagione; davanti a lui il terzetto difensivo è guidato come sempre da capitan Camporese: alla sua destra Minotti, con Coubis infortunato, mentre a sinistra è Bartesaghi a fare il braccetto. A centrocampo l’allenatore sceglie di rinunciare al play-interditore (di solito Malaspina) in favore di un play più creativo come Sandri, con Branca e Alesi mezzali e Quirini e Bozzolan esterni. Ma è l’attacco il reparto da reinventare: manca infatti Camarda, che non ha raggiunto il minimo di 25 partite in campionato per poter disputare le fasi finali (complimenti davvero a chi ha tenuto i conti) e manca la torre Magrassi (infortunio). Così Turco rimane in panchina e Oddo schiera una coppia atipica, formata da due esterni offensivi: Ianesi e la novità Chaka Traorè.

Quei bravi ragazzi

E il primo tempo di questo Milan-Spal è senza dubbio la migliore frazione di gioco disputata dalla squadra nell’intera stagione: gioco corale, scambi puliti, ripartenze collettive. Viene da pensare che se i rossoneri avessero giocato sempre così, oggi non staremmo guardando una gara di playout, ma tant’è. Riguardando gli appunti, sono davvero innumerevoli le azioni d’attacco: una menzione speciale la merita Traorè che, abituato a giocare da esterno puntando la porta, si inventa una partita intelligentissima da centravanti di manovra (alla Jovic, per intenderci) che produce un’infinità di sponde, “lava” palloni sporchi, dialoga con i centrocampisti, apre spazi con tocchi di prima. La prima giocata di questo tipo arriva al secondo minuto di gioco: il movimento del nostro attaccante mette in moto Ianesi che si invola sulla fascia sinistra, serve Sandri che tira forte e guadagna un corner.

I movimenti di Traorè, insieme alla facilità di palleggio di tutta la squadra, portano numerose occasioni, specie a sinistra dove Bartesaghi si sgancia volentieri per presentarsi in area da esterno aggiunto grazie alla sua progressione. Tanto bel gioco, tuttavia, non produce gol in proporzione, cosicché ci vuole un fallo piuttosto ingenuo proprio su Traoré, girato di spalle e al limite dell’area, per mandare Sandri sul dischetto del rigore al 32’ e muovere finalmente il tabellino: 1-0 per il Milan, che non cambierà più.

Battaglia campale

Nel secondo tempo è la Spal a rientrare in campo più determinata: alza il baricentro, aumenta il possesso e, anche se non è particolarmente pericolosa, cambia l’inerzia della partita. I ragazzi in rossonero si difendono e qualche volta ripartono pericolosamente: al 51’ ancora una grande sponda di Traorè manda al tiro Alesi, ma la mira è da aggiustare; al 54’ Traorè riesce finalmente a partire fronte alla porta, salta due difensori e scivola al momento del tiro. Poi cresce la Spal e soprattutto si fa sentire la stanchezza dei milanisti, che pagano evidentemente un primo tempo di grande dinamismo. Arrivano cambi prima da parte ferrarese, con l’attacco completamente ristrutturato (entra il bomber Antenucci), e poi anche da parte rossonera: sono molti i giocatori con la lingua fuori, e lo si capisce anche dall’aumento degli interventi fallosi, tanto che Oddo deve addirittura modificare in corsa un cambio: al 75’ escono Alesi, Traorè e Branca (stava uscendo Ianesi, che invece deve stringere i denti perché c’è qualcuno più provato di lui) ed entrano Malaspina, Sia e Turco. I rossoneri si dispongono con un 1-3-4-3 in cui Ianesi e Sia giocano ai lati di Turco.

All’80’ è Quirini, meno dominante del solito forse perché il gioco si sviluppa più a sinistra, ad avere un’occasione d’oro: entra in area da destra lungo la linea di fondo e mette in mezzo un cross rasoterra di quelli solo da sfiorare; purtroppo, ci arriva prima un difensore. All’86’ entra Omoregbe per Ianesi, che già aveva tentato di uscire nella precedente tornata di cambi. I minuti di recupero sono cinque: al 91’ il nuovo entrato Omoregbe entra in area da destra ma inspiegabilmente, invece di sfruttare il vantaggio sul difensore che gli rimane dietro, si lascia cadere cercando un contatto che non c’è. Al 94’ entra anche Victor Eletu, un po’ per dare forza fisica al centrocampo, molto per spezzare l’assedio. Al 95’30” la partita è finalmente finita e il Milan Futuro ha messo a segno un piccolo break sul quale, tuttavia, non potrà adagiarsi.

Ci si rivede a Ferrara

Ci sono curiose analogie fra il Milan Futuro e la prima squadra. Per entrambe le formazioni, la stagione è stata decisamente negativa ma può essere almeno parzialmente riscattata da una partita secca, che ha l’Emilia come epicentro: contro il Bologna per i grandi, contro la Spal per gli Under 23. Ed entrambe le formazioni affrontano la stessa squadra due volte in una settimana: il Milan Futuro per la formula stessa del playout, la prima squadra per un capriccio dei calendari. Entro sette giorni sapremo tutto.

Che cosa dobbiamo aspettarci dalla gara nella splendida Ferrara, città degli Este e dei Finzi-Contini nati dalla penna di Giorgio Bassani? Oddo è stato bravissimo a leggere la partita di andata e ad affidarsi alla coppia di attaccanti di movimento Ianesi-Traorè, che ha aperto grandi spazi per gli esterni e le mezzali: già nel secondo tempo, però, il disegno del tecnico pescarese ha mostrato qualche falla, dovuta in prevalenza alla stanchezza dei protagonisti. Sabato 17 avremo contro di noi l’esperienza di un tecnico come Baldini, che certamente non vorrà farsi mettere in scacco allo stesso modo, e la pressione di uno stadio caldissimo (“da serie A”, come lo ha definito lo stesso Oddo). Possiamo solo immaginare l’intensità con cui la Spal scenderà in campo, magari con il local hero Mirco Antenucci – alla sua ultima partita in carriera – a guidare l’attacco per accendere ancora di più la spinta del pubblico.

Insomma, Oddo, Tassotti e i ragazzi dovranno essere molto bravi a non farsi travolgere dall’ondata emotiva con cui i biancazzurri tenteranno certamente di aggredire la partita fin dall’inizio: sul campo abbiamo dimostrato di potercela giocare, con la Spal e non solo; ora si tratta di dimostrarlo in quella che sarà probabilmente la partita psicologicamente più difficile dell’anno, per chiudere con un sorriso una stagione decisamente amara, per mantenere la categoria (sul campo e non attraverso un eventuale ripescaggio) e tenere in vita questo progetto di Under 23 che, a mio parere, è stato utilizzato male ma resta di grande interesse e che, se l’esperienza serve a qualcosa (non sempre, in effetti), può ancora dare i suoi frutti migliori.

BIO: Luca Villani è nato a Milano il 31 gennaio 1965. Giornalista professionista, oggi si occupa di comunicazione aziendale e insegna all’Università del Piemonte Orientale. Tifoso milanista da sempre, ha sviluppato negli anni una inspiegabile passione per il calcio giovanile e in particolare per la Primavera rossonera. Una volta Kakà lo ha citato in un suo post su Instagram e da quel momento non è più lo stesso.

Una risposta

  1. Anch’io ho visto la partita (in verità le ho viste tutte) e rimane il rammarico per una stagione che avrebbe potuto essere gestita meglio da una dirigenza purtroppo inesperta e con davvero poca conoscenza della Serie C. A Ferrara sarà durissima, vedremo cosa ci riserverà la prossima stagione.

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