Tra le abitudini che mi porto dall’infanzia c’è quella di consultare settimanalmente l’andamento dei campionati europei su Televideo, quelli che vanno dalla pagina 295 alla pagina 298, per capirci risultati e classifiche dei quattro principali campionati europei. È una deformazione personale, sono abituato a guardare oltre i confini nazionali. Oggi consulto anche applicazioni di risultati e classifiche, capaci di essere scrupolosamente dettagliate nelle statistiche, ma non ho mai smesso di aggiornarmi su Televideo.
A poche giornate dalla fine, la situazione sembra ormai delineata in Inghilterra dove il Liverpool è a un passo dal vincere il suo titolo numero venti; in Germania i sei punti di vantaggio del Bayern Monaco sul Bayer Leverkusen sembrano rassicuranti laddove il campionato da diciotto squadre termina alla 34esima e al fischio finale mancano cinque partite; in Italia e in Spagna tutto è ancora aperto; mentre il Paris Saint- Germain ha soltanto formalizzato il verdetto di un campionato vinto già da molto tempo, tenuto vivo dall’Olympique Marsiglia di De Zerbi che poi ha mollato la presa e si è fatto ora superare dal Monaco nel recente scontro diretto.
I cinque campionati europei, i più ricchi e prestigiosi, hanno peculiarità che li distinguono tra loro ma evidenziano negli ultimi decenni tendenze simili, come il peso degli investimenti che soprattutto con l’avvento dei magnati russi e dei petrodollari hanno avuto un impatto decisivo in Inghilterra e Francia. Qualche miracolo è avvenuto, uomini, idee e programmazione che hanno sovvertito pronostici, mentre sembra essere finita l’epoca delle ricche famiglie che, incuranti delle spese, investono pesantemente.
Negli ultimi vent’anni quali squadre hanno vinto i principali campionati d’Europa?
Vediamolo nel dettaglio.
ITALIA: LA FINE DEL MECENATISMO MILANESE
Nel 2006 l’Italia di Marcello Lippi diventava campione del mondo a Berlino, il coronamento di un movimento calcistico che si era nutrito di una generazione di campioni, nati tra gli anni 70 e 80 che giocavano nella Serie A, il campionato più bello e difficile al mondo. All’ultima giornata della stagione 2005/2006 la Juventus, già campione l’anno prima, aveva un vantaggio di tre punti sul Milan. Solo la contemporanea sconfitta della Juve a Bari contro la Reggina e la vittoria del Milan in casa contro la Roma di Spalletti avrebbe regalato lo Scudetto ai rossoneri, che dalla loro godevano del vantaggio dello scontro diretto vinto ad ottobre. Qualche settimana più tardi una sentenza diede all’Inter il tricolore numero quattordici della sua storia. Da quel momento è iniziato il dominio nerazzurro che è durato un lustro, cinque scudetti consecutivi dove finalmente Massimo Moratti ha raccolto i frutti di tanti anni di sacrifici (miliardi di lire prima, poi milioni di euro), portando i nerazzurri sul tetto del mondo.
Nel 2013 c’è stata la cessione dell’Inter a Thohir e il disimpegno della famiglia.
Il Milan ha messo fine a questo dominio interista nel 2010/2011 quando Silvio Berlusconi finanziò una corposa e importante campagna acquisti con l’ingaggio di Ibrahimović, Robinho e Boateng su tutti, vincendo lo Scudetto numero diciotto, l’ultimo della sua gloriosa presidenza. Si chiuse anche l’era della gestione familiare del calcio a Milano, quella che qualcuno ha definito mecenatismo, di due presidenti che avevano anteposto la passione agli interessi. Emblematico fu il derby di Pasqua 2017, il primo che parlava mandarino. A partire dal 2011/2012 si impose la Juventus di Andrea Agnelli che fino al 2020 è stata l’indiscussa dominatrice di una Seria A forse nel suo periodo di minore appeal.
Dopo il ciclo Juve, che ad un certo punto si era incaponita nel voler conquistare la Champions League, facendo anche investimenti onerosi come quello di Cristiano Ronaldo, l’Inter di Antonio Conte conquistò lo Scudetto nella stagione 2020/2021, sfruttando la prematura eliminazione dalla Champions League e dirottando tutte le forze sul campionato, vinto davanti ad un Milan caparbio.
Proprio i rossoneri, l’anno dopo, avrebbero seguito lo stesso percorso dei cugini.
Eliminati dal gruppo di ferro di Champions League in cui erano inseriti (Atletico Madrid, Liverpool e Porto) batterono l’Inter nel derby cruciale del 5 febbraio 2022 finendo in crescendo la stagione e dando ad un fondo di investimento (Elliot) il primo Scudetto della storia del calcio italiano.
Dopo il diciannovesimo Scudetto rossonero, tanto miracoloso quanto mai meritato è stato il titolo del Napoli di due anni fa, unica realtà a inserirsi in questo ventennio tra le tre grandi storiche del calcio italiano, prima che ancora una volta l’Inter si riconfermasse nella stagione scorsa. Inter e Napoli sono ora in lotta per vincere la Serie A 2024/2025.
FRANCIA: C’ERA UNA VOLTA IL LIONE
Per anni il campionato francese, la Ligue 1, ha visto alternarsi diversi vincitori. Storicamente è un campionato che non ha avuto padroni assoluti, ma ben ventotto squadre hanno conosciuto l’ebbrezza della vittoria.
Nel 2006 l’Olympique Lyonnais era all’apice del suo splendore.
A partire dal 2002 la squadra del patron Aulas vinse ben sette campionati di fila e nella stagione pre-mondiale arrivarono ai quarti di Champions League, spaventando non poco il Milan che ebbe la meglio dei francesi soltanto nel finale della partita di ritorno. L’era d’oro dell’OL finì nel 2009 quando una nobile del calcio transalpino, oggi mestamente decaduta, il Bordeaux dell’ex Milan Gourcuff vinse la Ligue 1 sotto la guida di Laurent Blanc. Fino al 2012 si sono alternate quattro squadre al vertice del calcio francese. Nel 2010 ci fu il ritorno al titolo dell’OM di Didier Deschamps, prima delle sorprendenti vittorie del Lille di Eden Hazard (2011) e del Montpellier di Olivier Giroud (2012). Il 2012 è l’anno in cui entrarono nella scena del calcio d’Oltralpe i petrodollari di Nasser Al-Khelaifi che riportò al titolo il PSG, dopo diciannove anni, grazie ai massicci investimenti e all’arrivo di Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva. Il dominio del Paris Saint-Germain conobbe una battuta d’arresto nel 2016/2017 allorquando il titolo tornò nel Principato di Monaco, il numero 8 per il Monaco che potè contare sulla liquidità di Dmitrij Rybolovlev, e nella stagione 2020/2021 con la clamorosa vittoria del Lille di Galtier, a dieci anni di distanza dall’ultimo titolo.
SPAGNA: NULLA DI NUOVO SOTTO IL SOLE
Partiamo da un dato statistico imprescindibile: nella storia della Primera Divisione il titolo se lo sono aggiudicato soltanto nove squadre. Più della metà dei titoli sono stati spartiti tra Madrid e Barcellona. Di tanto in tanto l’egemonia dell’asse Real-Barça è stata rotta da alcune formazioni, come Real Sociedad e Athletic Bilbao negli anni 80, e Valencia e Deportivo La Coruna negli anni 2000. Nel recente passato, parliamo di una dozzina d’anni , l’Atletico Madrid del Cholo Simeone si inserita tra le due principali contendenti. Nulla di nuovo sotto il sole, quindi.
La novità è forse rappresentata dalla netta affermazione del Barcellona in questi vent’anni che con Rijkaard ma soprattutto con il calcio sublime di Pep Guardiola ha lasciato traccia nella storia di questo sport. Lo sliding door nella storia della rivalità tra la monarchica Madrid e l’indipendentista Barcellona potrebbe essere il sonoro 4 a 1 con il quale il Real sigillò il titolo del 2007/2008. Forse in quel momento i dirigenti blaugrana si resero conto che bisognava cambiare registro, vincere imponendo la filosofia che si fonda essenzialmente su un modulo di gioco (4-3-3) insegnato dalla tenera età nella Cantera. Risultato: una stagione, 2008/2009, che resta nella storia del calcio e, che se vogliamo, ha parecchie analogie con il Milan sacchiano.
Il Barcellona da allora ha vinto dieci titoli, contro i sei del Real e i due dell’Atletico Madrid, che con Simeone è diventato un’alternativa affidabile al duopolio.
GERMANIA: LE MONTAGNE SEMPRE VERDI DI MONACO
L’Allianz Arena fu inaugurato il 30 maggio 2005 e da allora è uno dei punti di forza del Bayern Monaco che proprio in quella stagione (2005/2006) vinceva il suo ventesimo titolo davanti al Werder Brema e all’Amburgo, due squadre che nel corso degli anni hanno vissuto serie difficoltà, in particolare la squadra anseatica del nord, retrocessa per la prima volta nella sua storia nel 2018.
Il calcio non ha pietà.
Il 2007 fu forse un campionato con uno degli esiti più sorprendenti: vinse al fotofinish lo Stoccarda di Armin Veh che coronò anni caratterizzati da buone stagioni. La sorte avrebbe riservato la Zweite Bundesliga anche ai bianchi. Il Bayern ferito e umiliato da quella stagione negativa, conclusasi con il piazzamento al quarto posto e l’eliminazione in Champions League ai quarti di finale da parte del Milan si rifece la stagione dopo con gli acquisti di Klose, Ribery e Luca Toni vincendo nettamente il ventunesimo titolo. Da allora i bavaresi hanno quasi sempre dominato la scena nazionale, vincendo ben undici titoli di fila (dal 2013 al 2023), lasciando le briciole alle altre compagini (Wolfsburg 2009, Borussia Dortmund 2011 e 2012, Bayer Leverkusen 2024).
Clamoroso è stato l’esito della stagione 2022/2023.
Il Borussia Dortmund di Terzić guidava la classifica all’ultima giornata. Un Mainz, intento a rovinare la festa, si trovò avanti di due gol al Westfalenstadion nel primo tempo, rendendo complicata la rimonta dei giallo-neri che riuscirono soltanto a pareggiare nel finale, proprio nel momento in cui Musiala nel recupero regalò il titolo ai biancorossi di Monaco, impegnati a Colonia.
Il calcio fresco di Xabi Alonso ha portato lo scorso anno uno storico successo nella città della Bayer, rompendo la tirannia del Bayern Monaco, un po’ come aveva fatto Jürgen Klopp un decennio prima a Dortmund.
INGHILTERRA: TUTTE LE STRADE PORTANO A MANCHESTER
La storia recente del calcio a Manchester può dividersi in due epoche ben distinte: prima e dopo Alex Ferguson. Il manager, capace di riportare il Manchester United ai vertici del calcio inglese e mondiale, vinse il suo primo titolo nel 1993, dominando gran parte degli anni 90, quelli della nota scena musicale di Madchester, dei vari gruppi come Chemical Brothers, Primal Scream e Stone Roses, forse meno celebri dei fratelli Gallagher, gli Oasis, quelli che tifavano all’epoca la squadra sfigata della città, il City.
A partire dagli anni 2000 la competitività in Inghilterra è aumentata anche per gli investitori stranieri che sono intervenuti nel calcio, come Roman Abramovic. Il suo Chelsea, dopo aver vinto nel 2005, si riconfermò l’anno dopo, alternandosi allo United e sfidandolo anche a livello internazionale, come avvenne nella finale di Champions League del 2008 vinta dai Red Devils. Quando sulla scena incombè Mansour bin Zayed Al Nahyan, si capì che il vento stava cambiando. Quelli sfigati del City vinsero all’ultimo respiro il titolo del 2012 sotto la guida di Roberto Mancini, davanti ai cugini più noti.
Da allora i Citizens hanno conquistato otto Premier League. Alcune squadre hanno faticato a riproporsi nella bagarre, come l’Arsenal che nell’ultimo ventennio non è riuscito a imporsi nel torneo. Il Chelsea si è anteposto al dominio di Manchester (2015, 2017) e il Liverpool nell’anno della pandemia (2020), ma tutte le strade portano a Manchester, che ha festeggiato in città il titolo per tredici volte.
Ci fu poi il miracolo di una squadra che due anni prima vinceva la Championship e che aveva ottenuto la salvezza nella stagione 2014/2015: il Leicester di Claudio Ranieri.
Nella stagione 2015/2016 i gol di Vardy e la sapienza a centrocampo di Kantè regalarono alla città un sogno mai vissuto prima e a Ranieri un titolo strameritato e forse irripetibile, soprattutto in Inghilterra dove si canta e si balla solitamente soltanto dalle parti di Manchester.

BIO: Vincenzo Pastore
Pugliese di nascita, belgradese d’adozione, mi sento cittadino di un’Europa senza confini e senza trattati.
Ho due grandi passioni: il Milan, da quando ero bambino, e la scrittura, che ho scoperto da pochi anni.
Seguire lo sport in generale mi ha insegnato tante cose e ho sperimentato ciò che Nick Hornby riferisce in Febbre a 90°: ”Ho imparato alcune cose dal calcio. Buona parte delle mie conoscenze dei luoghi in Gran Bretagna e in Europa non deriva dalla scuola, ma dalle partite fuori casa o dalle pagine sportive[…]”
Insegno nella scuola primaria, nel tempo libero leggo e scrivo.
2 risposte
Perfetto panorama e cronistoria del calcio europeo Vincenzo!
Decisamente non semplice andare a ricostruire e mostrare il costrutto finale delle 5 nazioni europee che hanno marcatamentee segnato pagine indimenticabili del Calcio mondiale. Chapeau alla tua meritata scrittura!
Buona giornata. A presto.
Massimo 48
Grazie, carissimo Massimo! Gentile come sempre. I soldi fanno da padroni ma spesso ci sono i miracoli fatti di lavoro, programmazione e idee, come avvenuto con il Leicester, il Leverkusen e, aggiungerei, il nostro Milan nel 2022. È quella l’antifona di fondo. Ormai i campionati più importanti sono alla mercé di chi ha tanta pecunia e la paura che si possa arrivare ad una Superliga elitaria è sempre dietro l’angolo.
Buona serata
Vincenzo