Ci fu il tutto esaurito nella serata del lontano 11 Ottobre 1994 presso l’auditorium Santa Chiara di Trento per celebrare uno degli eventi più attesi della settima edizione del Festival dello Sport essendo impreziosito dalla straordinaria presenza del Milan degli “Invincibili”, la squadra che conquistò la sua quinta Coppa Campioni battendo il 18.5.94 per 4 a 0 (doppietta di Massaro, Savicevic e Desailly) il Barcellona di Johan Cruijff allo stadio Olimpico di Atene.
Queste le formazioni:
Milan – Rossi, Tassotti, Panucci, Albertini, Filippo Galli, Maldini, Donadoni, Desailly, Boban, Savicevic, Massaro.
Barcellona – Zubizarreta, Ferrer, Guardiola, Koeman, Nadal, Bakero, Sergi Barjuan, Stoichkov, Amor, Romario, Begiristain.
Sul palco saliranno con una interminabile standing ovation dieci giocatori, Demetrio Albertini, Zvonimir Boban, Alessandro Costacurta, Marcel Desailly, Roberto Donadoni, Filippo Galli, Stefano Nava, Florin Răducioiu, Sebastiano Rossi e Mauro Tassotti, nonché il mister Fabio Capello e l’iconico dirigente rossonero Adriano Galliani. Fecero seguito numerose storie ed aneddoti raccontate dai campioni d’Europa tra risate ed applausi, ricordando uno dei momenti più belli di quella storica vittoria magistralmente ottenuta contro i plurivincitori blaugrana.
La serata proseguirà con l’intervento dell’A.D. Galliani che sottolineirà di aver vissuto con il trainer Capello cinque stagioni fantastiche a partire dal 1987 ricordando in particolar modo quella del 91/92 quando oltre alla conquista dello scudetto vennero inanellate ben 58 gare di fila senza subire sconfitte e far dunque meritatamente ottenere ai protagonisti di questa epica squadra rossonera l’indelebile appellativo di “Invincibili”!
Ma tu, dopo questa amarcordiana lettura, come pensi che si senta in questo momento della stagione un nostro qualsiasi tifoso rossonero? Sconvolto, abbacchiato dalle angosce nostalgiche di quegli irripetibili lustri di fine secolo oppure patologicamente disteso nel divano di fronte ad un tv 55″, burger e patatine in mano, pronto ad urlare un agognato Forza Milan rimasto strozzato nella gola per il penoso passivo già maturato alla fine del primo tempo in quel di Via del Mare salentino?
Il quesito all’apparenza sembrerebbe semplice ma rapportato al presente implicherebbe gioco forza alcune profonde considerazioni.
Trent’anni fa i primi computer nonché telefonini iniziavano timidamente il loro bruciante percorso. In altri termini si abbandonava pian piano il mondo analogico per abbracciare quello digitale, addio nastri e lancette a beneficio di pennette e display! Oggigiorno la tecnologia è entrata nelle case come fosse acqua dal rubinetto. È questo un modo per sintetizzare telegraficamente il radicale mutamento a livello globale che si è vissuto proprio negli anni a cavallo del nuovo millennio quando tante, tantissime e forse troppe cose sono cambiate e molte purtroppo in peggio, persino le nostre vecchie Lire vennero mandate in pensione con la promessa, non mantenuta, che con la nuova moneta europea ci saremmo sicuramente trovati meglio!
Oggigiorno si segue il calcio in maniera più attenta e “scientifica” di quanto non si facesse negli anni Novanta. Ovviamente, quando capita di rivedere un’immagine, un video di quegli anni il pensiero vaga piacevolmente a quel tempo antico sopratutto se alcune immagini calcistiche siano legate ai ricordi personali di un’età verde, spensierata, irrivivibile. E così sfogliare un vecchio album, o rivedere una trasmissione che ricorda quegli anni, potrebbe rappresentare il simpatico passatempo di un pomeriggio uggioso piuttosto che vivere la diretta di una delle gare ripartite a spezzatino in ogni giorno della settimana e nelle ore più disparate.
Provo tanta mancanza di quelle domeniche che ci vedevano passeggiare, dopo le fettuccine fatte a mano e l’arrosto con patate sapientemente cucinati dalla mamma, dalle h. 15 in poi con la radiolina a transistor tra le mani ad ascoltare “Tutto il calcio minuto per minuto” per poi esultare come un bambino con il suo pallone al gol vittoria del nostro Milan!
Questo, nel giorno di San Giuseppe e della festa del Papà, è quanto con un sospiro ed una mezza lacrimuccia amo ricordare di quegli irripetibili anni dei nostri grandi ed unici “Invincibili”… mentre addento, per rabbia ma anche per gioia, una deliziosa zeppola alla crema cosparsa di deliziose amarene, dono di mia figlia nella giornata ricordevole del papà, …e, come diceva il buon Totò desidero gustarla “alla facciaccia brutta…” di quella nostalgia canaglia dei mitici anni 90! (con la viva speranza che possano essere, ed in tempi brevi, solennemente e completamente clonati!).

BIO MASSIMO BALDONI
Massimo 48 nasce a Roma nei primi anni del dopoguerra da mamma umbra e papà francese. Negli anni dell’adolescenza ama spesso frequentare l’agenzia di stampa ove il padre opera in qualità di telescriventista rimanendo particolarmente attratto dalla stesura degli articoli nella redazione sportiva.
Si diploma Perito Tecnico in Telecomunicazioni e dedica tutta la sua vita lavorativa al settore radio elettronico in varie aziende. Poi, dopo i primi anni di grigia pensione, inizierà quasi per gioco a scrivere in qualità di blogger nella sezione Vivoperlei di Calciomercato.com dove oltre che di calcio si può scrivere di qualsiasi altro accadimento ad esso correlato.
Viene insignito dal Direttore Stefano Agresti nella sede di CM a Milano con una targa risultando il miglior blogger dell’anno 2021 in quella specifica sezione.
Ora è alla ricerca di nuovi siti di scrittura, ed aver trovato l’incontro con “La complessità del calcio” con la regia di Filippo Galli è un’assoluta ed autentica vera chicca!
Buon Milan a tutti!
4 risposte
“E così sfogliare un vecchio album, o rivedere una trasmissione che ricorda quegli anni, potrebbe rappresentare il simpatico passatempo di un pomeriggio uggioso piuttosto che vivere la diretta di una delle gare ripartite a spezzatino in ogni giorno della settimana e nelle ore più disparate”…basta questo passo per commentare il tuo pezzo, carissimo Massimo. Manca anche a me quel calcio, le domeniche dei campi con Ameri e Ciotti si rimbalzavano il collegamento audio. Oggi pare che la magia si sia spezzata, che il calcio si segua per inerzia e che quei favolosi tempi non torneranno più
Grazie Vincenzo per le tue gentili parole che apprezzo molto e son certo oseranno stimoleranno ulteriormente i bei ricordi calcistici e non di quegli anni semplicemente magici!
Buona giornata e buon Milan!
Massimo 48
Non avevamo varcato ancora il confine di una certa età, caro Massimo, e, credo, una parte di rimpianto sia dovuta a quello. Abbiamo vissuto, in quegli anni di cui parli, su quel confine di un periodo che iniziava ad accelerare rispetto alle nostre abitudini e a cambiare lingua. Quella che si parla oggi, in qualche modo giustamente, non ci vede così padroni e poi, abbiamo termini di paragone che ci distraggono e ci fanno voltare indietro con un po’ di rimpianto.
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“Chi glielo dice a chi è giovane adesso di quante volte si possa sbagliare,
fino al disgusto di ricominciare perché ogni volta è poi sempre lo stesso.
Eppure il mondo continua e va avanti con noi o senza e ogni cosa si crea
su ciò che muore e ogni nuova idea su vecchie idee e ogni gioia su pianti”.
Così scriveva e cantava Francesco Guccini.
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Avranno altri rimpianti e altre motivazioni, per voltarsi a ritrovare i loro tempi belli, i ragazzi di oggi, come per noi restano impagabili le sfide su campetti inventati, quando il calcio dava un’altra velocita al nostro cuore mentre si inseguiva un pallone, in quelle interminabili partitelle che sembravano appena iniziate, quando finivano, che ci voltiamo ancora a guardarle, anche se quei campetti improvvisati ci abitano, ormai, solo dentro, ma sono ormai perduti nella realtà in irriconoscibili spazi cementificati.
E come si fa a non provarne rimpianto!? Così come per la sigla di “Tutto il calcio minuto per minuto” e l’attesa del collegamento con la partita che vedeva impegnata la nostra squadra. Allora le partite erano anche frutto della nostra immaginazione che disegnava quello che la bravura da grandi narratori del momento, che possedevano tanti giornalisti dediti alla radiocronaca, suggeriva, perfino abbellendola al sentire il nome dei nostri beniamini.
Un abbraccio, Massimo.
Ben dici Calatino!… “in quegli anni di cui parli, su quel confine di un periodo che iniziava ad accelerare rispetto alle nostre abitudini e a cambiare lingua. Quella che si parla oggi, in qualche modo… ”
Erano ancora i tempi del telefono a gettone con la rituale e gratificante domanda del buongiorno” Come stai? ” oggi beceramente sostituita dall’insulso e radaristico toponimo di
“Dove sei”? ” Soltanto questi due brevissimi lemmi farebbero comprendere al sommo Dante, semmai si reincarnasse, quanto si sia ingrullito l’idioma italico considerato tra i più belli al mondo. È vero che la tecnologia ha fatto passi da gigante e quella manciata di gettoni che ci gonfiava la tasca ancor prima che la svuotassimo per chiamare dalla cabina l’amorosa conosciuta a Rimini è ora sostituita da una SIM più piccola di un francobollo con la quale puoi chiamare anche il Polo Nord ma è altrettanto vero che la tranquillità di quegli anni ha lasciato il posto all’insoddisfazione e al consumismo (tarli ingordi frutto del logorio della vita moderna) alla frenesia, al sorpasso, all’egoismo, calpestando spesso le più semplici abitudini come quella di fare amicizia in un bel parco in luogo di un interattivo social. Oppure di dare due calci al pallone in un qualsiasi pezzo di prato in luogo di un costoso abbonamento ad una palestra.
Ti ringrazio Calatino per il tuo analitico e gentile commento, ha fatto da colonna sonora a quegli anni irripetibili di fine secolo… gli anni della.. ” nostalgia canaglia!”
Un caro abbraccio.
Massimo 48