Dopo la delusione di venerdì sera, vincono Primavera e Under 23. Buoni segnali soprattutto da quest’ultima, che batte il Gubbio (1-0) più avanti in classifica. Camarda sbaglia un rigore, ma la prova nel complesso è buona; Vos esce troppo presto, Traore è diventato un giocatore vero
Il weekend calcistico iniziato la sera di venerdì 6 dicembre è andato in crescendo: una sconfitta, una vittoria scontata e una un po’ più difficile. Venerdì sera, infatti, la prima squadra ha giocato con l’Atalanta e ha sciupato – diciamo così – un set point importante; sabato la Primavera ha incontrato la Sampdoria, mentre domenica il Milan Futuro ha incrociato il Gubbio. Avremmo preferito che le cose andassero al contrario? Forse sì. Ma intanto godiamoci i successi dei giovani.
Fonseca lasciato solo
Non parlerò della prima partita, quella del Milan “vero”, su cui molto è stato scritto, se non per un rapido commento in merito alle polemiche del dopo partita. In molti si sono concentrati su chi fra Fonseca (“gli arbitri non ci rispettano”) e Morata (“dovevamo fare di più nel secondo tempo”) avesse ragione: hanno ragione entrambi. Tutti i tifosi milanisti, da anni, hanno la sensazione che la loro squadra – inserita in un sistema in cui casualmente Gravina e Ceferin frequentano festosamente la tribuna dell’Inter – rappresenti la palestra ideale per gli arbitri che vogliono mettere in mostra la loro presunta indipendenza con decisioni lunari, per di più prese ai danni di una “grande” (“guarda come sono coraggioso”), che evidentemente tanto grande non è più: per una volta che qualcuno lo dice, dovremmo scandalizzarci? Al tempo stesso ha ragione Morata perché il secondo tempo di Atalanta-Milan è stato effettivamente rinunciatario, e proseguendo su questa strada non si troveranno certo trofei e nemmeno piazzamenti degni dei nostri colori. A non tornare, casomai, sono i ruoli e gli interpreti: Fonseca avrebbe fatto meglio a fare la parte del gentleman che guarda in casa propria (come del resto fa sempre), a patto che […]* facesse la voce grossa con le istituzioni.
* mettete voi il nome che vi pare opportuno: Cardinale? Scaroni? Furlani? Ibrahimovic? Moncada? Maldini? Galliani? Goldrake? Come mai tutti sapremmo individuare l’addetto alle rimostranze per ogni squadra del mondo tranne che per il Milan? È forse proprio da questa vaghezza di ruoli che nasce la frustrazione dei tifosi oltre a quella di Fonseca, cui tocca recitare una parte anche psicologicamente non sua.
Sant’Ambrogio, Prima della Scala e Primavera
Smarcato il primo punto, passiamo al sabato di Sant’Ambrogio, la giornata forse più cara ai milanesi, quando all’ora di pranzo il Milan Primavera (capolista fino a due turni fa) ha incontrato la disastrata Sampdoria, ultima con cinque punti. Forse per questo ampio divario in classifica, il risultato sembrava annunciato. E invece il Milan ha provato a complicarsi la vita. I rossoneri di Guidi sono scesi in campo con Longoni in porta; una difesa a quattro composta da Bakoune, Paloschi, Dutu e Perera; un centrocampo a due/tre con i mediani Sala ed Eletu oltre a Comotto mezzala con licenza di inserimento; un attacco con Perrucci, Siman e Ibrahimovic.
Il primo gol arriva al 25’: Perrucci da sinistra serve Sala che mette in porta senza fatica. Nei minuti successivi arrivano altre occasioni (una in particolare, con Perera servito ancora da Perrucci) e si va al riposo sull’1-0.
Appena iniziata la ripresa, al 47’, la Sampdoria pareggia con un gol di testa di Patrignani lasciato solo (strano!). Per fortuna il nuovo vantaggio arriva subito dopo, al 50’: ancora una palla di un ispirato Perrucci per Ibrahimovic che di destro batte il portiere ligure. Altro gol esattamente dieci minuti dopo: al 60’, in quella che dovrebbe essere l’azione-tipo della nostra “Banda Bassotti”, Bakoune mette un cross di destro rasoterra e il nuovo entrato Di Siena (un’altra non-punta subentrata a Siman) appoggia in porta di prima intenzione.
Sul 3-1 la partita sembra pronta e impacchettata per essere consegnata agli archivi. E invece all’80’ la Sampdoria segna, nuovamente, di testa: Longoni, in realtà, para in acrobazia con un balzo che vince la forza di gravità per quanto resta in aria, e non vi è nemmeno la certezza che la palla superi effettivamente la linea di porta. Ma, in assenza di supporti tecnologici, conta il parere dell’arbitro e quindi siamo 2-3, nelle condizioni ideali per subire un assedio di dieci minuti, con qualche bella occasione rossonera in contropiede, ma anche con un finale thriller in cui anche il portiere Scardigno viene in avanti e solo la traversa ci salva da un pareggio che sarebbe surreale, ma non del tutto improbabile. Ci prendiamo i tre punti che ci riportano nel gruppo di testa e qualche bella giocata dei nostri fantasisti: in particolare Comotto, che sembra dotato non solo di ottimi piedi ma anche di una forte personalità che lo porta a provare giocate non scontate; Perrucci, non uno dei nomi che va di moda citare all’interno del settore giovanile rossonero, ma sempre coinvolto nelle azioni più importanti; lo stesso Ibrahimovic che non si fa condizionare da un cognome importante (lui usa anche quello della mamma, Seger) e si fa trovare pronto all’appuntamento con il gol (già cinque in stagione). Da registrare, come al solito, la difesa, che riesce a trovarsi in difficoltà con l’ultima in classifica. Un pensierino andrebbe rivolto anche all’attacco (mi ripeto, lo so), dove la mancanza di una prima punta continua a rendere la vita di questa squadra un po’ più complicata del dovuto.
In cima all’albero di Natale, la stella
A proposito di prime punte, domenica 8 dicembre il Milan Futuro ha potuto riabbracciare il suo bomber titolare, Francesco Camarda, dopo una lunga assenza dovuta alle convocazioni in prima squadra (che riprenderanno dopo questa partita).
L’avversario di turno è il Gubbio, 21 punti in classifica contro i 13 del Milan. Davanti al portiere Torriani, si dispone la nuova linea difensiva a tre, inaugurata da qualche partita a questa parte, composta da Coubis, Minotti e Zukic; il centrocampo è composto dagli interni Stalmach (ormai stabilmente promosso dalla Primavera, e con merito) e Sandri, e dagli esterni Jimenez a destra e Bartesaghi a sinistra; davanti a loro, le due mezzepunte Traore e Vos, schierato “alla Seedorf” in una sorta di ancelottiano albero di Natale (che non a caso i milanesi addobbano a Sant’Ambrogio); in cima all’albero la stella, ovvero il già citato Camarda.
Dopo una fase di studio, la partita si sblocca al 22’ del primo tempo: Jimenez se ne va sulla destra, mette in mezzo per Sandri che verticalizza per Traore, il quale lascia partire un bel destro che finisce sotto la traversa. E sul punteggio di 1-0 si conclude la prima frazione di gioco.
Al rientro in campo, il Milan Futuro si presenta con energia, lucidità e pressing alto: al 47’ Bartesaghi centra la traversa. Al 50’ Jimenez si procura un rigore: lo batte Camarda, che tuttavia se lo fa parare dal bravo Venturi. Il momento migliore dei rossoneri dura una decina di minuti: poi l’intensità cala un po’, anche in seguito ai i cambi. Al 66’ esce Vos
ed entra Diego Sia, nel suo ruolo naturale di esterno offensivo. Qualche minuto dopo escono Sandri e Traore per fare posto a Hodzic a centrocampo e Fall sull’esterno. Anche se le sostituzioni sono tutte corrette e ogni giocatore entra nel suo ruolo naturale, la magia mostrata nel primo tempo e soprattutto all’inizio della ripresa sembra scomparsa, vuoi per stanchezza, vuoi perché la chimica della formazione iniziale è evidentemente venuta meno. Il Gubbio, come è prevedibile, spinge per recuperare, ma la partita finisce con il punteggio di 1-0.
Per il Milan Futuro tre punti importanti, che lo portano a quota 16, distanziando il Sestri Levante e raggiungendo il Pontedera. L’impressione, come ho già scritto più volte, è che le qualità individuali ci siano, eccome: la speranza è che, anche grazie al nuovo modulo con la difesa a tre che sembra più affidabile, crescano l’intesa di squadra e la solidità difensiva, ma anche un po’ di cinismo sotto porta dove sprechiamo ancora molto.
Un Traore maturato
Fra i singoli, il migliore è Chaka Traore, che dal giocatore talentuoso ma un po’ presuntuoso dei primi tempi, tutto dribbling e testa bassa, sta diventando un esterno offensivo completo, più concreto e portato al gioco corale, capace anche di sacrificarsi in difesa e pronto per categorie più importanti. Francesco Camarda, nel suo rapido passaggio da Solbiate Arno fra due convocazioni in prima squadra, gioca una partita solida, fatta di poche occasioni, qualche bello scatto palla al piede, una costante ricerca della porta: peccato, davvero, per il rigore che avrebbe impreziosito la sua domenica. Bene anche Minotti in difesa, il più ragionatore del pacchetto arretrato accanto ai più irruenti Coubis e Zukic (un po’ il Matteo Gabbia del Milan Futuro), capace anche di qualche bel lancio. Jimenez, come sempre, a tratti imprendibile; meno a suo agio Bartesaghi dal lato opposto che, anche per la struttura fisica ben più imponente, ci pare più un perfetto braccetto sinistro che un esterno a tutta fascia. Anche Vos, finché resta in campo, dà l’impressione di poter fare la differenza col fisico, con i piedi e con la visione di gioco: purtroppo in campo ci resta sempre una sessantina di minuti e a noi rimane il dubbio di quale sia il suo effettivo impatto sulla squadra. Nel complesso, una buona partita che ci ricorda ancora una volta, caso mai ce ne fosse bisogno, che dal punto di vista tecnico questa squadra può giocarsela con tutte le rivali, a patto di trovare un dinamismo e un’aggressività che ancora si vedono a sprazzi.
BIO: Luca Villani è nato a Milano il 31 gennaio 1965. Giornalista professionista, oggi si occupa di comunicazione aziendale e insegna all’Università del Piemonte Orientale. Tifoso milanista da sempre, ha sviluppato negli anni una inspiegabile passione per il calcio giovanile e in particolare per la Primavera rossonera. Una volta Kakà lo ha citato in un suo post su Instagram e da quel momento non è più lo stesso.
2 risposte
Grazie ancora , è sempre un piacere leggere.
Notizie sul nostro grande Milan.
Forza Milan sempre.
Grazie a te Patrick!