IL CALCIO COME ESPERIENZA RELIGIOSA.

Il romanzo pubblicato da Ultra Sport “Il calcio come esperienza religiosa” ci racconta delle epiche semifinali delle Coppe europee del 1989, le straordinarie partite disputate dal Milan di Sacchi, il Napoli di Maradona e la Sampdoria di Vialli e Mancini.

Storie di calcio, di memoria, di personaggi indimenticabili che giocano partite contro un avversario o contro la vita. Una disamina sulle connessioni tra il calcio e la religione in un libro scritto utilizzando una lingua immaginifica e inimitabile.

Un’analisi caleidoscopica della società e della cultura degli anni ’80, riflessioni condotte al tempo stesso con lo sguardo acuto e distaccato del critico e quello entusiasta dell’appassionato di un calcio che non c’è più.

“Il calcio come esperienza religiosa” racconta un viaggio nella memoria, l’esperienza vissuta in prima persona dell’epica giornata del 19 aprile 1989, la data che ha cambiato la storia del calcio italiano a livello di club. Il racconto, in presa diretta dagli stadi, delle partite delle semifinali di ritorno delle coppe europee Sampdoria-Malines 3-0 e Milan-Real Madrid 5-0 in contemporanea con Bayern Monaco-Napoli 2-2.

Il 19 aprile 1989 è stato considerato da tutti gli addetti ai lavori lo snodo cruciale che ha dato la consapevolezza alle nostre compagini calcistiche di poter primeggiare in Europa, preludio a un’epopea durata dieci anni che ha visto sette squadre ottenere almeno una vittoria europea.

Nella stagione successiva, 1989-1990, con la conquista contemporanea di tutte e tre le coppe europee, la Coppa dei Campioni, la Coppa delle Coppe e la Coppa UEFA, da parte di Milan, Sampdoria e Juventus, l’Italia ha conseguito un record ineguagliato e ineguagliabile.

Nello stile narrativo di David Foster Wallace, il romanzo ci racconta tutto questo, insieme ad altre mille cose, da un punto di osservazione privilegiato e originale che catalizza l’attenzione. La realtà viene affrontata non limitandosi al racconto delle partite, ma focalizzandosi con vivacità sui molteplici aspetti delle gare, le complesse dinamiche, l’ambientazione, il brulicare delle persone, il variegato mondo delle tifoserie, le movenze degli atleti, le qualità umane e tecniche, gli specifici dettagli.

Nel romanzo si è piacevolmente guidati nella plasticità delle rappresentazioni a condividere sia riflessioni circa le ritualità del calcio e dei suoi campioni, sia a comprenderne gli aspetti artistici, estetici e spirituali in senso lato.

Il forte parallelismo tra calcio e religione traspare nel racconto, rappresentando il calcio come rituale di massa e di identificazione sociale nell’era della secolarizzazione, mettendone in evidenza molti elementi comuni e reconditi. Tutto attraverso una inimitabile narrazione immaginifica, chiara e nitida, che permette di gustare anche disquisizioni su fisica e filosofia declinate nel mondo del calcio.

Pagine memorabili di cronaca sportiva che si trasformano in letteratura.

“Un libro originale e coinvolgente, metà racconto, metà analisi sociologica che ci riporta agli anni delle grandi speranze.” MASSIMO DE LUCA

“Ecco il libro che mancava nell’universo del calcio come letteratura, metafora della vita, racconto tra cronaca e passione, religione laica e linguaggio pasoliniano. Andrea Novelli, con il suo stile ora limpido e ora tagliente, ci porta dentro le vene aperte del football: e ogni pagina contiene una rivelazione, un rimando, un’attesa. Questo volume ha trovato, nella mia biblioteca ideale, il suo nobile spazio tra Eduardo Galeano e Osvaldo Soriano”. DARWIN PASTORIN

BIO : ANDREA NOVELLI, dopo aver studiato ingegneria e aver intrapreso una carriera professionale in multinazionali di settore, ha iniziato a dedicarsi alla narrativa. Scrittore, sceneggiatore e critico è autore di romanzi gialli e thriller di successo, tra i quali “Soluzione finale” (Marsilio), “Per esclusione” (Marsilio/Mondadori), “Il paziente zero” (Marsilio), la trilogia “Manticora” (Feltrinelli), “Blind spot” (Ink), “Acque torbide”, “La superba illusione”, “L’essenza della colpa”, “Dare e avere”, “Sindrome cinese” (Frilli). Ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti come il Premio Palazzo al Bosco e un Libro per l’estate ed è stato più volte finalista del Premio Tedeschi e del Premio Altieri, promossi dalla Mondadori. È stato per oltre dieci anni arbitro di calcio dell’AIA.

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