PILLOLE DI METODOLOGIA-6 : LA COMPETENZA DEL RESPONSABILE DI SETTORE GIOVANILE.

Quale competenza deve avere il Responsabile di un settore giovanile (Rsg)?

Partiamo dal definire cosa sia competenza. Potremmo definirla come l’applicazione delle nostre conoscenze che, conseguentemente, diventano esperienza. Conoscenza ed esperienza, non necessariamente in questo ordine, determinano la competenza. Ciò significa che il vissuto dell’esperienza puo’ rimettere tutto in discussione. Dall’esperienza infatti potrei addirittura riscrivere le teorie che stavano alla base della mia conoscenza.

In altre parole, inizio con un’idea ma sono disposto a valutarla, modificarla ed eventualmente riprogettarla. Questo e’ il pensiero che ci deve accompagnare.

Ma di tutte le competenze, qual è la competenza specifica che questo ruolo richiede?

La nostra risposta parte del presupposto che si debba pensare all’aspetto tecnico come elemento essenziale della competenza. Tale aspetto comprende lo stile di gioco e l’approccio metodologico per poterlo attuare, non solo riferito agli aspetti di campo.

L’aspetto tecnico è una competenza che deve essere pertanto intesa come strumento necessario a valutare la validità, l’efficacia, nonchè la continuità e la coerenza del percorso formativo.  

Qualora risulti difficile condividerla e farla comprendere con chi sta gerarchicamente ai piani superiori, il Rsg ha comunque il dovere di essere partecipe all’implementazione dei suoi principi(renderli operanti) con le  professionalita’: Allenatori, preparatori atletici, preparatori dei portieri, psicologi e pedagogisti, match analyst, scout ecc..

Il Rsg deve inoltre coinvolgere le famiglie dei giovani calciatori e delle giovani calciatrici rispetto al loro percorso formativo.

Sì, anche con le loro famiglie che, al contrario di quanto molti sostengano, non dovrebbero essere escluse dalla conoscenza dell’approccio metodologico della Societa’ ma, a loro volta, essere costantemente, non solo informate, bensi’ formate in tal senso.

Potremmo dire che il gioco del calcio, il modo di intendere il gioco, come gia’ detto all’interno di questo Blog, sia l’elemento primario di una Societa’ di calcio e, al suo interno, si possano/debbano trovare metodi di lavoro comuni. Ribadisco che questa modalita’ puo’ trovare applicazione sia che si tratti di societa’ professionistiche, dilettantistiche o amatoriali.

Del resto come possiamo pensare che un Rsg possa relazionarsi con il proprio allenatore se non conosce l’aspetto tecnico, l’elemento principale?

E’ chiaro che cio’ sia aleatorio perche’ rischia davvero di metterlo a nudo.

E allora il Rsg, in alcune circostanze, deve saper accettare, di non sapere tutto. Puo’ imparare: siamo o non siamo tutti in continua formazione? Oppure e’ uno dei tanti slogan che si sentono ripetere e che abbiamo fatto nostro senza crederci?

Il Rsg puo’ imparare dal presidente, dal direttore generale o dal direttore sportivo ma puo’ apprendere anche dall’allenatore di una delle sue squadre o dal preparatore atletico piuttosto che dal preparatore dei portieri e via dicendo…

Non deve aver paura di non sapere tutto! Si perderebbero tante occasioni, opportunità per crescere e per far crescere la nostra Società. Vale per tutti.

Lo abbiamo già detto : tenere aperta la strada significa essere meno gerarchici, meno direttivi, essere aperti all’ascolto, al cambiamento.

 Occorre muoversi nella stessa direzione, che non significa uniformare, appiattire il pensiero.

Non mi stanchero’ mai di ripetere che la diversita’ e’ un valore ma lo e’ nel momento in cui va nella direzione congiuntamente intrapresa.

“Vivi con quelli che possono renderti migliore e che tu puoi rendere migliori. C’è un vantaggio reciproco perché gli uomini, mentre insegnano, imparano”. (Seneca)

13 risposte

  1. Filippo (provo sempre imbarazzo a chiamarti così preferirei “sua eccellenza”), più ti leggo e più ho il piacere di vedere altri tuoi scritti.
    A parte la chiarezza, mi piace la tua visione.

    Concordo alla grande con quanto da te scritto, ma voglio soffermarmi sull’importanza dell’ascolto. Non credo tanto che il ruolo principale dell’RSG sia di natura tecnica, cosa ovviamente importante, ma sia quello di assicurarsi che le risorse siano impiegate nel modo corretto; ovvero: “permettano il raggiungimento dell’obiettivo”.

    In questa funzione l’ascolto è di fondamentale importanza, sia se nasce da un problema sia se collegato ad una buona soluzione.

    Quindi, l’ascolto permette di inventariare le cose che funzionano e quelle che non funzionano. Qui, viene il grande ruolo del RSG: risolvere i problemi e non sciupare le cose che vanno bene.

    Questo vale anche per i settori giovanili amatoriali, dove sicuramente c’è meno tecnica e più socialità, ma comunque anche qui vanno individuati punti di forza e di debolezza.

    Poi, mi trovi d’accordissimo sul fatto di “educare” i genitori, ma aggiungo, non solo alla cultura del calcio, ma a quella di vivere in una comunità complessa (anche se fatta di poche persone), con delle regole.

    Giuseppe

    1. Ciao Giuseppe, parlo di competenza tecnica intesa come conoscenza dello stile di gioco delle squadre a sua volta inteso come strumento formativo.
      Altrettanto importante è la conoscenza dei principi metodologici che si vogliono applicare, altrimenti si rischia che il confronto con gli allenatori e le professionalità si basi solo sul risultato. Non che non sia importante ma, ancora più importante è come lo si ottiene.
      Grazie e a presto.

      1. Nel mio inciso “cosa ovviamente importante” riferita alla conoscenza dell’RSG, grosso modo concordavo con quello che mi hai precisato nella risposta.

        Ma, causa la mia formazione, aziendalistica, vedevo l’RSG come un manager a tutto campo, per cui gli riconoscevo più compiti e competenze, rispetto all’essere ,solo o in grandissima prevalenza, supervisore e garante della parte tecnica.

        Comunque, come una spugna sto assorbendo i concetti da tye espressi e presenti in quasi tutti gli articoli e interventi.

  2. PASSIONE.FISICITA.GIOVANE ETA.SACRIFICI.TANTA VOGLIA DI APPRENDERE.STUDIARE.APPRENDERE.E TANTO ALTRO ANCORA PER DIVENTARE UN N.1

  3. A me di questo articolo colpisce la parte dove si propone al RSG di “educare” i genitori, perché intanto presuppone uno stile societario di fare le cose e poi garantisce che gli stessi non diventino gli scalmanati che spesso vediamo sui campi.

    Complimenti.

  4. Filippo che dire, non ho nulla da aggiungere se non che sono sempre più d’accordo con te, trovo veramente a livello filosofico, concettuale e operativo una grande comunanza con quello che noi abbiamo chiamato Modello Anima. Grazie ogni tuo scritto è un’iniezione di fiducia e ci motiva ad andare avanti per questa strada. A presto…

  5. Ciao Filippo ,sono un tuo grande ammiratore ,sia come uomo che come calciatore e ti seguo da sempre,visto che ho la tua età. Bello questo tuo blog e interessanti gli argomenti che tratti. Vorrei tanto un giorno vederti sulla panchina del Milan ,di quale settore a te la scelta,perché trovo che sia un vero peccato che la nostra gloriosa squadra non possa sfruttare la competenza e l’intelligenza di uno dei più Grandi difensori che abbia mai avuto il Milan. Un abbraccio e Buona Vita .

    Sergio.

  6. Buonasera Filippo.
    Sono Maurizio Raffaele., Allenatore giovani calciatori in FDC Rhodense.
    Complimenti per il suo blog. Mi piace molto la vostra narrazione e penso che i vostri contenuti siano attraenti e sensibilizzanti. Leggo molto volentieri anche le interazioni degli utenti, che sono sempre ricche di spunti di riflessione. Qualche giorno fa ho letto il pensiero di una collega sul tema “sinergizzare”, e mi è piaciuto tantissimo. Concordo con quanto sopra riportato sul tema “Il Responsabile del settore Giovanile”, cosi’ come i contenuti della collega sul tema “connessione di idee, talento e risorse-sinergizzare il sistema”. Personalmente credo che la figura del RSG sia assolutamente tra le più importante in un Club di calcio, a qualsiasi livello. Allo stesso tempo, ritengo che la sinergia sistemica del ruolo e quindi le sinergie emergenti dalle capacità relazionali, metodologiche ed operative, sono determinanti nella qualità ed efficienza del lavoro, ed ancor di più nel mondo dilettante, dove “tempo e spazio” sono carenti ed ancorati ad una struttura macro sistemica non coerente ai principi universali stessi. La fisica determina che non esiste spazio senza tempo, come non vi è un tempo se non vi è lo spazio. Ovviamente il fattore tempo da cui si origina lo spazio è sempre determinante, quindi nei principi universali come in quelli del gioco del calcio.
    Purtroppo l’attualità è ancora la medesima di quando Io ero un piccolo Pulcino (classe 1980), dove i dilettanti sono amatori sportivi, prestano passione, dedizione e “tempo” libero come secondo impiego e non sempre godono di “spazi” adeguati.
    Il mio pensiero è che una delle carenze primarie del mondo del calcio è che nel settore dilettantistico, ovvero la base e la massa del calcio italiano, non ci siano ancora RSG qualificati come lavoratori sportivi, ovvero lavoratori “dilettanti” che prestano lavoro subordinato 5 giorni su 7, per 8 ore al giorno, con una retribuzione equa a mansione, responsabilità ed eventuali altri parametri di mercato noti. Eppure abbiamo un impatto indiretto e indotto sul PIL nazionale di € 10 miliardi in termini generali aggregati, decisamente maggiore di quando nel 1988 ero un piccolo Pulcino. In Pratica, avere “tempo e spazio” per un lavoro di maggior efficacia ed efficienza.
    Concludo ritornando alle prime righe del mio pensiero, circa il piacere di leggere osservazioni e articoli attraenti del Vostro Blog, per l’importanza della sensibilizzazione all’interno del movimento, del confronto tra stakeholder del sistema calcio per alla crescita culturale generale, e per la coerenza e correlazione ai principi di gioco generali del calcio giovanile, dove “Costruire dal Basso”, è il primo strumento di creazione di valori sportivi.
    Grazie e buon lavoro.

    1. Buongiorno Maurizio, grazie per il tuo contributo e per i commenti positivi rispetto ad alcuni pensieri emersi negli articoli pubblicati dai nostri autori.
      Aggiungo solo che in futuro discuteremo dei lavoratori “dilettanti” che, di fatto, prestano opera continuativa,sono risorsa fondamentale e avrebbero diritto ad attenzioni “differenti” rispetto alle attuali.
      Questo spazio accoglie il pensiero di tutti e qualora volessi scrivere qualcosa inerente al tema o ai temi già trattati, sei il benvenuto.
      Buona giornata.

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