Classe 2008, nato a Lisbona ma con radici nella Guinea-Bissau, Anísio Cabral è un attaccante mancino che incarna il prototipo del centravanti moderno.
Iniziato il suo percorso calcistico nel 2015 nel settore giovanile dell’Alta de Lisboa, l’anno successivo, nel 2016, viene notato dagli osservatori del Benfica, che intravedono in lui il potenziale adatto per entrare a far parte di uno dei vivai più strutturati e lungimiranti d’Europa. Da allora, prosegue il suo percorso di crescita nelle giovanili dove oggi milita con l’Under 17.
Nel settore giovanile delle “Aquile di Lisbona”, il migliore nel 2024 secondo il CIES, che il 30 ottobre 2024, scriveva: “Il Benfica è in cima alla lista, sia per il numero di calciatori formati che giocano in 49 divisioni di vertice in tutto il mondo, sia per quanto riguarda l’indice di formazione, una metrica che valuta la presenza numerica di giocatori formati in base al livello sportivo raggiunto”, Cabral sta crescendo in un ambiente che valorizza il talento senza bruciarlo, e i tanti giocatori che sono diventati campioni crescendo in questo club, suggerisce che intorno ad Anísio si stia costruendo un percorso pensato nei minimi dettagli, proprio come già fatto con altri ragazzi in precedenza.
Alto circa 182 cm, veloce, reattivo, capace di strappi brucianti, è dotato di una forza fisica importante per la sua età, che gli permette di reggere anche nei duelli aerei. La tecnica individuale è più che buona: ha controllo, visione e cambio di passo.
Anche se nasce come prima punta, ha una spiccata tendenza ad allargarsi, ama ricevere palla defilato, per poi servire i compagni verso l’area. È un giocatore che, per indole e doti, può spostare gli equilibri di una partita.
La sua dote principale, però, resta la finalizzazione, è rapido, istintivo e letale, attacca la profondità con tempismo e furbizia e ha una naturale confidenza con il gol. Già nel 2024 aveva brillato con il Portogallo U16 e il trend sembra confermarsi con costanza. Lo dimostrano le sue prestazioni nelle qualificazioni all’Europeo U17 di quest’anno, in soli 353’ ha messo a referto 5 reti e 3 assist, una media da attaccante vero, un gol ogni 70’ circa, numeri che non hanno bisogno di troppe interpretazioni.
In lui si intravedono anche margini per evolversi in qualcosa di più raffinato del classico “nove”: c’è una sensibilità tecnica, una qualità nei movimenti senza palla, che potrebbe portarlo anche a ruoli più fluidi, come esterno offensivo o attaccante a sostegno della prima punta.
Detto ciò, c’è anche ed ancora del lavoro da fare, a volte rallenta il gioco per una scelta imprecisa ed ha bisogno di affinare il timing nelle decisioni. Niente di anomalo per un ragazzo di appena 17 anni, che con la giusta guida colmerà sicuramente.
In sintesi è un profilo intrigante, da seguire passo dopo passo e se continuerà a lavorare e a curare i dettagli, a nostro parere potrebbe essere uno dei prossimi nomi forti del calcio portoghese. E forse, perché no, qualcosa di più.

BIO: Carmine Apollaro nato il 27 novembre 1990. Vive a Morano Calabro, un piccolo paese in provincia di Cosenza. Laureato in scienze motorie, ha lavorato come scout, prima per il settore giovanile del Frosinone Calcio e poi per il settore giovanile del Parma Calcio dove ha svolto anche il ruolo di match analyst per le categorie under 15 e under 16