LA SERIE A È VERAMENTE LA COMPETIZIONE PIÙ BELLA DEL MONDO?

Per l’anno 2024 la International Federation of Football History & Statistics (IFFHS) ha premiato le competizioni del bel paese con l’IFFHS The strongest National League in the World. Si tratta di un back-to-back per l’Italia, che ha anche raddoppiato il distaccorispetto allo scorso anno con la seconda nazione classificata.

Dal 1991, anno in cui la IFFHS ha assegnato il premio per la prima volta, l’Italia si è piazzata al primo posto per ben 13 volte, record assoluto insieme alla Spagna, ma la maggior parte delle vittorie risalgono a prima del 2000.

A cosa è dovuta la risalita degli ultimi anni?

Per rispondere a questa domanda potrebbe essere utile esaminare i criteri analizzati da IFFHS per assegnare il punteggio annuale ad ogni lega calcistica. Sebbene questi non siano esplicitamente espressi – d’altronde l’organismo viene riconosciuto dalla FIFA ma non fa parte del suo organigramma – il sito iffhs.to afferma quanto segue:

“Il titolo The Strongest National League of the World è una dichiarazione soggettiva, poiché possono essere utilizzati vari criteri per valutare la forza di un campionato di calcio. Fattori come la qualità dei giocatori, la competitività del campionato, il potere finanziario, il seguito globale e le prestazioni dei club nelle competizioni internazionali possono tutti influenzare la percezione della forza di un campionato.”

In altre parole l’assegnazione del premio è legata a doppio filo al giudizio soggettivo del Comitato dell’IFFHS.

Ciò ha fatto sorgere in me una domanda: sono eque le premiazioni?

In questo articolo proverò ad esplorare da un punto di vista puramente oggettivo uno dei fattori citati nella precedente dichiarazione, ovvero l’equilibrio competitivo delle competizioni nazionali.

L’obiettivo è quello di valutare quanto l’analisi di IFFHS sia accurata per la stagione 2023/24 e trarre delle conclusioni sull’andamento della competitività delle maggiori leghe calcistiche negli ultimi 11 anni.

Ma prima di proseguire è necessario riportare l’insieme dei dati che saranno oggetto di analisi.Le Leghe che verranno prese in considerazione sono dieci, le cui federazioni sono affiliate alla FIFA da una data precedente al 1990, selezionate in base al maggior punteggio cumulato nelle classifiche di IFFHS nel periodo 2001-2024. Di seguito viene riportato l’elenco dei paesi selezionati: per ognuno di essi verranno considerati i risultati ottenuti dalle squadre militanti nelle prime serie dei rispettivi campionati professionistici (es. Italia – Serie A, Spagna – LaLiga ecc.) dalla stagione 2013/14 a quella 2023/24.

l periodo esaminato è stato scelto in base a due premesse fondamentali:

• l’ecosistema tattico che permea il calcio di oggi è il risultato di una rivoluzione-innovazione che affonda le proprie radici all’inizio di questo periodo: il tiki-taka, il gegenpressing, la riaggressione o più in generale l’intensa diatriba tra calcio relazionale e posizionale sono il frutto dello studio degli ultimi 10 anni da parte degli staff tecnici;

• sebbene sia stato introdotto nel settembre del 2009, la regolamentazione del Fair Play Finanziario è divenuta vincolante proprio dal 2013/14;

Entrambi i punti riportati hanno avuto un impatto enorme su tutti i fattori che analizzeremo.

Finite le premesse, partiamo!

Cosa deve avere una competizione calcistica per essere oggettivamente bella? Sebbene il bello oggettivo sia una questione filosofica piuttosto dibattuta (Kant docet), è indubbio che una partita di calcio possa essere definita spettacolare se e solo se il risultato non è scritto già in partenza. Il tifoso non si stancherà mai di vedere la propria squadra vincere, ma uno spettatore neutrale preferirà emozionarsi di fronte allo spettacolo offerto da due team che competono nella maniera più equilibrata possibile.Ciò vale ancora di più se il discorso viene riportato ad una stagione o ad un insieme di esse.

Nel calcio professionistico equilibrio è sinonimo di incertezza e lo spettacolo si nutre di incertezza. Partite equilibrate determinano competizioni dall’esito incerto.

Per generare partite equilibrate è necessario che le squadre in campo possiedano simili capacità sportive: calciatori dalle qualità equivalenti, allenatori e staff adeguatamente preparati, strutture societarie ed impianti sportivi efficienti. Va da sé che tutto ciò implichi investimenti monetari nelle aree precedentemente menzionate. Tanto più alto e similare è il valore messo in campo dalle due squadre, tanto più il prodotto calcistico è d’interesse per il pubblico.

Come si misura l’equilibrio competitivo di una lega?

Le misure quantitative utilizzate per la valutazione dell’equilibrio competitivo individuate in letteratura sono molteplici e spesso si concentrano su aspetti differenti. Ne ho scelte tre, che riporto di seguito fornendo una breve descrizione e non mi dilungherò nell’illustrarne i dettagli matematici.

La Serie A non è il miglior campionato nazionale della stagione 2023/24. E di gran lunga.

Dal momento che non possiamo trarre conclusioni sulla singola stagione prendendo in considerazione l’Indice di Herfindahl-Hirschman e la Curva di Lorenz, ci baseremo esclusivamente sull’Indice C5 di Equilibrio Competitivo.

Con quest’ultimo riusciremo a valutare quanta predominanza hanno avuto le prime cinque della classe per ogni competizione rispetto alle restanti. La predominanza è valutata attraverso l’assegnazione di un punteggio. Tanto più basso è il punteggio, considerando come valore minimo 100, tanto più il campionato è stato equilibrato.

Di seguito vengono riportati i risultati.

La Primera División Argentina 2024 è stata la competizione più equilibrata dell’annata. Ma allora com’è possibile che un campionato a girone unico a 28 squadre, come l’ultima edizione di quello argentino, sia stato più combattuto numeri alla mano?

D’altronde è da oltre un decennio che si discute della riduzione del numero di squadre partecipanti alla Serie A come possibile soluzione al problema della competitività. Nei successivi articoli sul tema analizzerò le cause e le possibili soluzioni della differenza di equilibrio competitivo tra le varie serie. Per ora basterà tenere in considerazione i fattori che influenzano tale equilibrio, che appartengono a più sfere differenti, come quella economica, quella qualitativa o quella relativa alla partecipazione del tifo.La situazione non migliora se analizziamo gli ultimi 11 campionati.

Come già specificato precedentemente, il secondo – e più importante – scopo di questa analisi è quello di valutare l’andamento della competitività nell’arco delle ultime 11 stagioni sportive. Lo faremo attraverso la valutazione delle restanti due metriche citate in precedenza.

L’Indice di Herfindahl-Hirschman è nato in ambito statistico-economico per misurare il grado di concorrenza presente in un determinato mercato, in termini di quote possedute dalle aziende che ne fanno parte.

Tale indicatore assume valore:

• 0: in un mercato perfettamente competitivo, in cui tutte le aziende possiedono la stessa quota

• 1: in un mercato monopolistico, in cui una sola azienda possiede l’intero mercato

Ora proviamo a sostituire:

• il settore di mercato con una competizione calcistica

• le imprese con le squadre partecipanti alle competizioni calcistiche

• le quote possedute con le vittorie dei campionati ottenute

Gli assunti e le formule di calcolo (Nota 1) rimangono invariati anche mutando il contesto e potremo definire la competizione tanto più competitiva quanto il valore dell’indicatore tenda a 0. Veniamo ai risultati.

Perchè ancora una volta le competizioni sudamericane sono nelle prime posizioni?

Banalmente, non sono sempre gli stessi a vincere! In Brasile il Palmeiras ha trionfato il maggior numero di volte (4) e solo in due occasioni si è verificato un back-to-back. Ben 6 squadre diverse (Palmeiras, Cruzeiro, Botafogo, Atletico Mineiro, Corinthians e Flamengo) hanno trionfato nel Brasilerao dal 2013 e nessun’altra nazione è riuscita ad avvicinarsi a questo numero.

Non sorprende vedere nazioni come Italia, Francia, Germania ed Inghilterra nelle ultime posizioni: rispettivamente Juventus, PSG, Bayern Monaco e Manchester City sono riuscite a portare avanti cicli vincenti lunghi circa un decennio, capaci di mutare di molto l’equilibrio competitivo.

Sebbene l’Herfindahl-Hirschman sia un indicatore immediato e di facile comprensione, non ci permette di fare deduzioni quanto l’analisi delle Curve di andamento di Lorenz.

Queste curve si costruiscono a partire dai punti accumulati dalle squadre. Quindi, per ogni competizione, sono state considerate tutte le squadre partecipanti alle ultime 11 stagioni, calcolando la percentuale di punti accumulata da ciascuna.

A partire da questi dati ho costruito un grafico che riporta la percentuale cumulata (quindi aggiungendo progressivamente percentuali alle precedenti) dei punti sull’asse delle ordinate e la percentuale cumulata delle squadre partecipanti sull’asse delle ascisse e che ancora riporto di seguito.

Prima di analizzare per singola area il grafico bisogna chiarirne alcuni aspetti:

• La retta obliqua tratteggiata in nero rappresenta il perfetto equilibrio, poiché per ogni punto della stessa si troverà una squadra capace di accumulare la stessa quantità di punti rispetto a tutte le altre. Si tratta, chiaramente, di una situazione ideale;

• Le rette verticali rappresentano i quartili e sono utili a suddividere il grafico in tre aree distinte; l’area rossa è quella popolata dalle squadre che hanno accumulato meno punti nell’arco delle ultime 11 stagioni, mentre le altre due aree contengono i dati delle squadre che ne hanno accumulato di più.

Tanto più le curve si adagiano sulla retta obliqua, tanto più un campionato può essere definito equilibrato, poiché sempre più squadre avranno cumulato una percentuale simile di punti.

Nel grafico sono riportate le curve relative a tutti i campionati, ma ai fini delle nostre analisi sono state evidenziate solo quelle relative a Serie A (in blu), Jupiler Pro League (in rosso) e LaLiga (in arancione).

Facciamo un po’ di deduzioni:

• Nell’area rossa si può evidenziare la corsa tra le ultime della classe. Le “meno peggio” sono le spagnole: il gruppo iberico ha accumulato circa il 5% di punti in piùrispetto alle italiane, che tra l’altro sono veramente le ultime tra le ultime. È possibile concludere che in Italia le squadre di bassa classifica si trovano nella situazione peggiore per competere.

• L’area gialla contiene i tratti di curve corrispondenti alle squadre di media caratura. Qui il confronto tra LaLiga e Serie A è molto meno impari, ma ciò non toglie che ancora una volta il gruppo delle italiane sia all’ultimo posto. Infatti, la differenza con le squadre argentine o quelle belghe è di oltre 10 punti percentuali.

Ancora una volta ciò riporta la difficoltà ad accumulare punti delle squadre italiane di media classifica, come – a titolo puramente esemplificativo – Verona, Lecce o Udinese.

• L’area verde, invece, rappresenta l’olimpo per ogni competizione. In quest’area le curve sono molto più ripide e le percentuali cumulate dei punti crescono in maniera sempre maggiore perché le migliori squadre hanno accumulato più punti rispetto a tutte le altre. Va da sè che in un campionato poco equilibrato le squadre di alta classifica abbiano più punti rispetto alle altre. Ed è proprio il caso della Serie A, in cui Juventus, Napoli, Inter, Roma, Milan, Lazio, Atalanta, Fiorentina e Torino hanno raccolto oltre il 58% dei punti totali. Ancora una volta campionati come quello belga e quello argentino si attestano su cifre notevolmente più contenute (44,48% e 45,71%).

Conclusioni:

Se associamo la spettacolarità di una competizione all’imprevedibilità ed all’equilibrio delle sfide, la Serie A non è il miglior campionato dell’ultima stagione sportiva, tantomeno dell’ultimo decennio. Allo stesso modo, altri campionati europei sono molto meno equilibrati di quanto si voglia far credere al pubblico.

Nel periodo analizzato, una serie di campionati caratterizzati da un minor volume di affari come il Brasilerao, la Premier Division Argentina o la Jupiler Pro League, sono stati più equilibrati rispetto alle maggiori leghe europee. Le leghe sudamericane citate si sono contraddistinte per la maggiore imprevedibilità nella vittoria dei trofei, mentre la prima lega belga è al primo posto per bilanciamento nella ripartizione dei punti accumulati dalle squadre di bassa, media e alta classifica.

A questo punto, sarebbe utile chiedersi il perché esista così tanto margine e quali possano essere le soluzioni per ottimizzare l’equilibrio del nostro campionato.

A mio modo di vedere anche per questo fenomeno si applica il principio di Pareto: la maggioranza degli effetti è opera di una cerchia ristretta di cause. Infatti, tra tutti i possibili fattori che influenzano l’equilibrio del nostro calcio, quello più rilevante è certamente l’egemonia economica delle grandi squadre, che si ripercuote in potere di spesa maggiore in sede di mercato, strutture di caratura maggiore, strutture societarie più efficienti e capillari reti di scouting.

Quanto alle possibili soluzioni, sebbene siano tante, sarebbe necessario effettuare delle stime quantitative sugli effetti in relazione ad ogni eventuale provvedimento. Ad esempio, potrebbe essere presa in considerazione una differente redistribuzione dei proventi legati ai diritti tv, oppure una serie di politiche volte ad incoraggiare l’ingresso di nuovi investitori, come incentivi sulla costruzione di aree sportive polifunzionali. Tutto ciò, allo scopo di far uscire le piccole dal circolo vizioso in cui si ritrovano ogni anno, incapaci di investire somme adeguate per rinforzare le rose, che a loro volta determinano scarse performance sul campo e di conseguenza non permettono di accedere a fonti di ricavo essenziali come quelle legate al seguito del tifo (incassi da giorno-gara e merchandising).

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BIO: CAMILLO COSENZA

Classe 1999, Camillo si è laureato in Ingegneria Gestionale a fine 2023 e si è immerso nel mondo Corporate fin da subito nel ruolo di Analista.

Sarà, quindi, per deformazione professionale che gli aspetti che più lo affascinano del mondo del calcio appartengano alla sfera quantitativa: l’andamento economico dell’industria calcistica e l’analisi statistica dei match, dei campionati e dei protagonisti di questo sport.

Fautore del pensiero critico, bramoso di domande ed assetato di soluzioni, gestisce dal 2024 il blog ilcambiogioco.com.

Team Manager, Match Analyst e Data Analyst certificato, si misura anche con le vicende di campo contribuendo da anni all’operato di una scuola calcio nel calabrese.

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