SETTORE GIOVANILE: COLLOQUI INDIVIDUALI- APPUNTI SPARSI.

PERCHÈ IL COLLOQUIO INDIVIDUALE (ALLENATORE-GIOCATORE)?

Il colloquio individuale può avere diversi obiettivi: conoscere i ragazzi o le ragazze e instaurare un rapporto personale con loro, ricercare un miglioramento tecnico e comportamentale, sottolineare un punto di forza o un atteggiamento che è stato apprezzato.
La cosa più importante però è ricordare sempre che lo scopo principale è dare attenzione al giocatore.
I giocatori necessitano di attenzione da parte dell’allenatore e diventa fondamentale trovare il modo e il momento per dedicarne abbastanza a ogni singolo componente della rosa.

DIFFERENZE TRA COLLOQUIO NELL’ ATTIVITÀ DI BASE E PRE AGONISTICA – AGONISTICA.

In fondo riteniamo che gli obiettivi da raggiungere tramite un colloquio con i giocatori, grandi e piccoli, siano i medesimi.
Ciò che veramente cambia sono i modi e i tempi per parlare con il giocatore: per i ragazzi più piccoli dovremo privilegiare un approccio meno formale, magari dedicando un momento di tranquillità dell’allenamento per avvicinarlo e fare due chiacchiere, piuttosto che affrontare il colloquio in maniera diretta, seduti dietro una scrivania.
Con i grandi, oltre a questa forma, si tende a utilizzare più spesso la forma di colloquio classico, in maniera da poter andare nel dettaglio riguardo ai temi da voler affrontare e da poter utilizzare tutti gli strumenti a disposizione.

TEMI: SFERA TECNICO-TATTICA E FISICO-ATLETICA, SFERA PERSONALE-SOCIO RELAZIONALE.

Il colloquio, come detto prima, può riguardare diversi temi, che possiamo così sintetizzare: aspetti tecnico-tattici, aspetti atletici, comportamentali, personali, con i rispettivi obiettivi.
È importante sapere che, ciò che veramente interessa ai nostri ragazzi spesso, è l’aspetto calcistico.
Bisogna quindi essere bravi a utilizzare un tema tecnico per introdurre il discorso e arrivare poco alla volta al punto che si vuole veramente toccare, piuttosto che fare il contrario.
Per tutti questi temi si può discutere sia a livello individuale che a livello generale di squadra.
In un colloquio tecnico-tattico si può parlare di aree di miglioramento, di punti di forza, si può rendere il giovane atleta consapevole rispetto a qualcosa che il giocatore/giocatrice fa inconsciamente oppure si può far conoscere da zero un comportamento o un gesto tecnico da mettere in pratica.

Anche dal punto di vista atletico-motorio si parla di consapevolizzare riguardo punti di forza e aree di miglioramento.

Ricordiamoci che ogni sfera di competenza è connessa all’altra e pertanto un approccio sistemico, globale, è sempre consigliato.

I MOMENTI E GLI STRUMENTI A DISPOSIZIONE.

Ritiro, trasferte, pre-post allenamento, tornei, periodo festivo: sono tutti momenti adatti per interagire con i giocatori e approfondire le varie tematiche sopra elencate.
Se non si è presenti di persona, oggi la tecnologia ci permette di sfruttare piattaforme video on line (Zoom, Meet, ecc.) per comunicare anche a distanza. Inutile sottolineare come la comunicazione in presenza sia consigliata poichè il messaggio ha una valenza maggiore quando si è creata una relazione con il giovane calciatore o la giovane calciatrice.
È consigliato anche l’utilizzo delle tecnologie (cellulari, i-pad ecc…)che sappiamo essere pane quotidiano per i giovani delle cosiddette generazioni Alpha e Z.

Soprattutto con i più grandi l’analisi video e l’analisi dei dati statistici tecnici e/o atletici, per chi ha la possibilità di disporne, sono strumenti che possono potenziare la comunicazione del messaggio dell’allenatore.
I video possono essere sfruttati per mostrare al giocatore la situazione di gioco da correggere oppure l’obiettivo che è stato raggiunto: si può prendere come esempio un video della propria squadra o un video di squadre di alto livello per far riconoscere alcune situazioni o farne conoscere di nuove.
Il metodo è a scelta dell’allenatore e, come in campo, si può indurre il giocatore a ragionare sul tema oppure lo si può presentare in maniera più diretta.

SCHEDA O REPORT.

Se poi volessimo produrre una scheda, un report, per ragioni organizzative e di archiviazione potremmo dividere, solo per nostra comodità e seguendo quanto suggerito sopra, i temi affrontati nel colloquio in:

  • tecnico-tattico, fisico-atletico, psicologico-emotivo-relazionale,

definendo per ciascuno,

  • aree di miglioramento, punti di forza, le aspettative del ragazzo o ragazza rispetto allo staff, gli obiettivi collettivi, gli obiettivi personali,
  • uno spazio che indichi la giornata tipica del giovane calciatore/calciatrice per conoscerne gli impegni scolastici e magari le abitudini alimentari.
  • uno spazio riservato alle varie ed eventuali.

Colloqui iniziali, colloqui a metà del percorso e poi vicini alla chiusura della stagione. Nulla vieta, anzi è consigliabile, trovare un momento per dedicare tempo, energia, cura a coloro che lo richiedano o che pensiamo possano averne bisogno, anche al di fuori delle “finestre” prestabilite.

Come sempre, solo spunti di riflessione su appunti…sparsi.

La discussione è aperta e i suggerimenti sono generativi.

In un altro articolo parleremo anche dei colloqui individuali tra responsabile di settore giovanile e allenatori e, più in generale, con le figure adulte.

4 Responses

  1. Buongiorno Filippo: Manco a farlo apposta , proprio ieri in allenamento , giusto per iniziare , ho applicato su qualche bambino (anno 2014) un piccolo colloquio individuale . L’ho fatto sul campo . Ma avevo un dubbio su farlo appunto nel campo o ,come come alternativa , dietro la scrivania . Mi hai sciolto un dubbio e ti ringrazio. Prendero’ spunto dal tuo articolo ,che condivido.
    Mi aiuta moltissimo.
    Avevo anche in mente una scheda , per comodita’ mia , come archivio.
    Grazie ancora , buona giornata e a presto.

  2. Buongiorno Filippo, grazie per gli spunti e le considerazioni di assoluta competenza. Penso che per migliorare l’aspetto mentale dei nostri ragazzi (attenzione, impegno, atteggiamento, convinzione, determinazione, personalità) sia fondamentale riservare un approccio psicologico personale mirato. Ai nostri ragazzi, (dall’Under 14 all’Under 19) dico sempre che a calcio prima si gioca con la testa e poi con i piedi (ovviamente se son buoni molto meglio!). Filippo, a riguardo, ti pongo un quesito altrettanto determinante al quale non ottengo mai risposte soddisfacenti dagli addetti ai lavori…COME ALLENARE L’INTENSITÀ MENTALE?

    Grazie mille!

  3. Ciao Filippo, ottimo articolo , soprattutto chiaro ed esaustivo. Mi piace , in generale nei tuoi commenti e anche in questo ultimo il grande equilibrio del tuo approccio. Non lo perdi mai. Anche in questo caso ,su un tema sempre più determinante nella crescita di uno sportivo condivido le tue opinioni e la tua metodologia.
    Aggiungo un aspetto che spesso fa la differenza e che secondo me è l’empatia. Una qualità difficile da insegnare perché appartiene al nostro modo di essere. Ma che è un grande strumento nel comprendere ciò di cui ha bisogno un bambino, un ragazzo fino anche al campione affermato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Leggi anche