FOREST GREEN ROVERS FOOTBALL CLUB: LA SQUADRA ECOSOSTENIBILE.

Il 5 giugno, come ogni anno, sarà la ‘GIORNATA MONDIALE dell’AMBIENTE’ e l’ambiente rappresenta uno dei temi più attuali e più delicati per il futuro del nostro piccolo pianeta. Tutti ne parlano e in molti lottano e protestano contro i grandi della Terra affinché cambi qualcosa. E fanno bene, perché oggi l’atmosfera si sta riscaldando mettendo a rischio estinzione circa un milione di specie animali, mentre l’inquinamento continua incessantemente ad avvelenare l’aria, la terra e l’acqua. All’interno di questo particolare scenario globale le Nazioni Unite stanno mettendo in campo quanti più sforzi possibili per invertire la rotta invogliando i paesi membri ad investire nella così detta “ripresa verde”, anche se per molti esperti siamo già entrati in una fase di non ritorno.

Parallelamente alle Nazioni Unite c’è qualcuno che sta facendo la sua piccola parte coniugando l’utile al dilettevole, ovvero unendo alla passione per il calcio anche quella per la ‘sostenibilità ambientale’. Ed è così che in Inghilterra, nella piccola cittadina di Nailsworth, situata nella contea del Gloucestershire e popolata da poco più di 7,000 anime, vi è una squadra che sta facendo parlare di sé per la sua anima “green” prima ancora che dei suoi risultati sportivi. Di chi si tratta? Naturalmente del Forest Green Rovers F.C. la squadra dalla filosofia eco-sostenibile e dal nome più azzeccato di sempre per una squadra di calcio “green oriented”, il cui motto è ONE FAMILY, ONE CLUB, ONE TEAM. 

     

Parte 1: Cenni storici

La fondazione del Forest Green Rovers risale al 1889, quando venne creata per volere di un ministro della chiesa anticonformista. Per grandissima parte della sua lunghissima storia ha preso parte ai campionati delle leghe minori semi-professionistiche britanniche, come ad esempio la Mid Gloucestershire League oppure la già più moderna Hellenic Football League, riuscendo ad aggiudicarsi anche qualche trofeo di tanto in tanto. Solo in epoca moderna ha iniziato a scalare la ormai nota piramide del football d’oltremanica. Infatti seppur con una storia lunga 133 anni alle spalle il FGR è approdato nelle leghe che contano appena nel 2017 sconfiggendo a Wembley il Tranmere Rovers nella finale play-off della National League con il risultato di 3-1. Il secondo grande risultato raggiunto dai “Green” risale invece a qualche mese fa quando la squadra ha coronato il suo sogno di raggiungere la League One, dopo aver raggiunto i play-off di League Two sia nel 2019 che nel 2021, arrivando di fatto a due passi dalla Premier League.

La stagione attuale (2022/2023) non è stata ricca di soddisfazioni dato che il Forest Green Rovers, sotto la guida del leggendario Duncan Ferguson, non è riuscito ad andare oltre ai 27 punti in classifica “parcheggiandosi” all’ultimo posto della League One e retrocedendo. Sicuramente questa avventura ha dato una forte iniezione di esperienza al club che è siamo certi sia già pronto per tentare la risalita immediata e la rincorsa alla massima serie inglese.

Ad ogni modo, abbiamo detto che il club si distingue per la sua filosofia “eco-sostenibile” e quindi andiamo ad analizzarne l’origine.

Parte 2: L’impero verde

La rivoluzione culturale ed etica che oggi caratterizza il Forest Green Rovers risale al 2010 quando l’imprenditore dell’energia pulita Dale Vince ha portato a termine l’acquisizione del club. Con l’arrivo del visionario ‘labourista’ inglese la musica è cambiata in fretta dalle parti del Lawn Ground sia dentro che fuori dal campo di gioco.

Innanzitutto dobbiamo spiegare il motivo per cui le divise siano “green”, esattamente come la nuova mentalità del club. Non si tratta di una coincidenza. Con l’arrivo del nuovo proprietario si è resa necessaria una rivoluzione generale che ha coinvolto anche un restyling dell’immagine ed un re-branding del logo e per questo, tramite votazione popolare tra i tifosi, sono stati modificati sia il logo che le divise della squadra ed i colori sociali. Il vecchio logo “simil Barcellona” è stato abbandonato per passare al nuovo logo verde e nero con i leoni al centro e lo stesso è stato fatto per le maglie da gioco che sono passate dal bianco e nero (cromia storica per questo club) alla tinta unita ‘verde lime’ prima e successivamente alla striatura ‘lime e nero’. In un primo momento, la seconda maglia è stata mantenuta completamente bianca per onorare la storia del club, inserendo anche una data celebrativa sul colletto ‘1899-2012’, ma a partire dalla stagione 2014 anche le maglie da trasferta hanno subito una modifica diventando anch’esse striate, ma di colore bianco e nero, per rimarcare lo stacco con il passato e incentivare il nuovo e accattivante design. 

Per quanto riguarda il resto dell’organizzazione societaria, Mr. Vince ha portato con sé, oltre a floridi capitali da investire grazie alla sua compagnia Ecotricity, anche e soprattutto una nuova filosofia che come abbiamo detto è rivolta all’eco-sostenibilità. Proprio così. La sostenibilità è diventata il cuore di tutto quello che viene fatto all’interno del Forest Green Rovers. 

Un esempio su tutti: a partire dal febbraio 2011 agli atleti tesserati e a tutto il personale della squadra è stato “suggerito” di modificare gradualmente la propria alimentazione, eliminando ad esempio la carne rossa, per introdurre una dieta vegana a base di verdure e legumi. Questo è stato il primo passo che ha permesso di fatto al FGR di diventare il primo e ad oggi unico club vegano al mondo.

Anche la vendita di prodotti non vegani è stata gradualmente interrotta e soprattutto è stata messa in atto una campagna per il riciclo dei rifiuti prodotti dagli “shop” all’interno dell’impianto di gioco. Stesso discorso è stato fatto per le bottigliette dell’acqua o delle bibite, che grazie alla messa a disposizione di alcuni dispenser appositi per la raccolta della plastica esausta, vengono costantemente riciclate.

E non è finita qui. Il club ha messo in atto tra le proprie azioni concrete anche quella di tagliare le emissioni inquinanti derivanti dai propri viaggi utilizzando, laddove possibile, treni e mezzi di trasporto elettrici al posto di quelli maggiormente inquinanti e mettendo a disposizione dei tifosi viaggi organizzati per le trasferte in modo da ridurre l’utilizzo del numero di bus necessari a trasferire i propri supporter.

Sempre in ottica ‘green’ è stato introdotto un manto erboso “organico” ovvero un campo da gioco strutturato in modo da catturare l’acqua piovana ed utilizzarla per la sua stessa irrigazione settimanale. Discorso simile è stato fatto per le acque reflue dei “servizi igienici” che vengono ripulite attraverso un sistema di filtraggio di ultimissima generazione per poi esser fatte confluire nel sistema di irrigazione per il campo. 

Ultima chicca: oltre a moltissimi innesti di alberi e piante intorno allo stadio, il club ha installato delle arnie con api che producono il miele per il club stesso. Semplicemente favoloso.

Altro punto che ha modificato radicalmente l’anima del club è stato il concetto di “spreading the word” ovvero diffondere il verbo. Ed infatti sono state talmente tante le iniziative e le azioni messe in atto dal club a partire dal 2019 che il proprietario Dale Vince è stato insignito dalle Nazioni Unite della carica di “cavaliere del clima” ed il Forest Green Rovers è stato ufficialmente nominato “primo club di football al mondo ad emissioni zero”. Per dare un’idea in termini numerici dell’impatto del club sull’emissione annuale di CO2 basti pensare che si è passati da un 83.5% del 2018/2019 ad un 31.7% del 2020/2021 (anno del COVID) fino all’attuale 73.2% del 2021/2022, che risulta essere comunque un ottimo risultato. L’obiettivo per il FGR è quello di raggiungere un valore di emissione CO2 pari a meno del 50% entro il 2030. Una visione a lungo termine da fare invidia anche a grandi multinazionali.

Parte 3: Lo stadio

Abbiamo lasciato intendere che il patron Dale Vince sia davvero un presidente vulcanico (ed è così) e come tutti i personaggi eccentrici è altresì un uomo ambizioso. Quindi va bene la filosofia “green” con tutte le sue azioni accessorie, finalizzate alla riduzione di emissioni e al taglio degli sprechi, ma l’investimento maggiore ed il fior all’occhiello del progetto sarà di fatto la costruzione del nuovo stadio: Eco Park Stadium.

Facciamo il punto. Storicamente la casa del Forest Green Rovers è stata fino al 2006 il “vecchio” Lawn Ground che dopo essere stato demolito ha lasciato spazio ad un quartiere residenziale. Nel periodo trascorso tra la demolizione del vecchio stadio e l’avvento di Mr. Vince, i ragazzi di Nailsworth si sono trasferiti nell’impianto del The New Lawn, costato alla vecchia proprietà appena £3mln e condiviso durante la stagione 07/08 con i rivali del Gloucester City, a causa di un alluvione che colpì la contea e rese inagibile lo stadio di quest’ultimi.

Oggi il The New Lawn è la casa del FGR e pur essendo un piccolo impianto è stato oggetto di ingenti investimenti da parte dell’eco-tycoon tanto che in poco tempo è riuscito a renderlo quasi totalmente autonomo dal punto di vista energetico e quindi eco-sostenibile. Perfettamente in linea con la filosofia aziendale. Tra i vari interventi, alcuni dei quali li abbiamo già menzionati, il club ha provveduto ad installare moltissimi pannelli solari lungo tutta la copertura del tetto dello stadio per rendere l’impianto autonomo al 25%. L’illuminazione dentro e fuori l’edificio, oltre che essere alimentata da energia solare, è stata completamente sostituita da un impianto a LED che permette una resa migliore a fronte di un consumo energetico inferiore rispetto al passato. Il manto erboso è stato reso totalmente “organico” come già ampiamente detto (primo manto erboso al mondo certificato dalla Soil Association). La gestione e il mantenimento del prato da gioco vengono fatte solo ed esclusivamente attraverso l’utilizzo di prodotti naturali e privi di sostanze chimiche e pesticidi (ad esempio la terra viene concimata con vero sterco di mucca), seguendo rigorose linee guida. Sempre parlando di manto erboso, un’altra novità è rappresentata dal drone che taglia l’erba in autonomia (MowBot) tramite segnale GPS e che viene ovviamente alimentato ad energia solare. Tutto coerente e davvero poco inquinante.

Già detto anche per il riutilizzo dell’acqua piovana e il riciclo, secondo norma vigente, degli olii da frittura esausti che vengono prodotti all’interno dei ristoranti e bar della società dentro e fuori dallo stadio. Intorno all’impianto la vegetazione è stata mantenuta rigogliosa e curata da squadre di giardinieri in modo da fornire all’ambiente circostante un “look green”. Un vero piccolo Bonsai del calcio.

Detto ciò, il futuro è ancora da scrivere, anzi da costruire. L’avvenieristico impianto che prenderà il nome di ‘Eco Park’ è stato progettato niente meno che dall’ Archistar Zaha Hadid (irachena, nata a Baghdad nel 1950 e naturalizzata cittadina britannica) scomparsa nel marzo 2016. Architetto di fama mondiale è stata la prima donna ad aver vinto (2004) l’ambito Premio Pritzkerper il progetto del Museo dell’Hermitage di San Pietroburgo. 

Dale Vince ha già ricevuto il via libera (green light) dal Consiglio distrettuale di Stroud l’approvazione per la realizzazione del nuovo stadio nei pressi dello svincolo #13 lungo la strada M5, suscitando però non poche polemiche dovute al fatto che questo nuovo impianto, a detta di chi non lo vuole, possa deturpare l’estetica del territorio e togliere lavoro alla cittadina di Nailsworth, poiché destinato ad una zona decisamente più vicina alla cittadina di Stonehouse. Al di là delle polemiche, il nuovo stadio sarà bellissimo (https://www.eco-park.com/) e per la maggior parte costruito in legno, per rimanere fedeli con la filosofia “green” della società, e sarà caratterizzato da una struttura sinuosa ed elegante che ben si “immergerà” con il territorio circostante. Sarà un impianto piccolo, con soli 5mila posti a sedere, e che verrà finanziato dal fondo statunitense Candriam. Ospiterà anche un’Academy per i giovani, una cittadella dello sport e sarà ovviamente sede per la prima squadra sia del calcio maschile che del calcio femminile. Inoltre saranno piantati 500 alberi e garantiti ampi spazi verdi intorno agli edifici. Tutti gli impianti (elettrico, idraulico e di smaltimento rifiuti) saranno ovviamente finalizzati a minimizzare il consumo energetico, lo spreco di acqua, l’inquinamento acustico e l’inquinamento di terra ed aria. Verranno realizzati parcheggi “green” ed installate colonnine di ricarica per mezzi elettrici per incentivarne l’utilizzo. Contestualmente l’attuale stadio The New Lawn verrà demolito per dare vita a circa 80 abitazioni anch’esse eco-compatibili. Tutto perfetto, tutto estremamente sostenibile, tutto bellissimo.

Parte 4: Sul campo, in attesa del futuro.

L’approdo in League Two prima ed in League One dopo hanno fatto di Nailsworth la cittadina inglese più piccola rappresentata nella Football League. L’ultima stagione in League One, come detto, non è stata delle migliori, ma ha dimostrato, laddove ce ne fosse stato bisogno che le leghe maggiori inglesi sono dure, durissime e per poter consolidare questo livello ci vuole ancora un po’ di tempo. Tuttavia siamo sicuri che i tifosi dei “The Green” possono stare sereni e dormire sogni tranquilli, perché in attesa che l’Eco Park Stadium veda la luce, il progetto sportivo e gli investimenti del patron Dale Vince proseguiranno e chissà se nel giro di poco, magari di una decade, non sarà possibile assistere ad un campionato del Forest Green Rovers in Premier League, magari commentati dal mio telecronista preferito (Massimo Marianella) e magari farlo all’interno del nuovo Eco Park Stadium che renderà ancora più di oggi il Forest Green Rovers la squadra più eco-friendly del pianeta terra. Nessuno può saperlo. Non ci resta che seguirne le avventure e aspettare.

BIO: Matteo Cigna è nato a Genova, città nella quale ancora oggi vive, occupandosi quotidianamente di spedizioni marittime.

  • Le sue più grandi passioni sono il calcio e la scrittura, due mondi che lo portano a leggere e documentarsi costantemente su questo meraviglioso sport e sui personaggi che lo popolano. Tra il 2020 e il 2021 con grande umiltà ed entusiasmo ha fondato, con l’aiuto di un paio di amici, il blog e la relativa pagina Instagram ‘Sport-stories’, ma il progetto è poi “naufragato”. 
  • Da buon marinaio non si è dato per vinto e dopo mesi di riflessioni e attese ha deciso di rimettersi in viaggio nell’immenso oceano del football. 
  • “Scrivere per ‘La complessità del calcio’ sarà un piacere e un onore” [cit. Matteo Cigna]

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