EMBODIED COGNITION ED ALTRE DUE O TRE COSETTE.

  • Ricerca della comodità in una poltrona scomoda BRUNO MUNARI Seeking comfort in a uncomfortable chair.

BRUNO MUNARI con il suo astrattismo concreto, il movimento apparente, l’instabilità percettiva < il quadro vive in ogni punto e ogni elemento che lo compone deve poter essere considerato il “soggetto”>, è senza dubbio un felice riferimento per chi, professionalmente, con lo SPAZIO ha a che fare.

Credo che gli allenatori dovrebbero venire a contatto con il pensiero di visionari simili, per farsi ispirare nel proprio lavoro sul campo, generando idee nuove piuttosto che dedicare tempo ad accurati copia-incolla di esercitazioni tattiche, pensieri felici già intuiti da altri.

Come scrive lo psicologo JAMES GIBSON ad esempio è ormai urgente capire che “le informazioni utili sono già nell’ambiente e possono essere colte grazie alle affordances, parti di quello stesso territorio considerate non solo come semplici influenze causali ma componenti effettive della cognizione (argomento in cui mi ”ingavinai” già nel 2009 e che costituisce a tutt’ oggi oggetto di svariati pensieri ). E ancora: le proprietà di un corpo  influenzano il modo in cui lo stesso corpo concepisce il suo mondo.

I GIOCATORI QUINDI PERCEPISCONO L’AMBIENTE DI GIOCO IN BASE A COME INTERAGISCONO CON CIÒ CHE SI PROSPETTA LORO DAVANTI.

Un’affermazione che ci fa capovolgere la visuale, perché consacra definitivamente l’influenza dell’ AZIONE sulla PERCEZIONE: ciò che il giocatore percepisce ( la palla, il campo, l’avversario, il mondo universo) varierà in base alla giocata che intenderà eseguire.

E questo avverrà se l’osservazione verrà tradotta in qualcosa che il giocatore riconosce perché GIÀ LO POSSIEDE nella valigia delle sue esperienze.

Tutto questo, già sappiamo, avviene grazie ai neuroni specchio che sono in grado di catturare le intenzioni e gli scopi dell’azione altrui.

E’ l’EMBODIED COGNITION, questa conoscenza incarnata, la sensazione che ciascun calciatore è in grado di sentire alla perfezione tramite la CONSAPEVOLEZZA del momento che sta vivendo, che fa da bretella tra ciò che lui osserva nell’ambiente ESTERNO ( in questo caso il campo di calcio ) ed il proprio patrimonio INTERNO fatto di competenze, esperienze, pensieri, intelligenza emotiva.

Un’intelligenza che si rende visibile, reale concreta nell’azione, nella giocata stessa. Superando Cartesio ed i suoi dualismi, sappiamo da tempo che è impossibile fare una ripartizione tra il nostro interno e l’esterno, tra corpo e ambiente, tra mente e corpo perché ogni esperienza vissuta diventa irrimediabilmente parte di noi.

Quando si dice che l’attaccante rodato VEDE LA PORTA, significa che non la vede soltanto ma che ha la porta dentro: le dimensioni, le sue angolature, gli spigoli verso cui  indirizzare la sfera: non dovrà neanche guardarla, la porta, per fare goal. E non si fermerà a riflettere su quel che farà: il progetto è partito da dentro svariato tempo prima, infiltrandosi tra molteplici pronostici di traiettorie già incarnate proprio grazie a precedenti esperienze. E LUI, QUESTO, L’AVEVA GIÀ VISTO IN ANTICIPO.

Comprendendo quindi l’ importanza dell’ESPERIENZA DI GIOCO VISSUTA, si può palesemente dedurre che il training negli anni della formazione dovrà risultare ricco, variegato, significativo, scevro di errori, basato su chiari principi.

Solo così infatti i calciatori  saranno in grado di sviluppare al meglio le proprie potenzialità nel futuro. PERCHÉ IN FONDO, DI COSA È FATTA L’ESPERIENZA? Capirlo rappresenta una grande responsabilità per l’allenatore che pian piano sentirà la necessità di affiancare, ai libri tecnico- tattici raccolti ordinatamente nei suoi scaffali, cosette di HUSSERL, VARELA, MERLEAU-PONTY, GALLESE, RIZZOLATTI, del gruppo di Parma, KELSO, BRENTANO.

Oppure farsi un’idea sommaria in merito alla questione, girando gratis IN THE WEB alla ricerca di documenti degli stessi autori o di autori simili. Non sto scherzando. Meraviglia del tutto possibile, NOW.

Comprendere che l’approccio EMBODIED cioè INCARNATO, evidenziato dai progressi delle neuroscienze si discosti completamente dalle teorie di tipo cognitivista da sempre utilizzate, quelle del “giocatore scegliente”, del “giocatore pensante” per intenderci, risulta ormai questione obbligata per ogni allenatore che ami definirsi tale.

I capisaldi dello spettro cognitivo da tenere in considerazione da ora in poi secondo Lawrence Shapiro saranno quindi la MEMORIA, la PERCEZIONE, il LINGUAGGIO e l’ EMOZIONE. La capacità di percepire i comportamenti di gioco varierà a seconda della propria esperienza nel saper produrli, quei comportamenti lì. (SHIFFRAR & HEINEN, 2015).

Nel calcio ci troviamo al cospetto di uno SPORT OPEN ad alta variabile, in cui è prevista L’INTERAZIONE, L’INTERPRETAZIONE E L’ANTICIPAZIONE del comportamento degli altri compagni e degli avversari. Domandiamoci perché, ad esempio, lo sguardo di quel giocatore cade proprio in quel punto? Perché la perizia motoria sembra portare diritti alla perizia percettiva.

Capire come le azioni possano influenzare la percezione è un tema centrale della EMBODIED COGNITION come anche spiegare perché i calciatori diventano sempre più abili nell’esecuzione di abilità particolari. La risposta alberga nell’evidenza che i loro neuroni specchio si sintonizzano sul riconoscimento di azioni di un tipo particolare ed esperienziato.( FRANCESCO DI RUSSO).

E’ la percezione intelligente del gioco attraversata dall’esperienza che consente loro di rilevare dettagli INVISIBILI per giocatori con scarsa esperienza. E’ cosa nota che i giocatori vedano e concepiscano il mondo ed i suoi movimenti in modo diverso rispetto ai non atleti.

Il corpo contribuisce alla percezione e alla cognizione in modi sorprendenti: l’azione esecutiva e l’azione dell’osservazione sono in grado di reclutare due categorie di neuroni specchio, quelli STRETTAMENTE CONGRUENTI e quelli AMPIAMENTE CONGRUENTI.

L’evidenza suggerisce quindi che i neuroni specchio fanno almeno parte del substrato neurale di interpretazione e anticipazione dell’azione ( GALLESE, KEYSER, & RIZZOLATTI, 2004; FOGASSI ET AL., 2005; GALLESE, 2009; RIZZOLATTI & SINIGAGLIA, 2010 ).

Il risultato dell’iter all’interno della scuola calcio sarà strettamente legato a questi aspetti ed emergerà IL MIGLIORE DEI PERCORSI nel momento in cui il Mister su questi dettagli avrà saputo lavorare. STAY TUNED.

Bio: SIMONETTA VENTURI

  • Insegnante di Scienze Motorie.
  • Tecnico condi-coordinativo in diverse scuole calcio e prime squadre del proprio territorio (Marche )
  • Ha collaborato con il periodico AIAC L’Allenatore, con le riviste telematiche Alleniamo.com, ALLFOOTBALL.
  • Tematiche: Neuroscienze, Neurodidattica

Una risposta

  1. Grazie Simonetta per i contributi che propone, mi piacerebbe capire poi all’atto pratico come poter procedere sul campo. Sono molto interessato agli argomenti che propone da un decennio e provo ad applicarlo nel ristretto gruppo di portieri che alleno 😀

    se interessata ad un confronto, a disposizione.

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