20 MAGGIO 1973, 50 ANNI DALLA “FATAL VERONA”: LE LACRIME DI UN BAMBINO.

«Se la vien la vien, pensemo a domenica» diceva Nereo Rocco alla vigilia della finale di Coppa delle Coppe, giocata a Salonicco il mercoledì precedente. Un fastidio, più che l’occasione di mettere in bacheca un trofeo prestigioso all’epoca.

Il Milan era arrivato stanco al termine di quella stagione, privato di Prati e Schnellinger per infortunio aveva gli uomini contati. Le cronache dell’epoca riferiscono di una sorta di accordo tacito tra i giocatori del tipo: se segniamo due gol nel primo tempo e riusciamo a controllare la partita senza sforzi bene, altrimenti se non riusciamo a sbloccarla lasciamo campo libero agli inglesi per non arrivare troppo stanchi domenica.

L’obiettivo principale era infatti il campionato e la conquista del decimo scudetto che valeva la stella.

In effetti il Milan sbloccò subito la gara con una punizione micidiale di Chiarugi che non lasciò scampo al portiere della nazionale scozzese Harvey. Poi il Leeds iniziò a premere, chiudendo i rossoneri nella propria metà campo e solo i miracoli di Villiam Vecchi inchiodarono la gara sul 1-0 finale. Da quella sera il portiere rossonero divenne per tutti “L’Eroe di Salonicco”.

La società aveva ventilato, timidamente, alla Lega Calcio la possibilità di spostare la gara contro il Verona della domenica successiva a quel mercoledì, decisiva per lo scudetto, visto che il Milan era in testa seguito ad un punto da Juventus e Lazio. Le possibilità di un rinvio erano pressoché nulle.

Oggi sarebbe scontato, mentre la contemporaneità delle partite era sacra all’epoca. Troppi problemi legati anche al Totocalcio.

E poi tutti i mercoledì si giocava in coppa e nessuno aveva mai chiesto rinvii. L’unica concreta possibilità di un posticipo sarebbe stata nel caso in cui la partita si fosse dovuta ripetere il venerdì se fosse finita in parità dopo i tempi supplementari. Non erano previsti i rigori.

«…constatato il regolare svolgimento della vittoriosa gara finale di Coppa delle Coppe, non sussistono i motivi per accordare posticipo da voi richiesto» recitò infatti un laconico telegramma inviato dalla Lega alla società rossonera.

Così il Milan andò in campo a Verona stanco più mentalmente che fisicamente, come analizzò Villiam Vecchi, molti anni dopo: «A Verona girò tutto storto, loro segnavano ad ogni tiro in porta, trovando deviazioni che mi misero sistematicamente fuori causa. Noi invece trovammo la via del gol spesso sbarrata all’ultimo momento. Il Verona tirò fuori motivazioni impensabili alla vigilia. Sarà stato lo stadio pieno o il fatto di affrontare una squadra reduce dal successo europeo. Non credo abbia pesato in noi la fatica di Salonicco» (Dal libro “Chiarugi non era in fuorigioco” di Sergio Taccone).

Il Milan trovò sulla propria strada un giocatore come Zigoni, discontinuo ma che nelle giornate di grazia diventava immarcabile e quel pomeriggio fu uno di quelli. «Troppo facile fare gol al Milan in quel pomeriggio, era come sparare sull’ambulanza» disse in una intervista molti anni dopo.

«Verona tre, Milan uno» annunciò Enrico Ameri nel suo collegamento (all’epoca la diretta alla radio riguardava solamente il secondo tempo).

Quelle parole sono scolpite nella mia memoria di tifoso rossonero, sono il mio primo, nitido ricordo calcistico. Rammento perfettamente dov’ero e con chi ero in quel pomeriggio e le mie (prime) lacrime di bambino di sei anni per la mia squadra. Anzi all’epoca avevo diverse simpatie, non avevo ancora scelto definitivamente la mia squadra del cuore. Ma quelle lacrime bagnarono la mia scelta definitiva. Sarebbe stato più facile tifare per la Juventus, la squadra più forte, che vinse proprio all’ultimo quello scudetto, grazie ad un errore del portiere della Roma, che forse non mise in campo lo stesso ardore del Verona, pur non avendo alcun obiettivo di classifica.

Non mi è mai piaciuto vincere facile, così se anche negli anni successivi i trionfi non sono mancati, ricordo sempre con grande piacere e nostalgia quel Milan del 1972-73.

Così come l’assistere, impotente, ai festeggiamenti dei tifosi bianconeri in quel maledetto pomeriggio, ha fatto nascere in me un’avversione viscerale per quella squadra e quei colori, tanto che già nella finale di Coppa dei Campioni, giocata contro l’Ajax pochi giorni dopo, una delle tante perse, iniziai a provare un sadico piacere al cospetto delle loro disfatte.

Al cuore non si comanda.

BIO: Antonello Cattani – classe 1966, reggiano. Tifoso della della squadra granata della propria città, è milanista dal 1973, oltre che sostenitore della nazionale scozzese, tanto da fondare una sezione italiana della Tartan Army.

  • Ha pubblicato tre volumi per Urbone Publishing: Ti amerei anche se vincessi, confessioni di un tifoso scozzese (2018), La traversa spezzata. gli scozzesi conquistano Londra (2020), La Regia di Pippo (2022). Sta curando la biografia di Villiam Vecchi di prossima uscita.

9 Responses

  1. Io ero a Verona nella seconda fatal Verona del 1990. Ricordo il vergognoso arbitraggio di Lo Bello e i precedenti furti dei napoletani…..
    quanto basta per cercare di punire sempre il Verona. Sarebbe bello mandarli in serie B all’ultima giornata….. Auguri a Filippo, un punto di riferimento calcistico nella mia adolescenza.

    1. Penso che in quel caso ,nella seconda verona ,ci fu lo zampino della camorra,come in altri casi,che ” curava ” le scommesse clandestine sul calcio,noi milanisti ne sappiamo qualcosa. La federazione calcio non fece nulla per indagare ,anche perché molti dirigenti andavano al ristorante e non solo ,con uomini legati alle cosche. Ho lavorato per più di 30 anni nelle scommesse ,nel calcio introdotte nel 96, qualcosa sono venuto a sapere. Come nell’80 ,quando scoppiò il caos del totonero,pagarono il Milan e la Lazio andando in B,ma tutte le squadre erano coinvolte ,juve e inter etc. Solo che le prove del loro coinvolgimento sparirono misteriosamente,i due imputati pentiti,non ricordo i nomi ,non ne fecero menzione. Pagarono le due squadre meno protette dai mafiosi.

  2. Giocavo negli Allievi del Milan ! Avevamo una finale al Campo Dindelli . “Tutto il calcio minuto per minuto” annuncia il risultato dei primi tempi : Verona 3 Milan 1.
    Il panico totale. Il Prof Trezzi (allora venivano chiamati cosi i Mister)sgomento totale. Noi increduli (stavamo scendendo in campo ).
    Al termine Verona 5 Milan 3. Noi vincemmo il Torneo , ma sotto una bordata di fischi e qualche insulto.Sapevamo che non erano diretti a noi , ma al Milan in toto.
    Fu una giornata travagliata . Non credavamo alle nostre orecchie.
    La prima squadra era reduce dalla vittoria in Coppa delle Coppe,contro il Leeds per 1 a 0 con un gol di Chiarugi al terzo del primo tempo . Probabilmente arrivarono stanchi , vuoti o convinti del successo , forse troppo.
    Da qui nacque la Fatal Verona !

  3. Bellissimo articolo! Io avevo 10 anni ed è stata la mia prima grane delusione sportiva… mi azzuffai anche a scuola con un amico che mi prese in giro… peggio fu solo la prima retrocessione e Instambul, per fortuna le soddisfazioni superano di gran lunga le delusioni… da Barcellona ad Anfield… 👋😉❤️🖤

    1. Per me una giornata TRAGICA in molti aspetti. Lo stesso giorno ,alle 15 morirono a Monza ,in una gara valevole per il mondiale di moto classe 250, Renzo Pasolini ,mio idolo e Jarno Saarinen ,grande pilota finlandese. Poi poco dopo ascoltando la radiolina con mio padre ,appresi della sconfitta del Milan ,il mio Milan ,a Verona. Avevo 10 anni e passai pomeriggio e sera in camera a piangere. Non lo dimenticherò mai.

  4. Avevo 16 anni, lo ricordo come il giorno più triste della mia vita da tifoso Milanista, niente è stato più drammatico in campo sportivo di quella maledetta giornata, rimasi chiuso in bagno e piansi non so per quante ore, per questo che quando arrivò il dottor Berlusconi ci togliemmo tutti i sassolini che avevamo nelle scarpe e raggiungemmo la cima del monte meritatamente senza rubare nulla.

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