PILLOLE DI METODOLOGIA – 2 : L’APPRENDIMENTO QUESTO SCONOSCIUTO.

Quello dell’apprendimento e’ un altro tema complesso che non puo’ certo risolversi in poche righe e lungi da me volerlo fare qui.

Proviamo a portare alcuni spunti di riflessione : Consapevoli che i canali di apprendimento possano essere differenti per ognuno di noi e’ comunque necessario aver chiaro, quando progettiamo la seduta di allenamento e le relative esercitazioni, a quale idea di apprendimento ci riferiamo, a quale ambiente di apprendimento siamo orientati.

Se pensiamo che ripetendo un gesto in continuita’ il giocatore impari ad eseguirlo correttamente e che questo apprendimento sia poi trasferibile nel contesto del gioco significa che siamo vicini ad un’idea di apprendimento tipica del comportamentismo (causa  effetto).

Se invece pensiamo che l’apprendimento avvenga nella realta’ del gioco e che pertanto sia necessario allenarsi in un contesto che presenti tutti gli elementi che lo caratterizzano, siamo piu’ vicini ad un’idea di apprendimento tipica del costruzionismo.

E’ chiaro che la suddivisione degli ambienti di apprendimento non sia cosi’ netta ma questa divisione, cosa che, non mi stanchero’ mai di ripetere, non mi piace molto, ci dovrebbe aiutare a comprendere e ad orientarci rispetto alle proposte di allenamento.

Oltre all’ambiente di apprendimento e alle esercitazioni occorre focalizzarsi anche su quale stile di conduzione avere durante lo svolgimento delle stesse.

Nel gioco, nella situazione, nulla e’ prestabilito, e’ il giocatore che deve scegliere (ricordate cosa disse De Zerbi in un webinar nel periodo del lockdown? “Se non alleni il giocatore alla scelta significa che non lo stai allenando”.)

Cio’ comporta che l’allenatore debba essere in grado di perdere il controllo. Non ci sono piu’ tocchi, passaggi, stop da contare.

Non c’e’ un ordine prestabilito e probabilmente, anche dall’esterno, si nota un certo disordine.

E’ una delle differenze tra analitico e situazionale : in quest’ultimo, il giocatore deve scegliere ed io, allenatore, devo saper lasciare andare. Nell’analitico il giocatore ripete con continuita’ un gesto. Nell’esercitazione situazionale il giocatore ripete la possibilita’ di fare una scelta, ripete la possibilita’ di risolvere un problema.

Agli allenatori la decisione, provando ad avere pazienza e ad allontanare la tentazione, qualora le cose non funzionassero come ci si aspettasse, di tornare al conosciuto!

30 Responses

  1. Sempre grazie della condivisione e per gli ‘spunti’ di riflessione.
    Sicuramente nel situazionale ci sono gli elementi allenanti che si avvicinano maggiormente a ciò che poi si ritrova nella partita e soprattutto nell’abituare i ragazzi a prendere decisioni e quindi a farli crescere il più possibile come calciatori ‘pensanti’.
    Volevo però porle un’ulteriore riflessione che deriva anche dalla mia esperienza sul campo e non, osservando tante partite di settori giovanili di squadre sia dilettantistiche che professionistiche.
    Allenando, anche privatamente, ragazzi che fanno parte di settori giovanili di squadre professionistiche, vedo che le mancanze sotto il profilo della tecnica e tattica individuale, delle capacità coordinative sono le stesse, e questo mi fa’ pensare che alcune squadre anche di un certo livello, trascurino questi aspetti. Allora vorrei chiederle se non sia il caso di ‘curare’ anche questi aspetti anche un po’ in maniera prima teorico-analitica e poi man mano passare a situazioni più semplici, ad esempio 1vs1, fino alle più complesse, di reparto e squadra.

    1. Buon pomeriggio Giuliano, per quello che mi e’ dato di sapere non vengono trascurati gli aspetti coordinativi, il punto e’ che ci si focalizza troppo sull’aspetto analitico, decontestualizzato da cio’ che avviene nella realta’ del gioco. Non c’e’ transfer di apprendimento secondo le nostre esperienze.

  2. Ciao Filippo, grazie per gli spunti che dai perché aiutano a pensare…giovani e meno giovani, esperti e meno esperti. Premettendo che anche io sono tra quelli che, da molti anni, pensano che il bravo istruttore/allenatore debba far tesoro di tutte le metodologie e che non esiste una verità assoluta, sono convinto che tra tante problematiche…IL PROBLEMA VERO sia il tempo esiguo a disposizione per ISTRUIRE ed ALLENARE incidendo realmente e non solo “sperando” di poterlo fare! 2 o 3 sedute settimanali di 60/80 minuti sono una goccia nel mare. Dai 4 ai
    18 anni la scuola italiana ha il monte ore più basso d’Europa di attività motoria (Alfabettizzazione Motoria, Educazione Fisica, Sciense Motorie e Sportive) . La mia esperienza mi porta a dire che NON si riesce a sopperire alla atavica scarsa capacità di movimento con l’attività calcistica né nelle Società dilettanti né nelle Società Professionistiche. Spesso bisogna accontentarsi di scegliere quelle che sono le priorità (Tecnica? Tattica? Fisico-organica? Psicologia?) e, magari, cercare di perseguirle miscelando, inventando, esercitazioni in cui gli obiettivi si sovrappongono…senza quasi mai essere raggiunti. Finché non riusciremo a capire che A SCUOLA e IN CAMPO bisogna concedere PIÙ TEMPO DA DEDICARE ALLE ATTIVITÀ MOTORIE E SPORTIVE…i miglioramenti dello studente, dello sportivo e del “calciatore” saranno spesso pura utopia! Spero sempre di sbagliarmi e di essere smentito dai fatti…a presto.

    1. Ciao Fausto, quello del tempo e’ certamente un ostacolo oggettivo ma,proprio per questo,perche’dividere,separare e non provare invece a tenere tutto insieme? E’ questo pensiero riduzionista che non riusciamo ad abbandonare…grazie a te per il commento. Buon lavoro e a presto!

  3. Ciao Filippo,
    penso anch’io che il gioco sia il Maestro più importante.
    Cito Mr. Gagliardi che ad un corso a Coverciano espresse un concetto bellissimo: “Il gioco allena la mente a vedere corridoi”…

  4. Il calcio affascina sempre meno… è stata uccisa la fantasia,non vediamo più dribbling solo fisicità..De Zerby ha scoperto acqua calda…certo che occorre mettersi in mostra il più possibile…calcio non è una scienza è un gioco,oggi avvilito oramai da troppe regole interpretative ridicole e ingiuste.. si torni a giocare
    liberi senza fuorigioco ..regole poche e chiare.saremo tutti più sereni.

  5. Ciao Filippo tutte le mie esperienze da allenatore mi inducono oggi a pensare che, probabilmente, il “gioco” sia la componente dalla quale non si debba prescindere per rendere la proposta di allenamento più riconducibile e attinente all’obbiettivo principe: la partita.
    Mi permetto di avanzare questa mia ipotesi perché nel complesso, il gioco appunto, passa anche il gesto tecnico individuale e/o quello applicabile alla tattica, passa la tutta l’attività coordinativa e quella condizionale; le palle inateve, compresi i falli laterali che banalmente vengono sottovalutati ma che se “allenati” possono essere migliorati e resi efficaci ed efficienti nell’ economia della partita.
    Nel fare riferimento al “gioco” sottintendevo tutte le sue declinazioni possibili quali partitelle a tema, con superiorità e , viceversa, inferiorità numerica, ecc.ecc.
    Concludo : questa mia idea non avrà avuto sempre successo a livello di rusiltati, sicuramente lo ha ottenuto a livello di consapevolezza e coinvolgimento di coloro i quali hanno avuto l’occasione di esserne protagonisti.

  6. Buongiorno Filippo . Allenare quello che dovrebbe avvenire nella partita. Alleno il 2014. Lasciarli liberi di sbagliare. Allenarli nelle scelte e nella complessità del gioco. Utilizzo quadrati per fargli conoscere e imparare a leggere gli spazi . Un lavoro lunghissimo . Ma sono certo che darà i frutti. Dalla tecnica ripetitiva in analitico credo che imparino poco. Ma è una mia opinione . Faccio disputare molte partitine libere , e soprattutto uso un telefonino per fare vedere l’eventuale errore facendolo scoprire a loro. In attesa di un tuo gradito commento ( c’è sempre da imparare , ringrazio sentitamente.

    1. Ciao claudio, siamo tutti in continua formazione e non e’ una frase fatta! Anch’io, secondo il nostro vissuto, non credo nella ripetitivita’ in analitico. Ci sono arrivato col tempo e le esperienze.

  7. Innanzitutto, grazie per la realizzazione di un blog che affronti le metodologie dell’allenamento, tema che mi affascina e che dovrebbe anche e soprattutto essere oggetto dell’attenzione della FIGC. Altra premessa prima di esprimere la mia opinione: riscontro spesso dei malintesi generati dall’uso della terminologia – ad esempio, cosa intendersi per “gioco” (il concetto di “gioco” include i giochi di posizione, i possessi, le situazioni ecc.). Con gli anni, amo sempre meno le “guerre di religione”, le contrapposizioni ideologiche che disconoscono ogni ragione del campo avverso. Sì, perchè quella tra i sostenitori della tecnica analitica (con le varie varianti di tecnica funzionale e altre denominazioni) e i quelli che individuano nel gioco (con qualunque accezione) la panacea ai mali del calcio italiano, sembra in atto uno scontro ideologico tra fanatici delle diversi fazioni. Come dici, a volte pare difficile classificare le esercizioni – se tecniche, tattiche, di “gioco” o “non di gioco” -. Penso che tutto si tenga e che, quindi, l’apprendamento della tecnica possa andare a braccetto con quello del “gioco”, ne sia corollario e arricchimento. Forse l’attenzione andrebbe spostata sulla qualità e i tempi delle componenti di cui si parla. I giocatori NBA, durante la pausa estiva, assumono un insegnante di tecnica allo scopo di imparere-perfezionare gesti tecnici e movimenti. Non credo siano pazzi miliardari con la predizposizone a sprecare il loro tempo libero e i loro denari. Grazie ancora.

    1. Grazie a te per il contributo Massimo. Nessuna guerra santa, questo blog, sebbene abbia un’idea forte dal punto di vista metodologico, nasce per avvicinare e non per allontanare.
      Penso di poterlo fare, affrontando sempre le questioni con l’apertura ad un nuovo cambiamento, perché sono
      passato attraverso le esperienze,detto in estrema sintesi, da un approccio riduzionista ad uno più sistemico. Quel riduzionismo che divide le parti e ci porta a dire che l’apprendimento della tecnica vada a braccetto con quello del gioco, sottintendendo, almeno cosi’ ho capito, una divisione delle cose: Pratico la tecnica e la porto nel gioco.
      Rispetto a quanto hai scritto sull’Nba, quello che ti posso dire e’ che negli States,in generale, l’approccio riduzionista è molto marcato, almeno per quelle che sono state le mie esperienze. Dopodiché preferisco che bambini e bambine pratichino i gesti tecnici con un insegnante piuttosto che stiano sul divano a sfondarsi 🙂 con i videogame per un’infinità di ore.
      Dovremmo inoltre comprendere le esigenze di ciascun giocatore, attraverso l’osservazione e l’ascolto, aprire verso un’umanizzazione del calcio.
      Veniamo da anni di cultura “dal semplice al difficile”, provare a cambiare forse porterebbe qualche vantaggio.
      Grazie ancora Massimo.

  8. Buongiorno Mister Filippo complimenti per il suo interessantissimo blog!
    Una domanda/curiosità sullo stile di conduzione efficace nell’ambiente d’apprendimento:
    un allenatore che resta esterno al perimetro di gioco (naturalmente in allenamento) come può osservare VERAMENTE cosa percepiscono i giocatori durante ogni istante di ogni azione dove compagni e avversari modificano incessantemente le distanze con cui si relazionano?

    Ringrazio sin da ora e porgo i migliori auguri di Natale

    1. Ciao Ottorino, grazie per i complimenti e per il contributo.
      Di fatto quanto viene detto rispetto alla posizione dell’allenatore andrebbe cambiato, soprattutto quando si lavora con i giovani in ottica formativa.L’allenatore dovrebbe stare il piu’ possibile dentro al gioco cosi’ come i colleghi, per coloro che li hanno. Quando parlo di colleghi intendo l’allenatore in seconda (termine che non mi piace ma dobbiamo intenderci), l’allenatore dei portieri,il preparatore atletico, il videoanalista o lo psicologo/pedagogista…Solo li’ dentro sei in grado di vedere e aiutare il giocatore.

  9. Ps: Ho scritto un mio contributo sulla tua mail se è possibile trasferirlo nei contributi blog.
    Grazie
    Cordiali saluti
    Luigi Nesti

    1. ricevuto ora, eccolo : Complimenti per il blog. Condivido sulla complessità del calcio. Sinteticamente non amo molto teorizzare o la teoria. Credo invece che sia complessa la didattica. Praticamente ogni atleta che arriva in una squadra si confronta con la didattica proposta dallo staff tecnico. Perciò le chiedo quali esercizi gli sono piaciuti nella sua carriera e perché. Ovvero sequenza…tempi… Quali situazioni positive e per migliora gli atleti. Gli esercizi didattici li considero più utili di qualunque intervento teorico. Anche se ho visto squadre giovanili che hanno vinto campionati con didattiche generiche e poco edificanti ai miei occhi. Ma questa è un’altra tematica. Grazie.
      Luigi Nesti

      Luigi ciao, non e’ questione di esercizi, o meglio, quelli vengono dopo. Occorre che si comprenda in che contesto di apprendimento si pensa di lavorare.
      Non ha senso paragonare gli allenamenti di quando ero giocatore.Dal 2009 quando sono stato nominato responsabile di settore giovanile il mio pensiero, grazie al vissuto, e’ cambiato. L’importante e’ proporre esercitazioni che rispettino gli elementi del gioco. Poi spetta a te capire in che direzione muoverti valutando i ragazzi o le ragazze che hai a disposizione consapevole che, non sempre o quasi mai, un’esercitazione sara’ l’optimum per tutti.
      Quello che ti posso dire e’ che non devi aver paura di perdere il controllo, di lavorare nel caos! Se per esercizio didattico intendi un esercizio in cui fermi continuamente i giocatori per spiegare cosa devono fare allora, sempre secondo il mio parere, ti direi di no.

      1. Peccato. Deluso e risposta generica. “Apprendimento questo sconosciuto” Come farlo rimanere sconosciuto. Carissimo Mister una delle più alte competenze oggi per i responsabili tecnici è a mio avviso capire la Didattica e dove si colloca. E’ evoluta? generica? Tanti esercizi copiati…di moda,,,vedi i giochi di posizione o altri. Ho visto negli anni Mister di alto livello e altri meno. Quelli di alto livello sono più… FINI…dove nella DIDATTICA proposta. Occorre capirla. Poteva scegliere visto che ha elencato il contesto …questi sono gli esercizi Milan Primavera,,, e aprire una riflessione. Auguri per il blog e per le Festività prossime. Ritiro i complimenti. Luigi Nesti

        1. Buongiorno Luigi, mi parla di tanti esercizi di moda copiati e poi mi chiede gli esercizi del milan Primavera. Mi sembra contraddittorio ma potrei sbagliarmi. Spero in futuro di essere meritevole dei suoi complimenti. Ci sono centinaia di libri con le esercitazioni. Mi spiega cosa intende per didattica evoluta e/o generica? Ricambio gli auguri per le festivita’. Grazie.

          1. Grazie per la risposta. Didattica generica un Mister o un’altro non si nota la differenza nelle proposte. Ovvero un gran numero di staff tecnici la propongono. Didattica evoluta vi è una visione, “una filosofia” nel linguaggio complesso della partita di calcio e raggiungono gli obiettivi. Lo so benissimo che ci sono una infinità di libri che propongono esercizi. Anche internet..così pure un sacco di blog di discussione. Ho fatto una tesi universitaria sul limite della pagina scritta. Ma quali particolari riescono a fruire? Occorre VEDERLI e capirli. Ad esempio per fare un giocatore moderno evoluto e migliorarlo con quale didattica più efficace si deve confrontare? Comunque non ha risposto alla mia richiesta. Perciò quale didattica esercizi sequenze tempi ad esempio della Primavera del Milan o di un’altra squadra di sua scelta di una settimana tipo ad esempio durante il ritiro pre-campionato e di una settimana tipo durante il campionato. Aprendo le riflessioni. Se vuole distinguersi.

          2. Grazie per la spiegazione. Mi spiace Luigi, continuiamo a ragionare su binari paralleli. Mi chiede esercizi, sequenza, tempi, settimana tipo su cui aprire una discussione. Ma non si puo’ standardizzare. Occorre conoscere i giocatori che si hanno a disposizione, il contesto ma, al di la’ della premessa, per me non esiste una settimana tipo. La ringrazio per il suggerimento rispetto al “distinguersi” ma lo vorrei fare in altro modo. Aperto, certamente, ma non secondo imposizioni. Evidentemente questo blog non la soddisfa e, come ha detto lei, ce ne sono tanti altri che potrebbero aiutarla. Grazie ancora per gli spunti.

  10. Complimenti per il blog. Condivido sulla complessità del calcio. Sinteticamente non amo molto teorizzare o la teoria. Credo invece che sia complessa la didattica. Praticamente ogni atleta che arriva in una squadra si confronta con la didattica proposta dallo staff tecnico. Perciò le chiedo quali esercizi gli sono piaciuti nella sua carriera e perché. Categorie Adulti. Ovvero sequenza…tempi… Quali situazioni positive e per migliorare gli atleti. Gli esercizi didattici li considero più utili di qualunque intervento teorico. Anche se ho visto squadre giovanili che hanno vinto campionati con didattiche generiche e poco edificanti ai miei occhi. Ma questa è un’altra tematica. Grazie.

    Luigi Nesti

    Inviato da Posta per Windows

    1. Mi permetto e sarà l’ultimo intervento. Le settimane tipo di allenamento delle squadre…non esistono?. Che fanno durante le settimane? Vede quando ho visto gli allenamenti didattici sul/del campo di Mourinio nel ritiro Inter (periodo triplete) dove gli preso/appreso tutti i suoi “segreti” didattici sono cresciuto nelle mie riflessioni didattiche. E come e dove dovevo intingere una eventuale crescita. Che cosa ha visto o dove è andato Lei per crescere? Il mio professore di Filosofia diceva che occorre imparare da chi sa di più …scoperta acqua calda…poi aggiungeva se tutti credono che la terra sia quadrata occorre andare a Padova da un certo Galileo e farsi spiegare perchè ipotizza che la terra sia tonda. Dico ad un giocatore anche evoluto di leggere anche se pregevole l’articolo sulla complessità calcio o sulle transizioni negative di mister Perretta? O di leggere le risposte sul blog di Mister Galli? Gli chiedo sei cresciuto? Poi gli dico vieni qui in campo con il mio staff e fai questi esercizi di tecnica evoluta Fase 1 -2 e 3 La terza è troppo difficile. Amico stai il con il zuccone impegnati e cerca di migliorare. Non glielo dico ma lo penso tra me e me. Oppure ad un mister gli spiego che la transizione negativa la imposta didatticamente in questo modo un Mister senza fare nomi e un’altro Mister la imposta in un’altro modo. Quale più efficace.? Forse la prossima volta che va in campo qualcosa sulle transizioni negative avrà imparato. L’ottimo che faccia delle varianti personali sugli esercizi proposti. Tutti blog i corsi i webinar anche quelli dell’aiac a mio modesto parere sono deludenti. Ma lei è uscito con titoli altisonanti Metodologia, Complessità Apprendimento questo sconosciuto. Spero che non corra il rischio che si confonderà genericamente come gli altri. La concorrenza è alta. Non si preoccupi per il suo risentimento non verrò e non risponderò più sul suo blog. Visto che non è per allontanare…! Poi non rispondere con didattica concreta alla mia richiesta è un suo diritto. I titoli sono altisonanti.

  11. Concordo. L’esemplificazione dei concetti esposti nell’articolo, lo “scendere in campo” con proposte di allenamenti , permetterebbe di uscire dalle discussione teoriche spesso dominanti nei webinar e nei siti internet. All’ideatore del presente blog, responsabile tecnico di società di alto, altissimo livello, responsabile – che a differenza di tanti suoi omologhi – ha studiato, viaggiato, elaborato dei percorsi formativi per le categorie giovanili, anche da me l’invito a rendere i fruitori dell’interessante blog partecipi della concreta realizzazione dei principi enunciati nell’articolo “L’apprendimento, questo sconosciuto”.

  12. Spett. Le Massimo Tamburini leggo ora il suo intervento e con piacere noto che anche lei concorda con le mie riflessioni. Le posso elencare almeno cinque siti di interventi sulla materia complessa del calcio. Uno storico che pubblica molto sulle didattiche dei Mister. Tutti hanno iniziato gratuitamente poi con introiti da sponsor sono tutti a pagamento o con abbonamento. Il problema è che cosa danno? Specialmente quando riflettano sulla DIDATTICA. Esempio . Se anche Lei è costretto a partecipare OBBLIGATAMENTE a partecipare a corsi della federazione territoriale o on line per mantenere il Patentino quanta delusione ci sono in questi incontri. Mio modestissimo parere . Auguro a Lei e ai suoi cari Auguri di Buon Natale.

  13. Ciao Filippo! Sono subentrato da poco nella mia nuova squadra Primavera che milita nel campionato Nazionale. La mia prima settimana di lavoro si è concluso oggi e devo dire che ad un certo punto ho provato a “perdere il controllo dell’esercizio” come hai scritto in una parte dell’articolo. Il risultato è stato sorprendente: i giocatori hanno iniziato a dibattere positivamente tra loro nel cercare di capire quale poteva essere la scelta migliore, si sono trovati a dover trovare una soluzione in corso e quindi pensare in maniera attiva ma soprattutto la comunicazione tra compagni per raggiungere e mantenere insieme l’obiettivo principale dell’esercitazione. Io mi sono lasciato andare facendomi coinvolgere da questa dinamica travolgente e la soddisfazione più grande è stata vedere una squadra “viva” e curiosa al miglioramento. Tempo fa pensavo che perdere il controllo era un problema, oggi invece mi sento meglio quando questo accade.

    1. Ciao Sergio, contento di leggerti e felice che la tua prima settimana in un nuovo ruolo sia andata bene.Non mollare, arriveranno momenti di difficolta’ ma so che sai come vivere i momenti complessi! A presto.

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