CHAMPIONS’ LEAGUE – MILAN-LIVERPOOL 1-3: I REDS SBANCANO SAN SIRO

Ricomincia il calcio delle grandi squadre d’Europa, riparte la Champions League. Il Milan inaugura il nuovo format della competizione sfidando una rivale che definire storica è riduttivo: il Liverpool. I rossoneri arrivano a questo delicato scontro dopo un avvio di campionato turbolento, culminato con la prima vittoria ufficiale della squadra di Fonseca per 4-0 ai danni del Venezia.

La vittoria dà morale, con i nuovi innesti che stanno iniziando a integrarsi. L’assetto offensivo è – a tratti – straripante, mentre in difesa c’è ancora da aggiustare il tiro, alla ricerca della solidità di reparto.

Milan – Liverpool è uno scontro che evoca tanti ricordi, nel bene e nel male, ad ambe le tifoserie. I Reds si presentano a San Siro dopo le vittorie su Ipswich Town, Brentford e Manchester United. Ma, proprio nell’ultimo turno di campionato, sono caduti 0-1 ad Anfield per mano del Nottingham Forest.

Si gioca per vincere: ogni partita di questo nuova Champions può essere decisiva e nessuno vuole sfigurare.

Le formazioni:

Fonseca scende in campo con Maignan tra i pali; linea difensiva composta (da sinistra verso destra) da Theo, Pavlovic, Tomori e Calabria, che ha la meglio nel ballottaggio con Emerson Royal; in mediana vanno Fofana e Loftus Cheek con Reijnders sulla trequarti insieme a Leao e Pulisic; a insidiare l’area di rigore avversaria Alvaro Morata.

Il Liverpool di Arne Slot, successore di Klopp, si schiera a specchio con l’1-4-2-3-1. Gli interpreti sono: Alisson; Tsimikas, Van Dijk, Konaté, Alexander Arnold; Gravenberch, Mac Allister; Gakpo, Szoboszlai, Salah; Diogo Jota.

La partita

Primo tempo:

Il Milan parte nel migliore dei modi: neanche 180 secondi sull’orologio e Pulisic, dopo un’incursione sulla destra, incrocia e trafigge Alisson per l’1-0. Esulta il pubblico di San Siro, si sblocca l’avventura europea rossonera. Il gol nasce da un errato posizionamento di Tsimikas e né Konaté né Mac Allister riescono a contrastare l’americano.

Poco prima del gol si era reso pericoloso anche Reijnders, in posizione di offside. L’olandese sembra gradire il nuovo ruolo già sperimentato sia in nazionale che contro il Venezia.

Il Milan cerca di fare schermo su Gravenberch, fulcro del gioco dei Reds. E nel primo quarto d’ora riesce molto bene nell’intento. Ne approfitta il Liverpool per riorganizzarsi, alternando la salita dei terzini e creando densità e superiorità numerica nella trequarti rossonera.

Maignan, nel corso della prima frazione, accusa due acciacchi: il primo al quadricipite destro e l’altro al collo del piede sinistro. Una notte a dir poco sfortunata per l’estremo difensore.

La squadra di Arne Slot esce fuori con il passare dei minuti e con un pressing asfissiante da cui facciamo fatica a uscire. Salah colpisce anche due traverse, la prima al 17’ e la seconda al 29’.

Il pareggio del Liverpool arriva al 23’, dopo un fallo da giallo di Calabria su Gakpo. Dal limite dell’area, Alexander Arnold mette al centro per lo stacco di Konaté, che approfitta dell’uscita disastrosa di Maignan e incorna il gol del pareggio: 1-1.  

Passano pochi secondi e Diogo Jota spreca l’occasione del vantaggio a tu per tu con Maignan. Continua l’assedio: Gakpo e Salah, da fuori, mettono in difficoltà Maignan.

Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, al 40’, Van Dijk firma l’1-2. Ennesimo gol subito di testa su palla inattiva. Un punto debole, quello delle palle inattive, che ci trasciniamo dietro da due anni e che, a quanto pare, non è ancora stato risolto.

L’arbitro concede cinque minuti di recupero, e il Milan abbozza una timida reazione. Leao prova a fare scoccare la scintilla ma Konaté lo ferma ai limiti della regolarità secondo il direttore di gara.

Secondo tempo:

Maignan prova a stringere i denti, resta in campo per qualche minuto ma dopo un salvataggio su Diogo Jota accusa l’ennesimo infortunio. Troppo dolore per il francese, che esce in lacrime e lascia il posto al giovanissimo Torriani.

La seconda frazione dà poche emozioni nel complesso. Nei Reds spinge l’acceleratore Tsimikas, andando al tiro due volte. I rossoneri contestano un presunto su rigore su Morata, ma non è della stessa opinione il VAR. Il Milan cerca di dare una scossa, spinto dal pubblico e da qualche buona giocata di Theo Hernandez.

Ma questo entusiasmo dura poco e al 67’ si spegne la magia. Imbucata centrale del Liverpool in ripartenza: Gakpo va sul fondo, mette in mezzo per Szoboszlai che colpisce col ginocchio e insacca l’1-3.

Nel finale qualche cambio per entrambi gli allenatori, tra cui Abraham, che ha un buon impatto sul match e dimostra di avere coraggio e grinta. Ma questo non basta. La squadra sembra accettare la sconfitta, nonostante la mezz’ora di gioco a disposizione. Un atteggiamento passivo e rinunciatario che infastidisce molto la tifoseria.

Nei sei minuti di recupero concessi dall’arbitro, Leao colpisce un legno ma nulla più. Finisce così, il Liverpool vince e convince. Al Milan resta l’amaro in bocca dopo il grande avvio. Il sipario del match viene chiuso dai fischi assordanti della Curva Sud, che pretende una reazione di carattere. Ciò che viene contestato è il poco carattere messo in campo, la poca determinazione, le mancate verticalizzazioni, la fantasia.

Il prosieguo della settimana rossonera è vista derby: ad ansie, paure e tensioni dovranno prevalere esaltazione, determinazione e coraggio. Sono tanti i sentimenti che rimbalzano dagli spalti al campo come in un flipper impazzito. Domenica, dopo questo verdetto, si tireranno le prime somme della stagione.

BIO: Luca Lazzaro è nato e vive a Catania, siciliano classe 1998. Diplomatosi al Liceo Linguistico, prosegue gli studi all’Università di Catania divenendo Dottore in Scienze e Lingue per la comunicazione. Tra le sue passioni, oltre il mondo del pallone, troviamo le moto. Il mondo del giornalismo lo affascina: è per tale ragione che ama scrivere e raccontare storie. Da qui nascono le collaborazioni con Talent Scout e Voci di Città, due realtà differenti che, in sinergia, lo hanno formato professionalmente. L’ambizione più grande? Fare della sua passione un lavoro a tempo pieno.

Una risposta

  1. Articolo ben scritto Luca e del tutto condivisibile. Continua sempre così : sintesi, obiettività e buon lessico! Chapeau!
    Un caro saluto.

    Massimo48

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