EURO ’24 – LE NAZIONALI – AUSTRIA: PROPULSIONE RED BULL PER RINVERDIRE I FASTI DEL PASSATO

Il Wunderteam austriaco degli anni Trenta fu una delle grandi nazionali dell’anteguerra. Sotto la guida del pionieristico allenatore Hugo Meisl, l’Austria aveva sviluppato un approccio innovativo che prevedeva l’interscambio dei cinque attaccanti e uno stile di passaggi rapidi ispirato alle squadre scozzesi che si recavano a Vienna all’inizio del XX secolo.

Questo stile di gioco aveva condotto l’Austria alla fama internazionale, arrivando all’apice all’inizio degli anni Trenta. Nel 1934 l’Austria era ancora una squadra di primo piano, sebbene non al massimo del suo splendore, e perse di misura contro i vincitori finali, l’Italia, in una controversa semifinale.

Nel 1938, gran parte della squadra era ancora intatta e, nonostante fosse lontana dal suo apice, era ancora una potenza da tenere in considerazione. In vista della Coppa del Mondo del 1938, dunque, l’Austria era ancora una volta una delle principali sfidanti dell’Italia. Tutto cambiò il 12 marzo 1938, quando iniziò l’annessione dell’Austria al Reich tedesco.

Hitler entrò in Austria, accolto da un Paese decorato di svastiche dalla propaganda del regime, nei pressi della sua città natale, Braunau. Da lì si recò a Vienna, annunciando l’annessione dal balcone del Palazzo Imperiale. La legge fu ratificata il giorno successivo.

Con l’indipendenza austriaca ormai scomparsa, scomparve anche la squadra di calcio nazionale. L’Associazione calcistica austriaca fu chiusa come organizzazione indipendente poche settimane dopo, e venne ricreata in seno alle autorità calcistiche tedesche. Il calcio viennese, con una significativa influenza ebraica in alcuni club, fu rapidamente epurato e riorganizzato.

Il leggendario Matthias Sindelar è stato il personaggio più iconico e rappresentativo della storia del calcio austriaco. Il calciatore nativo di Koslau, in Cecoslovacchia, ha affrontato diverse volte la nazionale italiana in carriera. I successi contro gli Azzurri sono arrivati tutti nella Coppa Internazionale, precursore del campionato europeo di calcio.

Nei tempi moderni l’Austria ha affrontato la Nazionale italiana ai Mondiali 1998 e agli ultimi Europei. La sfida nella rassegna iridata francese ha visto prevalere la squadra di Cesare Maldini. Si ricorda la celebre marcatura di Fabio Cannavaro nei confronti di Ivica Vastic. Nell’Europeo itinerante l’ottavo di finale è stato al cardiopalma. Gli Azzurri sono stati salvati dal VAR, che ha annullato il gol di Arnautovic per un offside millimetrico.

LA RINASCITA

Il calcio austriaco sta attraversando una fase di notevole crescita da anni, una crescita il cui elemento propulsore è dato dall’attività della Red Bull. Il CT Ralf Rangnick ha guidato il Leipzig dal 2015 al 2019. Pentz, Wöber, Laimer, Sabitzer, Baumgartner, Lainer (tagliato per gli Europei), Seiwald, Schmid, Prass, Seidl e Schlager (infortunatosi recentemente) sono i calciatori passati per l’universo Red Bull. Non è raro che un giovane austriaco venga prima mandato in prestito al Liefering, squadra satellite del Salisburgo, per poi passare alla casa madre e, infine, fare il salto in Germania.

Rangnick è ritenuto uno degli artefici del gegenpressing, nonché ispiratore non solo di Klopp ma anche dei tecnici scuola Red Bull. I risultati con Schalke, Hoffenheim e Leipzig gli sono valsi l’interessamento del Milan e poi la chiamata del Manchester United. A Old Trafford non è andata benissimo, ma si può dire che anche Rangnick ha patito la maledizione del post Ferguson.

Fino al 1954 la nazionale austriaca era tra le più competitive d’Europa, essendo arrivata tra le prime quattro ai Mondiali in due occasioni. C’è stato poi uno iato fino al termine degli anni ’70 (i tifosi di Inter e Roma ricorderanno Herbert Prohaska). Visti gli scarsi risultati internazionali, la nazionale austriaca non è più nota come “Squadra delle meraviglie”, bensì come Das Team, vale a dire, semplicemente, “La squadra”. Gli anni 2000 sono stati disastrosi fino all’avvento della Red Bull.

Il percorso di crescita è stato piuttosto lineare e i frutti si sono visti a distanza di qualche anno dai primi investimenti. Investimenti cospicui anche sul settore giovanile, tradottisi nell’esplosione di giovani locali e non. Le rivali non sono state a guardare. I riflettori puntati sul calcio austriaco hanno fatto sì che anche Rapid Vienna, Austria Vienna o Sturm Graz producessero talenti.

Sono arrivate tre qualificazioni consecutive agli Europei. Nell’ultima edizione, quella in cui ha trionfato l’Italia, l’Austria ha raggiunto uno storico ottavo di finale, venendo eliminata proprio dagli Azzurri iN una gara estremamente combattuta.

I PUNTI DI FORZA DELL’AUSTRIA

Rangnick può contare sulla presenza di una decina di calciatori che hanno orbitato nel mondo Red Bull. Lienhart (out per infortunio) e Daniliuc sono invece due elementi passati per le giovanili del Real Madrid. La qualità non manca. Oltre a Lienhart, mancherà il calciatore più rappresentativo e uno dei più forti della storia del Paese mitteleuropeo. Ci stiamo naturalmente riferendo a David Alaba, pluridecorato jolly del Real Madrid, out per infortunio da diversi mesi. Fuori anche Schlager, centrocampista tuttofare del Leipzig.

Quello difensivo è un reparto affidabile. A fare coppia con Danso dovrebbe esserci il giovane Leopold Querfeld, prodotto del florido vivaio del Rapid Vienna.

Sabitzer è reduce da una finale di Champions League. Sono stati protagonisti con il Leipzig i centrocampisti Baumgartner e Schlager, mentre il compagno di reparto Seiwald non ha reso come ci si aspettava. Schlager si è infortunato a inizio maggio e salterà la rassegna, quindi il titolare dovrebbe essere Grillitsch.

Il leader difensivo è Kevin Danso, roccioso centrale del Lens appetito dal Napoli lo scorso anno. Alaba avrebbe garantito solidità, esperienza e classe al reparto. È chiamato al salto di qualità a livello internazionale Posch (strepitoso con il Bologna).

Il CT Rangnick ha elogiato Seiwald e Schlager, compagni di squadra al Leipzig. Quest’ultimo è out, ma le alternative di spessore non mancano. Il leader è quel Sabitzer che, dopo esperienze in chiaroscuro con Bayern e Manchester United, ha trovato la consacrazione a Dortmund. Laimer ha avuto un ottimo minutaggio nel Bayern ed è tra i calciatori più rappresentativi della rosa.

I PUNTI DEBOLI

L’attacco è il tallone d’Achille. Arnautovic ha vinto un altro scudetto con l’Inter, ben quattordici anni dopo il primo trionfo in nerazzurro. L’ex Bologna potrebbe patire le 35 primavere. È il calciatore con più presenze e il secondo marcatore della storia della nazionale austriaca. Gregoritsch, Weimann e Wimmer non sono attaccanti particolarmente prolifici.

Il portiere titolare dovrebbe essere Patrick Pentz, ex Austria Vienna e ora al Brøndby. Acquistato dal Bayer Leverkusen un anno fa, Pentz non ha mai esordito con la maglia delle Aspirine in una gara ufficiale. Inoltre non è altissimo e, al giorno d’oggi, questa rischia di rivelarsi una criticità.

LA PROBABILE FORMAZIONE

Rangnick utilizza solitamente il 4-2-3-1. L’Austria dovrebbe scendere in campo con questa formazione: Pentz; Posch, Querfeld, Danso, Mwene; Grillitsch, Seiwald; Laimer, Baumgartner, Sabitzer; Arnautovic.

Data l’assenza di punte di rilievo oltre ad Arnautovic, il tecnico tedesco infoltirà il reparto nevralgico. Sabitzer è un elemento in grado di garantire un certo quantitativo di realizzazioni e assist. L’obiettivo è quello di controllare il possesso e sfruttare gli inserimenti centrali. Il centrocampo e la difesa sono solidi e rocciosi, difficili da penetrare. La squadra vanta diversi elementi devastanti fisicamente e la sua retroguardia è difficile da scardinare.

I nodi sono, giustappunto, legati alla mancanza di attaccanti di livello. Se scenderà in campo l’Arnautovic dei tempi d’oro i tifosi austriaci potranno sperare in un ottimo piazzamento. In caso contrario, sarà difficile anche superare il girone. Da verificare anche il portiere. Avrebbe fatto comodo anche un Konsel dei giorni migliori.

I CONVOCATI DEFINITIVI

Portieri: Niklas Hedl, Heins Lindner, Patrick Pentz.

Difensori: ​​​​Daniliuc, Danso, Lienhart, Mwene, Posch, Querfeld, Trauner, Wöber.

Centrocampisti: Baumgartner, Grillitsch, Grüll, Kainz, Laimer, Prass, Sabitzer, Schmid, Seiwald, Wimmer.

Attaccanti: Arnautovic, Entrup, Gregoritsch, Seidl, Weimann.

OBIETTIVI

La squadra è inserita nel girone D assieme a Francia, Olanda e Polonia. I Bleus sono i chiari favoriti del raggruppamento. L’Olanda è tecnicamente superiore, ma sulla gara secca Das Team può sfruttare le migliori frecce al proprio arco, vale a dire fase difensiva tignosa e pericolosità sui calci piazzati. La Polonia, i cui big non sono più di primo pelo, è teoricamente l’avversaria più abbordabile.

Sarà fondamentale battere i polacchi e puntare a ottenere almeno un punto nelle altre due sfide. Le prime due del girone procedono direttamente agli ottavi. Ci sarà poi il raffronto tra le terze per definire le quattro migliori dei sei gironi, che passeranno anch’esse agli ottavi. Obiettivo secondo posto, ma superare il turno sarebbe già un successo.

BIO: VINCENZO DI MASO

Traduttore e interprete con una spiccata passione per la narrazione sportiva. Arabista e anglista di formazione, si avvale della conoscenza delle lingue per cercare info per i suoi contributi.

Residente a Lisbona, sposato con Ana e papà di Leonardo. Torna frequentemente in Italia. 

Collaborazioni con Rivista Contrasti, Persemprecalcio, Zona Cesarini e Rispetta lo Sport.

Appassionato lettore di Galeano, Soriano, Brera e Minà. Utilizzatore (o abusatore?) di brerismi.

Sostenitore di un calcio etico e pulito, sognando utopisticamente che un giorno i componenti di due tifoserie rivali possano bere una birra insieme nel post-partita.

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