EURO ’24 – LE NAZIONALI – SCOZIA: SFATARE LA MALEDIZIONE DEL PRIMO TURNO

La Scozia si appresta a partecipare per la quarta volta alla fase finale del campionato europeo. A questo traguardo si aggiungono le sette qualificazioni ai mondiali di calcio, sei delle quali concentrate nel periodo 1974-1998. Il tutto per una nazione, calcisticamente indipendente, che conta la metà degli abitanti della Lombardia.

Il periodo d’oro per la Scozia è stato dalla metà degli anni settanta fino a metà degli ottanta. Era l’epoca in cui le squadre inglesi dominavano in Europa ed erano imbottite di campioni scozzesi.

Nei tre campionati del mondo che vanno dal 1974 al 1982 la Scozia ha mancato la qualificazione al secondo turno, dopo il girone eliminatorio, per la differenza reti, finendo al pari di squadre blasonate come Brasile, Olanda e URSS. Purtroppo la maledizione del passaggio del primo turno ha accompagnato sempre la Scozia, anche nelle successive edizioni e non è c’è stata eccezione neppure nelle fasi finali dei campionati europei.

Nella storia della Scozia c’è un ventennio perduto, quello che va dal 1998 al 2020, dove la squadra non è mai più riuscita a qualificarsi a nessuna fase finale, né dei mondiali e neppure degli europei.

Fa quasi gridare al miracolo dunque la seconda partecipazione consecutiva agli europei, dopo la delusione di quella del 2021, giocata praticamente in casa e finita male come al solito.

In realtà non parlerei di miracolo, ma di una precisa ricostruzione della squadra operata da Steve Clarke. Dal suo avvento molte cose sono cambiate e lo stesso gioco non è più un buttare la palla avanti o sperare nel cross. Clarke ha adottato un moderno schema che prevede una difesa a tre e due esterni che possono farla diventare a cinque. Anche il centrocampo è molto duttile, quando gli esterni ripiegano in difesa anche le due ali d’attacco danno man forte al reparto. Inevitabilmente l’attaccante centrale di turno deve “farsi il mazzo”, trovandosi spesso solo a fare sportellate con i difensori. Del resto non si può avere tutto e a fronte di una difesa ermetica (solamente otto reti subite nel girone di qualificazione, di cui cinque ad obiettivo raggiunto e una su rigore!) l’attacco inevitabilmente latita. Non ci sono più attaccanti del calibro di Jordan, Dalglish, McCoist o Mo Johnston. In compenso può contare su giocatori universali come McGinn e McTominay che hanno realizzato in due metà delle reti messe a segno dalla Scozia nel girone di qualificazione.

È stata quasi una passeggiata come non avveniva dagli anni d’oro, un traguardo raggiunto con due giornate di anticipo, con la ciliegina sulla torta delle vittorie contro Spagna e Norvegia. La maturazione della squadra, rispetto al recente passato, si è vista anche nell’atteggiamento con le squadre minori che in passato avevano spesso causato guai. Questa volta non ci sono state distrazioni e il pronostico è sempre stato rispettato.

In Germania purtroppo mancheranno per infortunio diversi tasselli, un peccato perché mai come questa volta la Scozia al completo potrebbe aspirare a superare finalmente la maledizione del primo turno. Ma come giocherà la squadra?

In porta Angus Gunn del Norwich è abbastanza affidabile. In difesa, in assenza dell’ex Bologna Hickey, giostreranno tre tra Hendry, Hanley, Tierney e Porteous, con Cooper e McKenna di rincalzo.

Come esterni difensivi a sinistra il capitano Robertson e a destra, assente Patterson, Clarke dovrà inventare qualcuno. Nell’amichevole di Gibilterra ha provato McCrorie del Bristol City.

Andy Robertson, difensore del Liverpool e capitano della nazionale scozzese

Il centrocampo è il reparto più ricco, con McTominay, anche lui reduce da un infortunio e non al meglio, che potrebbe fare reparto da solo, ma sarà affiancato dall’esperto McGregor e dal giovane Gilmour. Purtroppo anche qui peserà l’assenza della rivelazione Ferguson che ha trascinato il Bologna in Champions League. I rincalzi portano i nomi di Armstrong, anche lui non al meglio, McLean e Jack.

L’attacco, già problematico, ha visto all’ultimo la perdita di Dykes, non una macchina da reti, ma in grado di ben interpretare il ruolo a lui richiesto dall’allenatore: fare a sportellate e tenere impegnati i due centrali avversari. L’alternativa è Adams del Southampton, che fisicamente non dovrebbe fare rimpiangere Dykes.

Ad affiancare la punta centrale saranno McGinn da una parte e probabilmente Christie dall’altra, con l’alternativa del gradito ritorno in squadra di James Forrest del Celtic.

L’esordio sarà da brividi: partita inaugurale contro la Germania padrona di casa! Ci saranno circa centomila scozzesi (circa il 2% dell’intera popolazione) a Monaco, compreso il sottoscritto che nel 2019 ha fondato una sezione italiana della Tartan Army. Solo diecimila hanno il biglietto, ma questo è un dettaglio.

Dando per persa la prima, ma spesso l’esordio ha riservato sorprese…la Scozia si giocherà la qualificazione contro Svizzera e Ungheria. Guardando l’ultima edizione del 2021, che aveva la stessa formula, per accedere agli ottavi anche come migliore terza, occorrono almeno quattro punti: pareggio con gli elvetici e vittoria contro i magiari e questa volta il passaggio del turno è assicurato!

Personalmente ho iniziato a tifare per la Scozia ai mondiali del 1974, e anche allora eravamo in Germania. Esattamente cinquant’anni dopo sarebbe finalmente giunto il momento di sfatare la maledizione del primo turno. Chissà che non sia la volta buona!

Antonello Cattani con alcuni amici della Tartan Army italiana

BIO: Antonello Cattani, classe 1966, reggiano. Tifoso della della squadra granata della propria città, è milanista dal 1973, oltre che sostenitore della nazionale scozzese, tanto da fondare una sezione italiana della Tartan Army.

Ha pubblicato tre volumi per Urbone Publishing: Ti amerei anche se vincessi, confessioni di un tifoso scozzese (2018), La traversa spezzata. gli scozzesi conquistano Londra (2020), La Regia di Pippo (2022). Sta curando la biografia di Villiam Vecchi di prossima uscita.

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