MONZA, UN CUORE BIANCOROSSO

L’amore per il calcio è nato per un incrocio del destino tra me ed un pallone o me lo porto in dote nel dna? Il responso ad oggi non è risolto e la domanda mi dribbla ancora in testa.

  • Ti ricordi la tua prima partita?

Indimenticabile, era il 20 febbraio del ’66, mio padre, uomo tutto d’un pezzo, mi sorprese mostrandomi 2 biglietti di gradinata per accompagnarlo al Sada a vedere Monza-Messina.

  • Un ricordo di quella partita?

Mio padre siciliano, ovviamente simpatizzante per il Messina, che mi raccomanda di non esultare se avessero segnato i giallorossi. Il Messina vinse la partita, lui era euforico, io lo guardavo e pensavo che non potevo dirgli che avrei preferito vincesse il Monza.

  • C’è un calciatore al quale eri particolarmente legato?

Ne potrei citare 4. In ordine alfabetico : Antonelli, Anzolin, Bolognesi e Michelazzi. Questi ultimi 2 sebbene non fra i più noti mi sembravano veri giganti.

Roberto Antonelli (a dx) con Mister Alfredo Magni, allenatore del Monza dal 1975 all ’80 e dall’ ’83 all’ ’86

  • Ho notato una punta di emozione nel pronunciare il nome di Anzolin

Ho un ricordo bellissimo: la mia prima divisa che ho sfoggiato per tanti anni sui campetti di periferia era un vecchio maglione nero sul quale mia mamma aveva cucito due lembi di tessuto, uno bianco e l’altro rosso, ad emulare la maglia del grande Anzolin.

  • Sono trascorsi 50 anni di vita e di passione per il Monza. Avresti mai immaginato la tua squadra del cuore in Serie A?

Sinceramente un paio di volte ci ho sperato poiché ci siamo andati vicino ma è nel momento in cui l’arbitro nello spareggio a Pisa ha fischiato la fine della partita il mio cuore è esploso di gioia e nonostante avessi seguito la partita ero talmente incredulo che ho avuto bisogno di chiamare un amico che mi confermasse ciò che avevo visto.

  • Cosa ti piace del Monza di oggi?

Apprezzo la capacità di aver creato un gruppo, e intendo giocatori, dirigenti e l’intero staff tecnico, unito e solidale come una vera famiglia.

L’umiltà di ragazzi pur consci di essere dei privilegiati ma che non si atteggiano a divi.

Un gioco che diverte e che, indipendentemente dal risultato finale, appassiona ed euforizza il tifoso.

Questi elementi non possono prescindere da 2 fattori essenziali: la competenza di Mister Palladino e la lungimiranza del Dottor Galliani che hanno reso il sogno realtà.

Aldo Alù (che ringrazia la Roby per la stesura di questo racconto)

BIO: Aldo Alù

  • Siciliano di nascita, monzese d’adozione da sessant’anni.
  • Giovane promessa dell’ AC Cederna Monza, presto rapito dalla passione per la musica.
  • Pioniere nella scena radiofonica dei primi anni settanta come DJ, in seguito divulgatore di vinili per professione.
  • Appassionato calciofilo, collezionista di cimeli legati al mondo del pallone e innamorato da sempre del Monza e della  maglia biancorossa.

4 Responses

  1. Bei ricordi, non sarebbe possibile rivedere qualche partita che trasmettevano su telelombardia ? Oppure organizzare una serata con il telecronista che se ricordo bene si chiamava Besana ? Grazie

  2. Bellissimi ricordi. io sono stato un assiduo frequentatore del vecchio Sada , se non giocava il Milan a San Siro . Sempre dietro la porta dalla parte monzese , perche’ il tifo organizzato ,allora , era nella parte centrale della gradinata . Quanti giocatori di livello sono passati dal Monza e lo sanno tutti.
    Unico che menziono volentieri perche’ amico e’ Giovanni Lorini , grande gladiatore di questa squadra.
    Poi Mister Magni che ho conosciuto. Persona di altissimo livello e ottimo allenatore.
    Solo un lungimirante come il Dott. Galliani poteva portare il Monza in A e direi meritatamente.
    Grazie per questo bel ricordo.

  3. Ho passato almeno 5 anni della mia infanzia andando al Sada tutte le domeniche con mio padre ed è sempre bello leggere delle testimonianze che dimostrano che il Monza degli anni 70 ha lasciato una traccia.

    Mi piace ricordare Marziano Colombo, portiere della promozione in B, poi sostituito da Terraneo e successivamente conosciuto a San Rocco nella sua veste di ottico.

    E poi il grande Buriani, eroe della stagione 1976-77 (promozione sfumata all’ultimo momento), Sanseverino, Silva, Stanzione, Felice Pulici, Anquilletti e chi più ne ha più ne metta…

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