Il Milan scende in campo per la 35ª giornata di Serie A. I rossoneri non hanno nulla più da chiedere al campionato, se non consolidare la seconda posizione che varrebbe l’accesso alla Supercoppa Italiana. Con la qualificazione in Champions League aritmeticamente ottenuta, resta questo l’unico obiettivo della stagione rossonera.
Sempre più incombenti, invece, le voci di mercato riguardanti il futuro della panchina rossonera. È richiesto anche il massimo impegno da parte dei giocatori, che dovranno sudare per una maglia l’anno prossimo.
Dall’altro lato del campo troviamo il Genoa, già certo della permanenza nella massima serie. Gilardino deve fare a meno di due dei grandi protagonisti della stagione rossoblù: Gudmundsson e Vitinha.
Nel Milan ancora out Maignan, che quest’anno ha decisamente performato sotto quelle che erano le aspettative. Complici, tra gli altri, i numerosi infortuni. Troppi, a dire il vero, se vogliamo essere cinici, per un portiere che dovrebbe dare sicurezza a un intero reparto.
E tra i tifosi, intanto, ci si chiede se sia ancora il caso di affidarsi al francese per la prossima stagione. Gli stessi tifosi che hanno indetto uno “sciopero del tifo”, in segno di protesta contro l’epilogo infelice di queste ultime settimane. I tifosi rossoneri sono esigenti, vogliono e pretendono il massimo impegno sia dai giocatori che della dirigenza in vista della prossima stagione.
Nell’undici iniziale rientrano gli squalificati Theo e Tomori, si rivedono anche Bennacer e Chukwueze dal 1’. A dirigere il match è l’arbitro Prontera della sezione di Bologna.
MILAN (1-4-2-3-1): Sportiello; Florenzi, Gabbia, Tomori, T. Hernandez; Bennacer, Reijnders; Chukwueze, Pulisic, Leao; Giroud. All. Pioli.
GENOA (1-3-5-2): Martinez; Vogliacco, De Winter, Vasquez; Spence, Frendrup, Badelj, Thorsby, Martin; Ekuban, Retegui. All. Gilardino.
Primo tempo:
Comincia il match nel silenzio di San Siro, dove le uniche voci che riecheggiano sono quelle dei tifosi del Grifone. I decibel aumentano dopo pochissimi minuti, a causa di un’ingenuità di Tomori. Il centrale inglese, al terzo minuto, entra in maniera scomposta e inopportuna su Vogliacco. Per Prontera, e per noi, non ci sono dubbi: è calcio di rigore. Retegui va sul dischetto e spiazza Sportiello: 0-1 per il Genoa.
La squadra di Pioli accenna una timida reazione con Pulisic ma senza incidere. I rossoneri appaiono, come spesso accaduto quest’anno, superficiali. Un atteggiamento che fa irritare facilmente il pubblico.
È un Milan che fa fatica a essere squadra, o meglio, è un Milan, quello di quest’anno, che vive di periodi. Dopo una bella striscia di risultati positivi, ne è sempre seguita una negativa altrettanto lunga. È facile essere squadra quando le cose vanno bene, mentre non lo è quando il mare è in tempesta e qui il Milan pecca di continuità.
Il palo di Pulisic al 13’ rimette in moto la squadra di Pioli. Provano a insistere i rossoneri, soprattutto con il tiro da fuori, ma le conclusioni vengono spesso rimpallate da un Genoa chiuso a riccio, determinato a difendere il vantaggio. Tra le note positive troviamo Chukwueze, che conferma di essere il più in forma del gruppo.
Il Grifone sfiora il raddoppio con Frendrup intorno alla mezz’ora: il pallone passa a centimetri dall’incrocio dei pali. Pochi minuti dopo prova il break Leao, a seguito di un disimpegno sbagliato di De Winter, ma il tiro del portoghese è centrale. Poca lucidità da parte del numero dieci.
Al 39’ Josep Martinez sale in cattedra: l’estremo difensore genoano prima devia il tentativo da fuori di Pulisic in corner; poi scende tempestivamente sul colpo di testa di Theo, negando il pareggio ai rossoneri in due occasioni ravvicinate.
Allo scadere della prima frazione, crolla il muro rossoblù. Reijnders allarga per Chukwueze; il nigeriano rientra sul sinistro e mette in mezzo per Florenzi – improvvisamente centravanti – che batte di testa Martinez: è 1-1. Impassibile Pioli dopo il gol del pareggio. Più Milan che Genoa, ma giusto, nel complesso, il pareggio nella prima frazione.
Secondo tempo:
Come nel primo tempo, è il Genoa a partire meglio. E, alla stregua della prima frazione, anche stavolta arriva il vantaggio rossoblù dopo tre minuti. Vogliacco, dopo il rigore procurato, delizia Ekuban con un cross su misura. Tomori va a vuoto e Gabbia si fa battere sul tempo. L’attaccante ghanese deposita di testa l’1-2, esulta Gilardino. Per i rossoneri, l’ennesimo avvio che lascia a desiderare.
Reagisce il Milan trovando il pareggio con Chukwueze, ma il nigeriano è in fuorigioco. L’ennesimo fuorigioco della sua stagione che, forse, con un po’ più di attenzione avrebbe potuto evitare. Sembra un incubo, tanto per lui quanto per i tifosi.
Il Genoa non si accontenta e in ripartenza si rende pericoloso, in cerca del tris. Con un Giroud poco coinvolto nella manovra e un Leao spento, il Milan non decolla. Theo, da solo, prova a insidiare la porta di Martinez.
Leao, al 67’, esce tra i fischi del pubblico. Prende il suo posto Okafor, di cui facciamo fatica a comprendere lo scarso minutaggio, dato che, allo stato attuale delle cose, è la punta titolare dell’anno prossimo.
Il numero 17 entra ed è subito protagonista. Pulisic lancia lo svizzero in ripartenza che, dopo un grande scatto, la mette al centro per Giroud che, a tu per tu con Martinez, prova il tocco sotto: palla a lato. Scelta difficilmente concepibile quella del francese, che aveva tutto il tempo di piazzarla.
Al 72’ il Milan ristabilisce l’equilibrio: ancora Florenzi protagonista. Da corner, il laterale romano pesca uno spaziale Gabbia, che svetta di testa anticipando tutti, mettendo la sfera dove Martinez non può arrivare. È 2-2.
Due minuti più tardi, sblocca la sua partita Giroud. Pulisic con un tocco morbido serve il francese, all’interno dell’area di rigore, che al volo deposita nell’angolo. Rimonta completata, è 3-2. Per la prima volta nella storia del match, il Milan passa avanti.
Il Genoa reagisce, prima con Spence e poi con Thorsby e Haps, che impegnano Sportiello da pochi passi. Grandi gli interventi dell’italiano, ma tutto inutile per via del fuorigioco dei genoani.
Mister Pioli prova a dare una scossa alla partita con un triplo cambio, con l’intento di metterla in cassaforte. Questo tentativo risulterà essere deleterio ai fini del risultato. Il riposizionamento difensivo, con l’ingresso di Kalulu, Thiaw e Adli al posto di Florenzi, Chukwueze e Bennacer, anziché dare solidità al reparto, determina qualche incertezza. Una difesa a 5, che diventa a 3 con i laterali in proiezione offensiva.
A tre minuti dal termine, il Genoa trova fortunosamente il 3-3. Thorsby, lanciato sulla fascia in ripartenza, mette al centro con potenza. Una serie di rimpalli fa carambolare il pallone sui piedi di un incolpevole Thiaw, che fa autogol.
Ammutolito il pubblico di San Siro, che vede incombere l’ennesima disfatta. La Curva Sud lascia lo stadio una decina di minuti prima della fine della gara.
Lo striscione mostrato dalla Curva Sud prima di lasciare lo stadio, 10′ prima della fine della gara.
L’arbitro concede cinque minuti di recupero, in cui l’unica occasione è per il Milan con Theo, che calcia a lato su assist di Adli.
Il risultato finale è 3-3, come contro il Sassuolo. Per come si erano messe le cose, parliamo di due punti persi dai rossoneri. Come visto più volte nel corso di quest’anno, il Milan produce tanto, ma è difficile segnare sempre 3-4 gol per portare a casa la vittoria.
Le colpe ci sono, sono tante e sono da imputare a più soggetti. Il primo che ne fa le spese in questi casi è l’allenatore.
Oggi ci si chiede se non fosse stato necessario intervenire sul reparto difensivo nelle due sessioni di mercato.
Occorre guardare avanti con la speranza che questa proprietà implementi una campagna di rafforzamento della squadra e sciolga, al più presto, il nodo allenatore per la stagione 2024-’25.
Forza Milan!
BIO: Luca Lazzaro è nato e vive a Catania, siciliano classe 1998. Diplomatosi al Liceo Linguistico, prosegue gli studi all’Università di Catania divenendo Dottore in Scienze e Lingue per la comunicazione. Tra le sue passioni, oltre il mondo del pallone, troviamo le moto. Il mondo del giornalismo lo affascina: è per tale ragione che ama scrivere e raccontare storie. Da qui nascono le collaborazioni con Talent Scout e Voci di Città, due realtà differenti che, in sinergia, lo hanno formato professionalmente. L’ambizione più grande? Fare della sua passione un lavoro a tempo pieno.
Una risposta
A mio parere in questo momento l’obiettivo del Milan vada al di là dell’aspetto meramente sportivo.
Lo stesso organico ha ormai fatto vedere la sua forza e le sue carenze che tra l’altro in tempi non sospetti molti su questo blog avevano già indicato. No , da qui alla fine bisogna capire chi siano stati i responsabili di questo vero psicodramma che ha portato una parte dei tifosi a compiere un atto del genere abbandonando la squadra. Certamente, una proprietà che ha lasciato solo Pioli, una campagna di informazione fatta fi attacchi , illazioni ecc e una curva che è diventata sempre più potente e condizionante in senso negativo. Bisogna avere il coraggio di tagliare ogni rapporto e tornare ad un rapporto normale con squadra e società. Oggi sono tutti ostaggio dei capi curva. È qualcosa che accade in tutte le squadre ma che deve finire. Le scene delle genuflessioni a fine partita dei giocatori sono imbarazzanti. Come le visite con minacce sul campo di allenamento. Viva Maldini, unico a ribellarsi a questa moda del… chiedeteci scusa. Scusa di che?
Le contestazioni alla società sono sacrosante e in queste settimane si vedrà se Ibra e cardinale sapranno fare le scelte giuste. Ho forti dubbi. Ma ormai bisogna aspettare e … sostenere il Milan. Il grande acquisto da fare è portare allo stadio dei veri tifosi