MILAN-LECCE 3-0: APRE PULISIC, CHIUDE LEAO.

Altra giornata di Serie A, altro Milan. Il sabato rossonero comincia alle 15: il Diavolo ospita il Lecce a San Siro per la 31ª giornata. La squadra di Pioli scende in campo con l’obiettivo di consolidare il secondo posto e continuare la striscia positiva di risultati. I pugliesi, invece, cercano punti importanti in chiave salvezza.

Formazioni ufficiali:

A seguito della squalifica di Loftus Cheek, Pioli opta per una soluzione alternativa e schiera Pulisic alle spalle di Giroud.

MILAN (1-4-2-3-1): Maignan; Calabria, Gabbia, Tomori, Hernández; Adli, Reijnders; Chukwueze, Pulisic, Leão; Giroud. All.: Pioli.

LECCE (1-4-2-3-1): Falcone; Venuti, Pongračić, Baschirotto, Gallo; Blin, Ramadani; Banda, González, Dorgu; Krstović. All.: Gotti.

Arbitro: Massimi di Termoli

Primo tempo:

La partita non tarda a prendere ritmo: ci pensa subito il Lecce a creare un pericolo al 2’: Gonzalez sfiora il palo dal limite dell’area, dopo un’azione insistita (e un po’ rocambolesca) dei pugliesi. Gli uomini di Gotti non rinunciano al pressing alto, mostrando un atteggiamento aggressivo e propositivo, come visto contro la Roma settimana scorsa.

La partita si sblocca dopo poco più di cinque minuti. Al 6’ Pulisic, nel nuovo ruolo, trova subito il vantaggio al primo tiro in porta della partita. L’azione parte da Chukwueze, che fa ammattire i difensori sull’out di destra. Il nigeriano scarica al centro per il numero 11 che, spostandosela sul sinistro, trova un angolo di tiro imparabile per Falcone. È 1-0!

Trascorre appena un giro di lancette e Pulisic sfiora il raddoppio di testa, su invito di Theo. Bella la risposta d’istinto dell’estremo difensore leccese.

Pillola statistica: con questo gol, Pulisic raggiunge quota 10 reti in campionato. La sua migliore stagione realizzativa nei top 5 campionati europei. Numeri per niente male alla prima stagione in Serie A.

All’11’ Chukwueze dimostra di aver cambiato marcia e di essere finalmente in forma, facendo vedere il rendimento che ci si aspettava a inizio campionato. Supera tutti in velocità, si accentra e serve Leao. La conclusione del portoghese viene deviata da Baschirotto in maniera provvidenziale: nulla di fatto.

Il Milan continua a insistere, concedendo poco se non qualche debole tiro dalla distanza. Al 20’ Adli va dalla bandierina e pesca Giroud. Il numero 9 rossonero si muove con scaltrezza, si libera del connazionale Blin e, senza dover staccare i piedi da terra, deposita di testa nell’angolo lontano, alla sinistra di Falcone, è 2-0! Interrompe il digiuno il francese che, per tutto marzo, non aveva trovato il gol. Esulta a gran voce il popolo di San Siro, nonostante le voci sulla probabile partenza negli USA a fine campionato.

Il Lecce accenna una reazione, ma i tentativi finiscono tutti agevolmente tra i guanti di Maignan. Intorno alla mezz’ora trema il Milan (e i milanisti) per la traversa di Gonzalez. Ramadani alza il pallone per l’inserimento del numero 16 del Lecce, che prende alle spalle Adli e colpisce di testa, trovando il legno. A un passo da ridurre lo svantaggio il Lecce.

Al 42’ è ancora il Lecce a provarci, stavolta con Krstovic, che riesce a girarsi su Tomori. Mike si allunga al suolo e blocca la sfera. Pochi secondi dopo, ancora Krstovic protagonista, ma in negativo. Nel tentativo di arpionare un cross, il montenegrino alza troppo la gamba e finisce per colpire Chukwueze nella parte tra il braccio e il costato. Intervento indubbiamente pericoloso, il direttore di gara estrae il cartellino rosso senza pensarci due volte. Espulsione forse eccessiva. Dopo qualche minuto, il nigeriano si rialza e riprende a giocare senza conseguenze.

Per il Lecce, in dieci uomini, riprendere la partita diventa un Everest da scalare. I tre minuti di recupero concessi si chiudono senza particolari emozioni.

Nella prima parte dei primi 45’, il Milan ha tenuto molto il pallone, con tanti uomini in proiezione offensiva. Dopo il 2-0 è arrivata un po’ di passività. Nonostante ciò, il ritmo di gara si è mantenuto molto.

Secondo tempo:

Nonostante l’inferiorità numerica, Gotti non rinuncia alla partita e prepara due cambi offensivi per la ripresa. Fuori Gonzalez e Banda, dentro Piccoli e Almqvist. Il Milan risponde con gli stessi undici e torna ad attaccare, rendendosi pericoloso con tutta la trequarti, soprattutto con Chukwueze e Pulisic.

In ombra Leao fino al 57’, minuto in cui trova la rete del 3-0. L’azione parte da Theo, che ferma Almqvist in area di rigore (molte proteste sul contatto tra i due); l’azione prosegue poi con Adli che, con uno splendido filtrante, serve Leao che riceve palla sulla corsa, alle spalle della difesa. In velocità il portoghese non ha rivali, corre dritto verso Falcone e con il sinistro deposita la sfera alle sue spalle.

Partita in cassaforte per i rossoneri. Il Lecce cerca di rispondere con lo stesso Almqvist due minuti dopo: il suo colpo di testa non impensierisce Maignan. Passano pochi secondi e, ancora Leao, galvanizzato dal gol, imbuca per Giroud. Il francese trova solo l’esterno della rete.

Pioli, sicuro ormai del risultato, inizia a pensare al match di Europa League. Intorno all’ora di gioco triplo cambio: fuori Giroud, Pulisic e Gabbia, dentro Jovic, Musah e Kjaer. Nel Lecce fuori Venuti, dentro Gendrey.

Al 64’ sfiora l’eurogol Theo, colpendo la traversa dai 25 metri. Traiettoria che sarebbe stata imparabile per Falcone, che viene salvato dal legno. Anche Reijnders ci prova da fuori: il controllo è sublime ma il tiro da rivedere. L’olandese, nonostante il suo essere fuori dai radar nelle azioni dei gol, ha dato un gran contributo a centrocampo, gestendo il gioco in maniera ottimale.

Per i giallorossi salentini, è Almqvist a trascinarsi la squadra sulle spalle. Il suo ingresso ha portato una ventata di aria fresca all’attacco pugliese, nonostante il risultato. Al 75’ riesce a rendersi pericoloso, ma Maignan non si fa sorprendere.

Nell’ultimo quarto d’ora spazio anche a Bennacer, che prende il posto di Reijnders. Il primo cartellino giallo per i rossoneri arriva al 78’ all’indirizzo di Chukwueze: step on foot involontario ai danni di Gallo.

All’82’ Jovic va vicino al 4-0. Il serbo viene servito da un Chukwueze in stato di grazia, ma Falcone in uscita bassa è bravo a chiudere lo specchio.

Qualche minuto di riposo anche per Theo, omaggiato da scroscianti applausi del pubblico. Un velo di commozione, o forse solo stanchezza, per il francese. Al suo posto si rivede Terracciano.

Nei minuti finali la trequarti rossonera si diverte, le giocate di Leao ne sono la prova. Tacco, dribbling e sorrisi stampati sul volto. Un sorriso che era mancato nella parte centrale della stagione.

A poco dal termine, il Lecce cerca comunque il gol della bandiera. Ci prova da fuori Pierotti, subentrato a Dorgu: Maignan para con una mossa da pallavolista e concede il corner. L’ultimo squillo lo fa Piccoli di testa, ma ancora una volta Mike è attento.

L’arbitro fischia la fine dell’incontro. Un buonissimo Milan che si regala un clean sheet. Nelle poche occasioni concesse, dove non è arrivata la difesa, è arrivato Maignan. Una vittoria convincente sia sul piano statistico che sul piano del gioco.

Segnano il 9, il 10 e l’11 in casa Milan. Un’ottima prova in vista dei prossimi impegni. Rossoneri momentaneamente a +9 sulla Juventus: un secondo posto prezioso e sempre più rossonero, che varrebbe l’accesso alla Supercoppa della prossima stagione. Ora testa all’euro-derby di Europa League contro la Roma di De Rossi. L’obiettivo resta portare il trofeo a casa e, con queste premesse e questo ritmo, abbiamo quantomeno i presupposti per crederci. Come sempre, Forza Milan!

BIO: Luca Lazzaro è nato e vive a Catania, siciliano classe 1998. Diplomatosi al Liceo Linguistico, prosegue gli studi all’Università di Catania divenendo Dottore in Scienze e Lingue per la comunicazione. Tra le sue passioni, oltre il mondo del pallone, troviamo le moto. Il mondo del giornalismo lo affascina: è per tale ragione che ama scrivere e raccontare storie. Da qui nascono le collaborazioni con Talent Scout e Voci di Città, due realtà differenti che, in sinergia, lo hanno formato professionalmente. L’ambizione più grande? Fare della sua passione un lavoro a tempo pieno.

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