BILAL EL KHANNOUSS: LA LEGGENDA DELL’ULTIMO 10 EUROPEO

Nel vasto teatro verde del calcio, dove il pallone danza al ritmo delle passioni e delle strategie, c’è un protagonista silenzioso, un poeta dell’azione, il trequartista. Come un artista sulla tela, si muove con eleganza tra le linee del campo, dipingendo traiettorie d’inventiva e visioni straordinarie. È il demiurgo del gioco, il mediatore tra difesa e attacco, un’armonia vivente che trasforma l’ordinario in straordinario.

Il trequartista è il custode dei sogni, il mago che tessendo trame invisibili rende il gioco un’opera d’arte in continuo divenire. Sospeso tra il respiro tattico del centrocampo e la frenesia dell’area avversaria, il trequartista incarna la poesia della creatività calcistica. È un’ombra danzante sul prato, un’eco di genialità che si propaga tra compagni e avversari.

In un mondo sempre più dominato dalla razionalità tattica, il trequartista rappresenta la ribellione dell’arte nel calcio. È colui che sfida le regole per scrivere nuove pagine di gloria, il visionario che trasforma il campo in un palcoscenico dove la magia prende vita. Il trequartista non è solo un giocatore, è un’entità poetica che incanta gli spettatori e lascia un’impronta indelebile nel cuore di chi ama il calcio.

Tutto ciò trova casa in un’unica entità: Bilal El-Khannouss. Nato e cullato dai venti del Belgio, cresciuto col ricordo dalla calura del nord Africa: uno degli ultimi numeri 10 al mondo sta creando il suo regno. Un reame fondato sul genio e l’irrazionalità.

IL BORGO DELLA CREATIVITÀ

Nel cuore di Strombeek-Bever, luogo incantevole nel Brabante Fiammingo, sorge la casa che ha dato i natali ad una figura tanto rinomata in Belgio, quanto sconosciuta nel Bel Paese. L’artista contemporaneo Jan Fabre è figlio di questo piccolo borgo belga. Jan Fabre, celebre per le sue opere intrise di simbolismo, ha tratto ispirazione dai paesaggi pittoreschi e dalla ricca cultura di Strombeek-Bever, plasmando il suo percorso artistico con un connubio unico di tradizione e innovazione.

Bilal El-Khannous, nato anch’egli tra le strade di Strombeek-Bever, è stato investito dalla creatività di Fabre, come in un rapporto osmotico, dall’arte del pittore, scultore e regista. È proprio da qui che parte la storia del talento di origine marocchina.

Il coraggio non manca al ragazzo, che a soli cinque anni inizia il suo viaggio e raggiunge la capitale, accasandosi nel settore giovanile dell’Anderlecht. Ci rimane per dieci anni, ma la dirigenza della squadra di Bruxelles non crede abbastanza nelle sue qualità. È così il Genk a muoversi per primo, trovando l’accordo col giocatore ed aiutando così Bilal a costruire il suo proprio regno personale.

SCHEDA TECNICO-TATTICA

A soli 19 anni, Bilal El Khannouss è ormai considerato uno dei talenti più brillanti della Jupiler Pro League, e non è difficile capire il perché. Dotato di un eccellente dribbling nello stretto, un controllo di palla preciso e l’abilità di cambiare direzione con agilità in possesso (e non) possiede tutto il necessario per ambire a grandi palcoscenici.

Gioca da diez nell’ 1-4-2-3-1 di Wouter Vrancken, prendendosi l’half space alle spalle di Arokodare. I suoi sviluppati parametri cognitivi gli permettono di amministrare il gioco con la palla, ponendo gli accenti su accelerazioni e decelerazioni di gioco, ma anche con i suoi movimenti tra le linee. Il modo in cui El Khannouss interpreta il gioco è unico, evidenziando astuzia nei movimenti senza palla, una visione eccezionale ed un importante capacità di decision making, dettaglio che spesso manca ai suoi coetanei. Possiede una buona velocità di base, pur non toccando massimali elevati. Capacità condizionali nella norma, ma tra tutti, spicca la coordinazione, che gli permette di essere sia elegante, che efficace.

Nonostante la giovane età, Bilal è un abile passatore, con una predilezione per rompere le linee con intricati passaggi verticali. La sua precisione e la sua visione eccellente si combinano con una capacità di creare occasioni da gol. In questa stagione è già a 11 grandi opportunità da rete create e ha una media di 2.7 key passes a gara. Un creatore di gioco a tutto tondo.

Grazie ad importanti capacità tattiche, soprattutto sopra-palla, El Khannouss può essere schierato anche come numero 8, in un centrocampo a tre. Si posiziona spesso in modo intelligente tra le linee, mostrando grande equilibrio e abilità di mantenere il possesso quando è sotto pressione, proteggendo la palla e allontanando gli avversari.

PAROLA AL MISTER

Michel Ribeiro, allenatore individuale e collaboratore tecnico della prima squadra, spiega: “Nell’accademia del KRC Genk, incoraggiamo i giocatori a giocare con i compagni di squadra sotto  pressione degli avversari sulle retrovie, in modo che trovino soluzioni per uscire o giocare sotto pressione. Sì, faranno errori a volte, ma questo fa parte del loro sviluppo; insegnare e migliorare i dettagli.”

Questo ha sviluppato in Bilal la propensione a pensare in velocità e fuori dagli schemi. Creatività e rapidità che lo rendono uno degli ultimi veri numeri 10 sopravvissuti al calcio moderno.

Nonostante un fisico ancora esile ed una tendenza ad essere più attivo nell’ultimo terzo di campo, El-Khannouss sta iniziando a migliorare anche dal punto di vista difensivo. Con Vrancken deve spesso iniziare la fase di prima pressione ed essere pronto alla riaggressione immediata in caso di perdita del possesso. Non è un caso se in stagione Bilal abbia recuperato in media 3.8 palloni a partita ed effettuato almeno 2 tackles a gara.

Un aspetto da migliorare potrebbe essere la precisione nei tiri dalla media-lunga distanza e la gittata nei passaggi, ancora troppo scolastica. Inoltre, con la crescita fisica, potremmo vedere migliorare notevolmente la sua forza muscolare e la capacità di vincere duelli aerei.

GENK: FUCINA DI TALENTI
Il fiorente settore giovanile del Genk è uno dei migliori in circolazione, non solo in Belgio. La grande capacità di combinare importanti capacità di scouting a centri sportivi di livello ha reso grande il nome del loro settore giovanile. Nel dettaglio, proprio da lì sono state plasmati calciatori del calibro di Kevin De Bruyne, Courtois e Sergej Milinkovic-Savic.

Dal vivaio dei Blauw-Wit sono usciti anche l’ex attaccante del Napoli Dries Mertens o Leandro Trossard, calciatore di cui Arteta si è follemente innamorato. L’impegno del Genk verso lo sviluppo giovanile ha reso la squadra un serbatoio inesauribile per l’élite. La loro scelta ponderata di investire nei giovani ha portato a trionfi nazionali e ha attirato l’attenzione internazionale. Il Genk, con una storia impreziosita da giocatori provenienti dal proprio vivaio, continua a plasmare il futuro del calcio, trasformando giovani promesse in leggende del gioco.

BILAL EL-KHANNOUS: PRONTO AL GRANDE CALCIO.

Il futuro del calcio non può allontanarsi dalla traiettoria di Bilal El-Khannouss. Il regno che sta costruendo attorno a sé è ancora agli albori, ma manca ben poco prima di trasformarlo in un impero.

Con la sua unica visione di gioco, e la grande qualità palla al piede, è destinato a diventare un nome di spicco del calcio mondiale nei prossimi anni. Il suo talento raffinato nell’arte di creare e orchestrare il gioco promette di scolpire capitoli memorabili nel futuro del mondo del calcio.

Mentre il pallone danza sotto i suoi piedi, Bilal si prepara a incastonare il suo nome sul metallo di tutti i trofei più importanti. Un’epopea, la sua, che, con ogni assist impeccabile e ogni tocco sublime, rivelerà il suo incommensurabile talento all’Europa intera, ritagliandosi un posto nell’Olimpo del calcio.

BIO: Thomas Novello, “Studente di Editoria e Giornalismo e scout per The Underrated Scout. Spesso e volentieri con la scrittura faccio combaciare le due passioni”.

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