LA PARTITA DI CALCIO: PRESTAZIONE CALCISTICA O PRESTAZIONE ATLETICA – 2^ PARTE.

Grazie a Caterina Gozzoli, Edgardo Zanoli e Domenico Gualtieri, fonti di sapere.

Dopo le premesse fatte nella prima parte dell’articolo, proviamo a fornire, in estrema sintesi, quali siano i costrutti pratico/teorici dell’approccio metodologico implementato e che ci ha guidato nei contesti lavorativi in cui, io e i miei colleghi, abbiamo lavorato.

Le linee metodologiche possono prendere spunti ed ispirazione da modelli di altri club ma non possono essere mutuate.

La rielaborazione delle esperienze vissute ci porta a stabilire quanto sia importante definire un modello specifico che tenga conto delle peculiarità del contesto.

Partiamo con il definire la concezione di talento negli sport di squadra e, nello specifico, nel calcio:

Secondo il paradigma costruttivista che tiene conto della complessità del gioco del calcio, il talento è intreccio di diversi elementi, siano essi innati oppure acquisiti nel tempo. È potenziale che si può aumentare o disperdere e, pertanto, va accompagnato e sviluppato in modo più sinergico e completo possibile per evitare che non riesca a crescere o addirittura svanisca. Da ciò si evince l’importanza del contesto relazionale, del tipo di ambiente circostante nonché della parte genetica.

È importante esplicitare quale sia l’approccio relativo all’apprendimento.

Concezione di apprendimento:

Da un’idea di apprendimento tipico del comportamentismo (in sintesi l’essere umano apprende, viene influenzato e rafforzato dall’ambiente che lo circonda) o cognitivismo (il soggetto è attivo nel mondo in cui si muove e vive), si adotta l’approccio costruzionista che sottolinea, tra le altre, le seguenti caratteristiche dell’apprendimento efficace:

  • Attivo, che rende responsabile il giocatore dei propri risultati.
  • Costruttivo, attraverso l’equilibrio tra ciò che è acquisito e ciò che il soggetto medesimo innova
  • Collaborativo, intenzionale, in quanto coinvolge attivamente e pienamente il soggetto nel perseguimento degli obiettivi cognitivi.
  • Conversazionale, perché coinvolge i processi sociali e in particolare quelli dialogico creativi.
  • Contestualizzato, in quanto i compiti di apprendimento coincidono con i compiti significativi del mondo reale.
  • Riflessivo, in quanto gli atleti organizzano a modo loro quello che hanno appreso riflettendo sui processi svolti e sulle decisioni che hanno comportato.

Concezione di conoscenza innovativa:

È basata sulla ricerca costante applicata, su divergenza di pensiero dal noto, su chiarezza teorica e metodologia coerente, su obiettivi sostenibili e verificabili.

Essere innovativi va nella direzione di saper tenere insieme la complessità senza scomporla con un approccio riduzionistico.

La costruzione di conoscenza nuova (sia dei giovani, sia degli adulti) si esplica attraverso l’attività quotidiana. La conoscenza è ancorata nel contesto in cui le attività si sviluppano e, da questo, indirizzata. Il significato si sviluppa ed è presente nella mente di chi conosce; una realtà è approcciabile da una molteplicità di prospettive.

In breve: La natura complessa della costruzione di conoscenza richiede l’immersione in una esperienza di apprendimento in un contesto altrettanto complesso costituito da una ricca varietà di opportunità, di stimoli, di risorse.

La concezione di allenamento che ne deriva e di modalità di lavoro sistemico con tutti gli attori (staff integrato):

Il nostro approccio metodologico si basa sul presupposto che per formare un calciatore sia necessario allenarlo nella complessità del gioco.

  • Non possiamo scomporre l’allenamento.
  • Nel gioco possiamo allenare tutte le capacità condizionali in funzione delle richieste del gioco stesso.
  • Forza, velocità, resistenza devono essere funzionali al gioco. Non necessariamente valori massimali determinano una maggiore qualità del giocatore. Spesso è vero anche il contrario!
  • Allenamenti specifici di tipo preventivo possono avere un significato collegato con gli adattamenti monodirezionali che inevitabilmente la performance induce, ma non possono mai essere sostitutivi dell’allenamento specifico e totalmente aderente alla realtà del gioco.

Concezione di Organizzazione ed efficacia organizzativa.

Organizzazione come essere vivente con momenti di vita diversi (rilancio, crisi, crescita, verifica…), valore della diversità (capitale umano da valorizzare), necessità di sintesi, obiettivi chiari per essere efficace; divergenza per poter innovare; visione esplicita e riferimenti concettuali chiari con finalità di formazione-produzione di giocatori per prima squadra o mercato di riferimento.

DI SEGUITO LA BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO:

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5 Responses

  1. Sentito e risentito le tue idee. Quanto mi sei di aiuto. Ed è un modo di pensare che condivido. In pieno. E che ho dei riscontri in campo Un caro saluto Filippo e grazie.

  2. Complimenti per i contenuti del blog e per il suo libro che ho finito di leggere poco fa, volevo chiederle, secondo la sua esperienza ritiene importante nella crescita del giovane calciatore anche la tipologia di contesto scolastico? ha potuto vedere differenze con altre realtà europee in questo senso?
    sarebbe possibile vedere anche qualche esempio pratico di come al Milan o al Parma venivano fatte e proposte le sedute di allenamento, per avere ancor più chiare le differenze fra una seduta dove si mirano ad assemblare le varie parti e dove invece questo è strutturato in modo tale che l’ambiente di apprendimento calcistico sia “complesso”, grazie

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