CARLO MAZZONE: COMPETENZA, ORGOGLIO, SENSIBILITÀ. IL MIO RICORDO.

Ci ha lasciato Carlo “Carletto” Mazzone, allenatore e personaggio che ha vissuto più di 60 anni di calcio italiano, prima da calciatore, iniziando a Latina, poi Roma e Spal, solo due presenze nella capitale, zero a Ferrara. Quindi Siena ed infine Ascoli, dove, dal 1960 al 1969 ha collezionato 252 presenze e 11 goal.

Lasciato il calcio giocato è diventato allenatore, e che allenatore!

È entrato di diritto nella Hall of Fame del calcio italiano e ancora oggi detiene il record di panchine in Serie A: 792! Ha allenato 12 squadre italiane tra il 1969 e il 2006 tra cui Roma, Fiorentina, Napoli e Cagliari. Di lui si ricorda ancora oggi a distanza di circa 20 anni la corsa sotto la curva dell’Atalanta quando guidava il Brescia al termine di un combattutissimo 3-3, di cui scriveremo in un altro articolo.

Come ho detto in altre occasioni, quando si scrive di qualcuno che ci ha lasciati si rischia di diventare protagonisti del racconto. Voglio correre questo rischio ma solo per raccontare il nostro rapporto, tra Carletto e me.

Era la stagione 2000-’01, (in quella successiva vedremo la corsa verso i tifosi atalantini che tutti ricordano)giocavo nel Brescia e la stagione precedente, da capitano, grazie ai miei compagni, eravamo riusciti a riconquistare la serie A. Allenatore Nedo Sonetti che il Presidente Gino Corioni, deciderà di non confermare proprio per assumere Mister Mazzone.

Era estate, tempo di vacanze, ricevo la prima telefonata da Mister Mazzone: ” Filì come stai? Dove sei?” con la sua parlata che credo che tutti abbiano avuto modo di conoscere, un mix di romano e marchigiano (non me ne vogliano i linguisti). E ancora:”Aoh te devo fa i complimenti, 37 anni, sei stato un grande!”. “Sono contento Mister, ci tenevo, per il Brescia e per me. Avevo perso la serie A retrocedendo a Reggio Emilia e riconquistarla sul campo era il mio obbiettivo. Ora voglio chiudere in serie A!”.

Qualche attimo di silenzio e poi Carletto mi dice:”No, mo me devi da una mano con “Menico” (Menichini, il suo allenatore di fiducia, il suo secondo)”.

La mia risposta è decisa : “No Mister io voglio terminare la mia carriera in serie A”.

E lui: ” Ma io non te posso promette nulla, garantì nulla!”.

Chiudo con: “Mister non mi hanno mai garantito nulla!”.

Seguirà ,qualche giorno dopo, un’altra telefonata con, più o meno, gli stessi contenuti.

Successivamente, mi chiama Silvio Baldini, mister che avevo avuto a Brescia prima di Sonetti, e mi dice di aver parlato con il Presidente Corioni caldeggiando la mia riconferma.

Sta di fatto che al rientro dalle vacanze il Brescia mi chiama e mi rinnova il contratto.

Inizia il ritiro e mi accorgo che da parte del Mister c’è distacco, rispetto ma distacco. Da parte mia cerco di allenarmi dando il meglio.

Nel precampionato, dopo le amichevoli, andiamo a giocare un torneo ad Atene, un quadrangolare se non sbaglio: in ogni caso minuti giocati 0! Ghosting diremmo oggi.

Inizia il campionato, nella seconda giornata affrontiamo il Parma in casa. Un giovanissimo Bonera si infortuna, Carletto si gira verso la panchina e mi fa segno di entrare: è lo sliding doors.

Rispondo con una buona prestazione ed il Mister mi fa i complimenti, da lì in poi cambia il tenore della relazione tra noi.

Cosa posso dire, rispetto a questa esperienza?

Credo che al Mister abbia dato fastidio, e direi giustamente, che venissi riconfermato senza il suo assenso ma soprattutto Mister Carletto si è dimostrato un grande perchè nel corso della stagione in più di un’occasione mi ha fatto capire che aveva compreso di essersi sbagliato sul mio conto e che con grande sensibilità mi aveva ricompreso nel gruppo.

Un gruppo forte, di giocatori e di uomini, che Mister Mazzone ha saputo rendere straordinari facendoci raggiungere una salvezza in netto anticipo ed insegnandoci calcio.

Mazzone un maestro, duro e sensibile allo stesso tempo.

Grazie Mister, che la terra ti sia lieve. Un abbraccio ai famigliari.

8 Responses

  1. Il CALCIO quello vero, fatto di uomini e insegnamenti a prescindere dai risultati. Grande Carletto x sempre nella storia del Calcio Italiano e non solo e grande Filippo io da tifoso milanista doc ti porto sempre nel cuore tu sei un emblema di professionalità su tutte la finale di champions del 94 con un 4a0 al Barcellona e partita tua da fenomeno. Grazie mille e Forza Milan.

  2. Un uomo schietto e sincero,in un ambiente prettamente falso e di facciata….ricordo, da bresciano ,gli anni citati dal grande Filippo,mio eroe milanista oltretutto .
    Mazzone mancherà come figura pulita e come tecnico preparato…..che la terra gli sia lieve…r.i.p.

  3. Quando sei tu calciatore che cerchi di entrare nella famiglia Mazzone vuol dire che quell uomo non è solo un professionista del calcio ma è anche tuo papà

  4. Milan-Brescia 1-1 stagione 00-01, 33° giornata.
    Ero a San Siro, prezzi molto popolari, ultima in casa, San Siro è cmq pieno la partita a parte il bel gol di J.Mari, non dice nulla.
    Dalla metà del secondo tempo, parte un coro: FILIPPO UNA BANDIERA, MAZZONE FALLO GIOCARE, FALLO GIOCARE.
    Da brividi e lui ci accontentò, facendoti entrare al posto di un altro ex Baggio…bel ricordo di un uomo vero

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Leggi anche