STORIE DI UN “ALTRO CALCIO”.

Dopo alcuni articoli sui Mondiali in Qatar, prosegue la collaborazione con l’amico Remo Gandolfi.

A partire da oggi, arricchiremo la sezione SQUADRE, ALLENATORI E GIOCATORI, nel contenitore STORIA DEL CALCIO, presentando alcuni suoi articoli inediti e riproponendone altri.

Lasciamoci trasportare dalla sua capacita’ di coinvolgere il lettore nella narrazione.

Si inizia con Marcelo Bielsa! Come sapete a noi non piace dividere ma…

Marcello Bielsa divide.

Per chi lo ama e’l’essenza stessa del calcio.

Geniale, metodico, spregiudicato, intransigente, etico.

Le sue squadre incantano per il coraggio, per la bellezza e per la totale incapacita’ di speculare.

Bielsa non scende a compromessi, in campo e nella vita.

Per chi non lo ama e’ solo un perdente, un fenomenale venditore di fumo.

Un incantatore che, grazie al suo innegabile carisma, riesce a sedersi su panchine che altri, con il suo curriculum si sognerebbero.

Noi ve lo raccontiamo in due fasi distinte della sua carriera:

Gli esordi al Newell’s e la tappa in terra basca con l’Athletic Bilbao…Leggetele e, alla fine, ci direte da che parte state!

Remo e’ nato e vive a Parma. Ha gia’ 8 libri all’attivo tra i quali il fortunato “Matti, miti e meteore del futbol sudamericano”e, di recente pubblicazione, “Brian Clough il piu’ grande”.

 Ha una rubrica fissa sul popolare Calciomercato.com (“Maledetti calciatori”) e, con gli amici di sempre gestisce il blog www.ilnostrocalcio.it .

Quanto all’amato pallone, e’ profondamente convinto che la “bellezza” e “il percorso” contino infinitamente di piu’ del risultato finale.

5 Responses

  1. Innanzitutto, mi complimento con Remo Gandolfi per la “qualità” del racconto. Non seguo il calcio sudamenricano di club, per cui ignoravo la storia raccontata. Per stile, ritmo e emotività, mi sembrava di leggere un libro giallo, per vedere “come va a finire”.

    Ciò detto, condivido l’idea del “pazzo genio”. Bielsa ha trovato il modo giusto di giocare per quella rosa a sua disposizione, certo innovando ma, evidentemente, cucendo un “vestito su misura” per i suoi calciatori. Poi, il pressing, se sostenuto da adeguato allenamento, è sempre un’arma in più di chi lo attua, soprattutto, come correttamente riportato per la “fase difensiva”.

    Ora, io credo molto che l’efficacia e l’eleganza di un vestito fatto su misura da un bravo sarto, sarà sempre migliore di uno standard “pret a porter”. Cioè, voglio dire, che non sempre è trasportabile un modulo di gioco in ogni tipo di “rosa calcistica”.

    Anche il modulo più generico, tipo 4-4-2, ha comunque bisogno di essere adattato ai propri calciatori.

    Quindi, non sono nè pro e nè contro Bielsa, se ha fatto giocare in modo divertente ed efficace la propria squadra, portandola a risultati che sembrerebbero superiori al valore della rosa, vuol dire che Bielsa ha dato un “quid” decisivo.

    Ma la trasportabilità in altre situazioni del suo modulo di gioco, anche dopo che gli altri allenatori ne hanno studiato le mosse e trovate le contromisure, non è nè facile e nè necessariamente efficace.

  2. Non mi e’ difficile stare dalla parte del grande Bielsa perché interpreta il calcio come probabilmente la vita quotidiana…e non indossa “maschere” , e’ sempre se stesso.
    Non scendere a compromessi , infatti, e’ un forte dettaglio, un esempio che, ahinoi, spesso trascuriamo, mentre lui, imperterrito, porta avanti senza indugi nella sua esperienza calcistica e professionale.
    Lo ammiro anche per le sue idee e la sua filosofia , poi se i risultati non vengono con frequenza non importa, perché i suoi giocatori con lui crescono e acquisiscono certezze.

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