L’ orologio più famoso del calcio tedesco si trovava al Volksparkstadion di Amburgo, e fino al maggio del 2018 segnava il tempo trascorso in Bundesliga dalla squadra più antica di tutta la Germania: l’Hamburger Sport-Verein, fondato nel 1887.
Il suo ruolo era quello di sottolineare l’eccezionalità del club anseatico, unico club tedesco ad aver giocato tutte le stagioni della Bundesliga, dal suo inizio datato 1963. Tutto fini il 12 maggio 2018 quando arrivò la prima clamorosa retrocessione degli anseatici. L’HSV, Amburgo per noi in Italia, era ormai affettuosamente soprannominato dai fan “die Dinos” (i dinosauri), proprio per rimarcare la loro storicità, ma quel pomeriggio il record di permanenza di estinse.
L’orologio si fermò dunque a 54 anni, 261 giorni, 0 ore, 36 minuti e 2 secondi, e dalla retrocessione i dirigenti decisero, un primo momento, che questo avrebbe segnato il tempo trascorso dalla fondazione del club, poi nell’estate 2019 l’amministratore delegato Berndt Hoffmann spiegò di volerlo rimuovere definitivamente, ufficialmente perché «Il club vuole aprirsi al futuro, la presenza di una testimonianza così ingombrante del nostro passato non sarebbe d’aiuto per noi e per i tifosi».
Da quel momento ha inizio “la maledizione dell’ Orologio”,periodo incui l’Amburgo ha fallito la pronta risalita in Bundesliga nei modi più assurdi.
Nella stagione 2018/19, la prima con l’orologio resettato, nonché anno del centenario del club, l’Amburgo era partito bene. A ottobre cambiò allenatore, da Christian Titz a Hannes Wolf, a novembre era in testa trascinato dai gol dal bomber Lasogga (13 in campionato) e lo sarebbe rimasto fino a marzo quando, improvvisamente, la squadra ebbe un crollo che portò gli anseatici a terminare quarti in classifica, a un solo punto da Paderborn, secondo, e Union Berlino, terzo.
Nella stagione 2019/20, con un nuovo allenatore, Dieter Hecking, ancora una volta l’Amburgo è partito bene e ancora una volta dopo un gran girone d’andata, con 8 vittorie, tra cui un 6-2 allo Stoccarda, ma con la primavera è arrivato il crollo dopo il quale il club finì quarto in classifica a -1 dall’Heidenheim qualificato al playoff contro la terzultima squadra di Bundesliga. Per 31 settimane, l’Amburgo era stato tra le prime tre del torneo.
Un’ altra conferma della maledizione dell’ orologio si ha nella stagione 2022/23. Confermato l’allenatore Tim Walter, l’Amburgo sembrava aver fatto tesoro degli errori. Così, a un inizio col piede giusto con 8 vittorie nelle prime dieci gare e alla seconda grande stagione di Glatzel (diciannove gol), è seguito un percorso abbastanza lineare. Alla fine, l’Amburgo ha conquistato 66 punti, uno in meno di quanti sarebbero serviti per la promozione diretta ma, essendo comunque terzo, è finito ai playoff dove ha incontrato lo Stoccarda. In una doppia gara senza storia, i Die Roten battevano L’HSV due volte, 3-0 in casa e 1-3 ad Amburgo. Ancora peggiore fu la stagione 2023/24, dove l’Amburgo è rimasto sempre nelle prime tre posizioni, poi ha cambiato tecnico a febbraio, da Walter a Steffen Baumgart, e ha perso tre partite su sette. Purtroppo, pur non avendo una rosa debole per la categoria, si verificò l’ ennesimo e inspiegabile crollo, che portò la squadra terminare quarta in classifica, a 4 punti dal Fortuna Düsseldorf, terzo, e, sopratutto, a 11 punti dai cugini del Sankt Pauli, primi in classifica.
La stagione 2024/25 presentava all’inizio poche novità rispetto alla precedente, con l’ addio a Benes e gli arrivi di Selke, dal Colonia, e Karabec, dallo Sparta Praga. Il 24 novembre si è verificato il primo scossone, con l’ esonero di Baumgart e la scelta di Merlin Polzin come tecnico ad interim. Il giovane allenatore tedesco, di appena 34 anni, ha saputo riportare tranquillità all’ambiente e la giusta sicurezza nei propri mezzi per la squadra utilizzando un 4-3-3 molto offensivo. Il percorso è sorprendente: l’Amburgo da metà classifica giunge alla testa della Zweite Liga a febbraio. Con l’avvicinarsi della primavera, la squadra inizia a complicare il proprio percorso. Nell’ultimo mese infatti sono riapparsi i fantasmi delle ultime stagioni, con la raccolta di un solo punto in tre partite con lo Schalke 04, e due clamorose sconfitte con l’ Eintracht Braunschweig e il Karlsruhe. Decisiva per schiacciare ogni fantasma è stata la partita del 3 maggio a Darmstadt, dove l’ HSV si è imposto con un perentorio 4 a 0 trascinata dalle reti di Reis, olandese scuola Barcellona, Königsdörffer, e i due bomber Selke e Glatzel.
La vittoria decisiva è arrivata proprio al Volksparkstadion, sabato 10 maggio, contro l’Ulm, impegnato nella lotta per non retrocedere. Gli avversari si sono portati subito in vantaggio grazie a Tom Gaal (7’), materializzando le angosce dei tifosi anseatici. A spegnere l’incendio ci ha pensato subito Ludovit Reis (10′) con la rete del pareggio dopo soli tre minuti. Al 36’ il portiere dell’HSV, Heuer Fernandes ha parato un rigore a Telalovic, episodio che ha definitivamente cambiato l’inerzia della partita. L’Amburgo, sul finire della prima frazione, ha segnato le reti della sicurezza con Königsdörffer (42′) e Selke (45’+4). Dopo l’intervallo, l’Amburgo ha continuato ad attaccare per la gioia dei propri tifosi. Un cross di Dompe non è stato trattenuto dal portiere dell’Ulm, Thiede, favorendo l’autorete di Strompf (49′). Ancora Königsdörffer (62′) e Elfadli (87′) hanno concluso la goleada finale.
Con quattro punti sulla terza in classifica, a una giornata dal termine, l’Amburgo è aritmeticamente promosso. Dopo 7 anni di purgatorio, i Dinosauri tornano nella massima serie tedesca, che a sua volta riabbraccia uno storico club. La maledizione dell’orologio è stata spezzata, per la gioia dei tanti tifosi e innamorati dello storico club di Uwe Seeler, Horst Hrubesh, Felix Magath e Kevin Keegan.

BIO: Stefano Terranova
Nato a Policoro (Mt) 37 anni, insegnante di Storia e Storia dell’Arte. Seguo il calcio per passione, convinto che dietro un pallone che rotola c’è sempre una storia interessante da raccontare, dietro un gesto tecnico un pò si sprezzatura da ammirare.