IL CALCIO FEMMINILE IN ITALIA: A CHE PUNTO SIAMO?

Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Francia, Germania, Svezia e Australia vantano più di 100 mila tesserate nel calcio femminile. Numeri impressionanti se li paragoniamo a quelli italiani, 31 mila.

Malgrado la rilevante differenza, il trend di crescita del calcio femminile in Italia è positivo a partire dai Mondiali di Francia 2019 da quando si è registrato un incremento, della richiesta delle bambine verso questo sport, pari al 40%.

L’inizio della stagione 2022-2023 ha visto esordire il primo campionato professionistico della serie A con la partecipazione di 10 squadre che, al termine della stagione disputeranno il pool scudetto (5 squadre) e il pool salvezza (5 squadre). Como, Fiorentina, Inter, Juventus, Milan, Parma, Pomigliano, Roma, Sampdoria, Sassuolo si contenderanno scudetto, Coppa Italia, accesso alla Champions League e retrocessione.

Il processo di sviluppo del calcio femminile è partito diversi anni fa con colpevole ritardo rispetto ad altri paesi Europei, su tutti Francia, Inghilterra e Spagna.

In questi paesi la progettazione e gli investimenti nel calcio femminile risalgono a diverse decine di anni fa proprio quando l’Italia, da me capitanata, arrivava seconda agli Europei del 1993 e del 1997.

All’epoca il numero delle Nazioni partecipanti al campionato Mondiale era molto ristretto, basti pensare che a qualificarsi per questa competizione, erano solo le prime 5 squadre europee.

Oggi è un altro mondo, la spinta della Fifa e dell’Uefa allo sviluppo del calcio femminile è una costante fin dai tempi dell’ex Presidente della Fifa, Sepp Blatter che, dichiarava: “il futuro del calcio è donna”.

Il percorso di crescita di una disciplina passa attraverso vari e molteplici step, allargamento della base, miglioramento della competitività e dello spettacolo, successi internazionali, per accrescere il numero degli appassionati e dei fan così come avviene negli altri paesi con 90 mila spettatori a vedere il derby femminile tra il Barcellona e il Real Madrid.

Siamo all’inizio e non alla fine di un percorso. Il professionismo deve autosostenersi e per farlo abbiamo bisogno di idee, progetti e investimenti.

Innanzitutto vanno aiutati i clubs con degli incentivi economici, il post covid ha fatto molteplici danni e il settore sportivo è stato uno dei più danneggiati. E’ impensabile, seguendo le orme del calcio maschile, di vendere i diritti televisivi del campionato. Il prodotto non è ancora alla massima espressione, bisogna crescere, sotto il profilo tecnico-tattico e atletico.

E’ fondamentale, invece, attrarre investitori, sponsor facendo vedere quante più partite possibili in TV. Attualmente le partite della Nazionale seguite dalla TV di Stato stanno avendo un ottimo share, dai Mondiali di Francia 2019 il pubblico ha imparato a conoscere il calcio femminile, ora bisogna continuare a farglielo conoscere.

Per avere giusto un’idea di quanto sia cresciuto a livello tecnico tattico il calcio femminile nel mondo basterà andare a rivedere qualche dato tecnico del Mondiale di Francia. Per quanto riguarda la costruzione dal basso va registrato che solo il 9% dei passaggi totali sono stati lunghi, abbassando la media del Mondiale precedente. Di media c’è stato un possesso palla del 55%, anche se sappiamo che le squadre cercano maggiormente la verticalità, il 74% dei passaggi si sono completati con successo.

C’è stato un incremento di goal segnati di testa da 23 di Canada 2015 a 27. Per quanto riguarda l’analisi dei goal ne sono stati segnati 146, gli uomini sono a quota 169, sono aumentati anche i tiri da fuori area a dimostrazione che le difese hanno imparato a chiudersi meglio. Un segnale di crescita viene anche dalle portiere che hanno salvato il 5% dei tiri in più rispetto al 2015.

Insomma calcio femminile è in forte crescita in tutto il mondo, l’Italia segue a distanza ma l’ingresso dei club professionistici, il consolidamento dei club dilettanti della serie B, con aiuti mirati, potrà far recuperare il gap con le Nazionali più importanti d’Europa. Idee, progetti, investimenti e sinergie da qui dobbiamo partire per avere un calcio femminile sostenibile e competitivo a livello internazionale. L’Italia per la seconda volta consecutiva parteciperà ai Mondiali, la vittoria con la Romania ha permesso alle azzurre di partecipare a Australia-Nuova Zelanda 2023. Dopo la delusione degli ultimi Europei si tratta di un traguardo importante che va sfruttato al massimo per lo sviluppo del movimento.

Le partite amichevoli di preparazione a questo evento, vanno utilizzate, dal punto di vista tecnico tattico, per trovare la giusta identità di squadra, dal punto di vista politico, queste partite vanno sfruttate per far conoscere il calcio femminile.

Non è necessario pubblicizzare le partite della Nazionale maschile, tutti sappiamo quando gioca la squadra di Mancini, è lo stesso per la squadra femminile? La risposta è ovvia, ecco perché è necessario, al contrario, pubblicizzare le amichevoli della Nazionale e cercare di portare allo stadio più gente possibile.

Gli stadi con 1500/5000 spettatori non servono al movimento ed è frustrante per le giocatrici giocare in questa desolazione si tratta dello stesso numero di spettatori che aveva la mia Nazionale, in un’epoca in cui il calcio femminile era sotto traccia.

Non sarà un Mondiale facile, ci sono Nazionali molto più avanti di noi ma, nell’attesa di crescere e di raggiungere il livello di Spagna, Inghilterra e Francia, per restare in Europa, dobbiamo far conoscere il calcio femminile con campagne mirate, con sinergie vincenti che permettano a questa disciplina di crescere e di attrarre sempre più spettatori.

E’ solo una questione di volontà.

Carolina Morace
Laureata in giurisprudenza alla Università degli Studi di Roma “La Sapienza”[1], esercita dal 1998 la professione legale[2].
Vanta inoltre numerose esperienze televisive, a cominciare dalla sostituzione di Alba Parietti a Galagoal nel 1992[3][4]. Fu inoltre commentatrice per Campioni, il sogno nel 2005 relativamente alle gare del Cervia[5], affiancando poi Darwin Pastorin in occasione dei Mondiali 2006 nella trasmissione Il gol sopra Berlino[6]. Nella stagione 2006-07 presenziò invece a Le partite non finiscono mai, in onda su LA7[7][8], comparendo infine in Rai in concomitanza degli Europeo 2008[9].
Morace nel ruolo di telecronista allo stadio Paolo Mazza di Ferrara.
Nel 2019, dopo l’abbandono alla panchina milanista, svolge il ruolo di commentatrice per Sky Sport durante il Mondiale femminile[10]: in seguito passa al commento tecnico per la Serie A 2019-2020[11]. Nel 2022 diventa opinionista de La Domenica Sportiva[12] e commenta gli incontri della nazionale femminile all’Europeo di Inghilterra 2022 e per le qualificazioni, nel gruppo G della zona UEFA, al Mondiale di Australia e Nuova Zelanda 2023.
Ha fatto coming out in riferimento alla sua omosessualità, raccontando la sua vita nel libro Fuori dagli schemi, pubblicato nel 2020[13][14]. Nel 2012[15] si è infatti sposata con l’ex calciatrice australianaNicola Jane Williams, con la quale ha celebrato il matrimonio due volte: la prima a Bristol, sul piroscafo SS Great Britain, e la seconda in Australia[13][16].

Giocatrice

Debuttò con la nazionale italiana nel 1978 contro la Jugoslavia; da allora è scesa in campo con la maglia azzurra per 153 volte[17] e ha segnato 105 reti. Con la nazionale ha sfiorato la vittoria nel Campionato europeo in due occasioni, nel 1993 e 1997 (finalista entrambe le volte).

Dopo 19 anni dalla sua prima partita in nazionale, decise di ritirarsi nel 1998. Nella sua carriera ha vinto 12 scudetti, 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa italiana, oltre a essere stata 12 volte capocannoniere della Serie A (11 consecutivamente). I grandi risultati ottenuti la consacrano come la giocatrice italiana più forte di tutti i tempi, insieme a Elisabetta Vignotto e Patrizia Panico.

Allenatrice

Conclusa l’attività agonistica nel 1998[18], intraprese da subito la carriera in panchina guidando il settore femminile della Lazio[19]. Nell’estate 1999 passò alla Viterbese del presidente Luciano Gaucci[20], risultando la prima donna a guidare una formazione maschile in ambito professionistico[21]. L’esperienza fu tuttavia di breve durata, poiché la trentacinquenne si dimise già nel mese di settembre dopo le prime due giornate del campionato di Serie C1[22]; a causare la decisione furono gli esoneri della vice Elisabetta Bavagnoli e del preparatore atletico Luigi Perrone, suoi collaboratori da un quindicennio[23].

Dal 2000 al 2005 sedette quindi sulla panchina della nazionale femminile italiana[24], guidando poi la rappresentativa parlamentare[25].

Nel febbraio 2009 divenne l’allenatrice della nazionale femminile canadese[26], aggiudicandosi il titolo continentale nel 2010[27]. A seguito della deludente partecipazione ai Mondiali di Germania 2011[28], con le nordamericane estromesse al primo turno[29], rassegnò le dimissioni[30].

Prima donna a entrare nella Hall of Fame del calcio italiano[31], dal 2016 al 2018 ha guidato la nazionale femminile trinidadiana, assumendo al contempo l’incarico di responsabile del settore giovanile[32], prima di accordarsi con la neoistituita squadra del Milan femminile[33]. L’esperienza in rossonero è terminata nel maggio 2019, dopo un terzo posto in Serie A[34].

Il 31 gennaio 2021 torna in biancoceleste, stavolta con la Lazio femminile, squadra militante in Serie B, sostituendo Ashraf Seleman[35], tecnico che aveva guidato la squadra per una stagione e mezza portandola alla soglia della promozione al termine del campionato 2020-2021 ma esonerato dopo il deludente pareggio con il Pontedera, squadra di bassa classifica. Morace, che dalla 15ª giornata non perde un incontro, anche grazie alla capacità realizzativa del bomber Adriana Martín, scala via via la classifica dalla 5ª posizione erodendo il vantaggio della capolista Pomigliano, conquistando prima, a due giornate dalla fine, la matematica promozione dopo la vittoria nel derby con la Roma Calcio Femminile[36], e poi la vetta della classifica della Serie B, complici i risultati negativi delle campane.

Confermata alla guida della squadra anche per la stagione 2021-2022, tuttavia l’impatto con la Serie A si rivela pesante, con la squadra che dopo due sconfitte di misura alle prime due giornate subisce due pesanti sconfitte, in sequenza con Milan (8-1) e Fiorentina (6-1). L’ulteriore rovescio esterno per 3-0 con il Sassuolo mina definitivamente la fiducia della società, che decide di esonerarla il 3 ottobre 2021[37].

6 Responses

  1. Osservazioni ed analisi assolutamente condivisibili…
    Forse è una mia impressione ma nel primo anno in cui si è giunti al professionismo mi sembra la crescita del movimento italiano non abbia fatto quel passo in più che si ci poteva aspettare da un’avvenimento di tale portata..
    Nonostante il livello del gioco e delle squadre sia notevolmente migliorato il calcio femminile italiano è decenni indietro a molti campionati Europei a livello di infrastrutture (i campi della serie A salvo poche eccezioni sono campetti che nulla hanno a che fare con il professionismo) e di vendita del prodotto a livello televisivo .. per non fermare questa crescita iniziata da qualche anno bisogna ripartire da qui

    1. Quando c’è la volontà si può tutto. Il non cercare un main sponsor (e pensare che, sic, basti uno sponsor da 1 milione di euro) è stato un autogol. Oggi la Barclay sponsorizza la Womens Super League con 30 milioni di sterline per 3 anni. Il precedente accordo, sempre triennale e prima della vittoria degli Europei, erano 15mil per 3 anni. Vedo entrare sponsor importanti in Federcalcio (ultima la Telepass) ma continuo a non vedere nulla per il femminile. Competenza + Idee + investimenti + volontà = crescita

    2. Quando c’è la volontà si può tutto. Il non cercare un main sponsor (e pensare che, sic, basti uno sponsor da 1 milione di euro) è stato un autogol. Oggi la Barclay sponsorizza la Womens Super League con 30 milioni di sterline per 3 anni. Il precedente accordo, sempre triennale e prima della vittoria degli Europei, erano 15mil per 3 anni. Vedo entrare sponsor importanti in Federcalcio (ultima la Telepass) ma continuo a non vedere nulla per il femminile. Competenza + Idee + investimenti + volontà = crescita

  2. Da ventennale allenatore di calcio femminile posso assicurare che probabilmente sia partiti al contrario. Non possiamo fare il professionismo con le sole prime squadre, costi onerosi e conseguenti affiliazioni a società maschili. Il lavoro andava impostato sul settore giovanile in modo da strutturare il sistema. Oggi molte squadre si allenano ancora la sera. Mi spiace ma professionismo vuol dire altro. Bello comunque vedere le squadre cavalcare palcoscenici importanti. A presto…

    1. No non siamo partiti al contrario. Altri paesi anni fa sono partiti dal professionismo ma, contemporaneamente hanno progettato l’allargamento della base con campagne ad hoc. Cosa che qui in italia non è stata nemmeno pensata …

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