IL FLUMINENSE: IL CUORE TRICOLORE DEL BRASILE CHE SFIDA L’INTER DI CHIVU

Nell’ottavo di finale del Mondiale per Club 2025, l’Inter troverà sulla sua strada una delle squadre più affascinanti e ricche di tradizione del calcio sudamericano: il Fluminense, orgoglio della città di Rio de Janeiro.

La squadra tricolore rappresenta da oltre un secolo un pilastro della cultura calcistica brasiliana. Nonostante non goda della fama globale di altri club carioca come Flamengo o Vasco da Gama, il Fluminense vanta una storia prestigiosa e un’identità forte, radicata nella città e riconosciuta nel continente.

Le origini e la nascita di un simbolo

Il Fluminense Football Club viene fondato il 21 luglio 1902 da Oscar Cox, figlio di britannici, grande appassionato del football inglese. Dalla sede storica nel quartiere di Laranjeiras, cuore aristocratico di Rio, il club si distingue fin da subito per la sua identità elitaria, con una tifoseria composta inizialmente dalle classi medio-alte. Lo stadio di Laranjeiras è uno dei templi del calcio brasiliano: lì, nel 1914, venne giocata la prima partita della nazionale brasiliana.

La parola “Fluminense” deriva dal latino “flumen”, ovvero “fiume”, e viene usata in portoghese per indicare gli abitanti dello stato di Rio de Janeiro.

Palmarès

Nel corso della sua lunga storia, il Fluminense ha conquistato trofei nazionali, internazionali e simbolici, che testimoniano la sua importanza non solo sportiva ma anche culturale.

– Campionato brasiliano: 4 titoli (1970, 1984, 2010, 2012)
– Copa do Brasil: 1 titolo (2007)
– Campionato Carioca: 33 titoli (ultimo nel 2023)
– Torneo Rio-San Paolo: 2 titoli (1957, 1960)
– Copa Libertadores: 1 titolo (2023)
– Recopa Sudamericana: 1 titolo (2024)
– Torneo Internazionale dei Club Campioni (Copa Rio): 1 titolo (1952)

Il Fluminense è inoltre l’unica squadra di calcio al mondo ad aver ricevuto la Coppa Olimpica (Coupe Olympique), conferita dal Comitato Olimpico Internazionale nel 1949 per il suo contributo allo sviluppo dello sport in Brasile. Un riconoscimento unico nel panorama latinoamericano.

Un presente competitivo e una sfida da non sottovalutare

Dopo la conquista della prima Libertadores della sua storia, avvenuta nel novembre 2023 con una storica vittoria al Maracanã, il Fluminense ha avviato un nuovo ciclo con l’allenatore Renato Portaluppi, detto Gaúcho, succeduto a Fernando Diniz. L’allenatore brasiliano, con un passato da giocatore nella Roma, è l’unico brasiliano ad aver vinto la Copa Libertadores, sia da calciatore che da allenatore. Il tecnico ha portato maggiore equilibrio tattico a una squadra tradizionalmente votata all’attacco e allo spettacolo.

Il club carioca si presenta al Mondiale per Club con ambizioni alte, nonostante le difficoltà fisiche di alcuni elementi chiave. Su tutti, Thiago Silva: il difensore brasiliano, ex Milan e Chelsea, è alle prese con un fastidio muscolare alla gamba accusato contro l’Ulsan. Non ha giocato nell’ultima partita del girone contro i Mamelodi Sundowns, ma dallo staff medico filtra ottimismo per un suo recupero in vista della gara contro l’Inter.

Accanto a lui, il portiere Fábio, i fantasisti Ganso e Keno, l’attaccante argentino Germán Cano e l’esterno colombiano John Arias formano l’ossatura di una rosa esperta e solida, capace di alternare possesso palla a ripartenze rapide.

Tra esperienza e talento sudamericano

– Thiago Silva: tornato al Fluminense nel 2024, è il leader della difesa e simbolo del club, che di certo non ha bisogno di presentazioni.
– John Arias: esterno colombiano dotato di grande tecnica e visione, ha segnato gol decisivi nella Libertadores.
– Germán Cano: attaccante argentino implacabile sotto porta, capocannoniere continentale nel 2023.
– Fábio: portiere quarantenne, veterano del calcio brasiliano, con grande senso della posizione e leadership.

“Il Fluminense è un gruppo unito e mentalmente forte”

A conoscere da vicino il gruppo brasiliano è il mental coach italiano Stefano Tirelli, che ha lavorato con il club durante le vittorie in Libertadores e Recopa. “È una squadra che vive di energia collettiva, di talento, ma anche di unione emotiva”, ha dichiarato. “Il calcio brasiliano permette una maggiore espressione del talento individuale, anche se il Fluminense ha saputo aggiungere organizzazione tattica e solidità difensiva”.

Tirelli ha anche raccontato il valore umano della sua esperienza in Brasile: “Ho svolto attività sociali in una delle favelas più grandi di Rio, a Vila Aliança. Con la mia associazione ho lavorato sull’autostima di tanti ragazzi. Il calcio, in contesti come questi, è anche uno strumento di crescita sociale”.

Tifoseria e identità sociale

I tifosi del Fluminense, detti “tricolores”, sono tra i più appassionati del Brasile. Storicamente legati alle élite cittadine, negli anni hanno ampliato il loro bacino ben oltre Rio de Janeiro. Oggi il club è sostenuto da una fetta stimata tra l’1,5 e il 4% della popolazione brasiliana, pari a diversi milioni di persone.

Il coro simbolo “A Bênção, João de Deus” è ancora oggi cantato in occasione delle grandi partite, memoria della visita di papa Giovanni Paolo II in Brasile nel 1980.

Una sfida affascinante

Il match contro l’Inter, in programma lunedì 30 giugno a Charlotte, sarà una sfida tra scuole calcistiche diverse: da una parte l’organizzazione tattica dei nerazzurri, forti del primo posto conquistato nel girone davanti a Monterrey e River Plate, dall’altra l’estro e l’esperienza del Fluminense, che punta a stupire ancora.

Il tecnico Renato Gaúcho sa di avere una rosa poco profonda ma crede nel potenziale del gruppo. Per l’Inter sarà una partita da affrontare con attenzione: il Fluminense, con le sue risorse tecniche e la sua fame di gloria, non parte battuto.

BIO: Federico Locarno, 20 anni, è uno studente di Management dello Sport con una grande passione per il calcio. Scrive articoli circa da due mesi e  si dedica con entusiasmo e curiosità ad esplorare e analizzare il mondo del calcio, sia quello attuale che quello passato. Condividendo quotidianamente i suoi pensieri e approfondimenti sul calcio tramite Instagram e LinkedIn.

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