MILAN-INTER 0-2: IL PRIMO ROUND AI NEROAZZURRI.

Un Mondiale di mezzo, cinque derby di Milano e altrettante squadre italiane tornate a competere nei ranghi alti delle grandi manifestazioni internazionali.
Sicuramente basterebbe questo a descrivere una stagione anomala in tutto e per tutto, suggellata da un incontro storico tra le due milanesi, tornate tra le prime quattro squadre d’Europa, a darsi battaglia per accedere alla finale di Istanbul.

Il sorteggio dopo l’ottavo di finale aveva disegnato un tabellone che lasciava presagire un incrocio tra due italiane nella semifinale, con il faccia a faccia tra Milan e Napoli e l’Inter impegnata contro il Benfica unico “intruso”.
Nonostante lo stato di grazia degli Azzurri e le ottime impressioni suscitate dal Benfica la fortuna sembrava aver designato una semifinale tutta milanese, come quella di vent’anni fa, chiamata a gran voce anche dai tifosi, desiderosi di sfidarsi nuovamente in uno scontro che sanciva per entrambi un ritorno ai fasti di un tempo.

I Rossoneri i primi a conquistare l’accesso alla semifinale, dopo l’acceso confronto con i Partenopei, battuti per 2-1 nella doppia sfida.
I Nerazzuri invece passano contro il Benfica, indirizzando il risultato già nella partita d’andata vinta per 0-2 fuori casa, per poi terminare con un rocambolesco 3-3 a San Siro, rimediato però a qualificazione già archiviata.

Nell’attesa del Derby Europeo le due squadre seguono due cammini differenti:
L’Inter ritrova il ritmo in campionato dopo i troppi inciampi, complici le grandi vittorie contro Empoli, Lazio, Verona e Roma, con un solo gol subito nelle quattro partite e quattordici segnati.
Il Milan invece più altalenante vince a Lecce, salvo poi pareggiare contro Roma e Cremonese, e rimettendosi in extremis in corsa per la champions vincendo a San Siro contro la Lazio.
La bilancia complessiva sembra dunque pendere decisamente dalla parte degli uomini di Simone Inzaghi, date le ottime risposte nell’ultima fase del campionato, laddove troppe volte avevano faticato a trovare continuità.

Il mercoledì di Champions però non si fa attendere, tre giorni dopo il campionato le squadre scendono in campo pronte a lasciare il marchio nella storia delle grandi notti europee, in quello che si candida ad essere il derby più importante per entrambe le compagini milanesi, e proprio per questo diviso in due spezzoni a 6 giorni di distanza l’uno dall’altro.

Nessuna sorpresa nella formazione scelta da Inzaghi, con il solito tandem Dzeko-Lautaro a guidare l’attacco, scelta ormai abituale nei grandi match di coppa, e Cahlanoglu in posizione di regista, laddove aveva brillato nei mesi di assenza di Brozovic.
Per Pioli invece si segnala il forfait all’ultimo minuto di Leao, l’uomo più in forma dei rossoneri, altro fattore non congeniale alla riuscita dell’impresa per i Rossoneri.

Il dibattito sembra spegnersi già al fischio dell’arbitro, con l’Inter che parte subito fortissimo, annullando le velleità di pressing del Milan, che si affida più al possesso palla dal basso per tentare l’assalto alla muraglia nerazzurra.
Dopo il recupero palla, l’Inter sembra non voler indugiare, lanciando direttamente in direzione dell punte, propiziando il primo corner della partita, all’ottavo minuto.
È Dzeko che così sblocca il match in apertura, avvitandosi sulla battuta di Cahlanoglu e girando in porta il pallone dell’1-0, eludendo la marcatura di Calabria che si vede spuntare il sinistro del bosniaco all’altezza della testa, in uno scontro fisico decisamente impari.
Ancora a freddo i Rossoneri si vedono surclassati dall’approccio feroce dell’Inter, che cerca di innescare subito i propri attaccanti.
Al decimo minuto un ennesimo recupero palla consente a Bastoni di servire lanciato sulla sinistra Dimarco, che serve verso il centro un pallone apparentemente lento e innocuo, sul quale è provvidenziale il velo di Lautaro, che vede arrivare come una furia Mkhytarian, in uno dei classici inserimenti centrali; complice un posizionamento rivedibile della retroguardia milanista e ad uno scivolone di Theo Hernandez, l’armeno riesce a controllare in area di rigore e a battere Maignan con una conclusione potente e centrale.
Ancora frastornato il Milan prova a ricusare un inizio troppo brutto per sembrar vero, ma l’Inter sembra voler continuare a sfruttare gli evidenti affanni degli avversari, creando più volte l’occasione del gol che avrebbe chiuso la partita e forse anche la qualificazione.
Prima Cahlanoglu, avventatosi su un pallone vacante, scatena un destro terrificante di esterno collo, che grazia Maignan colpendo il palo interno; subito dopo, sul pallone rigiocato in mezzo, Barella serve di tacco in ottima posizione lo stesso Mkhytarian, che mastica il pallone calciando sui piedi del portiere rossonero, che si difende come può respingendo ancora verso Barella che colpisce male il pallone del potenziale 3-0.
Un’ennesima occasione nitida capita a Lautaro, che liberatosi di Kjaer, si apre lo spazio per calciare a tu per tu con Maignan, ma un apparente contatto sembra ostacolarlo alle spalle.
L’arbitro Gil Manzano fischia il rigore, salvo poi tornare sulla decisione con l’ausilio del Var e cancellando il potenziale tiro dal dischetto:
Ingenuo l’attaccante argentino che vanifica una chance importante per il definitivo k.o..
La foga dell’Inter inizia a diventare rammarico, a seguito di altre due palle gol che vedono coinvolti prima Dumfries, che liscia un pallone invitante all’interno dell’area, e Lautaro, che liberatosi bene calcia dal limite un pallone alto.

34 minuti di vero inferno per i Diavoli, che riescono però a scampare uno svantaggio insormontabile. Altra brutta notizia per Pioli arriva quando Bennacer viene costretto al cambio per un infortunio al ginocchio.
Di lì in poi, l’ingresso di Messias aggiunge vivacità al sistema offensivo del Milan, che comincia a riprendere in mano la propria partita.
All’inizio del secondo tempo, sul parziale di 2-0, l’Inter sembra intenzionata a voler gestire, dopo aver regalato ai propri tifosi un primo tempo di rara brillantezza e agonismo. La grossa occasione per rimettere tutto in discussione capita subito sui piedi di Messias, che sfrutta una leggerezza nella marcatura di Bastoni involandosi verso la porta presidiata da Onana, salvo poi concludere largo.
Due minuti più tardi, lo stesso Bastoni, con un’incursione palla al piede, riesce a servire Dzeko a tu per tu con Maignan, che gli si avventa addosso salvando la porta e vanificando un’ennesima colossale chance per l’Inter.
Scampato l’ennesimo pericolo, il Milan inizia a condurre il gioco, sta volta con più decisione. La più grande occasione per i Rossoneri capita a Tonali, che servito al limite dell’area da una sponda di Giroud, incrocia un destro potente che scheggia il palo, complice una provvidenziale, seppur lieve, deviazione di Bastoni.
I Rossoneri alzano il baricentro e si preparano all’assalto finale, cercando anche solo di dimezzare lo svantaggio in vista del ritorno.
L’Inter, occupandosi ora di congelare il risultato, si limita a cercare di ripartire, innescando i nuovi entrati Lukaku e Correa.
Un’incursione di Barella mette però il subentrato Gagliardini in condizione di calciare al limite dell’area, con quest’ultimo che tenta un improbabile dribbling, aggiungendolo alla sequela ormai innumerevole di occasioni fallite.

Ebbene il risultato di questi primi novanta minuti del Derby d’Europa sembra decisamente confermare gli stati di forma delle due squadre alla vigilia, un confronto che nei soli primi 30 minuti è risultato impari, anche se il poco cinismo dell’Inter nel voler mettere la parola fine sul risultato potrà costargli non poca sofferenza nella gara di ritorno.
Il Milan di contro, in costante apnea da diverse gare, dovrà trovare nel fondo del barile una boccata d’ossigeno, quell’ultimo rimasuglio di energia che in situazioni disperate moltiplica le proprie possibilità di rimettere fuori la testa.
Alle speranze dei milanisti si aggiunge il possibile ritorno di Leao, grande assente del match, una freccia in più nella faretra di Pioli, che tenterà il tutto per tutto per salvare la stagione da campioni in carica in Serie A.

Quel che è certo è che questo doppio confronto, termine ultimo di una serie da record di cinque derby in un anno, è destinato a entrare per sempre nella storia, qualunque sia il risultato finale:
Istanbul rimane ancora un miraggio; staremo a vedere chi uscirà indenne da questo deserto…

2 Responses

  1. Oltre lo stato di forma delle due squadre nelle partite di avvicinamento, che per il Milan, ad onor del vero, è poco identificabile considerando il tasso di turn over con Roma e Cremonese, mi è sembrato evidente un approccio incerto dei rossoneri, come se fossero insicuri. Per capirci, l’Inter sembrava più capace di gestire la pressione del match. Possibile che avere più giocatori di esperienza, a questo livello, faccia più differenza che altro? Vedremo se al ritorno il seppur giovane talento di Leao riequilibrerà il confronto.

    1. Ciao Gianpiero, la tua domanda è lecita. Credo che aver vissuto tensioni, emozioni simili possa aiutarti ad essere più efficiente inteso come la capacità di essere performante e di arrivare alla performance avendo più energie a disposizione.speriamo nel recupero di Leao anche se la perdita di Bennacer è altrettanto importante. a presto e grazie per il commento.

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