INTER-MILAN 1-0: ROSSONERI IN BALIA DELL’AVVERSARIO

PRESENTAZIONE: COME LE SQUADRE ARRIVAVANO ALLA SFIDA

Inter-Milan 

E’ tempo di derby, ancora di derby.

Esattamente un anno dopo la stracittadina del 5 febbraio 2022 che Giroud ribaltò incredibilmente in 5 minuti dando il là alla volata scudetto della compagine rossonera, le due squadre di Milano si affrontano per la terza volta in questa stagione. 

Il bilancio è finora è in perfetta parità: un successo rossonero all’andata e la vittoria nerazzurra nel derby di Supercoppa del 18 gennaio.

L’Inter arriva sicuramente meglio all’appuntamento da un punto di vista sia mentale che fisico: dalla ripresa post-mondiale la squadra di Inzaghi, Coppa Italia compresa, ha vinto 6 volte facendo registrare solo due battute di arresto, il pareggio contro il Monza (raggiunta al 93’ a causa dello sciagurato autogol di Dumfries) e la sconfitta interna contro l’Empoli, in una gara comunque condizionata dall’espulsione nel primo tempo del capitano Skriniar; da segnalare la prestazione più che convincente in Coppa Italia contro l’Atalanta, che ha messo in mostra una squadra quadrata, matura cha ha concesso le briciole alla squadra di Gasperini che alla fine risulterà aver tirato in porta in una sola occasione.

La squadra di Pioli, al contrario, dopo una ripartenza convincente contro la Salernitana e una gara sontuosa per 87’ contro la Roma, vanificata dai due gol segnati dai giallorossi nei minuti finali, si è improvvisamente smarrita, inanellando una serie di prestazioni che hanno portato all’eliminazione  in Coppa Italia, alla sconfitta nel derby di Supercoppa, ma soprattutto alle ingiustificabili sbandate a Roma contro la Lazio e in casa contro il Sassuolo domenica scorsa; 12 gol subiti nelle ultime 3 partite, una media di 4  gol subiti a partita che non possono far dormire sonni tranquilli a mister Pioli.

E’ proprio nella fase difensiva che il Milan ha perso tutte le sue certezze ed è proprio dalla solidità dietro che deve ripartire per ritrovare il filo perso.

Forse in questa direzione vanno gli esperimenti adottati dall’allenatore parmigiano nel corso della settimana, che ha meditato di optare per la difesa a 3, rinunciare al trequartista per andare ad infoltire il centrocampo al fine di dare maggior copertura al reparto arretrato. 

Inter, nell’occasione compagine casalinga, che scende in campo con Onana tra i pali, solita difesa a tre con Bastoni, Acerbi e Skriniar (a proposito del difensore slovacco, c’era grande curiosità di capire quale sarebbe stato  l’atteggiamento del popolo interista nei confronti dell’ormai ex capitano, che alla fine risulterà del tutto neutrale), Di Marco e Darmian sono i quinti di centrocampo con Barella e Mkhitaryan ai lati del regista Chalanoglu, preferito all’ormai recuperato Brozovic, e la collaudata coppia Lautaro Martinez-Dzeko a formare il reparto offensivo.

Milan semi-sperimentale che, per i motivi sopra indicati, passa ad un centrocampo a cinque  rinunciando al trequartista: confermato Tatarusanu in porta (che con tutti i limiti evidenziati non può venir additato come unico colpevole del periodo plumbeo dei rossoneri), difesa a tre con Kalulu, Kyaer, e Gabbia, centrocampo a cinque con – da sinistra – Theo Henrandez, Krunic, Tonali, Messias (interno di centrocampo) e capitan Calabria con Giroud e Origi terminali offensivi.

Da segnalare come Lautaro Martinez e Giroud siano due vere e proprie bestie nere di Milan e Inter: il Toro, autore di sei gol contro il Milan, è a caccia del settimo per superare Milito e diventare il secondo marcatore straniero della stracittadina nella storia nerazzurra, dietro solo a Nyers con 11), dall’altra parte Giroud, tre gol in sei Derby disputati. 

LA PARTITA

Inizia la gara con un copione tattico ben chiaro: il Milan accetta di far giocare l’Inter per fare densità in mezzo al campo ed alzare il pressing quando l’Inter raggiunge la tre quarti avversaria, con Origi che segue a uomo Chalanoglu in fase di impostazione. In questo modo l’Inter entra con gran facilita’ nella meta’ campo rossonera, complice anche una difesa che con questi interpreti e visto il momento difficile si dispone a 5 e non a 3 come, verosimilmente nelle intenzioni.

Parte forte l’Inter che nei primi dieci minuti ha già due occasioni limpide: al 5’ tiro di Lautaro dal limite dell’area su filtrante di Mkhitaryan respinto da Tatarusanu ed al 9’ colpo di testa fuori di un soffio di Lautaro Martinez su cross di Skriniar.

In queste prime battute Barella staziona largo all’altezza di Darmian, per fare uscire Tonali dalla sua posizione e permettere al centrale slovacco di prendere campo e venire a giocare all’interno.

E’ un vero e proprio forcing nerazzurro, con l’Inter paziente a far girare palla ed il Milan rintanato all’indietro.

Nella fase centrale del primo tempo si segnalano solo iniziative nerazzurre: al 24’ un tiro di Barella deviato dal limite dell’area su cross di Di Marco ed al 28’ un colpo di testa di Lautaro Martinez su cross da calcio di punizione di Chalanoglu, al quale Simone Inzaghi chiede di mantenere una posizione più avanzata e di non abbassarsi troppo.

Primo giallo della gara al 31’: fallo tattico di Kalulu su Lautaro, dopo che l’attaccante argentino era andato via al centrale rossonero in fase di ripartenza.

Il gol tuttavia è nell’aria ed arriva puntualmente al 33’: sulle fasi di un calcio d’angolo battuto da Di Marco, Lautaro Martinez fa un passo indietro, si stacca dal diretto avversario ed incorna, anticipando  Kyaer e non lasciando scampo all’estremo difensore milanista.

Vantaggio strameritato per la compagine di Simone Inzaghi con il Milan che non subisce il contraccolpo perché ad onor del vero fino a quel momento non era mai riuscito ad avere un possesso di qualità nella metà campo avversaria. 

Continua ad essere  indigesta al Milan la posizione di Barella.

Finisce il primo tempo sull’1/0, un risultato che sta ampiamente stretto all’Inter, padrona assoluta del campo per mole di gioco, possesso palla ed occasioni. Impietosi i numeri : 9 tiri in porta per l’Inter, 0 per il Milan e possesso palla al 74% dei nerazzurri contro il 26% rossonero!

Nella ripresa mister Pioli opta subito per una sostituzione: fuori l’impalpabile Messias (discutibile la scelta di schierarlo come mezz’ala nel centrocampo a tre) dentro Brahim Diaz nella speranza di dare maggiore vivacità ed incisività alla fase offensiva milanista; il modulo del Milan diventa un 1-3-4-1-2 con il numero 10 spagnolo ad agire alle spalle di Origi e Giroud.

Ma il copione non cambia con l’Inter a fare la partita ed il Milan costretto sulla difensiva.

Dopo un’ammonizione comminata a Gabbia per fallo su Lautaro Martinez, al 53’ Di Marco liberato dall’attaccante argentino calcia fuori, spizzicando il pallone e vanificando una buona occasione.

Mister Pioli decide a questo punto di giocarsi il tutto per tutto, fuori Calabria e Origi per Saelemaekers e Leao.

Ma una manciata di secondi più tardi arriva una gigantesca occasione sui piedi di Lautaro Martinez servito da Dzeko (che vince l’ennesimo duello con Kyaer), ma è ancora Tatarusanu a negargli la gioia della doppietta personale.

La posizione di Leao in questa fase della partita appare piuttosto centrale, con il numero 17 portoghese ad agire tra le linee insieme a Brahim Diaz in una sorta di albero di Natale, modulo che tante soddisfazioni ha dato al popolo milanista nel periodo ancelottiano.

Finalmente al 57’ si vede il Milan in area di rigore avversaria: è Giroud che su cross di Theo Hernandez dalla sinistra incoccia di testa spedendo il pallone sopra la traversa.

Pioli, come il suo collega Inzaghi nel primo tempo con Chalanoglu, sprona Brahim Diaz a non schiacciarsi troppo ma a tenere una posizione più avanzata per permettere alla squadra di alzare il priorio baricentro.

Tra il 63’ ed il 66’ un cartellino giallo a testa: l’arbitro Massa ammonisce Leao per gomitata a Barella, che sanguina copiosamente dal naso e, poco più tardi, Mkhitaryan che allontana il pallone dopo un fallo dallo stesso commesso per evitare la ripresa immediata del gioco da parte della squadra di Pioli.

E’ un Milan che pare se non altro vivo, con Theo Hernandez che al 68’ calcia sopra la traversa una punizione da circa 25 metri, ed induce Inzaghi ad operare un triplo cambio: dentro Lukaku, Gosens e Brozovic (al rientro dopo il mondiale qatariota), fuori Dzeko, Mkhitaryan e Di Marco; Pioli approfitta del penultimo slot a disposizione per far entrare Thiaw al posto del claudicante Gabbia, autore di una prestazione poco convincente .

Tra il 74’ ed il 75’ due gran occasioni per il Milan che potrebbero far prendere alla gara una deriva diversa: dapprima Diaz, dopo uno sciagurato retropassaggio di Brozovic, calcia in porta trovando Onana attento ed una manciata di secondi più tardi, su una ripartenza della squadra i Pioli, Leao libera Giroud solo davanti ad Onana ma l’attaccante francese invece di tirare di destro, preferisce sistemarsi il pallone sul piede preferito, sbagliando completamente il controllo e permettendo ai difensori nerazzurri di recuperare. Davvero colossale palla gol non sfruttata da Giroud.

Lo stesso attaccante francese al 76’ calcia una punizione procurata da Tonali all’altezza dei 20 metri ma la palla sfiora di poco il palo.

Negli ultimi 10 minuti sono due le reti che vengono annullate alla squadra nerazzurra: all’83’ quella di Lukaku per fallo Thiaw (decisione ineccepibile del direttore di gara) ed all’88’ quella di Lautaro per fuorigioco millimetrico dopo un assist di testa di Lukaku (in questo caso viene chiamato in causa il VAR che dopo un paio di minuti decreta la posizione irregolare del numero 10 interista).

Nel medesimo intervallo di tempo, da annotare le ammonizioni a Giroud e Rebic per falli rispettivamente su Bastoni e Barella.

Pioli si gioca anche l’ultima carta togliendo Kyaer ed inserendo Rebic, passando ad un 1-4-2-1-3 con lo sloveno a destra, Leao a sinistra e Giroud in mezzo supportati da Diaz; cambio anche per Inzaghi che sostituisce Chalanoglu per Gagliardini.

Nei 5’ di recupero decretati dall’arbitro Massa, ultima grande occasione per Lukaku che appena dentro l’area di rigore, calcia rasoterra di destro a giro obbligando Tatarusanu a deviare in calcio d’angolo.

La squadra di Inzaghi vince con pieno merito il derby 1-0 (forse il divario di punteggio avrebbe potuto essere anche maggiore…) e consolida il secondo posto a -13 dal Napoli, con il Milan che scivola a -5 dalla compagine nerazzurra e addirittura a -18 dai partenopei.

Sontuosa prestazione dei nerazzurri (facilitata dall’atteggiamento inspiegabilmente remissivo e rinuciatario della squadra di Pioli) che nel primo tempo non ha praticamente mai fatto superare la metà campo alla squadra rossonera, incapace di palleggiare per superare la prima pressione della squadra di Inzaghi in fase di riconquista.

Ennesima battuta di arresto per un Milan spaesato e smarrito che ora inizia a vedere più lontane le dirette concorrenti alla zona Champions; si fatica veramente a comprendere sia l’involuzione tecnico-tattica della squadra di Pioli (che fino alla partita con la Roma aveva espresso un ottimo calcio) sia la chiave per uscire da questa spirale negativa, ad oggi ben lontana dall’essere trovata. 

Venerdi’ gara con il Toro e poi la Champion’s con il Tottenham che ieri ha battuto il Manchester City!

Forza Diavolo!

10 risposte

  1. Tutto perfetto incredibile l’errore di Giroud
    Una piccola nota polemica che PENA vedere il “coccodrillo”
    Darei un giallo all’allenatore…

  2. Ma che sta succedendo?? Ci sono giocatori che ormai camminano nel campo !!! Comunque nel bene e nel male sempre FORZA MILAN ❤️🖤❤️🖤

  3. Commento perfetto ed ineccepibile. Sono un istruttore tecnico e ho una domanda per Filippo: la scelta di passare a 3 ( che poi alla fine si è rivelata a 5 ) non ha tolto alla squadra quelle sicurezze ( in questo momento è un eufemismo ) e certezze di 3 anni di lavoro? La scelta di cambiare sistema ha dato l’impressione di fare un tentativo per cambiare l’andamento, non è più corretto continuare a lavorare su certezze acquisite? Grazie per la risposta

    1. Ciao Erminio, rispondo alla tua domanda: e’ possibile che, una volta in campo, la realta’ della gara abbia all’improvviso cancellato le risposte positive che Mister Pioli aveva avuto durante la settimana da parte dei giocatori.Tra l’altro, se non erro, dopo tanto tempo si aveva avuto la possibilita’ di lavorare per una settimana tutti insieme.Tutti, prima della gara, sostenevamo prima della gara che qualcosa si doveva cambire. Non ha funzionato. Ora sara’ lo staff a decidere se proseguire o tornare ad un sistema di gioco collaudato e dare fiducia o cambiare gli interpreti. Forza Milan e grazie per l’apprezzamento. a presto.

  4. Filippo, secondo me il cambio di modulo è stato fatto per meglio proteggersi sulle fasce dove spesso nelle ultime partite erano partite le azioni che avevano poi prodotto goal da parte degli avversari. Poi sul resto non so. Fino a Milan-Roma giocavamo alla Milan..da quel momento c’è stato un crollo. È un fatto psicologico?

    1. Ciao Marco. Certo le scelte fatte in termini di sistema di gioco avevano degli obiettivi precisi tra cui anche quello da te indicato.
      I momenti difficili cosi’ come quelli positivi hanno sempre presupposti multifattoriali. Domani pubblichero’ un articolo che tocca un po’ questo tema. Grazie per il contributo. Ti aspetto ancora. Forza Milan.

  5. Non mi addentro nella questione tattica perché continuo a pensare a un centrocampo a tre e non a una difesa a tre (abiura in casa Milan)
    Filippo la domanda è un’altra (se puoi rispondere): ma lo spogliatoio segue ancora il mister? (per non dire cose più piccanti)
    Grazie per la disponibilità e Forza Milan

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