LA PASSIONE SPOSTA, LA PASSIONE CI SPOSTA

Il calcio muove le emozioni, ma anche noi, come persone. Ed eccomi qui, nel cuore di una nuova avventura, in un’altra città degli Stati Uniti. Se ti sei perso qualche capitolo precedente, puoi leggere la rubrica Oltre Oceano.

Per capire come la cultura calcistica pulsi — con un’intensità quasi sorprendente — sulle rive del fiume Tennessee, e per comprendere come sono arrivato qui e in cosa consiste il mio ruolo nel Chattanooga Football Club, bisogna fare qualche passo indietro.

La Storia del Club
Chattanooga è una città di circa 200.000 abitanti nel Sud-Est degli Stati Uniti.
Il Chattanooga Football Club (CFC) nasce nel 2009 come società dilettantistica, con una missione chiara: essere un club per la comunità, al servizio delle persone attraverso lo sport.

Viene costruito un settore giovanile e una squadra amatoriale per adulti. Tra il 2010 e il 2020, CFC ottiene risultati importanti nelle leghe semi-professionistiche del Sud, crescendo senza il supporto di grandi investimenti.

Nel 2017 inizia una partnership con il VfL Wolfsburg, focalizzata su sviluppo giovanile, settore femminile e impatto sociale. Due anni dopo, CFC si distingue nel panorama americano lanciando una campagna di public ownership: i tifosi possono acquistare quote del club e diventarne proprietari. Ancora oggi è una delle poche realtà statunitensi con questa struttura.

Nel 2021, l’arrivo di un nuovo proprietario di maggioranza porta stabilità economica e ambizione. Il salto nel professionismo arriva nel 2023, con l’ingresso nella MLS Next Pro (paragonabile a una Serie B), campionato professionistico di seconda categoria gestito dalla Major League Soccer. È una lega pensata per le seconde squadre dei club MLS, ma aperta anche a società indipendenti: CFC è una di queste. Dopo aver sfiorato i playoff nel primo anno, nel 2025 il club ha scritto la storia qualificandosi alle fasi finali (playoff).

Soccer City
A Chattanooga si respira calcio. Passeggiando in centro, si vedono maglie blu, sciarpe appese ai muri dei bar e replay delle partite nei ristoranti. Il club detiene ancora oggi il record di spettatori per una gara amatoriale nel panorama calcistico statunitense: nel 2015, 18.000 persone riempirono il Finley Stadium nella finale regionale contro il New York Cosmos B.



Durante le partite, la città si ferma. Le strade si chiudono, la gente si veste di blu e si cammina insieme verso lo stadio. Nonni e bambini fianco a fianco: la partita diventa una festa popolare. I cori dei Chattahooligans, il gruppo di tifosi organizzati, si diffondono per le vie del centro e raccontano una verità semplice: qui il calcio unisce davvero.

La Direzione Tecnica
Con l’ingresso nel professionismo, la proprietà ha avviato una ristrutturazione profonda per costruire un’identità tecnica chiara e sostenibile. Negli ultimi due anni sono arrivati professionisti da contesti diversi, portando esperienza, qualità e metodo di lavoro.
Uno degli aspetti che mi ha attirato di più è la visione metodologica condivisa: un approccio sistemico ed ecologico al gioco e all’apprendimento. Il Direttore Sportivo, appena arrivato, introdusse un principio netto: nessun allenamento senza opposizione.
Niente più tecnica isolata o scomposizione — ogni esercitazione deve riflettere la complessità reale del gioco.

L’allenatore non “insegna”: crea contesti. Spazi in cui il giovane può imparare, esplorare e vivere il gioco guidato dai principi.

Nell’ultimo anno, il club ha investito nel settore giovanile professionistico: staff a tempo pieno, strutture moderne, costi completamente coperti e un chiaro obiettivo formativo — preparare, entro pochi anni, giocatori pronti per la prima squadra. Oggi tutta la rosa del CFC proviene da altri contesti, ma la sfida è costruire una linea diretta tra accademia e prima squadra.



La Mia Esperienza
Il mio ruolo al CFC ha diverse sfaccettature. Per titolo, sono il Responsabile dell’attività agonistica dell’Accademia, supervisionando tutte le squadre dall’Under 13 all’Under 20 che partecipano al campionato nazionale. Seguo lo sviluppo degli allenatori, monitoro la crescita dei giocatori e alleno personalmente l’U15 Elite come Head Coach.

La nostra U20 compete nella United Premier Soccer League (UPSL), la quarta divisione del sistema professionistico americano. È un contesto formativo ma competitivo, dove ragazzi di 16-18 anni affrontano adulti e imparano presto cosa significhi “reggere” un ritmo da professionisti.

Collaboro anche con il Direttore Sportivo per la definizione di un talent pool da integrare gradualmente in prima squadra.

Riflessioni
A volte mi fermo a pensare. Di tutti i posti… un italiano a Chattanooga, dietro al calcio. Spinto dalla passione, ma anche dalle opportunità. Quello che mi tiene qui è la visione condivisa di come si concepisce il gioco e il processo di apprendimento del giovane calciatore. Le idee ci portano verso le persone e i contesti dove possiamo creare qualcosa di significativo.

La passione che si respira in città è contagiosa. Le persone ti fermano al supermercato quando indossi la tuta, ti chiedono della squadra, dei ragazzi. Gli impiegati storici del club raccontano cosa il CFC ha significato per loro, per la loro famiglia, per la comunità. Vogliono che chi arriva capisca la tradizione che lo precede. Ma ogni opportunità ha anche il suo prezzo. La distanza dall’Italia e dalla famiglia pesa, e i sacrifici restano parte del percorso.

Recentemente ho sentito Farioli dire: “Sono andato via dall’Italia per non sentirmi dire che sono troppo giovane.” Questa frase mi ha colpito. Non perché mi ci riconosca direttamente, ma perché tocca un punto reale: quello delle possibilità.

Negli Stati Uniti sto vivendo un’esperienza che mi permette di lavorare con fiducia, risorse e tempo per sviluppare un’idea di calcio complessa e coerente. Forse in Italia, contesti così non sono ancora comuni. Non assenti, ma difficili da raggiungere.
Ed è per questo che questa esperienza ha per me un valore profondo: mi sta permettendo di crescere, di imparare e di contribuire — con umiltà — a un progetto che crede nel futuro, nei giovani e nel potere educativo del calcio.

BIO: EMANUELE COCUZZA

Nato a Firenze e con origini romane, Emanuele è allenatore con licenze UEFA B e USSF B, e ha completato un Master in High Performance Football.

Ha lavorato come Responsabile dello Staff Tecnico presso la Juventus Academy di Washington DC, coordinando allenatori e squadre del settore giovanile.

È stato allenatore e selezionatore per il programma di sviluppo olimpico (ODP), contribuendo alla crescita di giovani talenti nel percorso delle nazionali giovanili.

Nel corso della sua carriera ha maturato esperienze nel campionato universitario NJCAA e come analista tattico in USL Championship, approfondendo le dinamiche del calcio professionistico americano. Nel 2025 è stato inserito nella lista dei 30 allenatori più promettenti Under 30 della costa Est degli Stati Uniti.

Oggi prosegue il suo percorso al Chattanooga Football Club, società professionistica della MLS Next Pro, dove ricopre il ruolo di Responsabile dell’attività agonistica dell’Accademia e allenatore dell’U15 Elite.

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