IL PARADOSSO DEI FONDI D’INVESTIMENTO: IL CASO AC MILAN

Nel mondo della finanza, i fondi d’investimento nascono con un obiettivo preciso: generare ricchezza. L’allocazione di capitale in attività potenzialmente redditizie è alla base del loro funzionamento. In questo contesto, il calcio – seppur apparentemente distante dalle logiche di Wall Street – è diventato uno degli ambiti di interesse più attrattivi per il private equity e i fondi istituzionali.

Il calcio moderno non è più solo uno sport: è un ecosistema economico fatto di diritti televisivi, sponsorizzazioni globali, merchandising, infrastrutture, dati e brand. I club calcistici più importanti sono ormai aziende strutturate, capaci di generare centinaia di milioni di euro di fatturato ogni anno.

I fondi d’investimento individuano nei club delle piattaforme ideali per:

  • Accedere a flussi di cassa diversificati (media, matchday, commercial);
  • Valorizzare asset tangibili e intangibili, come stadi, brand, community di tifosi globali;
  • Realizzare plusvalenze mediante strategie di medio-lungo termine, valorizzazione del club e successiva rivendita;
  • Rendere più efficienti i processi interni, attraverso una gestione industriale e scalabile.

Tuttavia, l’investimento in una società calcistica presenta una peculiarità unica rispetto ad altri settori: il core business, ovvero la performance sportiva, è fortemente variabile e non pienamente controllabile.

Il Caso AC Milan: equilibrio economico, disequilibrio sportivo

Nel 2022, RedBird Capital Partners ha acquisito l’AC Milan con un investimento di circa 1,2 miliardi di euro. Da allora, il club ha visto una notevole trasformazione sotto il profilo economico-finanziario:

  • Bilanci in utile per due anni consecutivi, un evento raro nel panorama calcistico italiano;
  • Ricavi record per oltre 457 milioni di euro nella stagione 2023/24, grazie a una crescita nei settori commerciali e digitali;
  • Investimenti strutturati nelle infrastrutture, come il nuovo stadio in progettazione e piattaforme digitali di engagement.

Nonostante questi successi economici, la stagione sportiva 2024/25 si è rivelata deludente, con il club fuori dalle principali competizioni europee. Questo disallineamento ha generato tensioni nell’ambiente e proteste da parte dei tifosi, evidenziando una verità fondamentale: nel calcio, il valore economico è strettamente legato al successo sportivo.

Il caso Milan rappresenta un paradosso evidente. Mentre il fondo RedBird ha centrato molti degli obiettivi economici – sostenibilità, diversificazione dei ricavi, contenimento dei costi – non è riuscito a garantire la competitività sportiva necessaria per mantenere o accrescere il valore percepito del brand.

Infatti, la mancata qualificazione alle competizioni UEFA non solo ha un impatto diretto sui ricavi (minori introiti da diritti TV, sponsor, ticketing), ma mina la fidelizzazione della fanbase, la visibilità globale e la capacità di attrarre investimenti terzi.

In sostanza, una gestione virtuosa ma slegata dai risultati sul campo rischia di essere controproducente nel lungo termine.

Per i fondi che vogliono entrare (o restare) nel calcio, il caso AC Milan evidenzia la necessità di un approccio integrato:

  • Governance sportiva solida: non basta l’efficienza economica, serve una strategia sportiva coerente e competitiva;
  • Visione di lungo periodo: i ritorni finanziari derivano anche dalla crescita del valore sportivo del club;
  • Innovazione e digitalizzazione: fondamentali per ampliare i flussi di ricavi e mitigare i rischi legati ai risultati;
  • Dialogo con la tifoseria: il capitale emozionale del calcio è un asset da proteggere, non un ostacolo da contenere.

Il calcio è un settore atipico per un fondo d’investimento: l’efficienza gestionale non è sufficiente senza una componente emotiva e sportiva vincente. Il caso AC Milan nella stagione 2024/25 lo dimostra chiaramente: un club economicamente in salute, ma sportivamente in crisi, rischia comunque di erodere valore.

Il vero successo per un fondo non sarà solo nei numeri del bilancio, ma nella capacità di trasformare il club in un prodotto vincente, sostenibile e competitivo, dentro e fuori dal campo.

BIO: LUCA LUISI

Professionista del settore sportivo, specializzato in pianificazione strategica, sviluppo degli asset dei club e gestione finanziaria, ambiti in cui ha maturato esperienza anche grazie a un percorso parallelo nel settore creditizio. Laureato in Economia e Direzione d’Impresa con specializzazione in Management dello Sport, ha collaborato con realtà nazionali e internazionali, contribuendo alla crescita e alla sostenibilità dei progetti sportivi. In possesso della qualifica di allenatore UEFA C, ha completato il Master Executive in Management del Calcio organizzato da SDA Bocconi in partnership con la FIGC. Il suo approccio è orientato alla creazione di valore e allo sviluppo strategico dei club. È autore di due pubblicazioni dedicate al calcio e al management sportivo.

7 risposte

  1. Esposizione perfetta Luca! Pochi tra i tifosi sono in possesso di queste informazioni finanziarie che sono di fatto e nella stragrande maggioranza, il salis vivendi di bilanci e squadre di calcio e che, a volte, determinano il loro andamento nell’annata sportiva.
    Buona giornata.

    Massimo 48

    1. tutto corretto quello che scrivi ma mi permetto di farti notare che in una qualsiasi azienda se il top management fallisce 4 obiettivi su 5 viene cacciato. purtroppo il 5º obiettivo cioè quello finanziario i nostri eroi sono riusciti a raggiungerlo. dico purtroppo perché é evidente che per loro é l obiettivo più importante quindi difficilmente se ne andranno o verranno cacciati. quello che probabilmente stanno sottovalutando é che nel calcio europeo la performance negativa influirà pesantemente sugli altri parametri aziendali e se pensano di riempire lo stadio di turisti e famiglie che vanno a vedere un milan che perde… bé allora tanti auguri!

  2. io condivido che il Milan abbia toppato alla grande nella comunicazione. La frase “Dialogo con la tifoseria: il capitale emozionale del calcio è un asset da proteggere, non un ostacolo da contenere” è perfetta. Purtroppo per affrontare certi palcoscenici bisogna o esserci portati o avere l’esperienza e il carisma. Nel Milan fino a ieri non l’aveva nessuno. nemmeno Maldini e tanto meno Ibra. Adesso è arrivato Tare. Però non facciamo di un tutta l’erba un fascio: la stagione è andata male, molto, soprattutto per episodi legati ad errori individuali: le papere di Maignan, magari in compagnia di Thiaw, l’amnesia di Gabbia a Zagabria e/o gli orrori arbitrali subiti.
    Aggiungo per i fondi
    Società sportive hanno il grande pregio di avere cash.
    Senza risultati sportivi il brand si deprezza: l’interesse non è canibalizzare la società ma svilupparne la resa, come si è fatto con la NBA.
    E il calcio ha un bacino di utenza 1000 volte superiore

  3. io condivido che il Milan abbia toppato alla grande nella comunicazione. La frase “Dialogo con la tifoseria: il capitale emozionale del calcio è un asset da proteggere, non un ostacolo da contenere” è perfetta. Purtroppo per affrontare certi palcoscenici bisogna o esserci portati o avere l’esperienza e il carisma. Nel Milan fino a ieri non l’aveva nessuno. nemmeno Maldini e tanto meno Ibra. Adesso è arrivato Tare. Però non facciamo di un tutta l’erba un fascio: la stagione è andata male, molto, soprattutto per episodi legati ad errori individuali: le papere di Maignan, magari in compagnia di Thiaw, l’amnesia di Gabbia a Zagabria e/o gli orrori arbitrali subiti.
    Aggiungo per i fondi
    Società sportive hanno il grande pregio di avere cash.
    Senza risultati sportivi il brand si deprezza: l’interesse non è cannibalizzare la società ma svilupparne la resa, come si è fatto con la NBA.
    E il calcio ha un bacino di utenza 1000 volte superiore

  4. Buongiorno,
    apprezzo lo sforzo di presentare il caso in maniera semplificata e sintetica ma credo valga le pena di puntualizzare che
    1. I bilanci in sostanziale pareggio (utli risicati) son stati il frutto di Elliott che ha ripianato 630 milioni di perdite di bilancio in 5 anni (2018-2022)
    2. I ricavi in crescita sono stati dovuti all’onda generata dai buoni risultati sportivi ottenuti nella stagione precedente all’arrivo di Red Bird e corroborati dal player trading (Tonali in particolare)
    3. A dispetto di quanto sopra Red Bird ha dilapidato valore molto piu’ di quanto abbia innovato, trascurando l’importanza del core business
    L’IRR nel calcio in particolare si ha sostanzialmente tutto al momento della cessione di quote e non attraverso la gestione ordinaria. Red Bird si e’ ormai avvitata in un circolo negativo che puo’ essere interrotto solo da un evento straordinario a lungo atteso ma finora non realizzato (leggi stadio) o da un’uscita anticipata dall’investimento che con ogni probabilita’ richiedera’ un write-off dell’investimento iniziale. Un bella lezione per tutti quelli che in futuro si incammineranno sullo stesso percorso

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