DALLA MOVIOLA DI BISCARDI AL VAR DEI GIORNI NOSTRI

L’invenzione di Aldo

La moviola di Aldo Biscardi nasce da un’idea del popolare conduttore molisano doc e nativo di Larino comune di Campobasso, il quale diverrà nelle nostrane TV il vero antesignano dei talkshow calcistici con la realizzazione del programma “Il processo del lunedì” trasmesso per un decennio  (1983-1993) dalla Rai per poi passare ad altre emittenti cambiando in quel frangente il  titolo del precedente format nel nuovo: “Il processo di Biscardi” e dove  alcuni anni dopo il simpatico Aldo, con uno share di ascolti sempre più in crescita, si propugnera’ in ogni modo, coadiuvato dai suoi ospiti fissi in trasmissione tra i quali l’istrionico giornalista Maurizio Mosca, nell’indire una vera e propria battaglia tesa ad ottenere una volta per tutte la moviola in campo al fine di limitare le numerose sviste arbitrali troppo spesso causa di infinite diatribe con sterili o praticamente nulli risultati.

La prima moviola

A dire il vero per andare a ricercare il primo accenno di un pur timido uso della moviola nella nostra penisola (l’unico precedente in campo internazionale è dovuto alla BBC che fu la  prima emittente televisiva ad adottare questa innovazione sperimentadola nella Coppa del Mondo giocata in Inghilterra nel 1966) bisogna addirittura riavvolgere il nastro di ben 57 anni!!… Sì avete ben compreso, difatti correva il 22 Ottobre 1967 quando (tratto da Redazione Back to the football)… 

*… quando Carlo Sassi e il suo montatore Heron Vitaletti, nella sede Rai di Milano, intenti nella preparazione della puntata della “Domenica Sportiva”, si imbattono in un episodio più che controverso che andrà affrontato e discusso davanti a milioni di spettatori: il gol del pareggio di Rivera nel derby con l’Inter era da convalidare o no?

Inter e Milan in quel campionato sono due tra le squadre maggiormente accreditate per il successo finale anche se alla fine di quella 5^ giornata di campionato è la Roma a guidare la classifica. Victor Benitez porta in vantaggio i neroazzurri padroni di casa al 57′, gli risponde al 78′ Gianni Rivera che tutto defilato sulla destra imprime alla palla una traiettoria al limite dell’impossibile che sbatte sotto la traversa e varca la linea bianca della porta difesa da Sarti. L’arbitro D’Agostino consulta il suo guardalinee e convalida la rete tra le proteste degli interisti. Quel derby tra le squadre di Helenio Herrera e Nereo Rocco finisce li, non finiranno invece le polemiche.

Nel montaggio del servizio da mandare in onda nella trasmissione serale, Sassi e Vitaletti vogliono approfondire quella decisione per togliere ogni dubbio alla loro numerosa platea televisiva. Passano quel servizio sotto la lente di ingrandimento di una macchina infernale inventata anni prima per scopi cinematografici: la moviola. Quello che si evince nel rimandare avanti e indietro quei fotogrammi è palese: la palla calciata dal “golden boy” , dopo aver colpito la faccia bassa della traversa e sbattuto sulla riga bianca alzando una nuvola di gesso, finisce in rete, ma il gol non era da convalidare. Quello passerà alla storia come il primo abbaglio arbitrale certificato da questa apparecchiatura*

La testata di Zidane

La testata che Zinedine Zidane rifilo’ nella finale dei Mondiali 2006 a Marco Materazzi se pur da questi insultato risulto’ essere un gesto tanto esecrabile per la sua inspiegabile scelleratezza quanto ricordevole per essere passato agli annali della storia ed aver sicuramente originato un primordiale quanto osannato e sensato uso della moviola in campo. 

Il capitano transalpino, marsigliese doc, verrà espulso per condotta violenta dall’arbitro Horacio Elizondo ma non nell’immediatezza dell’increscioso episodio, dato che avvenne a distanza ed alle sue spalle, bensì soltanto dopo che il quarto uomo accerchiato da un nugolo di giocatori con Buffon in testa e Materazzi a terra mani sul petto, gli palesasse con il movimento delle due dita rivolte verso gli occhi queste concitate parole: “ma tu hai visto!” e durante il trapestio del vivace conciliabolo sollevatosi sarà sempre il portiere della Nazionale ad accostarsi a Zidane rimasto solo in disparte per dirgli qualcosa e soltanto in quell’istante  verranno trasmesse le immagini di quanto era accaduto. Il resto è felicemente terminato con la nostra Nazionale vincente ai rigori, e con i  francesi che oltre alla sconfitta dovranno invece osservare il proprio capitano concludere la propria carriera da calciatore professionista con questa indelebile macchia sul suo luminoso cammino. 

Dunque se pur l’uso della moviola in campo non fosse ancora consentito dal regolamento, il quarto uomo Medina Cantalejo, avendo rapidamente visto i replay dell’accaduto, ritenne opportuno riferirlo all’arbitro Elizondo il quale, applicando del sano buon senso dettato dal fatto che milioni di persone avevano assistito all’episodio in TV, decise di estrarre il cartellino rosso nei confronti di Zidane, ma per eludere le rigide regole mise in piedi una pantomima fingendo di essere stato il quarto uomo ad aver visto tutto e, in seguito alla sua consultazione, ne avrebbe decretato l’espulsione.     

Questo episodio risulterà in assoluto il primo utilizzo ufficioso della moviola in campo tanto invocata in quegli anni per parte di molte tifoserie ma soprattutto osannato dal conduttore e giornalista Aldo Biscardi nei suoi celebri ” Processo del Lunedì”.  

Quando il VAR entrò in casa nostra

Passeranno 11 anni da quella famosa testata di Zidane, quando dopo numerose sperimentazioni il VAR verrà finalmente ed ufficialmente introdotto nel nostro campionato. 

Correva  il 19 Agosto 2017 quando al minuto 37 del match Juventus-Cagliari l’arbitro Fabio Maresca che inizialmente non aveva valutato falloso l’intervento in area di rigore di Alex Sandro sull’attaccante croato dei rossoblu Duje Cop venne chiamato dall’assistente VAR per rivedere di persona l’azione sul monitor a bordo campo, e dopo un’attenta analisi decretera’ il penalty in favore del Cagliari che verrà calciato da Diego Farias ma parato da Buffon. 

L’8 ottobre del 2017, poche settimane dopo il primo utilizzo del VAR in Serie A, Aldo Biscardi verrà a mancare. Ma in una delle sue ultime interviste rilasciata a Repubblica affermera’ orgogliosamente: «Ho vinto io! »

Hai vinto sul serio caro Aldo! E per ricordare a tutti la tua lunga battaglia volta ad ottenere l’adozione della moviola in campo, esprimesti il desiderio di far vedere scritta sulla lapide del tuo riposo una frase che spesso eri dedito ripetere nell’inconfondibile accento molisano nei tuoi lunedì in TV:

“Pregate non più di due o tre alla volta sennò non si capisce” (parodia della famosa frase ricorrente in trasmissione «Non vi accavallate sennò da casa non capiscono»). 

BIO: MASSIMO BALDONI

Massimo 48 nasce a Roma nei primi anni del dopoguerra da mamma umbra e papà francese. Negli anni dell’adolescenza ama spesso frequentare l’agenzia di stampa ove il padre opera in qualità di telescriventista rimanendo particolarmente attratto dalla stesura  degli articoli nella redazione sportiva.

Si diploma Perito Tecnico in Telecomunicazioni e dedica tutta la sua vita lavorativa al settore radio elettronico in varie aziende. Poi, dopo i primi anni di grigia pensione, inizierà quasi per gioco a scrivere in qualità di blogger nella sezione Vivoperlei di Calciomercato.com dove oltre che di calcio si può scrivere di qualsiasi altro accadimento ad esso correlato. 

Viene insignito dal Direttore Stefano Agresti nella sede di CM a Milano con una targa risultando il miglior blogger dell’anno 2021 in quella specifica sezione.

Ora è alla ricerca di nuovi siti di scrittura, ed aver trovato l’incontro con “La complessità del calcio” con la regia di Filippo Galli è un’assoluta ed autentica vera chicca!

4 risposte

    1. Vero Dario e grazie per l’attenta lettura. Personalmente io proporrei una innovazione nel calcio e cioè le gare dirette da due arbitri ognuno nella metà campo delle due squadre contendenti. Cosa ne pensi?
      Buona domenica.
      Massimo 48

  1. Gran pezzo, Massimo! Mi ricordo anche di un tiro di Ancelotti nel derby 1988/1989 0-0 che dopo aver colpito la traversa superò la linea.

    1. Grazie Vincenzo per l’attenta lettura! Ancelotti, grande calciatore, grande allenatore e grande uomo! Ma perché non torna a Milano a godersi la sua meritata pensione?
      Un caro saluto.
      Massimo 48

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *